Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Nyssa    14/02/2009    12 recensioni
Sequel de: Le Relazioni Pericolose
Sono passati circa diciotto anni da quando abbiamo lasciati Harry, Draco, Hermione e tutti gli altri e molte cose sono cambiate nel frattempo.
Adesso sono i loro figli a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria, divenuta stranamente tranquilla; ma non tutto è come sembra perchè misteri e fantasmi del passato stanno tramando nell'ombra e Hogwarts potrebbe non essere il posto apparentemente pacifico che sembra.
E i nostri nuovi protagonisti, la new generation, affascinati dai misteri come lo erano stati i loro genitori, chiaramente non intendono lasciarsi sfuggire l'occasione di vivere qualche avventura tra le antiche mura della scuola e rompere così la noiosa routine di tutti i giorni!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Black, Tom O. Riddle | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'L'oro e l'argento' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
-

-          Ti stupirà vedere quanto è collegata alla tua

-          Alla mia?

-          Sì. Era la stessa notte che tu divenni un demone. Bellatrix e compagnia erano partiti due giorni prima per “certe faccende” e mia madre aveva cominciato ad avere le doglie. Per l’occasione potei vederla e parlare con lei; il 31 dicembre nacque Izayoi.

-          Quindi Lachlan non è figlio di tua madre?

-          Aspetta. Mia madre mi disse di aver avuto un sogno strano mentre stava partorendo, qualcosa sul futuro e sul fatto che non avrebbero mai lasciato in vita un Voldemort bambina perché… beh, qualcosa era andato storto, solo che noi non lo sapevamo, pensavamo a dell’altro, solo dopo molti anni, dagli esami del DNA che abbiamo fatto, risulta che mia sorella abbia solo metà del corredo genetico del Signore Oscuro

-          E l’altra?

-          Strano ma vero, appartiene a mia madre, infatti le somiglia molto, non solo nell’aspetto, praticamente è come se fosse figlia loro

-          Che accadde?

-          Presi la bambina per proteggerla, spaventato dalle parole di mia mamma, e uscii all’aperto in cerca di una soluzione, camminai nella neve in qualcosa di simile alla bolla di Atlantide in cui stiamo adesso, è stata la prima magia che ho imparato, una magia di protezione. In Ungheria quando una famiglia ha troppi figli li abbandona, è un paese povero, specie la regione dove viviamo; al villaggio vicino, un posto di maghi, sentivo piangere un neonato, era un maschio e qualcosa mi disse che avrebbe avuto gli occhi verdi, ho rischiato quanto alla roulette russa, specie se non li avesse avuti, ma decisi di fidarmi del mio istinto, all’epoca non ero come adesso, è stato dopo che ho imparato a non agire d’impulso: lo presi con me. A sette anni si è molto stupidi – disse parafrasando ciò che aveva detto lei – sapevo cosa farne di lui, ma non di lei: dovevo abbandonarla? Stanco e infreddolito, si dissolse anche la Bolla, fu allora che incontrai Astaro

-          Astaro?

-          Già, strano vero? Lo implorai di aiutarmi senza sapere cosa fosse lui né cosa fossi io e lui accettò

-          Astaro? Ma lui invece lo sapeva benissimo!

-          Mi disse cosa volevo fare e io gli chiesi se poteva trovare mio padre, ricordo che si mise a ridere. Mi portò in una casetta di taglialegna e mi fece scrivere un biglietto per Alerei, mi rifocillò

-          Hai mai incontrato tuo padre?

-          No, mai, però sapevo di averlo e speravo che mi aiutasse. Gli scrissi chi ero e che la mamma era in pericolo, di prendere quella bambina o qualcuno l’avrebbe uccisa: era figlia di mia madre e avevo paura anche di Voldemort, credevo che i bambini fossero metà come la madre e metà come il padre, a quel tempo. In realtà la lettera era un capolavoro di errori di ortografia e scrittura malferma, qualcosa tipo Caro papà, mi chiamo Christopher Black, la mamma dice che mi chiamo anche DeLaci. Io non ti conosce e tu non conosci me, ma se sei buono come mamma dice allora salva questa bambina, è mia sorella, è figlia della mamma, non so chi sia il padre, non tu… forse Voldemort, ma è colpa di zia Bella; non ti offenderesti vero? Ti prego salvala o almeno tienila lontana dai mangiatori di morte, mamma dice che la ucciderebbero ma lei non deve morire. PS: la mia mamma si chiama Temperance DeLaci. Io credevo Black, ma lei dice DeLaci.

Mia madre è sempre stata legatissima al suo cognome da sposata.

-          E poi che accadde?

-          Astaro andò in Inghilterra e mio padre prese la bimba, Izayoi mi ha detto che la fece passare per figlia sua.

-          E l’altro bambino?

-          Lo riportai al castello appena in tempo, ma zia Bella mi scoprì mentre lo mettevo nella culla di Izayoi. Mi frustò sette volte

-          Ti frustò?

-          Non fu l’unica volta

-          Se… se… se mi capita tra le mani io, io non so se riuscirei a trattenermi!

-          È morta ormai, lascia in pace i morti

-          Non si deve frustare la gente!

-          Passai il resto della mia vita a preoccuparmi per Lachlan, zia Bella era entusiasta, io terrorizzato che scoprisse l’inganno. Temevo che lo plagiassero e diventasse cattivo, ma grazie a Dio non accadde, sapendo che nessuno dei bambini era Voldemort, avevo paura che caratterialmente diventasse come lui, in un mondo come il nostro, purtroppo è estremamente facile. – Gardis strinse le sue mani cercando di trasmettergli quello che sentiva

-          Perché Bella è venuta a Hogwarts? E come avete aperto la Camera?

-          Izayoi parla serpentese, è stato facile, bastava sapere da dove entrare; per Hogwarts… la zia credeva che il Medaglione avrebbe dato a Lachlan più potere e dato che non ci avevano detto come arrivare alla Stanza della Fondazione, decidemmo di passare per la Camera dei Segreti. Zia Bella invece lo sapeva… e sapeva anche ci si poteva smaterializzare lì

-          E tu li hai aiutati

-          Avrebbero ucciso Lachlan e mia sorella, se avessero saputo la verità, io e lui non avremmo saputo dove nasconderci eppoi… avrebbero fatto del male a nostra madre. L’unica cosa che non ho mai capito è come facesse Izayoi a sapere sempre quello che pensava la gente

-          È una brava legilimens?

-          Non so come chiamare il suo potere, lo fa senza usare certe tecniche

-          Io penso di saperlo

-          Sul serio?

-          È per la Maledizione delle Parche

-          Di che si tratta?

-          Una maledizione tramandata ai discendenti femminili della stirpe di Salazar, tu non sai di essere un suo discendente, vero?

-          No

-          Non direttamente, certo, lo erano i Gaunt, la famiglia di Lachesi, la madre di Zachariah e quindi tuo nonno; ogni discendente primogenita la riceve: la aveva Lachesi, l’ha Rowena e, dato che Rowena non ha avuto figli e Temperance era già nata, presumo che sia passata a sua figlia

-          Di che si tratta?

-          Sono tre le Parche: Cloto, Lachesi e Atropo. Lachesi Gaunt aveva la maledizione della Parca Lachesi, vedeva il presente, sai, quella che filava il filo del destino

-         

-          Rowena ha la maledizione di Cloto, lei vede il passato, mentre tua sorella probabilmente ha finito il giro con la terza maledizione: Atropo, colei che vede il futuro ed evidentemente il futuro è rappresentato per lei dai pensieri prossimi di chi le sta di fronte… ovviamente ciascuna vive questa cosa in maniera diversa, quindi se Rowena, la moglie di Piton e la sorella di tuo nonno, lo vive in prima persona, per Izayoi potrebbe essere diverso

-          Non credo di aver capito

-          Non sono io che dovrei spiegartelo, ti porterò da Rowena così che lei possa dare a te e a tua sorella delle spiegazioni

-          La conosci?

-          Sì, molto bene…

Ci fu silenzio per un tempo piuttosto lungo.

-          Vorrei parlarti di una cosa, una cosa che mi sta molto a cuore ed è come la penso su certe faccende

-          Di che si tratta?

-          Abbiamo avuto dei diverbi, nella Camera dei Segreti, qualcosa riguardo a Lachlan. Io non ero così impuntato sulla faccenda solo perché, alla fine, lui non era Voldemort per davvero

-          Che vuoi dire?

-          Nessuno dei miei fratelli è Voldemort, tuttavia, se anche uno lo fosse stato, le cose non sarebbero cambiate, avrei fatto le stesse cose

-          Sì, lo so

-          Io credo fermamente che quello che una persona è davvero venga fuori da due punti: l’educazione e l’essere.

-          Spiegami, mi affascinano le tue teorie

-          Una persona può nascere buona, ma se è male influenzata questa può diventare cattiva, giusto?

