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Autore: Vincy25    28/09/2015    0 recensioni
Cresciuto dallo zio adottivo, Bulbasaur conosce il suo triste passato, ma affronta la vita con ottimismo e spensieratezza. Non sa che un evento straordinario e terribile sta per sconvolgere l'equilibrio del suo mondo, dando una svolta inaspettata al suo destino.
Immaginai questa storia quand'ero piccolo e qualche giorno fa mi è tornata in mente! Così ho pensato di pubblicarla. XD
Spero vi piaccia!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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E rieccomi di nuovo, per la prima volta dal lontano 1873, a scrivere su EFP... sì, lo so, non è molto normale ripresentarsi dopo un periodo di assenza così lungo, ma che ci volete fare. Un po' di tempo fa mi è venuta in mente questa storiella che avevo provato a scrivere quand'ero piccolo e mi sembrava carino provare a postarla. Ovviamente questo non è il documento originale, ma la versione sistemata, eh! Innanzitutto volevo specificare delle cose: è ambientata in un universo dove i Pokémon sono umanizzati, tipo quello di Pokémon Mystery Dungeon, per intenderci, quindi non criticatemi se vedete i Pokémon maneggiare oggetti umani. Poi voglio fare una premessa: non so quanto tempo riuscirò a dedicare a questa fanfiction, soprattutto perché io non riesco mai a concludere una fic molto lunga, quindi non arrabbiatevi se vedete che non aggiorno per molto tempo. Vabbè... Credo di aver detto tutto. Questo capitolo sarà molto molto molto breve, doveva essere una sorta di introduzione, ma dal prossimo li farò più lunghi. Spero che vi incuriosisca! Il primo capitolo è quasi finito e dunque lo posterò al più presto. Fatemi sapere cosa ne pensate, mi raccomando... Naturalmente accetto le critiche, purché siano costruttive! Ok. Ho finito.

Prologo • Il superstite

Un lampo si abbatté con violenza nella radura verdeggiante. Nel punto in cui aveva toccato il suolo sorse una colonna di fuoco che divampò rapidamente attraverso la foresta, arrossando lo sfondo notturno e riempiendolo di scintille luminose. Si levarono delle grida e gli abitanti del bosco fuggirono in preda al terrore, mentre alcuni colossi raggiungevano frettolosamente il torrente e trasportavano enormi carichi d'acqua nel vano tentativo di spegnere le fiamme.

Ci volle molto tempo e molti Pokémon dovettero accorrere per aiutare a placare l'incendio. In gran parte era stato grazie alla pioggia che il piccolo villaggio di Querciavalle aveva evitato una catastrofe... ma a che prezzo?

In lontananza, da qualche parte in mezzo all'immensa radura, un Pokémon si faceva strada affrontando la tempesta. Era un umanoide il cui corpo assomigliava all'abbigliamento del clown di un circo qualsiasi e il cui volto, in un'altra situazione, sarebbe stato molto buffo. Tra le mani guantate reggeva un Pokémon molto piccolo, profondamente addormentato nonostante il frastuono dei tuoni, e accuratamente avvolto in un velo di ciuffi d'erba. Il Pokémon agitò la mano e a un suo gesto uno scudo circolare semitrasparente lo rivestì completamente. Rinnovando di tanto in tanto la barriera magica, riuscì a tenersi al sicuro dalla tormenta finché non raggiunse un'umida caverna. Buttò un occhio: era disabitata. Decise che era il luogo perfetto per ripararsi e non appena ci fu entrato un manto di foglie coprì l'ingresso su suo segnale. Un altro movimento della mano avvicinò tra loro alcuni ramoscelli e un altro ancora accese un bel focolare.

Il Pokémon si scaldò le mani con sollievo e avvicinò al fuoco il cucciolo che portava con sé. Non ci voleva un occhio esperto a dire che quello non poteva essere suo figlio: era un quadrupede che per certi versi ricordava un rospetto, la cui pelle andava dal verde acqua al blu, con un'espressione ancora traumatizzata dipinta sul faccino addormentato, e un bizzarro bulbo di cipolla impiantato sul dorso come uno zainetto sulle spalle di un bambino. Il bulbo era molto bagnato, come se fosse stato esposto alla pioggia per troppo tempo.

Il Pokémon pagliaccio agì ancora e creò un piccolo sole che illuminò il cucciolo. Gli tornò in mente la scena a cui aveva assistito pochi minuti prima: ai primi accenni dell'incendio e del conseguente temporale, la famiglia di rispettabili Venusaur che da sempre abitava la radura aveva radunato i piccoli e aveva cercato di scappare, ma un muro di fiamme stava ormai recintando la loro casa... e non c'era stato nulla da fare. I Venusaur erano morti, e i loro figli dispersi chissà dove. Era quasi sicuro di aver visto alcuni fagotti farsi trasportare via dalla corrente del fiume, ma era riuscito a salvarne soltanto uno. Si chiese se gli altri fossero riusciti a salvarsi, e rispondersi di sì gli sarebbe sembrato azzardato.

Incrociò le dita. Se i parenti di quel cucciolo erano vivi, un giorno l'avrebbero trovato. Ora sorgeva un nuovo problema... Il piccolo aveva bisogno di cure e non poteva abbandonarlo lì facendo finta di niente. No... Lo avrebbe cresciuto lui. Gli avrebbe raccontato la triste verità sulle sue origini e lui avrebbe capito. Meritava di conoscere la fine onorevole dei suoi genitori che si erano preoccupati solo di mettere in salvo i loro figli e che erano caduti in quel terribile incendio.

Di sicuro entro il giorno dopo la tempesta si sarebbe placata. Lo avrebbe portato a Querciavalle e avrebbero iniziato insieme la loro nuova vita. E chissà che un giorno, quel cuccioletto non sarebbe diventato qualcuno d'importante.
   
 
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