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Autore: fbeauchamphartz    29/09/2015    1 recensioni
La storia dell'arrivo dell'anima gemella di Blaine e l'incontro con un uomo speciale.
-dal testo-
Quando gli ultimi accordi scemano, la loro ricca risonanza viene rimpiazzata dal suono di passi che salgono le scale fino al suo piano e poi corrono per il corridoio. Prima che possa urlare “arrivo subito,” un foglio di carta scivola sotto la soglia del suo ingresso. Poi i passi tornano indietro nel corridoio e giù per le scale.
traduzione a cura di: TrueTargaryen
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Rachel Berry | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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Note della traduttrice:
Eccomi di nuovo qua con la prima OS tradotta!
L'autrice, fbeauchamphartz, mi ha dato il permesso di tradurre qualsiasi fanfiction io desideri. Ecco ciò che mi ha scritto:
"Of course you can translate whatever you'd like. Please send me a link when you've finished :)"
Quindi in programma ce ne sono tante altre, che non vedo l'ora di tradurre!
Buona lettura!!

TrueTargaryen 
(beta: AlbusLupin)


**

Command Performance


**

Manca solo qualche minuto alle otto quando lei arriva, ma Blaine non presta attenzione all'intrusione mattutina. E' così emozionato di vederla, che ridacchia quando varca la soglia. Sono giorni ormai che sogna d'averla, e adesso lei è lì. Finalmente.

Le carte vengono firmate, l'operaio esce, e quando la porta si chiude, rimane solo con la sua anima gemella. Gli ci è voluta una vita per trovarla, e ancor di più per permettersela. E' liscia, sofisticata, e cosa più importante, non è mai stata toccata da nessun altro.

Blaine la chiama Ariel.

Fa un passo indietro per ammirare il suo nuovo acquisto – il suo pianoforte a coda Steinway. Un pianoforte a coda da concerto. Occupa quasi il 95% dello spazio libero. Con i suoi 408 kg, supera quasi il peso limite sopportabile del vecchio pavimento in legno del suo appartamento. Costa...beh, non vuole pensare a quanto costa. Con tutti i soldi che ha speso, avrebbe potuto comprarsi una macchina, o forse due...o tre. Se il suo fondo fiduciario non fosse stato sotto il suo completo controllo, ai suoi genitori sarebbe venuto un infarto quando alla fine avrebbero scoperto la spesa.

Lui, di certo, non dirà nulla. Questo porterebbe solo ad innumerevoli prediche riguardo all'irresponsabilità e all'immaturità, messaggi su messaggi che esigono che lui la restituisca...adesso!, e perfino una lista delle cose che avrebbe potuto comprare con quei soldi – la retta scolastica, i libri, i vestiti, l'affitto, il cibo.

Blaine chiude gli occhi e riesce a vedere la vena pulsante sul collo di suo padre, vede gli occhi spalancati di sua madre mentre lo rimprovera, passando dall'Inglese al Tagalog* nella stessa frase come accade quando è davvero arrabbiata. Da solo nel suo appartamento, per una frazione di secondo, si sente profondamente in colpa. Apre gli occhi, guarda il suo pianoforte da concerto, e sospira di gioia, e quando il respiro passa tra le sue labbra la voce di sua madre viene cancellata dalla sua mente. Quindi, forse non è stata la scelta più economicamente sicura. Forse dovrà mangiare ramen fino all'inizio dei Masters, e dovrà dormire sulla scala antincendio per il prossimo futuro, ma a chi importa? E' a coda. Niente più liti con un vecchio piano anonimo di seconda mano, con il coperchio mancante e un'intera scala dal Do al La sopra al Do intermedio perennemente fuori uso.

E se non diventasse mai un musicista? Dopo essere stato sfrattato dall'appartamento, potrebbe comunque vivere nel suo pianoforte a coda, fuori in strada; potrebbe suonare negli angoli della città per raccogliere degli spiccioli. E quando muore, lo possono seppellire dentro al piano.

