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Autore: sistolina    29/09/2015    0 recensioni
"Dormiva le ore che avevano il vuoto intorno, come ciambelle col buco ripieno di tempo buttato, andato a male, accaduto.
Forse sarebbe stato bene stracciato e sempre bisunto, come nell'estate dei suoi 13 anni, unto per scivolare fra gli anni inosservato, intaccato, intoccato, intangibile, intollerabile.
Senza lasciare il segno.
Senza scandalo."
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ricominciare non esiste.
Tutto comincia, sempre, daccapo.

 


Strisce pedonali di latte versato.
 
 
“[...]going deeper into the feeling that Bosnians call sevdah - 
a feeling of pleasant soul pain, when you are at peace with your woeful life, 
which allows you to enjoy this very moment with abandon.”
(Nowhere Man, Aleksandar Hemon)


Nel suoi 13 anni ora ci sarebbe stato bene.
Ora contava i silenzi che non sapeva coccolare e scarabocchiava gli addii che non voleva dire.
Dormiva le ore che avevano il vuoto intorno, come ciambelle col buco ripieno di tempo buttato, andato a male, accaduto.
Forse sarebbe stato bene stracciato e sempre bisunto, come nell'estate dei suoi 13 anni, unto per scivolare fra gli anni inosservato, intaccato, intoccato, intangibile, intollerabile.
Senza lasciare il segno.
Senza scandalo.
La scriminatura di lato, in mezzo alle nuvole, nere, in un cielo sereno di metà luglio, tracciata nell'afa appiccicosa di dimenticanze tipiche del tumore al cervello adolescente, sintetico, sintattico, asfittico, selettivamente ascorbico, come l'acido lattico.
Non l'avrebbe data vinta al caso, a 13 anni, a malapena avrebbe sollevato la testa dal banco, a 13 anni.
Sarebbe morto, a 13 anni, di solitudine, di testardaggine, di spasmi muscolari e di crampi allo stomaco, cercando di sterminare le farfalle.
Il rigurgito di chi non ha mai appetito ma muore di fame.
Poi di cosa hai voglia non si sa mai, e chissenefrega.
Tutti complottisti, scie chimiche di vergogna sui passaggi pedonali. Omicidi delle piste ciclabili. Suicidi della coda alle casse della COOP.
Masturbazioni cosmiche di eclissi solari e acqua su Marte.
Catene che si spezzano nelle pozzanghere di latte versato.
A 13 anni, forse, ora no.
Ora beve caffè,
ora fa sesso,
ora si lava,
ora mangia,
ora dorme.
Ora non scappa, non spinge, non vibra, non si nasconde.
Non si morde le unghie.
Non riavvolge il nastro delle musicassette con la matita Stabilo HB con la gomma rossa.
Non strappa, non stringe, non stressa, come una pubblicità vecchia che per sempre canticchia afasica ai margini di un tumore adolescenziale riassorbito per quel miracolo decomposto e adulto.
Adesso è vivo, forse, l'ombelico del dubbio, il ripieno del buco della ciambella di ogni dubbio.
Nel dubbio, dubito.






 
   
 
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