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Autore: AngeliqueDelPlessis    29/09/2015    0 recensioni
Liam Payne ha solo partecipato ad un'asta, senza sapere che l'oggetto comprato in un momento di testardaggine lo avrebbe destinato a raccontare una delle storie d'amore più belle di tutti i tempi.
Louis Tomlinson ha solo ventitrè anni quando arriva a Londra e vede, per la prima volta, Harry Styles.
Ai suoi occhi e nel suo cuore Harry è perfetto e poco importa che nella vita è uno dei mantenuti più famosi ed invidiati della città.
Harry Styles è bellissimo, come tutto quello che lo circonda. Il suo cuore non funziona, ma sa amare lo stesso, soprattutto quando l'amore ha gli occhi azzurri di Louis.
FF Larry Stylinson.
Liberamente ispirata a La Signora delle camelie di Alexandre Dumas.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo V



CAPITOLO V


Niall non perse tempo, stritolò Harry in un abbraccio con tanto di pacca sulla spalla.
'Come te la passi H?', gli disse, con il suo enorme sorriso.
'Bene. Certo che potevi venirmi a salutare al cinema eh!'.
'Lo sai Harreh, sono uno discreto', ribatté Niall ammiccando, 'non volevo crearti problemi'.
'Ma sei anche un mio amico', specificò Harry.
'Vero e a proposito di amici lui è Louis, Louis Tomlinson'.
'Piacere', disse Harry, porgendomi la mano.
Gliela strinsi.
'In realtà ci siamo già conosciuti', precisai.
Harry per un momento aggrottò la fronte e mi fissò con quei suoi enormi occhi verdi che finalmente potevo guardare da vicino. Sembrava cercare nella memoria un particolare che potesse illuminarlo su dove e quando ci fossimo già incontrati, senza successo.
'Lascia stare, davvero, sono contento che non ti ricordi di me, mi sono comportato come uno stupido quella sera. Eravamo al Project, con Ed, Ed Sheeran'.
'Oh, ora mi ricordo', disse con un mezzo sorriso, 'non eri per niente stupido, ero io a essere un po' stronzo in realtà, a volte lo sono ancora, ma credimi molto meno di un tempo. Scusami' e strinse ancora di più la mia mano nella sua.
Niall a quelle parole rise dandogli un buffetto sulla guancia e dicendo: 'Harold stronzo?Ma quando mai!”
'Lo sai che è vero Nialler, a volte sono uno stronzo', gli disse lui ridendo a sua volta, 'mi piace mettere in difficoltà le persone. E' un vizio idiota, lo ammetto. Ma a mia discolpa posso dire che il mio medico dice che dipende dal fatto che dormo poco, per cui sono sempre nervoso e scazzato e visto che il mio medico è il migliore di Londra, penso che possiamo credergli, no?'
'Ma io ti trovo in ottima forma Haz', disse Niall.
'Qualche mese fa non sono stato bene', precisò Harry, 'ma ora va meglio'.
'L'ho saputo', commentai io.
'Davvero? E da chi?', chiese incuriosito.
'In realtà lo sapeva tutta Londra. Sono anche passato da casa tua, ma poi non ho voluto disturbarti', confessai con un coraggio che non pensavo di avere.
'No, aspetta...vorresti dirmi che sei tu quello che mi ha lasciato quel fiore senza biglietto?', mi chiese sgranando appena gli occhi.
'Beh, si, ero io', dissi, vagamente a disagio.
Harry si fece improvvisamente serio mentre continuava a fissarmi.
'Sei stato davvero molto gentile Louis', commentò, per poi aggiungere seccamente senza spostare lo sguardo dal mio viso, 'tu Nick non ti sogneresti mai di fare una cosa così'.
Nick sembrò risvegliarsi all'improvviso.
'Harry, ti conosco da neanche due mesi, come avrei potuto?'
'Louis mi conosce da quanto? Cinque minuti? Perché dici sempre queste stronzate, si può sapere?'
