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Autore: Lunastorta_Weasley    28/09/2015    0 recensioni
Ed Sheeran, è un ragazzo di 20 anni che si è appena trasferito a Londra per inseguire il suo sogno : quello di diventare un cantautore. In poco tempo, si ritrova catapultato in una città fredda e caotica, che non sembra intenzionata a far posto agli stranieri, ma dopo uno strano incontro che lo lascia stupito, le cose cambieranno per Ed, ma non solo in meglio...
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ed Sheeran
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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~~THE CITY

 

capitolo 1

La neve cadeva fitta, il freddo gli penetrava nelle ossa e le parole gli uscivano quasi in modo automatico, mentre pizzicava le corde con le dita intirizzite, coperte solo da un paio di guanti strappati. Le persone passavano davanti a quello strano ragazzo con i capelli rossi, senza nemmeno notarlo, e con grande delusione di quest'ultimo, la custodia della chitarra conteneva solamente pochi spiccioli. Con quelli non sarebbe di sicuro riuscito a pagarsi la cena, figuriamoci il biglietto del treno. Ormai rassegnato al fatto che non avrebbe guadagnato di più Ed prese le monetine da terra e se le infilò in tasca, dopodiché si accovacciò per riporre la chitarra. In quel preciso momento qualcuno urtò contro di lui, cadendo nella neve e trascinandoselo dietro. Ed si lasciò sfuggire un lamento mentre rialzandosi, si massaggiava una chiappa dolorante. Dopo poco però, si ricordò di chi l'aveva fatto cadere. Puntò lo sguardo a terra, e fra gli strati di lana e pile, riuscì a distinguere dei ciuffi di capelli biondi e due grandi occhi azzurri. Allungò una mano per aiutare la ragazza ad alzarsi, e quando lei gliel'afferrò, Ed si stupì del calore che quella mano emanava. La sconosciuta si scrollò la neve di dosso e frugò nella tasca del cappotto, per poi estrarne 5£. - Ehm...scusa se ti sono caduta addosso, ma c'era il ghiaccio e andavo di fretta...- disse porgendogli i soldi - comunque sei molto bravo -

- Grazie... - Ed prese la banconota con gli occhi sgranati sia per lo spavento di poco prima, sia per l'inaspettata gentilezza di quella ragazza.

- Beh ciao. E scusa ancora -  lei se ne andò salutandolo con una mano e con un sorriso che coinvolgeva più gli occhi della bocca.

- Ciao - la salutò Ed in un sussurro, ma lei era ormai lontana e i fiocchi di neve, cadendo fitti, rendevano la sua figura a malapena distinguibile da quelle degli altri passanti. Edward scrollò la testa per riprendersi da quella specie di stato di trance causato dallo stupore, e mentre si metteva a tracolla la sua amata Loyd, si infilò in tasca la banconota. Quella sera, esattamente come quelle precedenti, avrebbe comunque dormito davanti a Buckingam Palace, ma almeno avrebbe avuto la pancia piena. Così, ignorando la stanchezza e il mal di testa che di solito precedono un raffreddore, Ed entrò nel primo pub che incontrò sul suo cammino e ordinò fish and chips e una lattina di Guinness. Il locale non era molto grande. Il bancone era in legno, e i posti a sedere, che saranno stati circa un trentina, erano costituiti da lunghi tavoli affiancati da due panche ciascuno. Una lieve musichetta da sala risuonava nell'aria e mentre si rilassava e si godeva la sua cena, ad Ed venne in mente che quello era il primo vero pasto che faceva da giorni. Infatti, essendosi trasferito a Londra da poco, non aveva ancora trovato un locale in cui suonare regolarmente. A volte, lo chiamavano all'ultimo per chiedergli di sostituire un band o un altro cantante, ma spesso lo pagavano in birre anzichè con i soldi, e quindi doveva arrangiarsi con gli spiccioli che raccimolava per strada. Solitamente, quando non nevicava e le strade erano abbastanza affollate, la media dei suoi guadagni era di 10£ al giorno, ma non gli bastavano per tutto. Così, doveva decidere se comprare un biglietto del treno e dormire al caldo, oppure se cenare e dormire per strada. Qualche settimana prima, dormiva a casa di un suo amico, Bill, ma quest'ultimo abitava in periferia, ed era difficile e dispendioso dover raggiungere tutti i giorni il centro per poi tornare indietro. E poi, Bill aveva già abbastanza problemi anche senza avere Ed in giro per casa. Finito di cenare, si diresse verso la cassa per pagare e mentre il proprietario gli porgeva il resto, il rosso fece la domanda che in quel periodo faceva in ogni bar nel quale andava.