Blaine lascia correre le punte delle dita sopra la sua superficie...o comunque appena sopra. Ha optato per un rivestimento nero di raso così che possa toccare il suo meraviglioso strumento senza doversi preoccupare delle macchie o delle impronte, ma comunque è ancora troppo nuova per poter essere toccata.

Almeno fino a quando non la suonerà per la prima volta. Fino a quando non si siederà sulla panca e accarezzerà i suoi tasti. Fino a quando non la sentirà cantare per lui.

Blaine sorride. Non riesce a smettere, e pensa che non riuscirà mai a non sorridere come un idiota guardandola. Sa che è sfarzoso. Sa che grida privilegio. Sa che probabilmente non era del tutto necessario, non quando altri studenti della sua scuola, in verità musicisti migliori, si esercitano su pianoforti digitali Casio nei loro dormitori, o si intrufolano nella sala prove a tarda notte, per poter usare uno dei tanti pianoforti onesti prodotti dalla Suzuki di cui dispone la NYADA.

Sa anche che non è mai stato così felice come in questo momento, e sa che questa felicità non sparirà molto presto. Per questa felicità ne vale la pena.

“Ebbene, tesoro mio,” dice Blaine, sedendosi sulla panca e sistemandola alla giusta distanza dallo strumento, “che ne dici di salutarci, hmm?”

Blaine si accomoda meglio, cercando la sua dolce posizione – una posizione che può risistemare comodamente mentre suona, se ne ha bisogno, una in cui il bordo della panca non gli batte nel retro delle ginocchia e non gli intorpidisce le gambe. Una volta trovata questa posizione, comincia a riscaldare lo strumento dopo la corsa per Manhattan. Suona le scale principali, cominciando dal Do-maggiore, poi quello minore, poi arpeggia per riscaldarsi fino a che, prima di rendersene conto, è profondamente immerso nel Concerto #2 di Rachmaninoff. E' difficile non lasciarsi trasportare e premere con più forza i tasti. Lei suona meravigliosamente, la sua voce rimbalza tra le pareti in un modo che il suo vecchio pianoforte non sarebbe mai riuscito a riprodurre. E' così perfetta sotto le sue dita – la reazione dei tasti, la pressione dei pedali, i martelli che battono sulle corde con calibrata precisione.

Semplicemente...perfetta.

Quando gli ultimi accordi scemano, la loro ricca risonanza viene rimpiazzata dal suono di passi che salgono le scale fino al suo piano e poi corrono per il corridoio. Prima che possa urlare “arrivo subito,” un foglio di carta scivola sotto la soglia del suo ingresso. Poi i passi tornano indietro nel corridoio e giù per le scale.

Blaine si gira dalla panca e guarda il foglio ripiegato, che si trova a qualche centimetro dalla porta d'ingresso. Una lamentela è l'unica cosa di cui ha bisogno per rovinare una giornata che sembra esser perfetta, anche se sono solo le 9:30. L'ultima volta che qualcuno ha fatto scivolare un pezzo di carta sotto alla sua porta è stato due anni prima. L'ospite notturno passivo-aggressivo del suo vicino si era lamentato che potevano sentire il suo profumo di Giorgio Armani per tutti i corridoi. Il pomeriggio seguente, Blaine l'aveva incrociata sulle scale fuori dal secondo piano. Lei aveva annusato l'aria nella sua direzione, aveva arricciato il naso, ed era uscita fuori, mormorando qualcosa riguardo a dell'”aria fresca”.

Ma non ha mai ricevuto altro tipo lamentele, nè prima nè dopo. Tutti in questo edificio sono abbastanza miti, tutti tipi artistici, che hanno creato una certa comprensione tra di loro.

L'edificio in cui vive – una struttura che nei lontani anni '60 era stata un magazzino – ha solo cinque piani, ristrutturati in cinque appartamenti separati. Il suo è all'ultimo piano, il che lo rende il più sicuro, ma anche il più piccolo. Attraverso la parete della camera a volte sente il rumore di un ventilatore gigante quando il vento soffia, entrando da grandi tubature in metallo che fuoriescono sul tetto e si piegano verso est.