Grimshaw non commentò, si limitò a mordersi le labbra, abbassando lo sguardo.
'Stavi suonando? Sei bravo, facci sentire qualcosa', dissi allora, per alleggerire l'atmosfera tesa.
Harry scoppiò a ridere, poi si allontanò per lasciarsi cadere sulla chaise longue.
'Chiedi a Nialler che tipo di musica suono. Va bene quando sto con Nick, ma ora ci siete voi e vi risparmio'.
'Mi sento un privilegiato', commentò Nick ridacchiando.
'E' anche l'unico privilegio che hai Nick, non dovresti ridere tanto'.
Ormai era chiaro a tutti che Nick non avrebbe potuto aprire bocca quella sera.
Guardò Harry, ma lui lo ignorò iniziando a parlare con Eleanor.
A Grimshaw non rimase altro da fare che dare uno sguardo al suo orologio e dire: 'Devo andare, si è fatto tardi'.
Harry non rispose.
Io per paura di risultare più invadente di quello che ero già stato, commentai che si era fatto tardi anche per noi, ma Harry con l'espressione di un bambino deluso si alzò in piedi esclamando: 'Ma siete appena arrivati! Vero Nialler che non è tardi e che voi restate ancora un po'?'
Niall rise di fronte alla faccia delusa e al broncio infantile di Harry e rispose con un cenno affermativo del capo.
Nick nel frattempo si era infilato la giacca e stava cercando qualcosa nelle tasche.
'Io vado Harry, tanto mi pare di capire che ti sto annoiando, per cui faccio un salto da degli amici', disse semplicemente.
'Non mi annoi più del solito Nick, tranquillo, passa una bella serata', rispose Harry senza nessuna pietà.
Nick Grismwan era un signore.
Maltrattato e umiliato di fronte a degli sconosciuti si limitò a sospirare leggermente dal naso, fare un cenno di saluto generale e raggiungere da solo la porta.
Quando la sentimmo sbattere dietro di lui, Harry si lasciò andare contro lo schienale della poltrona.
'Cristo, non se ne andava più', esclamò.
'Ti ho mai detto che sei un vero stronzo Harry?', commentò ironica Eleanor, 'quel tipo è innamorato di te Haz e tu lo tratti di merda'.
'El lo sai che non lo reggo e, comunque, se dovessi dare retta a tutti quelli che dicono di essere innamorati di me non avrei tempo nemmeno per pisciare', obiettò, prima di alzarsi e dirigersi verso il mobiletto degli alcolici.
'Beviamo qualcosa?' chiese.
'Io ho fame', piagnucolò Eleanor.
'In frigo c'è dell'insalata di pollo, vai e serviti, ma poi riporta le tue belle chiappette qui, a bere qualcosa con noi e divertiamoci. Ci manca solo che ci facciamo rovinare la serata da quell'idiota di Grimshaw'.
Eleanor si allontanò in direzione della cucina.
Io e Niall, nel frattempo, ci eravamo accomodati sul divano e osservavamo Harry preparare i drink. O almeno, io lo osservavo mentre con precisione e naturalezza preparava il mix glass da Martini cocktail, versandoci il Gin e il Vermouth insieme al ghiaccio.
Non ci aveva chiesto cosa volessimo bere.
A Niall andava sempre bene tutto, purché fosse alcolico e preparato con tutti i crismi, proprio come stava facendo Harry.
In quanto a me, ricordavo bene la passione di Harry per quel cocktail e non gli avrei mai negato quel piacere.
Quando quel rituale fatto di ghiaccio e olive ebbe termine, Harry poggiò i quattro bicchieri sul basso tavolo davanti al divano e si lasciò cadere sul tappeto davanti a noi.
Era scalzo, i suoi piedi nudi e pallidi risaltavano sulla lana scura e io non riuscivo a smettere di fissarli.
Eleanor riapparve all'improvviso con un grosso tagliere pieno di formaggi, olive e snack salati che poggiò vicino ai bicchieri.
