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Autore: fabererijaegerman    29/09/2015    7 recensioni
Coppia: AsaNoya
Dal testo:
"Quel giorno era stato il giorno in cui avevano vinto contro la Nekoma, aveva visto il sorriso di Asahi e tutti stavano saltellando dalla felicità, fino a quando Noya non aveva iniziato a tossire talmente forte da attirare l'attenzione di tutti, poi era caduto a terra con la mano piena di sangue."
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Asahi Azumane, Yuu Nishinoya
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non lasciarmi solo

 

Il Dio della Karasuno, il sedicenne Nishinoya Yuu, giaceva su un letto d'ospedale, inerme, pallido, con delle profonde occhiaie sotto gli occhi e le labbra screpolate. Una malattia rara, che giorno dopo giorno lo stava corrodendo, ormai lo aveva portato al limite. Il giorno in cui aveva scoperto che non poteva guarire, aveva deciso che avrebbe continuato a giocare fino alla fine, per lui e per la sua squadra. Non aveva detto niente a nessuno, non voleva farli preoccupare, così, fino a quel momento, aveva continuato a fingere sorrisi, a fingere di essere sempre se stesso. Ma quel giorno era diverso. Quel giorno era stato il giorno in cui avevano vinto contro la Nekoma, aveva visto il sorriso di Asahi e tutti stavano saltellando dalla felicità, fino a quando Noya non aveva iniziato a tossire talmente forte da attirare l'attenzione di tutti, poi era caduto a terra con la mano piena di sangue. La felicità si era presto trasformata in disperazione e tutti erano corsi in ospedale con il piccoletto, scoprendo tutta la verità. Non avrebbe voluto che finisse così, non avrebbe voluto far sapere agli altri le sue condizioni. Avrebbe voluto sparire all'improvviso, spegnersi in camera sua, magari mentre dormiva, così non avrebbe sentito dolore. Ma in quel momento tutti stavano soffrendo ed era colpa sua. Qualcuno entrò silenziosamente nella stanza, Noya girò leggermente la testa, e riconobbe Hinata, Kageyama, Daichi e Sugawara. Gli altri erano entrati prima, tutti tranne Asahi. Yuu si mise a sedere, ignorando il dolore che sentiva in tutto il corpo, e forzò un sorriso, come a dire “Va tutto bene, sto bene.”. Ma Hinata piangeva, piangeva senza sosta sul petto di Kageyama, che cercava di trattenersi. E anche Suga piangeva, silenziosamente, mentre teneva per mano Daichi.

“Hey.” mormorò Noya, sorridendo debolmente. Hinata lo guardò per un secondo, poi scoppiò a piangere ancora più forte. Sensi di colpa, ecco cosa provava Yuu in quel momento.

“Perché non ci hai detto niente?” chiese Daichi, dopo qualche minuto di silenzio. Noya abbassò lo sguardo, infine decise di distendersi, non riusciva a sopportare quel dolore lancinante.

“Non volevo farvi preoccupare... E non mi avreste fatto giocare.” sussurrò, fissando il cielo dalla finestra. Non mancava molto.

“Avremmo potuto fare qualcosa per te..” disse Suga, cercando di limitare i singhiozzi. Yuu ridacchiò.

“Non c'era niente da fare. Niente.” rispose, mordendosi il labbro per evitare di piangere. Non poteva mostrarsi ancora più debole di quanto lo era in quel momento. Dopotutto, lui era Nishinoya Yuu, il ragazzo solare, scontroso, ma sempre sorridente, che saltellava da una parte all'altra del campo.

“Forse dovremmo far entrare Asahi..” sussurrò Suga a Daichi, stringendogli la mano.

“N-Nishinoya-senpai, tu ce la farai, sei forte, non puoi..” sussurrò Hinata, coprendosi la bocca al solo pensiero di nominare quella parola. Noya sospirò.

“Ragazzi, vi voglio bene. Grazie. Non dimenticherò mai tutto quello che abbiamo fatto insieme..”

“Non dire stupidaggini, abbiamo ancora molte cose da fare insieme, tu sopravviverai e tornerai a giocare con noi, Nishinoya-senpai!” intervenne Kageyama, che fino a quel momento era stato in silenzio. Una lacrima scese lungo la sua guancia, andando a perdersi nei capelli arancioni di Hinata.

“Già... Hai ragione.” disse Noya, ridacchiando. Era così difficile per loro accettare la sua morte? Stavano rendendo tutto più doloroso. Daichi, invece, sembrava l'unico ad essere consapevole, ad aver capito e accettato, che il Dio della Karasuno si stava spegnendo e che non c'era niente da fare per riaccendere quella luce ormai debole.

“Beh.. Facciamo entrare Asahi. Ci vediamo dopo, Noya.” disse infine Daichi, sorridendo debolmente. “Non ci sarà un dopo, non questa volta, Daichi.” pensò Yuu, mentre agitava lentamente la mano e sorrideva. Quando entrò Asahi, calò il silenzio. Però Noya sapeva cosa l'asso avrebbe voluto chiedergli.

