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Autore: Duet    29/09/2015    3 recensioni
Sakura fa un lavoro molto particolare: è colei che crea, organizza e perfeziona la carismatica e brillante immagine dell'idol di successo Ino Yamanaka, per farla arrivare alle vette più alte.
Ma non sarà tutto rose e fiori e la vita di Sakura verrà sconvolta dall'arrivo del bel tenebroso giornalista e scrittore Sasuke Uchiha.
Dal capitolo 1: “-...può considerare il lavoro già suo, d'altronde questo colloquio era una pura formalità. Tutto quel che mi interessava stava nella sua domanda di lavoro: lei come persona reale è...secondaria. Ci aspettiamo la massima riservatezza da parte sua. […] Vede, Ino Yamanaka ha firmato un contratto vincolante con la nostra televisione, se riusciamo a portarla alle vette più alte ci assicureremo il monopolio mediatico, ed è quello che noi vogliamo. In breve, dietro la nostra top idol ci sarà la sua mente, Sakura Haruno.-”
Genere: Erotico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hidan, Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Ghost girl

 

 

Capitolo 1

 

 

L'immagine di una bella ragazza sui 20 anni ammiccava sullo schermo, si trattava di un breve video in loop che mostrava una giovane in costume da bagno che posava in modo ridicolmente costruito e riservava sorrisi plastici alla telecamera.

-...si tratta di un lavoro più impegnativo di quel che sembra. Come azienda di spicco nell'ambito televisivo tendere alla perfezione non è abbastanza: i nostri dipendenti sono tutti ottimi lavoratori, ne sanno una più del diavolo. E insomma...è quel che mi aspetto da lei. L'ho scelta per questo colloquio perché il suo curriculum era il migliore fra i mille arrivati in ufficio nei tre giorni richiesti. Anche il testo da allegare obbligatoriamente era eccellente, trovo che abbia rispettato a pieno titolo le tracce. Stile accattivante, idee brillanti, un testo che manifesta cultura e intelligenza, davvero un ottimo lavoro. E' stata la sua carta vincente sa?-

La ragazza del video, dai lunghi e lucenti capelli biondi usciti direttamente dalla pubblicità del balsamo che vedeva ogni giorno negli spot dei video in streaming, si portava un braccio sul fianco, sollevando appena il mento appuntito, socchiudendo gli occhi cerulei e pesantemente truccati; di tanto in tanto sbatteva le lunghe ciglia nere (scommetteva la sua laurea che fossero finte, in natura non esisteva nulla di simile).

-...può considerare il lavoro già suo, d'altronde questo colloquio era una pura formalità. Tutto quel che mi interessava stava nella sua domanda di lavoro: lei come persona reale è...secondaria. Siamo stati un po' vaghi nel bando, non abbiamo specificato in cosa consisteva il lavoro vero e proprio, la voce “dipendente” era molto generica... certo è stata una strategia quella di sottolineare bene lo stipendio...Lei capirà che essendo una grande e importante azienda non possiamo esporci troppo nei nostri sistemi lavorativi. I fogli di non divulgazione riguardo questo colloquio servono a tutelarci: ci aspettiamo la massima riservatezza da parte sua.-

Si concentrò sul fisico della modella ammiccante sullo schermo: seno sodo, tenuto da uno striminzito costume viola e punto vita sottile sottile...i fianchi invece erano più larghi di quel che avrebbe immaginato, eppure non c'era un filo di adipe. E ovviamente le gambe, oh...lunghissime gambe sinuose e di un candore che emozionava. Perlomeno emozionava lei e il suo senso estetico.

-...perciò il suo lavoro è questo...-

“Proprio una bella ragazza. Mah...chissà se sarei così patinata e perfetta anche io se venissi seguita da un'intera equipe di truccatori, dietologi e personal trainer...” Sakura alzò gli occhi dallo schermo, ipnotizzata dalle curve seducenti della ragazza in video, tornò alla realtà. Aveva ascoltato attentamente il discorso del suo futuro capo, almeno lui le aveva detto che il lavoro era già suo (“strano però...”), pur perdendosi ad osservare la modella sullo schermo di tre computer girati verso di lei.

Vide che l'uomo che le stava di fronte le stava indicando proprio la ragazza che aveva fissato per tutto quel tempo. Confusa aggrottò le sopracciglia, guardandolo interrogativa.