'Ho pensato di preparare qualcosa anche per voi', disse gentile, afferrando poi il suo bicchiere e andandosi a sedere vicino a Niall.
'Hai pensato bene', commentò lui, allungando una mano verso le olive e l'altra verso il suo cocktail.
'Tu non bevi Louis?'
La voce di Harry mi costrinse a distogliere lo sguardo dal tappeto.
Mi porgeva il bicchiere con un sorriso divertito e dolce allo stesso tempo. Guardandolo negli occhi ebbi la certezza che avesse capito cosa mi aveva distratto.
Afferrai il bicchiere accennando un sorriso nervoso e poi diedi un lungo sorso, sperando di rilassarmi.
In realtà non fu affatto difficile riuscirci.
Dopo poco più di mezzora da quel primo cocktail la serata era decollata.
Parlammo del film appena visto, di musica, teatro, gossip, piccoli pettegolezzi, aneddoti al limite del pornografico che Niall raccontava ridendo con le lacrime agli occhi, mentre Eleanor già un po' brilla gli tirava piccoli pugni sul braccio per farlo tacere.
Harry rideva e niente sembrava scandalizzarlo. Solo ogni tanto, quando Niall esagerava con i dettagli, lo vedevo scuotere leggermente la testa verso il nostro amico, ma sempre con un sorriso sulle labbra.
Non ricordo esattamente quando iniziai a perdere il conto dei Martini.
Harry era un ottimo padrone di casa. Versava continuamente da bere a tutti, cambiava i cd nello stereo senza mai farci ascoltare due volte le stesse note, ogni tanto scappava in cucina e tornava con dell'altro cibo.
Beveva, questo lo ricordo. Ma mangiava pochissimo. Qualche oliva, forse per non guastarsi il sapore del cocktail in bocca.
Capì che era ubriaco quando lui e Niall, entrambi malfermi sulle gambe, si piazzarono davanti al divano e improvvisarono un duetto, accompagnati dalla chitarra che Niall aveva imbracciato con un gesto un po' goffo.
Non ricordo la canzone. Ricordo solo che era allegra e ritmata e che la voce di Harry era bassa e sporca e, per quanto biascicasse un po', intonata.
Eleanor si era tolta i tacchi accovacciandosi sul divano vicino a me.
Quando l'esibizione fini schizzò in piedi lanciandosi barcollante verso Niall, urlando: 'Cristo, ma sei bravissimo!'
Niall rise, cercando di sorreggerla come meglio poteva.
Io fumavo stravaccato sui cuscini godendomi quella scena.
Niall che con naturalezza faceva scivolare la mano libera dalla chitarra sul sedere di Eleanor, con la scusa di tenerla in piedi.
Harry doveva aver seguito il mio sguardo, perché improvvisamente scoppiò a ridere facendomi l'occhiolino.
Per me fu impossibile trattenere una risata.
'Che vi siete fumati voi due si può sapere?', ci chiese Eleanor, osservandoci ridere mentre era ancora fra le braccia di Niall.
'Nulla, è proprio questo il problema', ribatté Harry, lanciandomi uno sguardo complice.
'Beh, bastava chiedere tesoro', rispose lei, 'torno subito', concluse, correndo scalza fuori dal salotto.
'E' completamente ubriaca', commentò Niall, guardando verso la porta da cui era uscita.
'Non sottovalutarla Nialler è pur sempre un'attrice', commentai io, ridendo.
'Stai dicendo che non lo è?', mi chiese lui, mollando la chitarra sul tappeto.
'Dico che le piaci', specificai, dando un tiro alla mia sigaretta.
Mentre io spiegavo a Niall le intenzioni di Eleanor, Harry si era seduto per terra ai piedi del divano. Sentivo la sua spalla sfiorare il mio ginocchio quando si portava il bicchiere alla bocca, ascoltando divertito il nostro scambio di battute.
