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Autore: Domithilda    27/09/2015    1 recensioni
Una domanda importante urlata a persone importanti che la ignorano, troppo alte e imponenti per riuscire ad ascoltarla. Solo un polipo al margine della strada riesce a coglierla. E, dopo un dialogo intenso quanto leggero, la risposta emerge da sola.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Giganti che oscillano su fili invisibili. Ecco cosa sono gli adulti. Jeremy lo sa bene, lui sa tante cose. Una cosa che sicuramente sa, ad esempio, è che il fratello più grande si sbaglia sostenendo che Jeremy fosse precoce e per questo già alto come lui. Jerry sostiene, invece, che il fratello è semplicemente più basso dei coetanei, ma sarebbe cresciuto...forse. Da che parte sta la ragione non si può dire e per un attimo Jerry crede che il fratello non ha tutti i torti. Ma poi scrolla la testa e torna a carezzare dolcemente il pelo lucido quanto nero del gatto dagli occhi smeraldo.

 

Un pomeriggio afoso Jerry cammina spedito sul rovente asfalto della strada a serpentina che troneggia al centro della città, galleggia tra una marea di giganti. Tutti in fila come rispettabili soldati camminano a schiena dritta, stretti nei loro vestiti pinguini. Subito gli viene voglia di trovare la risposta alla domanda che più lo tormenta da quando è nato. Non ci pensa più e ferma subito un gigante-pinguino che lo guarda spazientito mentre gli occhi piccoli e marroni sono immersi in ben altri pensieri. «Che c'è, piccolo, ti sei perso?» chiede subito, piegandosi poco in avanti (Jerry indietreggia di un passo, spaventato che potesse cadergli addosso). «Salve signore, lei sa chi è che accende le stelle di notte?» Chiede rapido, fissando il Grande che stava in equilibrio sul Filo dei Grandi, quello fatto di problemi non adatti ai bambini, come diceva mamma, formato di soldi e colorato di grigio, senza lo spazio per inseguire le nuvole o colorare un libro; quello dove quando sali non puoi più piegarti a raccogliere un fiore o vedere con i tuoi occhi il mondo o il lento andamento di un bruco ma sei costretto a leggerlo sui giornali e a sorvolare, troppo preso da altro. «Nessuno accende le stelle, bimbo.» E così se ne andò senza dar tempo al “bimbo” di ribattere, sconsolato Jerry si mischiò ancora al brusio della strada, contorcendosi sulla domanda che non aveva trovato risposta soddisfacente.

Continua a camminare e va a sbattere contro una grande palla marrone. Poi guarda meglio e trova che quella palla enorme assomigli più ad una scarpa gigante che una palla, una scarpa che gli ricorda fin troppo bene le scarpe dei polpi cattivi che il suo eroe preferito Jason il Corsaro combatte ogni giorno nelle sue fantastiche avventure. Anche Jason è un adulto però lui perde ancora tempo a inseguire le nuvole, a bordo della sua bellissima nave di legno. Così Jerry pensa che sia un polipo ed infatti è proprio così, due tentacoli coperti da una coperta marroncina tagliata in due si snodano sopra alle scarpe e due occhi profondi colore dell'oceano bucano un viso scarno che possiede solo un polipo anziano.

«Ciao, Polipo.»

«Ciao. Ma io non sono un polipo»

«Ma tu mi ricordi i polipi che Jason cattura»

«Allora sono un polipo, il Polipo.»

Jerry sorride. Anche il Polipo adulto sorride.

«Tu non traballi sul filo dei Grandi»

«È perché sono seduto» risponde il Polipo indicando il terreno.

«Ho capito. E perché sei seduto?»

Il Polipo lo squadra con un mezzo sorriso.

«Non trovi che sia più comodo stare seduti?». Jerry lo fissa senza rispondere, gli si siede accanto poi dice:

«Si.» ma subito aggiunge «Però gli Adulti non pensano sia comodo, non ci stanno quasi mai se non nei loro uffici» e allarga le braccia come a indicare tutti i Grandi che camminano indaffarati.

«Hai ragione..» afferma l'altro.

«Senti...»

«Si...?» il Polipo lo guarda e Jerry continua. «Chi accende le stelle?»

«Di notte?»

«Di notte.»

Ora il Polipo non lo guarda più, guarda il cielo. Sta pensando, Jerry ne è certo.

«Penso che tu accendi le stelle.» Dice infine, riportando gli occhi scuri e grandi in quelli di Jerry.

«Io? E come faccio?»

«Beh..potresti essere tu...ma potrei essere anche io»

«Allora sono io o sei tu?»

Ma il Polipo non risponde, fissa le nuvole carezzandosi la barba. Così Jerry continua.

«Se fossi io o fossi tu dovremmo saperlo»

«Perché?»

«Perché non si può fare qualcosa senza sapere che si sta facendo!»

«Ne sei sicuro?»

«Potrebbe essere altrimenti?»

«Potrebbe essere che tu cammini ma non pensi di camminare.»

«Ma io so che sto camminando, quando cammino...»

«Pensi che un Grande sappia quando cammina?»

«Altrimenti non camminerebbe...»

«Ma sappiamo entrambi che i Grandi pensano ad altro mentre camminano»

«Hai ragione. Quindi i Grandi potrebbero accendere le stelle senza saperlo?»

«Potrebbe essere.»

Jerry resta un po' in silenzio, guardando il terreno torturato dai piedi.

«Non sono soddisfatto.» Dice infine. «Voglio sapere chi accende le stelle di notte.»

«Ma se tu pensassi che vuoi le stelle accese, non credi che loro si accenderebbero?»

«Ma io voglio le stelle accese.» il Polipo lo guarda con una serietà estrema, Jerry lo guarda. «Allora sei tu.»

«Mh...ma se bastasse volere qualcosa per far si che avvenga sarebbe tutto più facile. Ad esempio io vorrei conoscere Jason.»

«E perché non lo fai?» Chiede sinceramente stupito il Polipo. «Perché lui non esiste!» È la risposta concitata del piccolo.

«Come fai a dirlo?»

«Perché è in un libro..»

«Ma io potrei scrivere un libro su di te e tu saresti vero.»

«Giusto.» Jerry a questo punto è confuso.

«Quindi Jason esiste?»

«Solo se tu vuoi che lui esista.»

«Io voglio che esista.»

«Allora esiste.»

Un attimo di silenzio si accomoda fra loro, ma viene subito interrotto.

«Quindi sono io che accendo le stelle di notte?»

«Solo se tu vuoi accenderle.» Il Polipo sorride ancora.

«Io voglio accenderle! Senza le stelle sarebbe tutto buio e ho paura del buio.»

«Oh, fantastico!» Il Polipo si lascia andare a una risatina sincera.

«Fantastico che ho paura del buio?» Il Polipo pare ancora più divertito.

«Affatto!» Jerry piega la testa di lato, confuso.

«Il mio nuovo amico è l'Accenditore di Stelle.»

«Wow!» Esclama Jerry.

«Si, wow.» Conferma lui.

Ridacchiano entrambi, poi Jerry si alza e lo guarda.

«Polipo, grazie. Finalmente so chi accende le stelle.»

«Accenditore di Stelle, grazie. Ora ho un nuovo amico.»

«Però ora devo andare»

«Ovvio.»

«Sta sera accenderò ancora le stelle, le guarderai?»

Il Polipo ride ancora.

«Le guarderò e penserò a te»

Jerry è felice, lo saluta con la mano e imbocca la strada di casa. Saltella tra i Grandi, ignari che lui sa accendere le stelle e loro no.

  
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