-          Ovviamente; vale anche il viceversa

-          Senz’altro. Analogamente, se una persona è cattiva, può diventare buona con l’educazione o rimanere cattiva

-         

-          Non si può giudicare solo per una parte di queste due cose, ad esempio se uno è nato cattivo. Io penso che Tom Riddle non sia diventato malvagio per l’essere che era, qauntopiù per quello che ha dovuto subire. Certo c’era una componente sua, ma… è stato solo quello?

-          Capisco dove vuoi andare a parare.

-          Insomma, Lachlan poteva essere Voldemort e poteva essere buono perché mi sono impegnato perché lo fosse, perché ho rischiato la mia vita per lui centinaia di volte e mi sono preso delle belle punizioni per ciò, perché lui sapeva il giusto e vedeva ciò che facevo, ma non sono pentito. Analogamente, poteva diventare cattivo forse più del vero Signore Oscuro solo per quello che gli avevano insegnato, concordi?

-          Sì, comincio a capire

-          È stato per quello che non ti ho detto subito di Izayoi, là sotto, volevo che tu credessi che lui fosse buono, anche se fosse stato Voldemort

-          Allora perché lui era così fissato che l’uccidessi?

-          È sempre stato convinto che con la sua morte io non avrei rischiato niente per lui e per Izayoi, di cui i mangiamorte ignoravano l’esistenza. Pensava che zia Bella e gli altri avrebbero rinunciato, senza sapere che, invece, avrebbero ripetuto l’esperimento una seconda volta

-          Lachlan sapeva di non essere davvero tuo fratello?

-          Sì, gliel’ho detto fin da quando è stato abbastanza in grado per capire. Sono io che lo consolavo quando Rodolphus o qualcun altro lo faceva piangere, anche se loro non lo sapevano, e lui sentiva di essere inadatto, ma… io e Lachlan siamo fratelli nello stesso modo in cui potete esserlo te e Seraphin e non mi riferisco al vivere insieme, quanto al crescere insieme, al condividere del semplice affetto fraterno anche senza una consistente parentela di sangue e, soprattutto, condividere dei segreti.

-          So che intendi, ho molti fratelli in quel senso

-          E sembrano tutti sul punto di volermi uccidere

-          A volte sono un po’ protettivi

-          Lo sono anche io con lui.

-          E Izayoi? Lei e Lachlan si conoscono?

-          Li ho fatti conoscere il primo giorno di scuola, ma è come se quei due fossero davvero fratelli, come se si conoscessero… probabilmente è stato quel pomeriggio che abbiamo passato tutti e tre nella neve. Lachlan e mia sorella hanno parlato molto, Izayoi soffre d’insonnia e mio fratello è tormentato dagli incubi di quello che ha visto in Ungheria, la notte al posto che dormire la passano a parlare

-          E cos’è questa follia che… - stava per dire che Lachlan voleva sposarla, ma forse Kitt non lo sapeva, dopotutto non aveva sentito che cosa si erano detti nel sotterraneo… - no, niente – lui la guardò interrogativamente mentre lei spostava gli occhi sul cielo e lo studiava per un po’, decidendo cos’altro dire

Ancora un silenzio denso, ma che non era la quiete prima della tempesta, era la quiete DOPO la tempesta.

-          Quando te lo hanno fatto? – domandò all’improvviso la bionda passando la mano sulla camicia

-          Che cosa?

-          Il Marchio

-          Due anni fa – lo sguardo bicolore di lei divenne triste e lontano

-          Ti ha fatto male?

-          Non molto, non più del resto - ne aveva passate tante per la salvezza dei suoi fratelli… aveva sofferto dolori di ogni tipo e molte preoccupazioni perché, se si era occupato di far sì che Lachlan avesse anche una persona “non cattiva” al suo fianco, lo stesso non poteva dire di Izayoi. Kitt non aveva conosciuto suo padre e non sapeva come fosse, magari la cattiveria innata di Voldemort l’aveva soggiogata e lei sarebbe diventata una nuova Lady Nera… non poteva seguire anche lei. Non aveva avuto molto di cui essere felice, ecco perché i suoi sorrisi erano sempre di circostanza.

Si voltò stupita nella sua direzione

-          Bugiardo – sussurrò sfiorandogli le labbra con un dito. Ora capiva le cose molto meglio – non sei mai stato bravo ad ingannarmi

-          Già, ti sei accorta fin da subito che non ero ciò che apparivo – era stato proprio così

-          Forse, inconsciamente, anche se non sapevo che tu fossi il Byakko e neppure tu, siamo stati attratti l’uno dall’altra proprio da quello

-          Spiacente ma quella che provo per te non credo sia semplice attrazione – Kitt liquidò quella conversazione con un’espressione seccata

Gardis sorrise e lo baciò.

-          Ora tornerai a farei il bravo ragazzo?

-          Che vorresti dire?

-          Che i bravi ragazzi non fanno quello che facevi tu là sotto, lanciare maledizioni e tentare di uccidere tua zia… tornerai a fare il “tutto per la salvezza degli altri e mai niente per sé stesso”, come era una volta?

-          No, credo di no. – disse con un sorriso perfido - Non è divertente fare il bravo ragazzo. Da oggi voglio fare quello che mi pare.

-          Ma stai bene? Che cosa ti hanno fatto, un travaso di personalità? Sembri Leonard…

-          Benissimo, e per cominciare, dato che abbiamo finito i convenevoli, voglio baciarti

-          No, tu non stai bene

Ma le sue ulteriori proteste vennero smorzate da un bacio improvviso e per quanto lei cercasse inutilmente di dirsi che non era ciò che sognava ogni volta, due istanti dopo gli aveva allacciato le braccia intorno al collo, mentre le mani di lui le accarezzavano dolcemente i capelli e le spalle con una delicatezza innata.

-          Faresti l’amore con me? – gli domandò piano mentre lui le baciava il collo; lui si ritrasse un attimo e fissò gli occhi blu in quelli di lei, pieno di stupore e sconcerto.

-          Poi sono io quello che ha i problemi, eh?

-          Parlo sul serio. È una cosa a cui penso da tanto… - arrossì

-          Ma Rago non scomparirà?

-          Sì.

-          Credevo che vi voleste bene alla fine

-          È così, ci rispettiamo molto, ma ognuno deve vivere la sua vita. È il momento che lei torni dal suo Dresda e gli faccia una bella predica.

-          Credevo che avresti voluto aspettare, forse per sempre

-          Oh, andiamo, mi conosci, sai che non ne sarei mai capace…

-          Perché sei una Malfoy?

-          Non solo. Lo farai?

-          Non è un po’ presto?

-          Direi che sei anni sono può che sufficienti, non credi? O almeno per determinare che non sei un mascalzone intenzionato solo a distruggere una povera ragazza e la sua innocenza intatta

-          E tuo fratello e Astaro? Non ne vuoi parlare con loro prima?

-          Quello che faccio della mia vita è affar mio e Rago sa come la penso, in verità non è neppure affare suo…

-          Approva?

-          Più di quanto immagini

-          Seraphin mi ucciderà – lei sbuffò visto che, invece, era stato proprio lui a mandarla al macello - Continuo ad essere incerto

-          E se ti seducessi? Dopotutto, non avevi detto che avresti smesso di fare il bravo ragazzo?

-          Non ho detto che avrei smesso, solo che non è divertente – il ghigno made-in-malfoy di Gardis si formò sulle sue labbra mentre gli gettava le braccia al collo: sapeva di poterla vincere, quella battaglia.

 

Kitt la fece distendere sul pavimento di marmo del terrazzo, la Bolla di Atlantide, intorno a loro, formava un nido caldo e invisibile, non si avvertiva il rigore dell’inverno; le tende della portafinestra scivolarono veloci sulla loro guida, oscurando al corridoio la scena.

 

Christopher guardò la ragazza distesa, il petto scoperto dove i nastrini di raso della camicia erano stati sciolti, un segno rosso, dimostrazione del suo ultimo bacio, poco distante. Su di tutto spiccava il ciondolo a forma di lucchetto che le aveva regalato per Natale e che, come gli aveva promesso, non si era mai levata.

Dalla tasca dei pantaloni che ancora indossava estrasse una chiave che combaciava perfettamente con la piccola serratura del ciondolo. Uno scatto e questo si aprì

-          Avevi davvero la chiave – sussurrò piano lei

-          Non credevi che Hestia potesse avere ragione? – in risposte ottenne un cenno del capo; si rimise il ciondolo in tasca e al suo posto fissò quello che gli aveva dato Astaro: “Dallo alla persona che ami”.

Mentre lo teneva in mano si accorse di alcuni segni sul retro e, voltandolo, sospettò che si potesse trattare di parole, lo porse alla ragazza chiedendole se sapeva tradurlo dalla lingua in cui era scritto, dimenticata da secoli

 

Gardis avvertì le parole formarsi normalmente sulle sue labbra, come se quell’idioma dimenticato fosse la sua lingua di nascita

Non sei più sola

                               Dresda

 

Tradusse. Se Rago l’avesse ricevuto, avrebbe continuato col suo piano folle? Nessuno avrebbe mai saputo dirlo, neppure Rago perché stava per scomparire per sempre da quella terra.