Eleanor tornò dopo qualche minuto, saltellò intorno al tavolo e poi si lasciò cadere anche lei sul tappeto, lanciando una piccola pallina di carta stagnola sul tavolino.
'Chi la fa?', esordì, battendo brevemente le mani.
Harry gli scompigliò i lunghi capelli con una mano e afferrò la stagnola.
Poi si mise all'opera. Sfilò una sigaretta dal mio pacchetto, ne staccò un'aletta dall'interno e arrotolò un filtro perfettamente cilindrico con un gesto lento delle lunghe dita.
Da dove ero seduto vedevo il suo profilo perfetto e i suoi gesti precisi mentre squagliava con attenzione un pezzo di fumo, per poi sbriciolarlo nel tabacco, macchiandosi pollice e indice.
Niall gli passò una cartina recuperata chissà dove e lui la riempì, arrotolandola con attenzione.
Chiuse la canna con una lenta carezza della sua lingua.
Io mi agitai distogliendo lo sguardo in cerca del mio bicchiere, che afferrai dal basso tavolo per poi lasciarmi scivolare a terra dal divano, vicino a Harry.
Lui intanto aveva acceso la canna, dando subito due lunghi tiri per poi passarmela, soffiando piano il fumo nella mia direzione.
Fumammo tutti e quattro intorno a quel tavolo, bevendo da bicchieri a caso.
Eleanor ormai rideva per niente. Gli bastava fissare Niall per qualche secondo, indicandolo, per scoppiare in una risata.
Niall non sembrava neanche offeso, le tirava addosso le noccioline dicendole solo: 'Pensi davvero di stare in condizioni migliori delle mie?' e poi scoppiava a ridere anche lui.
Harry era solo fossette e occhi rossi.
Aveva rollato un altro paio di canne e già alla seconda aveva iniziato a lasciarsi andare addosso a me, le lunghe gambe incastrate sotto al tavolino e i suoi ricci nella mia bocca.
Sembrava rilassato e tranquillo, ma da quella posizione lo sentivo respirare come se gli mancasse l'aria.
Continuava a parlare e a ridere, ma ogni tanto si portava la mano al petto massaggiandoselo.
Io ero ubriaco e fatto, come lo ero stato in altre occasioni, ma se non riuscivo a tenere il filo generale del discorso, incantandomi a osservare i capelli di Harry, mi era impossibile non sentire chiaramente il suo calore e il suo peso addosso e niente mi era mai sembrato così reale.
Harry mi strappò dal mio isolamento alcolico con una piccola gomitata.
Riportai automaticamente lo sguardo davanti a me, su Niall e Eleanor che ormai si rotolavano sul tappeto, ridendo e urlando.
'Ce l'hai avuta dietro tutto questo tempo e te ne esci solo ora?', gli diceva Eleanor, spingendolo.
Niall rise sbattendo la testa per terra.
'Vorresti dirmi che la vuoi?', riuscì a dire fra le risate.
'Certo che la voglio, dammela!', ribatté Eleanor, infilandogli le mani ovunque.
'E tu che mi dai in cambio?', chiese Niall, alzando un sopracciglio.
Eleanor si immobilizzò per un momento e poi senza preavviso calò sulle sue labbra, baciandolo.
Io e Harry scoppiammo a ridere increduli. Lui tossì appena, cercando di riprendere fiato e
quando ci calmammo, Eleanor aveva appena staccato le labbra da quelle di Niall per dire: 'Ora tirala fuori!'
Niall si allungò a mordergli un labbro borbottando: 'Va bene va bene'.
Si tirarono su dal tappetto, avvicinandosi al tavolino. Eleanor spostò qualche bicchiere e un posacenere, mentre Niall tirò fuori da una tasca una piccola busta trasparente che svuotò per metà sul tavolino.
La coca era un mucchietto luminoso che splendeva sul vetro fumè del ripiano. Niall sfilò una carta di credito dal portafogli, insieme a cinquanta sterline e si mise all'opera, con Eleanor che gli bisbigliava qualcosa all'orecchio ridendo e mordendolo.