-Come scusi?-

-Lei è il suo lavoro.-

-Lei?- incredula indicò lo schermo, per ricevere un'ulteriore conferma.

-Conosce questa ragazza?-

Sakura esitò, temette che fosse importante rispondere affermativamente...ma sfortunatamente non era una grande appassionata di tv e di personaggi “famosi”. Non aveva la minima idea di chi fosse quella tipa, poteva solo affermare che fosse molto bella. Beh ma era inutile mentire di fronte ad un datore di lavoro: le menzogne avevano le gambe cortissime in un ufficio. -No, non la conosco, mi dispiace.-

Con una certa soddisfazione l'uomo assunse un'espressione deliziata, per il semplice motivo che amava dare personalmente spiegazioni di come stessero le cose. -Vede, lei è Ino Yamanaka, la nuova top idol, in poche parole colei che ci farà guadagnare un sacco di soldi: stiamo puntando gran parte delle nostre energie per lanciarla nel mondo mediatico e lei deve risultare perfetta per conquistare il pubblico. Vogliamo costruire un personaggio che tutti possano apprezzare, che arrivi al cuore delle persone che contano qui in Giappone.-

-Stiamo per caso parlando di una sorta di manipolazione “politica”?-

-Ino Yamanaka ha firmato un contratto vincolante con questa televisione, se riusciamo a portarla alle vette più alte ci assicureremo il monopolio mediatico, ed è quello che noi vogliamo. Sto parlando di far andare questa ragazza in programmi televisivi altolocati, non solo di assicurarle il posto in spot pubblicitari importanti. E' già una modella di successo, ha calcato le passerelle di Parigi e New York. Ma noi puntiamo più in alto. Vogliamo che arrivi a presenziare a convegni in Università prestigiose per attirare i politici più influenti di questi tempi.-

“In soldoni 'sto qui vuole instaurare relazioni con uomini importanti per il tornaconto dell'azienda?”

-E vuole usare questa ragazza...senta, mi scusi l'impertinenza ma, cosa deve fare una idol in un convegno?! E come può anche solo immaginare di portarla in ambienti simili...è giovanissima, avrà sì e no vent'anni...non ha una laurea, questo significa che non possiede di certo senso critico, e poi...non vorrei giudicare un libro dalla copertina ma se si è dedicata a sfondare nel mondo della moda e della televisione non credo che sia tutto questo pozzo di cultura...- Sakura espose le sue perplessità al capo, dimenticandosi del perché si trovasse in quell'ufficio e lasciandosi trasportare dalla conversazione. Assurdo, un'idol all'Università! Le veniva da ridere solo a pensarci. Insomma, una ragazza immagine poteva esortarti a comprare spaghetti di riso piuttosto che quelli di soia, oppure poteva prestare la propria voce nel doppiaggio di anime di seconda categoria...al massimo poteva fare l'opinionista in uno di quei programmi assurdi che passavano alle 7 di sera. Ma partecipare a convegni e interviste, interagire con uomini politici! Sakura proprio non capiva di cosa avrebbero dovuto interloquire poi.

-No infatti è come dice lei, signorina Haruno. La nostra cara Yamanaka non brilla certo per la sua intelligenza o per le sue idee. Ci basta vedere questo video per capire che se sta dov'è ora è grazie al suo bel visino e anche ad una buona dose di raccomandazioni, sai appartiene ad una famiglia importante...ma non divaghiamo troppo! Il suo lavoro signorina Haruno si tratta proprio di questo: sarà lei ad assicurare a Ino Yamanaka di arrivare alla vetta e il monopolio alla nostra azienda televisiva!-

-Come scusi?!- forse stava sognando, non poteva credere di aver appena sentito quelle parole...la realtà dei fatti si stava lentamente delineando nella sua mente, tutti i tasselli stavano andando al proprio posto e cominciava a capire.

