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Autore: Gomizzle    28/09/2015    2 recensioni
Due normalissimi ragazzi,Justin Bieber e Selena Gomez si ritrovano ad affrontare l'ultimo anno di superiori.
Quest'ultimo sarà pieno di emozioni,amore,amicizia,felicità,tristezza,debolezze e problemi adolescenziali.
Come si comporteranno i ragazzi in questa situazione?!
Genere: Mistero, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Altri, Justin Bieber, Selena Gomez, Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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JUSTIN'S POV

Entrai in quel posto così spoglio e freddo accompagnato da due agenti della polizia. Entrambi avevano dei lineamenti duri, non avevano un'aria amichevole il che mi metteva in suggestione. 
Mi fecero accomodare su una fredda sedia di ferro battuto, mi sedetti senza proferir parola. Restai immobile, in attesa, senza dire nulla, senza far attenzione a ciò che mi circondava.
"Ragazzo, potresti toglierti il cappuccio dalla testa?" mi chiesero gentilmente. Io eseguii.
"Cominciamo con le domande." disse l'uomo più giovane, sulla trentina. I suoi occhi erano come due pezzi di ghiaccio, freddi ed impenetrabili.
"Che tipo di rapporto c'era fra te e la vittima?" chiese, poi, l'altro uomo, più paffuto, ma comunque di un certo livello.
"Io e Taylor..." cominciai la frase calcando di più sul nome della mia amica "...eravamo, anzi siamo ottimi amici. Ci siamo conosciuti in accademia, abbiamo un bel rapporto e anche se entrambi abbiamo caratteri differenti riusciamo ad andare d'accordo." risposi, la mia voce era roca, ero esausto e quella notte non avevo dormito per niente e non solo quella notte...
"Lei era una ragazza particolare?" chiese nuovamente l'uomo paffuto.
"Lei è una semplice ragazza, introversa e molto intelligente." risposi freddo.
"Capisco." avevo lo sguardo perso nel vuoto, ma con la coda dell'occhio vedevo che i due agenti non staccavano le proprie penne dalle proprie cartelline di lavoro imbottite di fogli. Dato il mio comportamento avranno pensato sicuramente che io c'entrassi qualcosa, ma...
"Justin, giusto?" chiese il più giovane. Lo guardai, mascella contratta e occhi puntati sulla sua piccola, e possente allo stesso tempo, figura. In fine anuii.
"Bene, Justin, ultimamente hai notato comportamenti strani da parte della tua amica? Secondo te cosa sta succedendo?" chiese in fine, mettendosi seduto. Quando parlava la sua aria minacciosa andava a scemare sempre di più. Mi fece tranquillizzare ciò, ma comunque ero in ansia, pensavo al peggio e le indagini andavano troppo a rilento. Avevano iniziato l'interrogatorio dopo due giorni dalla scomparsa e ancora eravamo in alto mare. Il professore non si presentava alle lezioni e se ne stava  far chissà cosa chissà dove. Secondo me lui c'entrava qualcosa, ma quei fottuti poliziotti non si decidevano ad alzare il culo e andarlo a cercare. 
"Lei è sempre stata un po' sulle sue, ma comunque le piaceva passare del tempo con gli amici. Da quando ha conosciuto quel professore di spagnolo tutto è cambiato. Lei non si faceva più vedere a pranzo, la mattina davanti il bar della scuola...la vedevamo solo a lezione, poi spariva nel nulla. Ovviamente, spariva insieme al prof e tanto so che mi farete questa domanda prima o poi perciò evitiamo giri di parole o di perdere altro tempo..." risposi a denti stretti "Quel Felipe Carlos c'entra qualcosa. Ne sono sicuro." dissi in fine, le mie parole erano piene d'amarezza e odio, odio che non sapevo provassi.
Non avevo nulla contro quel professore, non avevo nessun motivo per avercela con lui, ma lui... Lui era l'unico che frequentava Taylor. Lui sapeva dov'era. Lui doveva sapere.
"Per favore, cercatelo ed interrogatelo." li pregai, poi con un filo di voce. 