A quel punto Harry si alzò con un piccolo sforzo, fece il giro del tavolo dicendo: 'Torno subito', prima di chinarsi sulle spalle di Niall, raccogliere un po' di polvere bianca con un dito e strofinarselo sui denti mentre si allontanava.
Io tirai velocemente le mie due piccole strisce, poi mi alzai per cercare il bagno.
Imboccai il corridoio barcollando senza sapere bene dove andare. Passai davanti a quella che scoprii essere la cucina, la luce era accesa e dall'uscio vidi Harry poggiato al bancone della penisola.
Aveva una bottiglietta d'acqua in una mano e una pillola arancione spiccava sul ripiano bianco, lui si affrettò a nasconderla con il palmo libero non appena mi vide sulla porta.
'Tutto bene di là?' mi chiese, aprendo poi la bottiglia con i denti.
'Alla grande direi. Cercavo il bagno', risposi io, osservando prima lui e poi la sua mano.
'La prossima porta a destra', spiegò, sorridendomi.
'Okey, grazie'.
Mi allontanai chiedendomi cosa stesse facendo Harry in quella cucina.
Mentre mi lavavo le mani pensai per un attimo a qualche tipo di droga sintetica.
Ma aveva bevuto, fumato e c'era dell'ottima cocaina in salotto, perché farsi una pasticca?
Tornando indietro mi riaffacciai in cucina.
Harry era davanti al frigo aperto in cerca di qualcosa. La bottiglia d'acqua, piena per metà, era sul bancone e della pillola non c'era più traccia.
'Stai bene?', gli chiesi allora.
Lui si girò. Mi osservò per un momento, mentre io spostavo lo sguardo da lui al bancone, dalla bottiglietta d'acqua a lui.
Non volevo essere invadente, impicciarmi di affari che non mi riguardavano, ma ero troppo fatto per riuscire a gestire tutto quello che provavo.
Ero preoccupato, anche se non sapevo esattamente per cosa dovessi esserlo.
Lui sospirò appena, tirò fuori una bottiglia di Gin dal frigo per poi richiuderlo.
Si avvicinò a me con tranquillità, senza staccarmi gli occhi di dosso.
Quando me lo ritrovai davanti dovetti alzare la testa per guardarlo in faccia.
Mi sorrideva.
'Sto bene Louis', disse solo, per poi chinarsi a lasciarmi un bacio sulla guancia, 'torniamo dagli altri, su'.
Io annuii un po' confuso da quel gesto, ma poi lui afferrò la mia mano e mi trascinò nel corridoio.
Quando rientrammo in salotto la situazione si era surriscaldata. Niall era seduto sul divano e Eleanor era a cavalcioni su di lui intenta a mangiargli la faccia.
Harry si avvicinò al tavolino osservandoli.
'Fate pure come se non ci fossimo eh', commentò ridacchiando, 'prendiamo giusto un paio di cosette e ce ne andiamo'.
Niall e Eleanor non si presero neanche il disturbo di rispondergli.
Allora lui si inchinò sul tavolino dove avevano lasciato una piccola striscia bianca per lui, l'aspirò velocemente, prese due bicchieri a caso, la bottiglia di Vermouth e mi disse solo: 'Vieni'.
Io non chiesi dove, non mi interessava.
Mi limitai a seguirlo fuori dal salotto e poi per lo stesso corridoio, solo nella direzione opposta a quella della cucina.
Mi aspettavo di vederlo barcollare sotto l'effetto della pasticca, dell'alcool e delle altre droghe, ma non sembrava più instabile di prima.
Camminava lento nella penombra di quello spazio ristretto, con le mani piene di alcolici e bicchieri, i piedi nudi e la testa bassa.
Si fermò davanti ad una porta accostata che spalancò con una spinta del fianco.