-In poche parole dietro al personaggio di Ino Yamanaka ci sarà lei, Sakura Haruno. Lavorando alla costruzione intellettuale della nostra top idol avrà il suo stipendio mensile.-

-Ma questo è...questo è...un imbroglio?-

-No...è una cosa molto comune in realtà. Certo non dovrà trasparire la verità. Lei non dovrà mai presenziare negli studi televisivi, alle interviste, alle sfilate di moda, agli spot o quant'altro concerne il lavoro della Yamanaka. Dovrà lavorare nell'ombra, studiando e scrivendo un vero e proprio copione da consegnare alla Yamanaka di volta in volta e perciò vi dovrete incontrare spesso (privatamente è chiaro) per far sì che tutto sia perfetto. Queste sono le linee generali del suo lavoro, sul contratto sono spiegati nel dettaglio tutti i punti e gli obblighi da seguire.- concluse l'uomo, stirando le labbra in un ghigno compiaciuto e mostrando canini ben appuntiti.

Sakura non sapeva bene cosa dire. Avrebbe dovuto lavorare ad un progetto molto ambizioso, forse fin troppo, forse ai limiti della legalità. Se ricoprire un ruolo simile andava contro l'etica e la morale comune...beh era possibile. Era giusto far apparire pensante e colta un'oca senza cervello? Probabilmente non lo era e serviva a rendere più appetibile agli occhi “delle persone che contavano” un'idol. Si trattava di un “prodotto commerciale” in formato essere umano.

Poteva diventare anche uno strumento pericoloso, controllare l'immagine e i pensieri di una persona per portarla ai vertici, per conquistare le folle (in che modo? Che metodi avrebbero usato per farlo? Che consenso avrebbe ricevuto da parte del “pubblico”?). Arrivando a patti con politici (così il capo aveva detto) poteva voler dire usare poi quell'idol per irretire l'opinione pubblica per scopi politici. E in fondo così succedeva già no?

Sakura non aveva mai trovato giusto il tipo di sistema in cui viveva e ora aveva anche la conferma che dietro a tutto le cose funzionavano grazie a personaggi costruiti ad arte, raccomandazioni, corruzioni...

-Va contro la mia morale...- disse a bassa voce la ragazza, tormentata da un mare di pensieri.

-La facevo un po' più ambiziosa. Se non sbaglio lei vuole pubblicare un libro vero? E ha fatto domanda in diversi giornali per lavorare con loro...ma nessuno ha mai risposto positivamente non è così?- con una nota di sadismo l'uomo fece capire che era andato ad informarsi e che la sapeva lunga sul suo conto.

Sakura non rispose, socchiuse appena gli occhi verdi, infastidita e forse anche punta sul vivo.

-E' un vero peccato che una giovane laureata a pieni voti come lei debba accontentarsi di lavorare in un supermercato. Non so quanto potrà dirsi soddisfatta fra vent'anni...col problema di riuscire a sbarcare il lunario ogni mese poi!- la voce del capo si era fatta teatrale, aveva incrociato le dita in modo metodico, appoggiando il mento ad esse e fissando la ragazza intensamente, caricando lo sguardo di sottintesi. Uno sguardo da brivido, occhi violacei e freddi.

-Quanta arroganza racchiusa in una sola persona...- proferì disgustata Sakura, sull'orlo delle lacrime per la rabbia e il nervoso che la situazione e le parole di lui le suscitavano.

Ormai era chiaro che lui avrebbe fatto di tutto per farle accettare quel lavoro, poteva permettersi di essere impertinente, forse...

L'uomo non rispose alla provocazione, la fissò con divertita superiorità: aveva il coltello dalla parte del manico e non gli importava nulla degli improperi che la sua preda gli rivolgeva.

La ragazza si alzò dalla sedia, congedandosi e dirigendosi decisa e delusa verso la porta. Prima che potesse varcare la soglia lui parlò: -Può prendersi del tempo per pensarci, l'aspetterò. E si ricordi che le sto offrendo un'opportunità unica. Lavorare per noi farà guadagnare al suo curriculum vitae un asso vincente: avrà le porte spalancate per qualsiasi cosa decida di fare in futuro.-

 

***

 

 

-Sono 2300 yen.-

Le luci al neon illuminavano a giorno l'ipermercato, rendendo ogni cosa quasi surreale a quell'ora tarda della sera. I prodotti dalle confezioni sgargianti impilati in maniera maniacale sugli scaffali, i pavimenti lucidi e i carrelli pieni che cigolavano prepotenti avanti e indietro per gli ampi corridoi del locale, spinti da persone grigie, tutti questi elementi erano surreali agli occhi di Sakura che stancamente occupava il posto dietro una delle casse di quel luogo che traboccava un opulento sfarzo da globalizzazione spiccia da ogni angolo.