Il residente al secondo piano è un uomo di mezza età il cui nome Blaine non l'ha mai saputo, ma è fuori in tour come bassista sostituto. Blaine non lo vede da una settimana, quindi il foglio non può mandato lui.

L'appartamento al terzo piano è di un pittore, ed è sistemato più o meno come il suo, con poca mobilia, ed è affittato da un'adorabile coppia di fidanzate che occasionalmente utilizzano il loro spazio come galleria privata. Tengono una mostra una volta al mese, e invitano sempre gli altri residenti. Blaine ha perfino suonato il piano per loro alcune volte. Hanno un pianoforte a spinetta abbastanza decente, ma una volta Blaine ha chiesto loro se poteva provarlo, e loro hanno risposto che quello non deve altro che stare lì fermo nell'angolo a prendere la polvere e a fare da mobile per le loro piantine. Indipendentemente da ciò, loro non sono mai timide a esprimere faccia a faccia le loro opinioni, perciò non possono essere state neanche loro.

Proprio sotto a Blaine vive una brunetta minuta di nome Rachel, che Blaine pensa abbia una piccola parte in uno spettacolo di Broadway, ma non ha mai avuto l'occasione di chiedere. L'ha sentita provare, fare esercizi vocali, più per migliorare la sua portata che per altro. Hanno orari differenti. Quando lei entra, lui esce, e viceversa.

Per quanto ne sa, lei è fuori in questo momento, ma potrebbe essere tornata a casa. Non l'avrebbe saputo, tanto preso dall'eccitazione che l'arrivo di Ariel ha portato.

Anche se, la lettera potrebbe essere dal suo coinquilino.

Blaine non è esattamente sicuro quale sia la loro relazione. Sono troppo amici per dividere semplicemente l'affitto. Fin dal primo giorno che il ragazzo è arrivato, Blaine gli ha sentiti parlottare in continuazione come se si conoscessero da sempre. Può solo immaginare cosa sentano loro provenire dal suo appartamento alcune volte – non che Blaine abbia un qualche visitatore, ma ha un sacco per la boxe per allenarsi, e altri rituali privati che lo rendono un po'...strano.

Blaine inizialmente aveva pensato fosse il fidanzato, fin quando una notte aveva visto il ragazzo sulle scale, parlare con un bellissimo uomo biondo con la camicia di flanella, e con un piuttosto incantevole (Blaine doveva ammetterlo) accento inglese. I due giovani avevano annuito nella direzione di Blaine, e questo aveva sorriso in risposta. Può dire da quel poco che ha sentito, dal loro linguaggio del corpo, molto vicini, che erano appena tornati da un appuntamento.

Forse non un grande appuntamento, dal momento che il biondo non è stato invitato nell'appartamento, e Blaine l'ha visto solo un'altra volta dopo quella.

Questo era accaduto qualche settimana prima.

Fratelli? Se fosse così, la genetica aveva fatto pazzie nella loro famiglia, dato che lei è minuta, castana, con gli occhi marroni e un naso prominente, e lui alto, slanciato, con la pelle pallida e brillanti occhi azzurri.

Occhi azzurri incredibilmente ipnotizzanti e inflessibili.

Blaine non sa altro di lui, eccetto che la maggior parte delle volte, non riesce a smettere di pensarci. Non è uno qualunque. Camminando per la città, le persone passano accanto a lui indefinite, irriconoscibili e dimenticabili. Ma questo uomo – lui è come uscito da una favola, come un raggio di luce soprannaturale in una città buia, un fiore primaverile arrivato per illuminare le tenebre. Blaine lo incontra per le scale ogni Venerdì. Lo scorso Venerdì, aveva in mano un mazzo di gigli bianchi che Blaine aveva pensato fossero da un ammiratore, ma poi aveva sentito Rachel dire, “gigli! Ugh!” al che il suo coinquilino aveva risposto, “a me piacciono i gigli, quindi compro i gigli. Accettalo, Rachel Berry!”