Poco importava ormai.

Ciò che contava era che la stessa frase valeva anche per Gardis e… la storia di Rago e Dresda doveva essere per loro due un monito.

Tra poco Rago e Dresda non sarebbero stati soli mai più.

Lui riprese il monile e lo appese alla catenella rimasta vuota, poi lo baciò e lasciò che il metallo freddo toccasse la pelle nuda di lei.

Gardis l’abbracciò, lui avvertì la morbidezza del seno premere contro il petto, lei percepì sotto le dita i tagli sulla schiena che erano state le punizioni di Bellatrix, la carne era appena in rilievo, stranamente liscia al tocco. Chiudendo gli occhi gli accarezzò il bracciò dove bruciava il Marchio Nero, più scuro che mai.

Sciogliendo l’ultimo nastro lei prese la mano di lui e se la posò sul petto

-          Lo senti come batte? – chiese con voce soffocata – credevo che solo la paura facesse battere il cuore così e io non ho mai provato paura… neanche adesso. E allora perché sembra che stia per uscirmi dal petto, che cosa mi fai ogni volta che mi tocchi, Kitt? - lui le intimò il silenzio con un sorriso

-          Ti stupirebbe sentire quanto batte il mio e… batterà ancora più forte – le sussurrò piano all’orecchio, mentre la mano si spostava ancora più in basso, sfiorandole la punta del seno e lei si mordicchiava le labbra.

-          È una fortuna per noi che almeno tu non sia più vergine e sappia cosa fare – lui fece un sorrisetto

-          Non l’ho mai ritenuto un privilegio così grande

-          Torna utile, ogni tanto – concesse lei mentre cercava di frenare l’istinto di infilargli le mani nei pantaloni, non c’era niente di sbagliato, certo, però… il perbenismo di sua madre l’aveva rovinata. E anche la timidezza. Un Malfoy timido era forse uno scherzo di natura peggiore di un Malfoy Grifondoro…

Lui sorrise, come se avesse indovinato i suoi pensieri perversi, e si tolse i pantaloni.

Ovviamente Gardis non si sarebbe dovuta imbarazzare più di tanto, specie dopo quella bella uscita al bagno dei Prefetti di Corvonero, però l’abitudine è dura a morire, chissà quanto ci aveva messo papà ad estirpare quella della mamma… anzi, le era mai passata?

-          Decisa? Sicura? – le domandò per l’ennesima volta; anche per lui perdere il suo modo di fare da brava persona era difficile, ma le piaceva anche quel suo lato dolce e preoccupato, non le dispiaceva, per una volta, essere lei quella che prende l’iniziativa, insomma, almeno se papà o Leonard avessero deciso di dire qualcosa poteva sempre addossarsi tutta la colpa, no?

Se se, come se Kitt glielo avrebbe lasciato fare, come minimo si sarebbe immolato giurando di averla violentata.

-          Kitt, ti insegno una cosa sui Malfoy: non ci si guarda mai indietro. Che senso ha stare a piangere sul latte versato? Quando ripensi a certe cose ti fai solo del nervoso, ci stai molto male e ti tormenti dicendoti che hai fatto la scelta sbagliata. Cancelliamo il problema alla radice: se non ci pensi non puoi sentirti eccessivamente colpevole.

-          Sì, credo che Seraphin mi abbia detto qualcosa del genere

-          Fin è venuto su col metodo Malfoy, gli manca una sola cosa per diventarlo completamente

-          Che cosa?

-          I capelli biondi – l’altro rise – beh, di certo non puoi dirmi che gli manca il proverbiale carattere di…

-          Non lo dire, Gardis, non dire “merda” o te ne farei pentire

-          Non lo faresti! – replicò indignata, ma più che altro era stupita che lui sapesse pronunciare una parolaccia

-          Chi te lo dice? Posso farti implorare pietà, se lo voglio – involontariamente Gardis pensò che quella frase aveva un che si affascinante, oltre che di deterrente

-          D’accordo, carattere di schifo, va bene carattere di schifo?  - non era però tanto sicura di voler sperimentare la sua pietà, ma soprattutto il motivo per cui avrebbe dovuto chiederla

-          Molto meglio. – approvò

-          Aspetta, c’è un problema

-          Quale? – domandò lui incerto

-          Devo cambiarmi

-          Cambiarti?

-          Sì – Gardis si alzò a sedere e controllò dentro la camicia da notte – non sono presentabile

-          Mi spieghi che c’è da essere presentabile? Hai solo una camicia!

-          Non indosso la biancheria giusta

-          E quale sarebbe? – chiese esasperato

-          Per tua informazione sul mio reggiseno ci sono disegnati dei forellini e probabilmente qualche altra amenità e tu mi hai detto che non ti piace

-          Ma era così per prenderti in giro

-          Avevo comprato della biancheria color caffè… - ammise imbarazzata

-          Ma lo sai che sei proprio una sciocca?

-          Beh, scusa tanto se quando sono andata nella Camera dei Segreti non ho pensato che fosse l’occasione ideale per mettersi i nuovi acquisti, non pensavo certo che sarebbe finita così! Sai, pensavo di combattere, non di andare a letto con qualcuno e ti assicuro che sedurre i mangiamorte non era nelle mie idee, se invece pensavi che volessi farti cambiare idea facendomi compiacente allora…

-          Non mi riferisco a questo. Perché l’hai comprata?

-          Perché mi avevi detto che ti piaceva e io volevo piacerti – confessò con le guance in fiamme

-          Ma che senso vuoi che abbia il colore della biancheria?

-          Ma se sei stato tu a fare quel discorso!

-          Ti proibisco di andartene. Non m’importa cosa indossi né cosa indosserai perché quello che voglio in questo momento, se non te ne fossi accorta, è solo levartelo. Chiaro signorina? – lei accennò un assenso tirato - Ora smettila di parlare

-          Io non sto parlando, sto semplicemente replicando a quello che mi dici, mi devo occupare delle cose serie!

-          Stai parlando a vanvera

-          Io non parlo a vanvera, piuttosto eri tu quello che voleva giocare a bridge per non venire a letto con me – ricordò malefica

-          Io non dovevo “venire a letto con te”, io dovevo dormire con te che ti strusciavi contro, è un po’ diverso. E se adesso sei offesa perché non m’interessa il colore delle tue mutandine, fattene una ragione perché ho una priorità nei pantaloni che è più pressante

Lei sbuffò fingendo di non aver sentito l’ultima parte

-          Sei agitata? – il tono era cambiato, lui la abbracciò, faceva tanto la dura, ma poi non sapeva che fare. Tra le sue braccia, però, sembrava che non dovesse capitare niente di terribile.

Annuì meccanicamente.

Lui la trascinò sul pavimento con sé, stringendola forte, come se volesse scappare e, da una parte, aveva anche paura che succedesse. Non si accorse come, ma poco dopo vide sfilarsi il reggiseno e comparire accanto a lei: come ci era riuscito? Aveva anche la chiusura sul retro! E le mutandine le aveva ancora addosso?

 

Beh, ma alla fine che importava? Si accoccolò di più: pace e tranquillità, era in paradiso; il solo stare tra le sue braccia la mandava in estasi.

 

Al’improvviso e altrettanto inaspettatamente, sentì qualcosa di strano scorrere tra le sue gambe e l’attimo dopo avvertì un dolore lancinante al bassoventre che la percorse dalla testa ai piedi, netto come il taglio di un coltello molto, molto affilato.

Si morse le labbra, faceva male, malissimo! Una lacrima le rigò la guancia, nascose il viso nell’incavo del collo di lui, protetta dai suoi capelli, singhiozzò come una bambina

-          Grida se fa male – le ordinò lui all’orecchio

-          No, mi sentiranno

-          Non lo faranno, urla più che puoi!

La voce le rimbombò nelle orecchie, acuta e stridente dal dolore. Sentì il sapore del sangue sulle labbra dove le aveva morse prima, Kitt avvicinò la bocca all’orecchio

-          Brava – le disse sottovoce e poi la baciò

Ma brava per cosa? Non capiva molto, aveva gli occhi annebbiati dalle lacrime represse, non credeva che sarebbe stato così doloroso… sì, insomma, aveva messo in conto tutto, però… forse era per via di Rago, forse cancellare per sempre quella presenza doveva richiedere un sacrificio particolare…

Da quel momento, stranamente, non ricordò molto, come se all’improvviso avesse perso i sensi, ma in realtà, a parte la vista, ricordava tante cose, come la loro pelle che sfregava, i capelli, il sudore e i baci di lui.

 

*          *          *

 

Quando riaprì gli occhi si sentì come quando ci si sveglia da un brutto incubo, li spalancò e cominciò a riprendere coscienza di sé.