Mancava poco alla mezzanotte. Nella mente ormai annebbiata di Sakura era difficile comprendere perché diamine la gente dovesse fare la spesa a quell'ora. Ma certo, era per via di quelle routine infernali che costringevano tutti a spaccarsi la schiena per buona parte della giornata, tornare a casa e occuparsi dei figli, delle bollette, dei lavori domestici e trovare il tempo di andare al supermercato solo all'alba della notte.

Sarebbe anche stato un interessante fenomeno da studiare questo cambiamento di orari nella vita della gente, se non fosse stato che dall'altra parte c'era lei, Sakura, che non vedeva l'ora di andare a casa.

Era stata una giornata di merda, era cominciata male con quello stupido colloquio per la grande agenzia HidanTv (patetico che avesse lo stesso nome del suo fondatore, ma c'era da aspettarselo da una tv privata).

Sakura aveva 24 anni ed una laurea che sperava di “usare” per entrare a lavorare in un giornale per poter fare la reporter, un giorno. Per il momento si sarebbe accontentata di scrivere articoli noiosi di qualunque genere, le sarebbe bastato scrivere. Era dal suo ottavo compleanno che aveva il pallino della scrittura, anno in cui molto banalmente e romanticamente suo padre le aveva regalato una bellissima penna stilografica che era costata un occhio della testa. Da allora non aveva mai smesso di scrivere, non importava cosa, l'importante era dare forma ai suoi pensieri mettendoli nero su bianco.

Era circa un anno che cercava un lavoro attinente al suo percorso di studi, ma senza successo. Nel frattempo si era dovuta arrangiare e, dal momento che con i tempi che correvano era difficile farsi assumere stabilmente anche in ristoranti e negozi, aveva colto la palla al balzo quando un amico le aveva trovato quel posto come cassiera all'ipermercato. Non era certo il lavoro dei suoi sogni, ma le permetteva di condurre un'esistenza rispettabile e soprattutto di pagare le bollette e mettere qualcosa sotto i denti. Era una ragazza ambiziosa e per quanto rispettasse ogni tipo di lavoro quello non faceva per lei, non per sempre comunque.

Si trattava di un compito molto stressante e a fine giornata desiderava solo fare un bel bagno caldo per dimenticare tutte le richieste assurde dei clienti nelle ore precedenti.

Così, il mese scorso aveva visto l'annuncio di un lavoro alla HidanTv e aveva deciso di mandare il curriculum più un testo scritto di suo pugno che il concorso richiedeva. Ci aveva sperato molto e infine era stata chiamata per il colloquio. Aveva fatto letteralmente i salti di gioia.

Sakura diede lo scontrino ad una donna dagli occhi spenti; con enorme sollievo non c'erano altri clienti in coda.

Sbadigliò, stiracchiandosi e guardando l'ora, mezzanotte meno cinque, mancavano cinque minuti alla fine del suo turno!

Stava per alzarsi dalla sua postazione quando un giovane corse alla sua cassa: aveva degli occhi paurosi e indossava un giaccone grigio. Con gesti nervosi posò sul nastro gli articoli.

Senza battere ciglio, Sakura batté il prezzo di due scatole di preservativi, un gel lubrificante, una bottiglia di champagne in sconto e un tubetto di panna spray. Nemmeno così fantasioso, alla fine dei conti.

-3105 yen. Vuole una busta?- chiese con voce di plastica, la voce che riservava ad ogni cliente: finta e artificiale, né felice né annoiata.

-Sì...sì una busta...- disse a bassa voce l'uomo, che continuava a guardarsi intorno sospettoso, pagando l'importo.

Le gettò un ultimo sguardo, prima di andarsene. Le aveva messo i brividi.

“E d'accordo...magari comprare preservativi non è la cosa più divertente del mondo, però siamo nel 2015...” pensò tra sé la ragazza, potendo finalmente staccare il suo turno.

Si diresse nella zona riservata ai dipendenti. Si tolse il grembiule ripiegandolo con cura e riponendolo nel suo armadietto insieme alle scarpe di gomma che doveva indossare per motivi igienici. Fece una smorfia prendendo le sue scarpe nere col tacco, indossate per il colloquio di quella mattina. Non aveva avuto il tempo di tornare a casa per cambiare il suo abbigliamento ed era andata a lavoro indossando abiti semi-formali.