SELENA'S POV

Prima Justin, poi Ryan, poi Kendall ed ecco che arrivò anche il mio turno.
Ero tesissima,  non riuscivo a rilassare i muscoli, tutto il mio corpo era testo quanto i fili di una chitarra.
Quel posto era così freddo e privo di colore...non che io amassi le cose colorate, ma quel luogo mi provocava tante piccole scariche elettriche sotto cutanee. Non mi sentivo a mio agio e la cosa mi agitava il doppio.
"Signorina, vogliamo solo sapere cosa sta succedendo secondo lei e che tipo di rapporto aveva con la vittima." mi disse uno dei due poliziotti che mi facevano compagnia in quella piccola stanza, soffocante.
"I-io e Taylor eravamo molto amiche, ma da quest'anno tutto è cambiato e il nostro rapporto è diventato inesistente." risposi, deglutendo rumorosamente. La gola mi si era totalmente seccata. "E poi... tutto è cambiato da quando quel professore l'ha stregata. Forse è solo una fuga d'amore, forse era tutto programmato, ma insomma..." continuai, per poi fare una pausa  bagnarmi le labbra con la lingua "Insomma, quel Felipe Carlos c'entra al 100% con tutta questa storia." finii in fine, fredda.
Presi l'orlo dei miei pantaloncini neri sfilacciati e cominciai a giocarci, ero troppo nervosa e 'liberai' così la mia ansia. Non mi era molto d'aiuto, ma giocherellare con qualcosa, quando ero in quello stato di sotto pressione, mi calmava.
"Tu, la tua compagnia Kendall e Justin avete menzionato questo Felipe Carlos, chi è esattamente? Come si sono conosciuti? Sai dirmi qualcosa in più?" chiese poi il secondo poliziotto, era basso e robusto, aveva i capelli brizzolati e un pizzetto, non era molto giovane e aveva un'aria minacciosa che mi dava un po' sui nervi.
"Non so nulla. O meglio, so solo che si sono conosciuti a scuola, questo professore ci insegnava spagnolo ed era molto affascinante. Questo periodo poi ognuno è stato per fatti propri, ognuno aveva i suoi problemi e il nostro gruppo di amici si è, diciamo, separato. Taylor nel mentre ha preso un'altra strada, si è distaccata del tutto da noi e, per quanto ne so, frequentava questo maledetto Felipe." risposi, dura. Inespressiva.

[...]