Blaine sorride, ricordando il tono da diva nella voce del ragazzo. Blaine crede di aver sentito la ragazza piagnucolare qualcosa come, “Ma, Kurt!”

Quindi, Kurt. Il nome dell'uomo potrebbe essere Kurt. Blaine non ne è sicuro. Non ha trovato il coraggio di chiedere.

La mente di Blaine torna alla nota sul pavimento e aggrotta le sopracciglia. Lamentela o meno, meglio vedere. Blaine si alza dalla panca, riluttante a lasciare Ariel dietro di sé mentre si incammina verso la porta. Si china e la raccoglie, preparandosi al peggio, in caso fosse davvero una lamentela.

Ma non lo è. Blaine la legge – una nitida e fluente grafia, su un foglio liscio stappato in cima, possibilmente da un quaderno – e sorride, felicissimo che sia in realtà una richiesta:

Buongiorno, maestro. Ora che avete il vostro nuovo pianoforte, posso umilmente chiedere la versione ridotta di Defying Gravity?

A Blaine è stata appena assegnata per un'accompagnamento in classe. La ragazza con cui è stato accoppiato l'aveva eseguita per la presentazione dell'ultimo anno.

Okay, quindi era di Rachel quella nota. Blaine l'aveva sentita cantare Defying Gravity mentre lui suonava il suo vecchio piano, la sua voce gli era arrivata attraverso la finestra del piano di sotto. Blaine sorride, un po' deluso, ma non importa. Sarebbe stato bello se la nota fosse arrivata dal coinquilino. Blaine sarebbe andato di sotto e l'avrebbe invitato nel suo appartamento. Ma comunque ciò può portargli vantaggio. Se impressiona Rachel con le sue abilità musicali, potrebbe finire con il prendere un caffè insieme, che si potrebbe evolvere in un'amicizia, che l'avrebbe potuto aiutare con Kurt. Come una commedia d'amore, e quando venderanno i diritti alla Disney, Kate Hudson può interpretare Rachel.

Blaine sposta di lato le tende e spalanca la finestra. Per un attimo pensa di aprire la porta d'ingresso, e anche alzare il coperchio del pianoforte, ma alla fine cambia idea. Il suo pianoforte dovrebbe essere abbastanza forte da essere sentito per tutto l'appartamento, quindi decisamente anche al piano di sotto. Non c'è alcun motivo per spazzare tutti via*. Si siede sulla panca, trovando immediatamente la posizione. Aggiusta la distanza ancora una volta. Poi prende un profondo respiro e sistema le mani per suonare i primi accordi.

Le sua dita cadono gentilmente sui tasti, e lui espira piano. La musica riempie la stanza mentre suona, come se uscisse fisicamente dal pianoforte, leggera ed effervescente, come un costoso spumante Francese, e Blaine si permette di immergervisi. Con ogni suo tocco, lui e questo squisito strumento diventano una cosa sola, e sa per certo che il suo posto è proprio lì.

Doveva comprarlo. Non c'è modo che avesse potuto lasciarselo alle spalle.

La cosa che Blaine ama del suonare un pezzo come questo, uno che non è tecnicamente troppo complicato, uno che si appoggia di più sullo stile che sulla precisione, è che permette alla sua mente di vagare.

E lo fa. Va in posti che rintraccia solo con la musica, fantasie che concepisce qui, sulla tastiera, e che porta in giro con sé, lasciando che si sistemino da parte così che ad un suo comando possano tornare indietro.

Blaine si permette di pensare a lui, l'uomo al piano sotto. Se lo immagina seduto sul suo divano in futon, le gambe incrociate, un bicchiere di vino in mano, guardando Blaine suonare, il suo sguardo fisso sulle sue dita mentre quelle danzano sui tasti. Fa arrossire Blaine. Più di questo, lo scalda un po', lo fa muovere sulla seduta quando i suoi jeans stretti diventano un po' più stretti. Fortunatamente, sa il pezzo perfino al contrario così le sue dita non si imbrogliano sui tasti.