Era ancora tutto scuro, era ancora notte, e la terrazza era dove l’avevano lasciata; sentì della stoffa sulle spalle e si accorse di indossare il maglione di Kitt proprio sulla pelle, automaticamente ne inspirò l’odore caratteristico, come se questo potesse placare il tumulto che aveva dentro, oppure valutando se ci si poteva nascondere a sufficienza per mimetizzare il rossore che le saliva alle guance.

 

Quando voltò la testa alla sua ricerca trovò il Ravenclaw al suo fianco che le sorrideva, non c’era compiacimento, non c’era niente tranne della dolcezza e si disse che era stata proprio fortunata a dare la sua verginità ad un ragazzo del genere, non tutte erano così fortunate da avere una persona che ti rispetta e ti tratta con tutto l’amore del mondo, specie se, come lei, provavano tanto dolore in un momento dove, sapeva, gli uomini erano sempre un po’ di fretta; lui aveva aspettato lei e i suoi tempi, questo almeno lo ricordava con chiarezza perché non aveva fatto un singolo gesto finchè lei non gli aveva confermato che cominciava a passarle il male.

Non si pentiva di quanto accaduto, non se ne sarebbe pentita neppure se le cose tra loro due non fossero durate, ma visto come la pensava, dubitava fortemente che si sarebbero lasciati perdere facilmente, soprattutto dopo essersi TROVATI dopo così tanto…

 

-          Ti riporto al Grifondoro – annunciò lui prendendola senza sforzo in braccio, lei gli si aggrappò al collo, non aveva più tanta vergogna di toccarlo in maniera così familiare, soprattutto dopo quanto successo, almeno se si escludeva quel color peperone che aveva in faccia e che le tingeva anche le orecchie.

-          Mi sono addormentata? – chiese imbarazzata di aver fatto una cosa così poco fine

-          Qualcosa del genere, ma te lo sei meritato

Lei abbassò gli occhi e notò che in terra, sotto di lei, sul pavimento, c’erano delle piccole macchie vermiglie come lamponi, si tirò il maglione fin sulla testa nascondendosi

-          Dimmi che non le ho fatte io – implorò, lui rise forte e la sua risata la fece tremare mentre la reggeva ancora tra le sue braccia

-          È normale

-          Non mi piace che tu ti sia rivestito e io sia ancora così… deshabillé…

-          Laverai la camicia un’altra volta, ora devi riposare – lei prese l’indumento che lui le passava, lo dispiegò davanti, ehm… fece tanto d’occhi

-          Temo che un gratta e netta non sarà sufficiente – annunciò lei riferendosi alla macchia rossa grossa come una ciambella che deturpava la stoffa chiara

-          Volevo levare anche quelle sul pavimento, ma poi ho deciso che potevamo tenerle come ricordo

-          Sì, di un’umiliazione

-          Benvenuta nel mondo dei grandi

 

Kitt la riportò in camera nonostante lei fosse partita dall’infermeria, poi fece per andarsene

-          Rimani a parlare?

-          Adesso? Credevo volessi dormire

-          Sono tre giorni che dormo

-          Beh, te ne meriti altri due e anche io…

-          Tu cosa?

-          Ho passato due giorni a rispondere a domande su domande, il Ministro ha voluto sapere tutto di tutto

-          Non volevo parlare di quello

-          Ah no?

-          No, volevo discutere, per esempio, del quando tu hai perso la verginità e di come è stato

-          Meglio sorvolare

-          Quando

-          Gardis…

-          Quando?

-          D’accordo, avevo sedici anni, contenta?

-          No – lui sospirò

-          Stavo di nuovo pensando che io e te dovevamo darci un taglio, all’ultima partita di quidditch che avevo vinto coi Serpeverde mi avevi abbracciato per mezz’ora e io non ero molto a mio agio, insomma, me l’ero filata in bagno e non voglio dirti a fare cosa, per farla breve, pensavo di essere decisamente troppo coinvolto da te.

-          Non lo davi a vedere, anche se mi avrebbe fatto piacere accorgermene

-          Benché abbia provato a nasconderlo, credevo che quelle cose fossero lampanti. Ad ogni modo, mio zio insisteva che cominciassi a darmi da fare e al castello c’era una ragazza che aveva bisogno di soldi. Ho preso tre piccioni con una fava: ho fatto contento lo zio, mi sono detto che non potevo più guardarti in faccia perché ero andato a letto con un’altra e vabbè, c’era anche altro, e ho dato dei soldi ad una poveretta

-          Belle scuse, potrei accusarti di favorire la prostituzione

-          Cominci a non credermi?

-          E le altre?

-          Le altre cosa?

-          Le altre volte, non è stata l’unica, ci scommetto dieci galeoni – lui arrossì

-          La zia l’ha assunta al castello come sguattera

-          E tu ci hai preso la mano

-          No, diamine, aveva cinque fratelli da mantenere

-          E…

-          Mi mandava in bestia il fatto che non riuscissi a dimenticarmi di te, pensavo che “tradendo” la tua fiducia tu non mi avresti più parlato, Leonard e Rudiger lo scoprirono alla svelta, ma tu hai palesemente ignorato la faccenda che era piuttosto risaputa, anche se non come te la sto raccontando io.

-          Certo, l’immagine è tutto per un uomo – celiò - quanto è andata avanti?

-          Fino alla scorsa estate, poi se n’è andata

-          Sono invidiosa, potevi anche dirmelo però…

-          Non è stato bello, vedevo la tua faccia mentre ero con lei a… e tu eri troppo piccola. Per quanto mi riguarda lo sei anche adesso, ma sono un essere umano e ho dei limiti

-          Non parlare come mio fratello, sono grande a sufficienza per prendere le mie decisioni e a diciassette anni mi sento pronta

-          Va bene

-          Resti a farmi compagnia? Prometto che non ti chiederò altro, puoi dormire con me, tanto non ci sono più problemi, credo…

-          Fammi posto, io ho voglia di riposarmi, mi hai distrutto lo sai?

-          In verità non mi ricordo molto

-          Meglio così

-          La prossima volta sarò più cosciente – lui alzò gli occhi al cielo – però prima dimmi com’è stato

-          Imbarazzante – mormorò lui prima di piombare nel sonno del guerriero

 

*          *          *

 

Gardis non capiva cosa l’avesse chiamata a fare Leonard. Voleva solo starsene per i fatti suoi e riflettere su quanto successo, perché suo fratello doveva stressare?

Comparve nel camino della stanza del serpeverde e spolverò via la polvere magica in eccesso guardandosi intorno. Voleva solo sedersi, credeva di avere qualche problema di equilibrio…

 

La sedia c’era, era in mezzo alla camera, più che una sedia normale sembrava una sedia di tortura, purtroppo c’era anche Leonard alla finestra e con lo sguardo truce… e che diamine ci faceva Seraphin appoggiato alla colonnina del letto?

 

Il moro la salutò con la mano come se se l’aspettasse

-          Siediti – intimò invece il biondo indicando la sedia, il posacenere stracolmo non l’aiutava, perché Leonard era nervoso? Non è che aveva scoperto qualcosa, qualcosa tipo quello che era successo la sera prima?

Prese posto

-          Che ci fai a scuola Fin? Non dovevi andartene?

-          Piccola bugia – ammise lui facendo una linguaccia

-          E si può sapere che cosa volete da me?

-          Beh, premesso che non approvo, non del tutto chiaro, se papà lo scopre mi fa la pelle all’istante e poco cambia che sia suo figlio o un vampiro, capisci? Oltre al fatto che forse era un po’ precipitoso…

-          Ciò che vuole dirti è: siamo molto contenti per te E vogliamo sapere tutto. TUTTO.

-          Tutto? – chiese preoccupata lei, non capiva molto

-         

-          Non è che con tutto intendi quel tutto, vero?

I due ragazzi le si posizionarono davanti

-          Beh, mi sembra ovvio, Rago è scomparsa – dichiarò sperando di sviare il discorso

-          Di quello non c’importa – sentenziò il primogenito Malfoy

-          Infatti, noi vogliamo i dettagli

-          I dettagli? Che diamine di dettagli volete da me? Mica so come se n’è volata in Cielo o all’Inferno!

-          Gardis: ti è piaciuto? – chiese spudoratamente sincero Fin. Cominciava a capire che razza di dettagli volessero

-          Come lo sapete?

I due si scambiarono un’occhiata complice

-          Se ometti il fatto che ti ho dovuto addirittura mandare da lui a calci in culo, e credimi l’espressione non è volgare… eravamo qui a farci una bevuta e abbiamo percepito sparire l’aura demoniaca. Ma non c’importa di quello. Dì, ti è piaciuto?

-          Ma queste sono cose personali! – scandì categorica

-          E non lo diresti ai tuoi amorevoli fratelli?