Non amava particolarmente i tacchi, ma accettava di indossarli per le occasioni importanti. Ora sarebbe stata una rottura tornare a casa con quelle scarpe scomode che la rallentavano.

Si sciolse la coda di cavallo, ravvivando i propri capelli rosa. Infilata la leggera giacca di cotone marrone scuro e presa la borsa uscì fuori, usando la porta sul retro.

Era settembre, l'aria cominciava ad essere fresca ma si stava ancora bene.

Controllò nuovamente l'orologio: mezzanotte e un quarto. Forse avrebbe fatto in tempo per prendere l'ultimo bus che l'avrebbe riportata quasi sotto casa.

Decisa cominciò a camminare, il suono dei tacchi sull'asfalto risuonava in mezzo a tutto quel silenzio notturno; era una seccatura produrre tutto quel rumore.

Fece pochi passi che venne affiancata da un uomo, con la coda dell'occhio vide che si trattava del tipo dei preservativi. “Oh che diamine vuole adesso.”

Si sforzò di mantenere un'espressione stoica, continuando sui suoi passi.

-Sakura...- la chiamò questo, standole dietro. Sussultò per un momento sentendo pronunciare il suo nome, ma si ricordò subito del cartellino col nominativo che indossava a lavoro. -Sakura aspetta un attimo...-

Sospirò con fastidio. -Ho un bus da prendere, mi dispiace.- disse seccamente, senza voltarsi.

-Ma io...- l'uomo cominciò a farfugliare, confuso. -Ti prego aspetta...io ho la macchina!-

-Mi fa molto piacere per te, che tu abbia la macchina.-

Quello era insistente e non cedeva. Giunsero fino alla fermata dell'autobus e lì terminò l'inseguimento disperato.

Sakura teneva le braccia conserte, guardando ostinatamente verso la strada.

-Ti sei fermata finalmente.-

Per tutta risposta lei indicò il cartello dei bus, scocciata da quella situazione.

-Sono settimane che ti guardo...- cominciò lui, mettendosi dietro di lei.

“Oh santa madre...cosa ho fatto di male per meritarmi questo...cosa, dimmelo tu che stai nei cieli!”

Non le piaceva avercelo dietro, perciò si voltò verso l'interessato, guardandolo appena. Aveva un aspetto orribile: sembrava matto da legare.

-Solo oggi ho avuto il coraggio di parlarti...- continuò l'uomo, con occhi tremanti.

“Non lo dire...non lo dire...non lo dire. Non lo dire cazzo, non continuare...”

-...e volevo dirti che...-

“Non dirlo. Non dirlo. Non dirlo.”

-...io mi sono innamorato di te dal primo momento in cui ti ho vista.-

“Oh maledizione, un altro stalker.”

-Senti, stai molto calmo. Non riesco a capire cosa vuoi da me. Capisco solo che è molto tardi per queste dichiarazioni, torna a casa.- gli disse brutalmente, troppo infastidita per moderare i toni e col solo desiderio di tornare a casa e dimenticare quella giornataccia. Ci mancava solo questa, una bella ciliegina sulla torta.

-Ma Sakura...io ti ho comprato dei regali...- alzò la mano che teneva la busta della “spesa”.

Si era dimenticata degli articoli particolari che aveva comprato poco tempo prima, con tutti i clienti che serviva era la normalità cancellare dalla memoria quel tipo di informazioni. Ma le tornò alla mente e inorridì.

-Quelli non sono regali!- sentenziò sdegnata.

-Ho pensato che avremmo potuto passare dei momenti indimenticabili...-

Con gioia Sakura vide il pullman arrivare: in quel momento le apparve con le stesse sembianze di un principe azzurro venuto a salvarla su un impavido destriero. Ringraziò gli dei del cielo.

-Sono davvero spiacente, ora ricordo che hai comprato dei preservativi, gel, champagne e panna spray. Sono allergica al lattice. Ho una brutta malattia che mi impedisce di usare i gel lubrificanti. Sono astemia. E anche intollerante al lattosio. Quindi direi che non siamo fatti per stare insieme!- l'arrivo del bus le aveva messo quel tanto di buonumore che le aveva permesso di fare del sarcasmo in quella situazione fastidiosa. Ovviamente nessuna di quelle informazioni era vera, ma lui non lo sapeva.