Io rimasi sull'uscio finché non accese una lampada all'angolo della stanza.
Era uno studio.
Harry poggiò le bottiglie e i bicchieri su uno scrittoio, poi si girò a guardarmi e con un sorriso mi disse: 'Dai, entra e chiudi la porta, non ho voglia di sentirli'.
Feci come mi disse, mentre lui si concentrò sulla libreria a parete.
Era piena di dischi, su cui lui lasciò scorrere le dita, prima di afferrarne uno, sfilarlo dalla custodia e posizionarlo sul piatto. Quando la musica partì abbassò un po' il volume e tornò allo scrittoio per versarci ancora da bere.
Io mi lasciai cadere sul divano a due posti, spostando lo sguardo in giro.
Due chitarre erano sistemate a terra in un angolo, sui loro sostegni.
In realtà non c'era molto in quella stanza, solo i dischi, quelle chitarre, il piccolo scrittoio posizionato addosso a una parete e il divano su cui ero seduto.
'Collezioni dischi?', gli chiesi, mentre lui mi raggiungeva sul divano, passandomi un bicchiere.
'Si', disse, chiudendo gli occhi e lasciando andare la testa all'indietro sul cuscino, 'ma non dire a Niall che ti ho fatto vedere la mia collezione'.
'Penserebbe male?', risposi, ammiccando.
Harry scoppiò a ridere, coprendosi gli occhi con una mano.
'No. Mi costringerebbe a vendergliela e io non ci penso proprio'.
A quell'affermazione calò il silenzio, ma era un silenzio pacifico.
Ormai dovevano essere almeno le tre di notte ma, nello stato in cui ero, non c'era niente di più naturale che starmene sdraiato scompostamente su quel divano, strafatto e con un bicchiere in mano, insieme al ragazzo più bello che avessi mai visto.
Mi chiedevo se avrei ricordato qualcosa il giorno dopo.
Passarono un paio di minuti prima che Harry si lasciasse scivolare con la testa sulla mia coscia esclamando: 'Dio, sono fattissimo'.
'Forse abbiamo esagerato un pò', commentai, passando una mano stanca fra i suoi capelli.
Harry ridacchiò.
'Forse. Non ti capita spesso eh', constatò.
'Il giusto credo. E a te?'
Lui non rispose, limitandosi a ridere.
Io continuavo a bere dal mio bicchiere, senza smettere di accarezzarlo.
Non sembrava dargli fastidio. Teneva gli occhi chiusi e il bicchiere in equilibrio sul suo petto, che si alzava e si abbassava a un ritmo di poco superiore al normale.
'Perché una camelia?'
Me lo chiese con naturalezza, come se stessimo parlando di quello da tutta la sera.
'Non ti piacciono le camelie?', divagai.
'Si, mi piacciono', acconsentì, aprendo gli occhi e fissandomi dal basso.
'E allora?'
'E allora, perché proprio una camelia', insistette lui.
'Mi piaceva il colore'.
'Perché?'
Io abbassai lo sguardo su di lui. Mi fissava sorridendo, con un sopracciglio alzato, in attesa di una risposta.
Alzai gli occhi al cielo, esasperato.
'Okey. Okey. Aveva lo stesso colore della tua pelle', dissi tutto d'un fiato.
Quando tornai a guardarlo ci fissammo per un istante e poi scoppiammo a ridere.
'Avevi detto che eri diventato un po' meno stronzo', dissi fra le risate, 'ma a me pare che sei sempre il solito'.
Harry continuò a ridere, anche mentre si alzava a sedere sul divano, facendo attenzione a non rovesciarsi il bicchiere addosso.
'Ero solo curioso, giuro. Non volevo metterti in difficoltà', si giustificò con ancora l'eco della risata nella voce.
Io sorseggiai dal mio bicchiere, scuotendo appena la testa.
'Davvero Louis. Non ti sfotterei per un gesto così bello'.
'Ma per favore, come se non avessi mai ricevuto fiori da uno sconosciuto', commentai scettico.