“Non è giusto. Perché non mi hai detto nulla? Perché non me ne hai parlato? Hai idea di quanto stai facendo soffrire tutti? Non puoi... Sparire così all'improvviso..” iniziò Asahi, iniziando a piangere. La notizia della malattia di Noya aveva scosso tutti, anche Tsukishima aveva versato qualche lacrima.

“E cosa sarebbe cambiato? Avreste sofferto lo stesso, probabilmente il doppio di adesso.”

“Ti saremmo stati vicini! Hai dovuto combattere tutto questo da solo.. Dannazione, Noya, fa così maledettamente male vederti così..” ormai stava allagando il letto di Yuu con le sue lacrime.

“Credi che mi piaccia stare in queste condizioni? Non sento più le mie gambe, ho dolore ovunque, fa male. Fa incredibilmente male. E fa male anche vedervi così. Non avrei sopportato di vedere quelle facce cariche di dolore per mesi interi, non ce l'avrei fatta. Voglio che mi ricordiate come Noya il sorridente, e non come Noya il malato.” Asahi sembrò zittirsi. Dopotutto, Yuu aveva ragione. L'asso si sedette sulla sedia accanto al letto di Nishinoya e afferrò la sua mano.

“Ci sono ancora così tante cose..” sussurrò, singhiozzando.

“Cose che tu vedrai per me. Ascolta, Asahi... Io... Sono pronto. Ho aspettato questo giorno per mesi interi... E ora che è arrivato, non ho paura, okay? Starò bene, e non sentirò più dolore. Certo, avrei voluto vivere di più, stare con te, sposarti e adottare un figlio e- probabilmente sto correndo,” si fermò per ridacchiare, anche se quello che aveva detto, lo aveva detto con il cuore. Asahi strinse la presa sulla sua mano, incapace di fare altro. “Potresti raccontarmi ancora una volta il nostro incontro e tutto quello che abbiamo fatto insieme?” chiese infine, chiudendo gli occhi per un secondo e prendendo un respiro profondo. L'asso annuì, asciugandosi le lacrime e schiarendosi la voce. Intanto, la macchina che segnalava i battiti del cuore di Noya stava lentamente rallentando.

“Eravamo in palestra, e Sugawara mi stava alzando la palla. Daichi mi aveva avvertito che sarebbe arrivato un nuovo membro, e sinceramente avevo un po' paura di come sarebbe potuto essere, ma quando ricevesti la mia schiacciata pensai “lui ha talento”... Poi cominciammo a diventare amici... Mi dicesti che ti piacevo, ma all'inizio non ricambiavo, così ci allontanammo...” Noya cominciava a sentire la voce di Asahi allontanarsi sempre di più. “Poi mi resi conto di amarti e quello stesso giorno, dopo gli allenamenti ti baciai davanti a tutti gli altri. Poi litigammo... E quel periodo fu orribile per tutti e due e-” Asahi fu interrotto dai colpi di tosse di Noya. Stava sputando di nuovo sangue. L'asso, a quella vista, non poté far altro che ricominciare a piangere.

“Hey, hey, non piangere.” mormorò il piccoletto, sorridendo. “Mi devi promettere una cosa. Promettimi che ti prenderai cura... Della squadra. Che li farai sorridere, che passerai del tempo con loro. E promettimi che sarai più sicuro di te stesso, che avrai fiducia negli altri, ricorda... Che loro sono lì per te. E, cosa importante... Non lasciarti abbattere, io rimarrò con te. Però... Continua la tua vita, sposati, cerca la tua felicità, non lasciarti limitare da me, altrimenti mi sentirei in colpa... Ti amo, Asahi.” sussurrò, il suo respiro si stava facendo sempre più lento. Chiuse gli occhi, un rivolo di sangue colò lungo il suo mento, fino al collo. Strinse leggermente la mano di Asahi.

“Non- Non puoi chiedermi una cosa simile, Noya... Ti prego, resta qua, resta con me. Avevi promesso che saresti restato con me fino alla fine... Io ti amo, Yuu, non arrenderti, combatti, resisti... Non andare via...” sussurrò, gli occhi pieni di lacrime. Il battito del cuore di Noya si fermò, la presa sulla mano di Asahi si allentò. La macchina emetteva solo un lungo e fastidioso “bip”.

Non lasciarmi solo...” disse l'asso, la voce rotta dal pianto.

 

Il giorno in cui Nishinoya Yuu morì, stava sorridendo.


 

Note dell'autore:
NON UCCIDETEMI
Quando l'ispirazione chiama, Fracchia risponde! °-°
Giuro che ho pianto anche io, non volevo fare del male al mio Noya ma boh, sono in vena di scrivere cose angst ultimamente ;u;
Mi ero ripromessa che avrei scritto una KuroKen o una IwaOi, invece ho pensato alla AsaNoya °-° 
All'inizio volevo scrivere questa cosa (?) basandomi sulla KageHina, poi ho cambiato idea, pensando che Nishinoya e Asahi fossero più adatti per una situazione del genere v.v
Ho messo l'avvertimento OOC per sicurezza-
Beh, sarei felice di sapere cosa ne pensate :3
Alla prossima! °U°

   
 
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