Blaine si immagina l'uomo seduto sulla panca vicino a lui, ondeggiando mosso dalla canzone suonata da Blaine, canticchiando assieme alla melodia, chiudendo gli occhi e lasciandosi trasportare.

Ed è in questo modo che Blaine si avvicina a lui. E' così che Blaine può toccarlo, perché fino ad adesso, è stato troppo spaventato per farlo. Non perché Blaine è una persona timida. Ha i suoi momenti introversi, ma questo è parte di ogni musicista, più a suo agio a casa con il suo strumento per alcune ore di esercizio piuttosto che in giro per la città in locali affollati. Essendo un'artista, Blaine ha perfezionato l'arte dell'accettare il rifiuto, e può accettarlo quasi da tutti. E' un uomo fatto, e quello è un rischio del mestiere. Ma Blaine ha costruito quest'uomo nella sua mente, e il rifiuto da parte sua potrebbe essere come un poker – doloroso e destabilizzante.

Blaine arriva al punto della sua fantasia, quando la canzone arriva alla fine, quando si alza dalla panca e tende la mano all'uomo, e cominciano a ballare un lento, aggrappati al ricordo della musica di Blaine, le ultime note morenti che tremano ancora nell'aria. Ma qua, nel suo appartamento, Blaine siede da solo nella panca. Si prende la libertà di terminare la canzone in una fine più drammatica da come dovrebbe essere, ma hey, questa è la sua prima esecuzione su richiesta. Darà il meglio.

Blaine sente una moltitudine di applausi fuori dalla finestra aperta, provenienti da più di una persona – persone sul marciapiede di sotto che si sono fermate ad ascoltarlo. Ride. Vuole andare alla finestra e inchinarsi, ma i passi che ritornano alla sua porta lo bloccano. I passi si fermano. Poi qualcuno bussa, ma ancora, prima che Blaine possa dire “arrivo subito,” i passi tornano indietro, lungo il corridoio e giù per le scale. Blaine sorride. Può solo presupporre che fuori dalla porta ci sia qualcosa che lo attende.

E' troppo sperare che sia il bellissimo uomo dalla pelle fatata del piano di sotto, che potrebbe chiamarsi Kurt, incartato con un qualche fiocco rosso gigante?

Blaine si tiene stretta quell'immagine mentre si alza dalla panca. Cammina verso la porta, indossando uno sciocco sorriso, e la apre. Non c'è nessuno. Non è sorpreso, ma è, ancora una volta, un po' deluso. Alla fine, sarebbe stato carino ricevere una visita da Rachel, così da avere qualcuno a cui mostrare il suo nuovo pianoforte. Porta lo sguardo in basso e trova un'altra nota, solo che questa ha un fiore con sé – un bellissimo giglio bianco. Si morde il labbro, il suo sorriso cresce più luminoso. Potrebbe essere...o Rachel ha appena rubato uno dei fiori del coinquilino, in un possibile tentativo di sbarazzarsene?

Questo potrebbe portare ad una buona discussione più tardi.

Blaine apre questa nuova nota e la legge, tenendo il giglio sotto al naso e lasciando che il suo profumo pungente gli riempia i sensi. Sente il suo corpo riscaldarsi. Adora quando qualcuno apprezza il suo talento. Alla NYADA, ci sono così tanti musicisti, così tante persone in lizza per gli stessi posti ambiti. Ma qui, nel suo piccolo mondo, ha un pubblico tutto suo, e a lui piace sapere che può esibirsi degnamente per loro.

Aggrotta le sopracciglia, e legge la nota ancora e ancora quando realizza che non è da chi pensava. Salta su e giù sul posto, gioendo silenziosamente. Si chiude la porta dell'appartamento e corre giù per le scale, infilandosi la nota in tasca che recita:

E' stato magico!

Scendi giù per un caffè?

Kurt Hummel

Quarto Piano





Note di traduzione: 

* Tagalog: lingua più parlata nelle Filippine 

** La frase originale è "No reason to blow everyone away", che significa sia spazzare tutti via (come ho tradotto) sia stupire tutti quanti
 
   
 
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