-          Ovviamente no

-          Sputa il rospo Gardis, non lo diremo a mamma e papà, ma tu devi riferire ogni singolo gesto – figuriamoci se si umiliava fino a dire che l’aveva fermato a metà per disquisire sul colore della biancheria o che aveva fatto una macchia di sangue grossa come una ciambella: NEPPURE MORTA!

 

Qualcuno bussò alla porta e senza aspettare che il proprietario desse una risposta Rudiger mise dentro la testa

-          Ciao Leonard, senti devo proprio dirti che la formazione… oh, ciao Gardis, tutto bene? Che ci fai seduta su quella sedia? Sembri ad un interrogatorio della scientifica

-          Rudiger, portami qui il caro Christopher – scandì lapidario Leonard

-          Non ci provare fratello, non farlo!

-          Chris? A che ti serve Chris? – domandò l’altro biondo levandosi un ricciolo dall’orecchio, Malfoy fece un sorriso a metà tra il sadico e il soddisfatto

-          Informazioni

-          Informazioni? – chiese stupito Greengrass, poi spostò gli occhi verdi da Gardis, rossa e furiosa, al fratello e alla faccia ghignante di Seraphin

-          Non mi dirai che… no, non è possibile… oh… - giunse le mani e gli brillarono gli occhi, nessuno capiva le cose al volo come lui – datemi un altarino, devo ringraziare gli dei, credevo che sarei diventato vecchio prima di vedere questo giorno!

-          Ringrazierai dopo che avrai portato giù quel bravo Corvonero che mi serve QUI

-          Aspetta che arrivo

Gardis sospirò, come minimo Rudiger avrebbe trascinato giù Kitt tipo maialino sacrificale con tanto di mela in bocca ed erbetta pronta. Ma che aveva fatto di male?

-          Adesso finalmente sapremo come sono andate le cose

-          Non con me presente! – esclamò scandalizzata di dover addirittura presenziare alla messa in scena delle sue umiliazioni

-          Stai tranquilla, siamo stati tutti vergini una volta nella vita – la incoraggiò Seraphin, come se questo l’aiutasse

-          Sì, ma siete anche tutti maschi! – era un dettaglio non da poco

-          Ad ogni modo, a giudicare da come ti comporti, non sembra che ti sia dispiaciuto così tanto, sai sorellina? – la presero in giro i suoi fratelli, ci mancava solo Astaro ed era a posto, ma per fortuna il fratello di Rago era sufficientemente sensato da non mettere becco in quella faccenda, della serie, la saggezza dei secoli.

Kitt entrò nella stanza a spintoni con Rudiger dietro tutto giulivo

-          Oh, il nostro pollo – esclamò contento Leonard, Chris arrossì mentre Fin rideva di lui, ci si sarebbe abituato a certe cose se fosse entrato nella famiglia, accipicchia, cominciava a parlare come quei dannati Weasley!

-          Gardis, che gli sei andata a dire? – domandò implorante

-          Io niente, non prendertela con me e non intendo restare, come minimo devi assegnare qualche ronda supplementare, VERO Kitt?

-          Meglio, così si può parlare senza peli sulla lingua. Sii sincero “Kitt” – chiese il maggiore dei Malfoy – cosa ne pensi di Gardis senza vestiti? E voglio la verità, di qui non ti alzerai finchè non ci avrai detto tutto quello che lei non ha voluto dire, tipo cosa le hai fatto, detto e…

Fu quello che lei udì prima di scomparire nel camino e andarsi a seppellire sotto il Platano Picchiatore. Non invidiava Kitt, ma ogni tanto una ritirata strategica era d’obbligo, non poteva parlare di certe cose con una platea maschile schierata che voleva solo i dettagli più piccanti. Almeno tra loro avrebbero parlato la stessa lingua. Immaginare i pensieri di Chris era fin troppo facile: “Gardis, dannazione a te, che mi stai facendo fare?” non occorreva certo una laurea, ma dopotutto lei aveva dato la sua parte, ora toccava a lui soffrire. Sorrise e s’incamminò per il corridoio, aveva proprio voglia di tingersi le unghie di rosso e non certo perché fosse arrabbiata, oh no!

 

Era bello tornare sé stessi, umani, ma… era il caso di confessare a Leonard che era ancora capace di richiamare le fiammelle azzurre di Rago, anche se non avvertiva più i poteri della Regina dei Demoni?

 

Blaise la travolse mentre tornava felicemente alla Torre dopo una puntatina in Sala Grande

-          Hai visto mio figlio?

-          Zio, tu non hai figli – fece notare lei

-          Come no, certo che ce l’ho!

-          Zio, CHI è tuo figlio? Non c’è nessun Zabini a scuola e i figli di zia Moni e di Morgana si chiamano Landor e Weasley

-          Draco non te l’ha detto? – Zabini pareva stupito e divertito

-          Cosa doveva dirmi esattamente papà? – Gardis aveva la stessa espressione di Hermione quando non capiva qualcosa

Vide suo padre in fondo al corridoio, pregò che non avesse la vista acuta di suo fratello su certe cose e si lanciò contro di lui. Sua madre fece una faccia strana quando le comparve davanti, lei arrossì solo un attimo

-          Papà, zio Blaise ha un figlio? – perché papà era a disagio, che diamine non stava sapendo?

-          Sai piccola, è una storia complicata

-          Dimmi che non è lui, no, non ci credo

-          Ascolta Gardis…

Blaise, a debita distanza, cominciò a tossire a disagio, la sua storia sembrava sbandierata a voce troppo alta. Mica poteva perdere la faccia a quel modo! Che ne sarebbe stato della sua reputazione da sciupa femmine?.

-           Astoria pensava di non dirlo in giro – ammise l’ex Principe delle Serpi

-          Perché? Lo zio non voleva sposarla?

-          Veramente era lei – bofonchiò l’uomo

-          Come scusa? – era il caso di confidare alla propria figlia che c’erano donne al mondo che preferivano non sposarsi? Donne degeneri che volevano vivere libere esattamente come il padre del bambino che avevano messo al mondo? E che improvvisamente non sarebbe più stato figlio unico perché i suoi genitori ci erano ricascati? Per di più insieme! Sempre loro! Cretini che non imparano dai propri errori… Forse non era un buon esempio per la sua bambina… certe cose sconce Gardis non le poteva ancora capire, magari quando fosse cresciuta ancora un po’…

-          Ne riparliamo tesoro… - le disse la mamma

-          E a proposito, dov’è Leonard?

-          Dietro un interrogatorio – le sopracciglia bionde del genitore si sollevarono, vivamente colpito

-          Vieni Draco, andiamo a salvare un poveretto

Lei si astenne dal dire che il “poveretto” aveva giusto portato la loro innocente figliola nel mondo della perversione. No, dopotutto Kitt forse aveva bisogno di qualcuno con cui parlare…

-          No, voi mi spiegate – s’impuntò – ora e adesso – e ai suoi genitori non rimase che sospirare e assecondarla perché ci sono molti genitori malvagi al mondo, ma forse niente a peggio dei genitori che amano troppo i loro figli…

 

*          *          *

 

Epilogo

-          Che cos’hai, sei arrabbiato?

-          No – borbottò un uomo biondo con le mani piegate dietro la testa e l’espressione corrucciata

-          E mi tieni il broncio? Non è molto da Malfoy

-          Finiscila Hermione

-          Oh, insomma! Era solo un sogno! Eppoi io non sono mai stata brava in Divinazione – ammise la donna accoccolandosi contro il petto di lui e strofinando piano la guancia

-          Avrei preferito che sognassi dell’altro, cosa succederebbe se si avverasse?

-          Preferiresti che tua figlia rimanesse una zitella tutta la vita? Sei proprio un padre degenere

-          Forse lo preferirei

-          Non succederà. Potrà non andare come nel mio sogno, ma Gardis non farà mai la zitella, ho visto i suoi occhi

-          Perché devi avere sempre dannatamente ragione? E quel Corvonero poi? Che ne sappiamo che è una brava persona? Stava coi mangiamorte!

-          Anche tu

-          Questa è un’altra faccenda

-          No

-          Sì. Io non volevo, lui sì

-          Lo faceva per proteggere delle persone come facesti tu

-          Perché lo devi difendere? Gardis è anche tua figlia!

-          Innanzi tutto devi spiegarmi perché Leonard sì e Gardis no, eppoi se devo essere sincera la mia vita matrimoniale non ha fatto così schifo da non augurarla a qualcun altro, sai?

-          Cosa? Non ha fatto così schifo? Potrei quasi offendermi sai, “mezzosangue” – aggiunse offeso – e Leonard è un maschio

-          Certo, perché un maschio sì e una ragazza no

-          La finisci di cambiare discorso! Gardis è troppo piccola per sposarsi, non ha ancora finito la scuola!

-          Non ho detto che succederà domani

-          Hermione, questo presuppone che quel… quel… quel Black andrà a letto con mia figlia!