'Li ho ricevuti ma... mai mentre stavo male', disse a voce bassa, fissando per un momento il vuoto di fronte a sé, per poi alzarsi e andare a prendere ancora da bere.
In quel momento, mentre lui armeggiava sullo scrittoio dandomi le spalle, mi resi conto che se fossi stato sobrio non gli avrei risposto in quel modo.
Non che non lo pensassi. Era impossibile immaginare che nessuno gli avesse mai mandato dei fiori prima di me, sconosciuto o meno. Ma da sobrio non avrei mai sminuito il mio gesto, cosa che sembrava per qualche motivo aver offeso anche Harry.
Mi alzai per raggiungerlo. Lui non si girò, continuò ad armeggiare con le bottiglie.
'Ero preoccupato per te', dissi serio, stropicciandomi gli occhi stanchi, fermo alle sue spalle.
'Davvero?', mi chiese girandosi a guardarmi.
'Davvero', confermai, sfilandogli il bicchiere dalle mani, 'Niall mi aveva detto che non stavi bene', chiarii, prima di bere.
'E' stato un bel gesto, ma continuo a non capire'.
'Capire cosa?'
Harry si poggiò allo scrittoio, reggendosi con i palmi delle mani sul ripiano. Mi studiava dall'alto della sua altezza con uno sguardo curioso.
'Mi conoscevi appena. Ti avevo trattato di merda. Perché preoccuparsi?'
'Perché eri tu'.
Harry rise, buttando la testa all'indietro.
In un'altra occasione mi sarei sentito offeso, ma in quel momento per quanto la sua fosse chiaramente una risata sincera, capii che non stava ridendo di me.
C'era qualcosa che lo divertiva in un modo un po' triste e che sembrava capire solo lui.
'E sentiamo, chi sarei io? Perché, davvero, non puoi avermi scambiato per il Principe, ho i capelli troppo scuri', ironizzò.
'Non ti ho scambiato per nessuno'.
'Io invece penso proprio di si'.
Rimasi un momento in silenzio, spostando lo sguardo in giro, cercando le parole adatte, come se si nascondessero in un angolo di quella stanza.
'Prima di quella sera ti avevo già visto. Da YSL. Camminavo su Oxford Street e tu sei sceso dalla macchina. Portavi dei pantaloni bianchi' dissi, mentre Harry mi osservava con attenzione, 'Hai comprato delle camicie, poi il commesso ti ha accompagnato fuori. Sei entrato e uscito da quel negozio senza nemmeno accorgerti di aver fermato il traffico. Poi l'auto è ripartita e io ho avuto paura che tu non esistessi. Non ti ho scambiato per nessun altro Harry', conclusi.
Questa volta Harry non rise, né di me né per nessun altro motivo.
Era ancora appoggiato allo scrittoio e respirava profondamente, guardandomi.
Io scolai quello che era rimasto nel mio bicchiere, poi lo poggiai sullo scrittoio, vicino alla sua mano.
Stavo per tornarmene sul divano, quando lui mi bloccò per un braccio, avvicinandosi al mio orecchio.
'E' così. Io esisto solo quando sto bene' disse, come confidandomi un segreto, 'e tu non dovresti preoccuparti per me quando non è così'.
'Cazzate'.
'Non sono cazzate e smettila, non c'è bisogno di recitare e lo sai anche tu', mi disse, lasciandomi andare.
Io feci un passo indietro per poterlo osservare meglio.
'Non mi hai mai visto recitare', ribattei, fissandolo negli occhi.
Doveva capire.
Doveva capire che per me era sempre esistito.
Su quel marciapiede, quando non sapevo chi fosse. In quel club, dove si era preso gioco di me. Dentro quella casa, quando era stato male. In quel salotto da sobrio e in quello studio, con gli occhi accesi dalla cocaina.
Prima ancora della sua mano sul mio viso sentì il rumore secco del bicchiere che andava in pezzi, schiantandosi a terra.