Lo abbandonò sul marciapiede interdetto, salendo vittoriosamente sull'autobus e sedendosi al fondo.

“Per fortuna questo non era così suonato da salire per seguirmi.”

Tirò fuori delle cuffiette dalla borsa, la musica avrebbe accorciato il viaggio di ritorno.

Dopo essersi beata del meraviglioso paesaggio urbano notturno per una ventina di minuti, arrivò a destinazione e tempo altri cinque minuti e si trovava già a casa, spogliata di tutti quei vestiti scomodi che l'avevano accompagnata per l'intera giornata.

Andò in bagno e rimase paralizzata a guardarsi allo specchio: una giovane ventiquattrenne, laureata da un anno, con occhiaie paurose e uno sguardo perso. Era quella la vita che voleva?

La possibilità di dover passare anni e anni a lavorare all'ipermercato e rincasare a quell'ora tre giorni a settimana, seguita sporadicamente da tipi poco raccomandabili, lasciando appassire la propria passione giorno dopo giorno le fece salire l'angoscia.

Un'angoscia totale, una disperazione che le fece mancare il fiato per alcuni secondi, provocandole le vertigini.

Quella decisamente non era la vita che voleva. Non voleva ritrovarsi a trent'anni senza lo straccio di un lavoro per cui aveva sacrificato anni della sua giovinezza china su libri. Aveva rinunciato a molte cose nella sua vita, aveva lottato per garantirsi un futuro, era andata a vivere da sola molto presto per concentrarsi meglio su se stessa e sui suoi obiettivi. Ma non faceva progressi.

Il colloquio appena avuto le tornò alla mente, inevitabilmente. Era davvero una proposta allettante, le faceva una gola pazzesca. Più per lo stipendio e per le porte che le avrebbe aperto che per l'incarico vero e proprio, doveva ammetterlo.

Ed il problema era proprio l'incarico, maledizione. Andava contro tutti i suoi principi. Si ricordava di come, soprattutto da studentessa, aveva condannato quel tipo di sistema corrotto e costruito in cui viveva.

Ed ora...il suo futuro dipendeva proprio da quel sistema! Ironica la vita.

Forse avrebbe dovuto avere semplicemente pazienza e continuare a rispondere alle domande di lavoro che trovava. Però non poteva mentire a se stessa: quella che aveva fra le mani era realmente un'opportunità unica.

Era un essere umano anche lei, fatta di debolezze e in fondo non stava facendo nulla di male, no? Seguiva la propria ambizione.

E poi perché diamine doveva tormentarsi in quel modo, al posto suo chiunque avrebbe accettato il lavoro senza esitazione!

Inoltre l'idea della novità la intrigava: aveva voglia di iniziare una nuova vita, di vedere con i suoi occhi una nuova realtà diversa da quella attuale.

“Al diavolo...io voglio vivere, non sopravvivere.”

Con insolenza afferrò il cellulare e digitò un numero. Uno, due, tre, cinque squilli...-Pronto?-

-Accetto il lavoro.-


 


Angolo Autrici
Eccoci con una nuova fan fiction sul mondo di Naruto! ^-^ (Nonostante abbiamo un'altra long fic in corso...eheh) E' stata un'idea improvvisa e l'abbiamo scritta di getto, quindi speriamo di non aver lasciato eventuali errori!
Non sappiamo bene come si evolverà la storia, abbiamo giusto in mente le linee generali ^^' Per il resto ci lasceremo guidare dall'ispirazione! (Probabilmente inseriremo più avanti più dettagli riguardanti la storia- es il genere, gli avvertimenti, personaggi, ecc.)
Il titolo "Ghost girl" si ispira alla figura del 'ghost writer' (ovvero colui che scrive libri per conto di personaggi famosi, restando nell'ombra), ma in questa storia il compito di Sakura sarà più ampio (come avete letto)!
Speriamo che questo primo capitolo vi sia piaciuto o che vi abbia anche solo incuriosito e che continuerete a leggere per saperne di più ;)
Fateci sapere cosa ne pensate della storia! Un bacio a presto.

  
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