-          E dove sta il problema? – l’uomo bofonchiò qualcosa e le voltò le spalle

-          Tu sì e lui no? Vuoi forse negare i diritti coniugali di un marito? Perché nel caso

-          Certo che no! Ma Gardis è la mia bambina!

-          La tua bambina ha quasi diciott’anni, ti ricordi com’ero io a diciott’anni? Con una pancia gonfia come un melone, le voglie da donna incinta e l’umore di un bufalo

-          Quello non è cambiato molto…

-          Draco Malfoy! – esclamò lei indignata – io ero incinta! Perché io posso subire questa vergogna e lei no? Non che glielo preghi, ma tu mi dicevi di crescere, lei no? Solo perché è tua figlia? Non devi necessariamente augurarle una vita miserabile da derelitta… eppoi quel ragazzo mi sta simpatico

-          Due begli occhi ti mandano in deliquio, signora Malfoy

-          Sai che non è così

-          Negalo!

Lei disse qualcosa sottovoce.

-          Suppongo che sia normale, insomma, alla sua età mi sembrava normale avere ragazze e amici e andare a letto con qualcuno, ma diamine per lei non deve essere così!

-          Ma se non mi sopportavi proprio per quello! Mi chiamavi “santarellina”, ti ricordi?

-          Sì e anche quando hai smesso di esserlo

-          Quindi se non andava bene per me non lo è neppure per lei. Punto. Non tirare fuori argomentazioni stupide, ti stai arrampicando sugli specchi… - non era proprio il momento di comunicargli che Gardis aveva già indugiato tra le braccia di uomo, proprio come lei, solo che a differenza sua lei stava per finire la scuola senza gravidanze indesiderate

-          Mi sembra ancora così piccola… Leonard che non abita più qui e lei che cresce…

-          Sì, sembra ieri che erano bambini…

-          Hermione, perché non facciamo un altro figlio?

-          Ma  ti sei ammattito tutto d’un colpo? Cos’è questa crisi della mezza età?

-          Non siamo troppo vecchi e nel mondo magico si vive molto più a lungo… non ti piacerebbe avere fasce da cambiare e giocattoli da comprare? Come hai fatto ai tempi…

-          Certo, ma ti voglio ricordare che non è cosa che succede dall’oggi al domani, eppoi non posso avere più figli

-          Pensi ancora a quella storia che ti hanno detto quando è nata Gardis? Sei proprio ottusa!

-          Scusa tanto se quella povera creatura rischia di morire! Non voglio innocenti sulla coscienza

-          Solo tuo marito

-          Mio marito non è innocente.

-          Ma possibile che non hai capito niente? Te lo avevano detto relativamente al momento! Insomma, Leonard era nato prematuro e tre mesi dopo tu eri già incinta, due gravidanze ti hanno quasi distrutta… ma sono passati vent’anni! Tu non pensi di esserti ripresa?

-          Stai cercando solo una scusa per rifarlo

-          Lasciva… sei stata te a pensarci… io parlavo di concetti astratti

-          Non io!

-          Ah no?

-          No.

-          Ne riparliamo. Potremmo fare una vacanza, quel che accadrà dopo si vedrà

-          Stiamo correndo troppo

-          È da un po’ che ci penso

-          Tu hai sempre pensato poco, specie ai bambini, non mi hai fatto mezza piega quando ti dissi di essere incinta

-          Avanti, ammettiamolo, me lo aspettavo

-          Ma se era successo solo una volta!

-          Troppo coinvolti. Eravamo troppo coinvolti.

-          Se se…

-          Come lo chiameremo?

-          Hai già deciso anche il sesso? E se fossero due?

-          Non ci sono gemelli tra i Malfoy, noi siamo unici e inimitabili, sono i Black quelli che combinano i disastri

-          Chissà, forse potrei pensarci un po’… sai, magari se perorassi la tua causa con efficacia magari un altro bambino in casa…

-          Cos’è, hai davvero voglia di rifarlo o di cambiare altre fasce?

-          Prova a indovinare, se ci riesci ricominciamo tutto da capo. Di nuovo come a vent’anni.

Draco ghignò. Un bel sorriso e poi una smorfia distorta della bocca fin troppo famosa.

Indovinare lui?

Era bravo in quelle cose… e non solo in quelle…tipo a fare dei bei figli che, anche se crescevano troppo in fretta, davano davvero delle soddisfazioni, delle gioie e dell’affetto da riempire tutta la loro fredda e antica casa.

-          Solo una cosa, come si chiamo quei bambini che avresti visto nel tuo sogno?

-          Erano quattro: Hoel, Antares, Jubilade e Inanna.

-          Perfetto… Gardis non si smentisce quanto a nomi strani… è una bella tradizione – Hermione sorrise, gli cinse il collo e lo baciò.

 

Cornovaglia, 3 anni dopo

 

-          Gardis, rallenta!!! Vuoi rallentare

Hestia, raggomitolata sul sedile del passeggero di una decapottabile rossa fiammante, si coprì gli occhi con l’approssimarsi della prossima curva.

-          Ti scongiuro, Gardis, stiamo andando al doppio del limite di velocità!

-          Calmati, non succederà niente

-          Ho paura! Se l’avessi saputo non sarei venuta a prenderti!

La bionda sbuffò premendo ancora un po’ l’acceleratore della Mustang finchè non giunsero di fronte ad un pittoresco cottage contornato da fiori e con un delizioso giardinetto sul davanti, sgommò e s’infilò nel vialetto d’accesso

-          Ecco, siamo arrivati, hai visto, non è successo niente…

-          Ti prego, dammi un posto dove sentirmi male – si lamentò la mora tenendosi il petto ansimante, l’altra scosse la testa, quante storie…

Piuttosto barcollante, Hestia si diresse verso la porta, inciampando sulle piastrelle del vialetto e infilando con difficoltà la chiave nella serratura

-          Una volta devi spiegarmi perché guidi come una matta

-          Mi annoio – dichiarò l’altra senza una reale spiegazioni – e se mi annoio poi non presto attenzione e faccio incidenti; la guida babbana non è come volare su una scopa, è così lenta…

-          E perché diamine ti sei comprata una macchina con la guida all’incontrario?

-          Le Mustang sono tutte così – dichiarò offesa per conto della casa produttrice della sua vettura che, all’occorrenza, sapeva anche volare, ma che aveva il difetto di avere il volante a sinistra

-          Già perché macchine normali te no, vero? – Gardis alzò le spalle e mise piede nella casetta, i tacchi delle scarpe ticchettarono sulle assi del pavimento deliziosamente country

-          È mai possibile che non ci vediamo da un sacco di tempo e tu sai dirmi solo che guido come una pazza?

-          Scusa se ne va della mia vita. Siediti, ti preparo del tè

La casa era una copia sputata della Tana, solo più graziosa, con tanto di ferri sulla poltrona e pignatte al fuoco, peccato che fosse tutto immobile, niente che si muoveva da solo; Hestia mise il bollitore sul fuoco e accese la cucina babbana

-          E’ davvero così tanto che non ci vediamo? – domandò come se fosse stupita

-          Sì – la mora annuì e si sedette lì di fronte aspettando che l’acqua fosse calda, una lacrima le rigò la guancia – non sembrava così tanto – ammise asciugandola con la manica come faceva a scuola – non pensavo che fosse da così a lungo che io e Jack non ci parliamo più

-          Se Jack vuole fare l’idiota faccia pure, ma sbaglia

-          Jack è come la mamma, anche se tutti dicono che assomiglia a papà – la bionda sbuffò mentre Hestia andava a spegnere sotto l’acqua

-          Ginny non ha capito, vero?

-          No, assolutamente… - confermò la ex Gryffiondor

-          Toglimi una curiosità, chi vi ha fatto arrivare fin qui? Sì, insomma, mi hai mandato quella lettera e io l’avrei anche fatto, cioè, non che volessi vedere i miei migliori amici abiurare, però… ecco, poi puff, spariti – l’altra sorrise forzatamente

-          Non ci crederesti, ma è stato mio padre…

-          Zio Harry?! Non ci credo!

-          Già… quando siamo usciti da Hogwarts e siamo tornati a casa abbiamo deciso di dire tutto ai nostri genitori. Né i miei né i suoi hanno capito. Mi hanno chiusa in camera per un mese e lui credo che ne abbia viste di peggio, suo padre era sconvolto o almeno lo sembrava mentre parlava per camino con mia madre… poi una sera mio papà è venuto su e… beh, mi ha chiesto cosa provavo davvero perché lui voleva solo la mia felicità ed era giusto che dicessi la mia. Non l’aveva fatto nessuno dei miei parenti. Credo che non abbia capito molto, piangevo come una fontana, però io e papà ci siamo sempre capiti senza parole.