Due ore dopo l'interrogatorio, ero a casa di Justin, insieme alle nostre mamme.
Non mi andava di parlare con nessuno, nemmeno con lui. Sentivo un vuoto dentro che nemmeno la sua risata riusciva a colmare. Stavo davvero male e lì capii che si capisce quanto si vuole davvero bene ad una persona solo quando la si perde.
Mi sentivo davvero uno schifo.
"Ragazzi, oggi pomeriggio non andremo più dai signori Swift. I poliziotti stanno perlustrando la casa." disse la mamma di Justin, avvicinandosi a noi. Quella donna era sempre così rassicurante, amavo la sua voce, forse era un dono che tutte le mamme avevano.
Io la guardai e anche se volevo sorriderle non ci riuscii, il mio corpo si rifiutava proprio. Sentii lo sguardo puntato di Justin su di me, capii che era freddo e...vuoto, afferrai così una sua mano, strofinai il pollice sul dorso di essa come per rassicurarlo...
Nella mia testa mille pensieri si facevano spazio l'un l'altro, non erano confusi, riuscivo a mantenere una certa lucidità per ragionare su ciò che stava succedendo.
Mi chiedevo perchè quei poliziotti non si sbrigassero ad indagare su quel professore, l'indiziato principale. La vita reale però è diversa da quella dei film, perciò era tutto "normale"...era normale il fatto che nei film polizieschi dopo due giorni si trova l'assassino, era normale che con dei schizzi di sangue su una parete si riusciva a capire l'arma che era stata utilizzata per far fuori la vittima...
Più facevo paragoni fra realtà e finzione e più mi caricavo di rabbia: perchè non potevano anche loro scoprire tutto in due giorni? PERCHE'??
Più mi innervosivo e più stringevo la mano di Justin, fu proprio quando la stretta si fece quasi insopportabile che la situazione si ribaltò: ora era lui che strofinava il pollice sul dorso della mia mano per rassicurarmi.
Avevo bisogno di una boccata d'aria, ma non avevo le forze per alzarmi perciò decisi di rimanere sul divano, a pensare.
Poggiai la testa sul morbido schienale e chiusi gli occhi.
Cercavo di collegare tutti i vari fatti, ma non sapevo tutta la storia perciò era come se stessi cercando di fare un puzzle senza avere tutti i pezzi.
Mi si strinse il petto, mi stavo innervosendo davvero troppo. Scavallai le gambe e mi alzai di scatto, andai verso la finestra e misi la testa fuori. Feci due bei respiri profondi e lasciai entrare quell'aria fresca e pulita nei miei polmoni. Sentii il mio respiro regolarizzarsi. Sentii anche tre sguardi fissi su di me, così mi voltai e con un'espressione che diceva "cosa volete?" mi rimisi a sedere.
Ero frustrata e stavo realmente andando fuori di testa.
Non sapevo che fare e non volevo pensare a quella storia almeno per dieci minuti. Poi mi venne un'idea: pensai che se forse mi fossi concentrata sui libri di scuola probabilmente sarei riuscita a distrarmi da tutta quella merda.
Mi alzai con cautela dopo aver valutato bene la situazione.
"Vado in camera a fare i compiti. Sono rimasta un po' indietro con il programma e penso sia un buon metodo per non pensare." annunciai, avevo un aria malata... Non stavo affatto bene, mentalmente e fisicamente. Avevo un perenne nodo allo stomaco che mi portava a non mangiare e vogliamo parlare del mio umore? Ogni giorno sempre più cupo. 

Ero presa a studiare, ormai erano ben due ore che avevo staccato il cervello, ero davvero molto concentrata su quegli esercizi di matematica. Cominciavo quasi ad apprezzarla.
Justin e la mamma, dopo avermi salutata andarono via. Lui era turbato, molto pensieroso... Questa storia lo infastidiva e lo faceva star male. Che poi Justin era un ragazzo che aveva e seguiva solo le sue teorie, la maggior parte delle volte tutte giuste. Se una cosa non andava secondo i suoi piani si metteva lì, si concentrava e pensava ad un altro modo per far andare le cose nel verso giusto. Probabilmente, nel momento in cui mi aveva salutata (con un dolce bacio sulle labbra) stava proprio ideano una teoria, i suoi occhi erano assenti...
Mentre scrivevo lo svolgimento di un complesso teorema geometrico il mio telefono prese a vibrare. Era Shay.
"Pronto." risposi, dopo aver preso un respiro profondo.
"S-Selena" balbettò lei con un filo di voce.
"Dimmi tutto" dissi smettendo di fare ciò che stavo facendo per ascoltare tutto ciò che mi doveva dire.
"I poliziotti hanno finalmente iniziato ad indagare sul professore. Le possibilità sono tre..." cominciò a raccontarmi tutto ciò che la polizia le aveva riferito, ma era preoccupata e in ansia perciò ogni tanto si fermava per respirare profondamente.
Io aspettai con pazienza, ma sentivo quel famoso nodo allo stomaco stringersi sempre di più...
"O il professore è stato rapito con lei o il professore è l'artefice di tutto ciò...o sono scappati." finì di dire, sospirando.
Dopo di che, cadde la linea.

HI!
Allora. Eccomi qui.
Questo capitolo non è corto: di più, ma sinceramente ci sono tante piccole informazioni. Fate caso ad ogni minimo particolare, mi raccomando.
Vediamo l'interrogatorio dal punto di vista di entrambe i personaggi e ho cercato, così, di sottolineare un po' il rapporto che avevano con Taylor.
E' stata una mia scelta -per la prima volta- fare il capitolo così. Magari alcuni non lo apprezzeranno e ci sta, ma ok...la storia continua.
Non ho altro da aggiungere. STAY TUNED.


*amo la gif che ho messo all'inizio, omg*
LOVE ALL



  
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