- Scusi signore, non è che vi serve qualcuno che suoni? -

- Mi dispiace ragazzo, abbiamo già una band. Ma se vuoi puoi lasciarmi il tuo numero! -

- Ok va bene...vuole sentire qualche pezzo? -

Il barista, un uomo alto, con pochi capelli e due folti baffi grigi, si diede un'occhiata in giro per controllare che non ci fossero clienti a cui serviva qualcosa. Dopo essersi accertato che quelle cinque persone ai tavoli avessero tutto ciò di cui avevano bisogno, annuì e indicò a Ed uno sgabello in un angolo del pub buio e senza tavoli. In fretta e furia, Ed corse a sedersi. Dopo averla tirata fuori dalla custodia, imbracciò Loyd. Provò alcuni accordi e sistemò le corde pizzicandole una ad una. Non era di certo una delle chitarre più nuove e accordate del mondo, ma Loyd non l'aveva mai tradito, e sperava con tutto il cuore che non lo facesse proprio in quel  momento. Purtroppo, quella sera la fortuna non era dalla sua parte. Proprio a metà di " Wake me up", la corda che costituiva il Mi cantino si ruppe con un rumore acuto e metallico. Maledicendo la corda, Ed tentò di fare finta di niente continuando a suonare, ma il gestore del locale lo fermò scuotendo la testa.

- No ragazzo! Non ci siamo! Sei bravo a suonare, questo sia chiaro, ma andiamo...devi aggiustarti un po' se vuoi che qualcuno ti dia un posto fisso. Insomma, con quei capelli

spettinati, i vestiti vecchi e la chitarra che cade a pezzi, sembri più un barbone che un musicista. Comunque in caso di emergenza potrei chiamarti quindi...non ti rattristare e vedi di comprarti dei vestiti nuovi! -

- V-va bene signore, grazie...credo -

Ed uscì dal locale con il morale sotto le scarpe. Perchè dovevano sempre giudicarlo per il suo aspetto? Perchè la gente non poteva semplicemente chiudere gli occhi e ascoltare le sue canzoni, ascoltare il suo cuore? Chiedeva forse troppo? Voleva solamente essere giudicato per ciò che era e non per ciò che sembrava. Anche perchè lui sapeva benissimo di sembrare un barbone o un ragazzo scappato di casa, e infondo lo era, ma lui era anche un sognatore, che aveva avuto il coraggio di lasciare la sicurezza di una casa, la comodità di una famiglia e l'affetto di tutti i suoi amici e dei familiari per andare in una città che non conosce, e il tutto, per realizzare il suo sogno. Riflettendo su queste cose, venne colpito dal doloroso pensiero che non sarebbe riuscito a sfondare nel mondo della musica, ma si riprese ricordandosi che lui era nato per quello, per scrivere, per suonare, per far provare emozioni alle persone con il semplice uso della sua voce e di una chitarra, e mentre pensava, una folata di vento gelido gli sferzò il viso, così si tirò in testa il cappuccio della sua amata felpa verde e con le mani in tasca puntò dritto fino a Buckingam Palace. Lì davanti c'era una griglia dalla quale fuoriusciva aria calda, così si sedette lì sopra, e usando Loyd come cuscino, si perse a contemplare le migliaia di lucine che animavano Londra nonostante fossero ormai le 02:oo di notte. Chiuse gli occhi un momento, e il suo pensiero volò al suo piccolo paese di campagna e sorrise pensando che là alle 23:00, tutti i bar e le finestre delle case erano già chiusi e la gente dormiva beatamente nella pace che solo la natura può donare. In un certo senso, Ed amava la vita che stava facendo ora, era stancante, e lo scambiavano fin troppo spesso per un senzatetto, ma lui aveva una casa, l'aveva abbandonata solo temporaneamente. Sarebbe tornato nel suo paese da sua madre, ma lo avrebbe fatto dimostrando che era riuscito nel suo intento, avrebbe fatto vedere a tutti quelli che non credevano in lui che si sbagliavano. Mntre rimetteva in ordine i propri pensieri, la parola "senzatetto" continuava a rimbombare nella sua mente, finchè si alzò di scatto.