È stato lui a farci scappare, ci ha dato dei soldi e abbiamo cominciato questa vita…

-          Come si vive senza magia? – indagò la biondissima Malfoy – sei la prima persona che conosco che ha deciso di abiurare – Hestia arrossì mettendo in tavola le tazze e i biscotti

-          È un po’ strano. In realtà non abbiamo perso del tutto i nostri poteri, stranamente ce ne sono rimasti ancora – confessò come se fosse un tabù, l’altra annuì, anche lei quando aveva fatto l’amore con Kitt aveva lasciato per sempre l’anima di Rago, ma… le erano rimasti dei poteri residui davvero strani e non che si lamentasse, oh no! Tornavano sempre utili…

-          Beh, se non usate i poteri al Ministero non scopriranno mai dove siete finiti e non potranno dirvi niente…

-          In verità sospetto che il Ministro e un po’ di persone sappiano benissimo dove sono, stento a credere che papà non l’abbia detto, ma Neville Longbottom sa quand’è il caso di tacere

-          Mamma dice che l’ha imparato a Hogwarts e comunque ci sono reati peggiori dell’incesto tra cugini che, per appunto, non è neppure condannabile penalmente…

-          Può essere. Quello che mi manca davvero, però, è Jack

-          Beh, dopotutto siete gemelli… non parlarvi per tre anni e mezzo deve essere terribile

-          L’avevamo invitato al matrimonio e io gli avevo mandato una lettera, ma mi ha completamente ignorata. Jack non capisce proprio come la mamma, per questo papà non ha detto loro dove vivevamo io e Jeff

-          La Cornovaglia è un bel posto e il commercio di fiori è buono

-          La Sprite ci ha insegnato bene, ma è mio marito il mago, non certo io

-          Cavoli, lo sai che mi fa senso sentire che chiami Jeffrey “mio marito”? Avete intenzione di allargare la famiglia?

-          Ci stavamo pensando

-          Jack e Karen hanno avuto una figlia, deve essere stata concepita in luna di miele visto quando è nata! L’hanno chiamata Campaspe…

-          Che stupido nome da dare ad una bambina – borbottò Hestia contro il bordo della tazza – e tu, Gardis? Tu e Black?

L’altra arrossì

-          NO! Non dirmi che sei incinta! – un timido assenso – oh ma è fantastico! Felicitazioni!

-          Sì, beh…

-          L’hai detto a Chris, vero?

-          Certo, è anche piuttosto evidente, solo che non l’ho detto ai miei… - aggiunse mordendosi le labbra

-          Capisco, paura?

-          Paura di quello che possono fargli, come minimo mio padre pensa che io sia ancora vergine… sarebbe capace di castrarlo con le sue mani - aggiunse mentre Hestia ridacchiava, visto che lei era stata la prima persona a sapere dalle sue labbra come erano andate le cose

-          Beh, allora in bocca al lupo! Sai già se è maschio o femmina?

-          No, troppo presto

-          E i nomi? Li hai scelti?

-          Abbiamo qualcosa in mente… se sarà maschio lo vorremmo chiamare Antares, se è femmina Cassiopea – Hestia storse la bocca, non le piacevano i nomi troppo strani, Gardis invece stravedeva proprio per quelli

-          Tutti e due nomi di costellazioni

-          Ci piacerebbe continuare la tradizione ora che il ramo principale dei Black è estinto, però anche Seraphin ci ha pensato e l’altro giorno pensavano che sarebbe stato carino chiamarlo Hoel…

-          E degli altri che erano a scuola con noi che ne è stato?

-          Vanessa spero che sia scomparsa nel nulla, FitzOsbert è entrato all’università di recitazione

-          Patetico

-          Rudiger vuole studiare da stilista

-          Impossibile, gli stilisti sono tutti gay e lui è fin troppo evidente che non lo è… E i tuoi fratelli?

-          Leonard è al Ministero, Pari Opportunità, difende i diritti di vampiri, licantropi e quant’altro, Seraphin fa l’Auror e il papà a tempo pieno.

-          È bello rivederti, tu sei l’unica a cui abbiamo detto dove abitavamo a parte papà, se lui non ci avesse aiutati ti avremmo costretta a qualcosa di ben poco legale…

-          Ne sono fiera, tanto tra i Malfoy la legalità è solo un accessorio, come le borse… non sono come tuo fratello, proverò a farlo ragionare, vedrai che cambierà idea, devi dargli tempo… dopotutto ha perso tutte e due le persone più care che aveva in una volta sola

-          E Karen?

-          Non erano ancora così uniti… tu e Jeff siete stati i suoi “fratelli speciali”…

-          Grazie… sai mi dispiace perché io e lui siamo molto più che solo fratelli, ma penso che ce l’abbia più che altro con Jeff…

-          Fidati, lo farò ragionare, Karen mi darà una mano

Hestia sorrise e fece tintinnare il braccialetto con la luna, la stella e la saetta, ormai non lo perdeva più.

-          Sappimi dire del bambino

-          In verità vorrei che venissi a Malfoy Manor per Natale

-          Una abiurante come me?

-          E cosa cambia? Invito chi mi pare a casa mia!

-          Mi piacerebbe, ma forse…

-          Parlane con Jeff, tanto conosco già la risposta – aggiunse la bionda con un sorriso complice – eppoi ricordati che sono io che faccio le regole del gioco.

Gardis fece una pausa

-          Saremo sempre amiche, vero Hestia?

-          Sempre, qualsiasi cosa accada e anche se non ci vedessimo per secoli! Eppoi devo lasciarti i miei romanzi d’amore nel testamento! Almeno nella bara mi vedrai senz’altro! – Gardis rise

-          Io ti lascerò la mia collezione

-          Vai a casa, credo che i tuoi debbano sapere qualcosa

-          Perfida – ma nessuno sapeva meglio di Hestia cosa significa rivelare un segreto d’amore ai genitori.

 

*          *          *

 

-          Prego, siediti – disse Draco indicando all’ospite la poltrona di fronte alla sua scrivania. Christopher e Gardis erano fidanzati ormai da due anni ufficialmente e poteva esserne felice, giravano certi brutti ceffi… Gardis aveva ereditato da sua madre il fascino del malvagio ed era finita con una specie di mangiamorte rinnegato, come lui. Andava bene, sempre meglio che un mangiamorte vero… o del figlio idiota di Montague.

Dieci minuti prima sua figlia aveva annunciato che si sarebbe sposata e quel povero ragazzo non aveva fatto una piega, sempre seduto composto sul divano che scrutava i due genitori, invece basiti.

In verità la mancanza di parole nei due coniugi Malfoy era determinata da sentimenti diversi: una grande gioia da parte di Hermione e un sano calcolo del tempo da parte di Draco che cominciava a riflettere se la sua bambina non fosse effettivamente troppo giovane per prendere marito.

Il pianto di suo figlio dalla culla aveva messo a tacere le sue battute con un colpo di tosse.

Il ragazzo, comunque, che conosceva bene e di cui conosceva altrettanto i genitori, aveva detto di essere disposto a firmare tutte le carte, i prematrimoniali e le doti di necessarie e questo l’aveva messo tranquillo per un po’ e l’aveva addirittura convinto a scambiare con lui quattro chiacchiere in privato

-          Il matrimonio è una cosa seria – annunciò il capofamiglia estraendo da uno dei cassetti una cartella di cuoio morbidissimo e prendendo i fogli che vi erano all’interno

-          Me ne rendo conto

-          Confesso di essere rimasto piuttosto stupito da questo annuncio direi… improvviso! – confermò come se fosse alla ricerca della parola giusta

-          In effetti era da un po’ che io e Gardis parlavamo della cosa

Il biondo annuì, felice che non si dovesse ripetere il fuggi fuggi che c’era stato ai tempi del matrimonio suo e di Hermione visto che… beh, ma non era il caso di rinvangare il passato. Il ragazzo voleva la sua Gardis con tutti i crismi e non poteva che essere bene. Certo Gardis era piccola, però…

Porse di fronte agli occhi indagatori del ragazzo una serie di scartoffie, su una campeggiava a lettere marroni la scritta Prematrimoniale; Kitt sapeva che i genitori di lei tenevano molto alla cosa, oltre al fatto che il suo stesso padre avrebbe insistito perché ne firmasse uno, soprattutto viste le fortune che entrambe le famiglie possedevano e non era cosa da dimenticare in una unione ufficiale.

-          Avrei voluto chiedere ufficialmente la mano alla famiglia – ammise lui prendendo la lunga piuma dal calamaio e firmando, - ma Gardis non me ne ha dato il tempo

L’altro rimase favorevolmente colpito

-          I primi tempi saranno piuttosto… confusionari – confermò – e parlo per esperienza – Kitt annuì prendendo il secondo foglio

-          Posso immaginarlo – aggiunse arrossendo

-          Pensare di allargare la famiglia è senz’altro uno dei doveri di ogni buon marito e della sua consorte – non sapeva se stare dalla parte di un povero sposo legato mani e piedi ad una moglie dispotica, come lui, oppure se continuare a credere alla virtù intatta della sua bambina e desiderare la morte di colui che gliel’avrebbe strappata. Beh, però se Gardis era innamorata ci sarebbe stata male… – ma tra tutti i consigli che posso dare sul matrimonio direi che il più importante sia non far scoprire troppo presto ai vostri figli cosa succede in un letto per due – tossicchiò appena, alla fine aveva vinto il suo senso di compassione. Povero ragazzo, Gardis aveva così tanto di Hermione… gli serviva un po’ di solidarietà – posso dire per esperienza che è una situazione decisamente imbarazzante e posso solo ringraziare che Gardis la prima volta fosse troppo piccola per capire

Chris gli rivolse un sorriso comprensivo.