Harry si era staccato dallo scrittoio con una spinta e lo aveva urtato per raggiungermi.
Mi baciò tenendomi per il collo, lo sentivo respirare dal naso sempre più velocemente, mentre mi spingeva verso il divano.
'Non farlo mai', disse riprendendo fiato.
'Cosa?' gli chiesi, fissando la sua bocca.
'Recitare. Con me'.
Io annuii lentamente, baciandolo.
'Sai cosa sono'.
'Si'.
'Accettalo e basta'.
Io non risposi. Lo baciai trascinandomelo addosso.
'Quanto mi costerà accettarlo?', gli chiesi, mordendo piano il suo orecchio.
'Dipende', disse, continuando a baciarmi.
'Da cosa?', chiesi, spingendolo a sedere, 'da cosa dipende?', insistetti, prima di montare sopra di lui.
'Da te. Dipende da te', disse, sollevando l'orlo della mia maglietta per poi baciarmi il petto.
'Dimmi quanto', lo incalzai, incastrando le mani nei suoi capelli e mordendo il suo collo.
Harry rise.
'Non voglio i tuoi soldi Louis', disse, tirandomi verso di lui per il collo e affondando la lingua nella mia bocca.
'Cosa allora?', sussurrai, riprendendo fiato.
'Voglio solo...questo' e mi baciò, 'e la tua parola', concluse, lasciando le mie labbra.
'La mia parola?', chiesi confuso.
'Prometti', chiarì, accarezzandomi la schiena.
'Cosa?'
'Che mi lascerai vivere la mia vita. Che non cercherai di cambiarmi. Che non sarai geloso', elencò le sue condizioni spostandomi la frangia per osservare il mio viso, 'ma pensaci', concluse.
'Non ho bisogno di pensarci'.
'Si che ne hai'.
'No'.
'Allora sei un incosciente'.
'O forse sono già innamorato'.
'Spero per te di no'.
'Perché?'
'Perché allora non potresti mantenere la tua promessa'.
Si alzò dal divano con uno sforzo, sorreggendomi per le gambe e mi portò nella sua camera.




Angolo autore:

Come prima cosa volevo dire un grazie enorme al mio editor, per l'impegno che mette nel correggermi e consigliarmi.
E' vero che chi scrive lo fa da solo, ma sentirsi compresi è sempre bello e sapere che c'è qualcuno, anche una sola singola persona, che capisce e apprezza davvero le difficoltà e l'impegno è di grande aiuto.
Per cui grazie!
Potresti essere l'unico a leggermi (e probabilmente è così bahaauaua), ma vali più di 100 lettori, te l'ho già detto.

Sul capitolo non ho molto da aggiungere, dato che ho la speranza di essere stata chiara nel raccontare gli eventi e gli stati d'animo dei protagonisti.
Se così non fosse, chiedete pure ovviamente, o fatemi sapere dove non sono stata sufficientemente chiara, la cosa mi sarebbe di grande aiuto.

Ci tengo solo a farvi sapere che più vado avanti e più realizzo che Harry e Louis hanno davvero poco a che fare con Marguerite e Armand e la cosa mi riempie di gioia.
Superficialmente hanno dei tratti in comune e credo sia normale e anche necessario, ma caratterialmente sono molto diversi.
Harry in particolar modo è molto lontano da Marguerite, anche se non nelle intenzioni.

Detto questo, grazie ancora a chi mi ha letto e aggiunto a qualsiasi lista.

Angelique

P.S. Il lavoro di editing dei capitoli precedenti ha avuto qualche ritardo, per cui li ho aggiornati recentemente, nel contenuto rimangono invariati ho solo cercato di migliorare alcuni aspetti che non ci convincevano, oltre alla formattazione del testo!


Lover, You Should've Come Over la trovate anche su Wattpad (Angelique79).
Questo è il mio account Twitter @sunbozzi79.
   
 
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