- Ma certo! Questa non è una vita da senzatetto...it's not a homeless life for me, it's just that i'm home less than I'd like to be... -

Le parole uscirono dalla sua mente come un fiume, e finirono su di un piccolo block notes che Ed portava sempre con sè in caso di "Emergenza canzone", come le chiamava lui Scrisse tutto il testo canticchiando un motivetto ritmato e andante, di quelli che dopo averli ascoltati una volta, ti si infilano in testa e non te li togli più, e cominci a canticchiarli per tutto il giorno. Una volta terminato di scrivere, la ricontrollò e ne corresse alcuni errori causati dalla fretta, e dopo essersi assicurato che le rime fossero al posto giusto e la musicalità fosse buona, rimise il quadernino al suo posto e si accoccolò contro al muro coprendosi con il giaccone e stando rannicchiato in moda da non lasciare i piedi scoperti. Si addormentò quasi immediatamente, abbandonandosi al mondo dei sogni, dove spesso vedeva sè stesso suonare al Madison Square Garden o al Wemblwy Stadium, ma dopo circa 30 minuti un taxi passò velocemente suonando il clacson per scacciare un gatto che stava attraversando la strada. Ed saltò su con i capelli sparati in testa e guardandosi intorno vide il taxi . Scocciato per l'interruzione del magnifico sogno, si riappoggiò il muro nella speranza di riuscire a dormire almeno fino al mattino, ma non appena chiuse gli occhi, il micio che poco fa aveva rischiato di essere investito, andò ad acciambellarsi sulle sue gambe e cominciò a fare le fusa. Ed aveva sempre amato i gatti, e come poteva dormire quando un magnifico micio era coricato addosso a lui? Doveva per forza coccolarlo. Così, si tirò su e prese a grattargli le orecchie. - Ehy bello ma lo sai che sei davvero carinissimo? -prese a parlargli mentre gli carezzava la testa - anche tu sei solo eh? Beh puoi restare con me se vuoi...che ne dici? - il gatto miagolò e gli leccò la mano - lo prendo come un sì amico! Vediamo...ti devo trovare un nome...che ne dici di Sebastian? - miagolò nuovamente, per poi poggiare il muso sulla mano di Ed e lasciarsi coccolare dalle mani del ragazzo che continuava a grattare il suo pelo fulvo, che ricordava molto il colore dei suoi capelli, se non fosse stato che Sebastian aveva delle strisce marroni sulla fronte e sulla coda. Dopo un po' Ed non riuscì più a tenere gli occhi aperti, e si lasciò andare alla stanchezza chiudendo gli occhi e addormentandosi di

 

nuovo.


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SALVE! sono tornata, e questa volta con una storia a capitoli...che innanzitutto, spero vi piaccia, e che poi spero di riuscire a concludere.
Comunque, più o meno, è la storia di ed quando si trasferisce a Londra, solo che ha 20 anni, non conosce nessuno tranne Bill ç.ç ...e in questo capitolo, si è appena fatto un nuovo amichetto! Che ne pensate di Sebastian? Comunque, la ragazza bionda che gli è caduta addosso, la rivedremo prima o poi, e...basta non voglio spoilerarvi troppo :3!
Spero in tanti bei commentucci e soprattutto che la storia non vi annoi! Se ci fossero cose che non vi sconfifferano dite pure!
Al prossimo capitolo,
Lunastorta_Weasley

  
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