-          Sì, beh, credo che per quattro o cinque anni non correremo il rischio

-          Cert… - Draco si bloccò mentre rispondeva, perché quattro o cinque anni di preciso?

-          Non credo che prima di allora il bambino capirebbe – aggiunse Kitt vedendo sbiancare improvvisamente il futuro suocero

-          Bambino?

-          Gardis non vi ha detto di essere incinta? – ops…

-          Gardis… incinta? Mia figlia, la mia bambina… incinta? Tu…

Alzandosi di scatto dalla poltrona il biondo si diresse a velocità sostenuta nel soggiorno spalancando poi la porta con un colpo e facendo arretrare allarmati gli elfi (regolarmente assunti) con la merenda, che si appiattirono alle pareti

-          Hermione! – gridò

-          Draco, ti prego, non urlare, ci sento benissimo!E svegli il bimbo! – la signora Malfoy si stava rimpinzando di pasticcini del tè, non troppo certa che non ce ne fosse un altro in arrivo e non da sua figlia, di figli, s’intende. Draco invece sbiancò alla parola “bambino”.

-          Gardis è incinta! – strillò di nuovo ignorando l’implorazione della moglie

-          Mi sembrava evidente

-          Evidente? Evidente! – guardò sua figlia che gli rivolse un sorriso per niente scomposto e posò gli occhi sulla pancia al momento non troppo arrotondata, Hermione doveva averlo capito subito

-          Ditemi dov’è! – sbraitò ancora – dov’è quel… quel… profanatore di donne! Violentatore di innocenti!

-          Draco ti prego! – si scandalizzò la ex Gryffindor – trattieniti! – sentire Malfoy chiamare un altro uomo “profanatore di donne” dopo essere stato chiamato “dio del sesso” per anni a scuola era addirittura grottesco, doveva solo dirlo ad Harry!

-          Papà! – fece eco sua figlia sorseggiando il tè – stai diventando ridicolo

-          Ah, eccolo! – urlò puntando il dito sulla porta dove Kitt era appena comparso con circospezione e i fogli di prima in mano dopo che il padre di Gardis li aveva fatti volare sul pavimento – tu, come hai potuto! Mia figlia, la mia bambina! Innocente bambina!

-          Papà, ho ventidue anni ormai! – fece presente la bionda

-          Sei troppo piccola! Lo ucciderò con le mie mani!

-          Draco, per carità, fermati! – strillò Hermione vedendolo puntare dritto sul futuro sposo

-          Papà, fermati immediatamente e smettila di dire stupidaggini o non ti parlerò mai più!

Il biondastro si immobilizzò all’istante, tossendo imbarazzato e arrossendo appena.

-          Kitt, siediti – annunciò la ragazza alla povera vittima che era rimasta sulla porta mentre il genitore puntava verso di lui – e anche tu, papà, non te la devi prendere con lui, non è stata colpa sua, è successo… - almeno ebbe la decenza di arrossire

Il genitore borbottò qualcosa sul COME poteva essere successo, ma tutto sottovoce mentre la moglie lo trascinava sul divano per una manica parlottando sul “come” invece era successo a loro due.

-          Vedi, futuro genero, questa è l’ingratitudine dei figli – gli disse – li cresci meglio che puoi e quando cerchi di fare il loro bene questi ti ricattano vilmente

Gardis sorrise del suo ghigno made-in-malfoy e bevve un altro poco di tè, da qualcuno aveva imparato

-          Come lo chiamerete? – chiese Hermione tormentando i gemelli della camicia del marito;

-          Hoel – rispose pronta. Al diavolo le regole e le tradizioni, la sua tradizione l’aveva già decisa – Hoel Zlato Black

-          Non gli metterete DeLaci?

-          No.

Gardis sorrise compiaciuta del piccolo capolavoro che le cresceva dentro, capiva sua madre molto meglio ora…

E papà era l’ultimo che doveva parlare… prima aveva accelerato i tempi diventando genitore appena diplomato, due figli uno dietro l’altro, e poi aveva addirittura deciso di volerne un altro dopo il capolavoro che erano stati lei e Leonard, due diavoli!

E questo era tutto dire.

 

*          *          *

 

Fine

 

E così siamo giunti al termine anche di questa storia.

31 capitoli, quasi non mi sembra vero! Per scrivere l’ultimo ci ho messo una vita, volevo lasciare qualche indizio sul futuro, ma ovviamente non dire tutto perché penso che sennò rovinerei tutti i castelli che la gente si era fatta sulla progenie.

 

Non so se scriverò più il seguito di una delle mie fic, sono affezionata a loro, ma così come sono, penso che ciascuna abbia la giusta dose di misteri insoluti e, a proposito di misteri, l’ultimo svelato, come promesso all’inizio, è proprio quello sul papà di Rudiger che, come avevate giustamente intuito, era proprio il caro zio Blaise. Ma più che dagli indizi credo che si vedesse dal carattere, Astoria in questa fic mi è servita da personaggio invisibile, ma da quando mi hanno detto che in HP7 sarebbe diventata la moglie di Malfoy la detesto con tutte le mie forze. Povera Herm, Draco mica può diventare poligamo!

Ad ogni modo, spero davvero che questa storia vi sia piaciuta.

Sono stata molto combattuta se scriverla oppure no perché, come ho spiegato in diversi commenti, non sono una amante sfegatata dei sequel, inoltre qui bisognava fare molti collegamenti con la storia precedente e creare da zero un nuovo cast di personaggi che fossero particolari come i genitori, ma non le loro esatte copie sputate.

 

Il personaggio a cui sono più affezionata è Gardis, anche se non è stata la prima a nascere. Quello che mi piace di lei è il mix che ne è uscito unendo due genitori in maniera un po’ strana.

Il personaggio che amerei se fossi una protagonista della storia sarebbe Kitt e, guarda caso, Gardis stessa ha molto di me.

 

Leonard era un personaggio creato già dalla precedente storia (doveva chiamarsi Leonard, punto e basta), ma fino alla fine delle Relazioni sono stata combattuta se farlo diventare un vampiro oppure no perché mi sembrava una scopiazzatura di Twilight, anche se il libro l’ho letto solo un anno dopo aver scritto le Relazioni, quindi vedete che non volevo assolutamente fare un plagio.

 

Poi c’è Rudiger, lui sì che all’inizio non doveva esistere! Doveva essere solo una comparsa, ma poi mi ci sono affezionata e senza un ficcanaso nella storia, che razza di fic di HP sarebbe?

 

Per finire sono arrivati Izayoi e Lachlan. Pensate che nel plot originario era Kitt che doveva fare Voldemort! Ma poi ci ho ripensato e ho ingarbugliato ancora un po’ la storia.

 

I vecchi personaggi compaiono, ma poco, perché mi sembrava di rovinare la magia di quando sono stati creati, insomma, saranno cambiati e io non volevo vedere tutti questi cambiamenti…

 

La storia d’amore più bella di tutte, quella per cui stravedrei per leggerla e che mi fa sognare, è quella di Jeff ed Hestia e non è detto che non scriva ancora qualcosa su di loro, tipo un breve spin-off (ma non contateci troppo).

La storia che però mi piace alla follia è quella di Aisley e Seraphin perché quei due sono perfetti.

 

Non ho molto da dire, spero davvero che a tutti voi la storia sia piaciuta.

Qualsiasi commento sappiate che è graditissimo, sia esso una critica o un complimento.

 

Vi ringrazio per tutte le splendide recensioni che mi avete lasciato e per aver coronato il mio sogno di quando ho cominciato a scrivere fanfic di raggiungere le sospirate 300 recensioni, grazie mille, sono davvero felice di aver raggiunto il mio traguardo. Grazie a tutti davvero che hanno letto e commentato.

 

Grazie per aver anche solo seguito la mia storia, per averla aggiunta ai preferiti, per aver aggiunto me, sono davvero lusingata da questi privilegi che mi date, sarà che io sono molto schizzinosa su queste cose…

 

E per finire, se la storia vi è piaciuta e volete consigliarla o pubblicizzarla o dirlo ad un amico, ho fatto dei bannerini per ciascuna che stanno nella home del mio profilo.

 

Grazie a tutti davvero, di cuore e per tutto

Nyssa

 

   
 
Leggi le 12 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Nyssa