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Autore: TheDarkLightInsideMe    30/09/2015    1 recensioni
Anno 2003.
Protagoniste: tre ragazzine incaute con uno spiccato senso di giustizia.
Egle Sasaki dice di aver girato il mondo insieme ai suoi fin quando non è nata Helen. Da allora la loro famiglia si è stabilita in Giappone.
Federica Capuano è italiana, ma vive nella Terra del Sol Levante da sei anni, ormai.
La loro storia è parecchio conosciuta nel mio mondo, c'è stato un passaparola generale che è arrivato perfino ai piani alti. E per questo voglio farla conoscere anche a voi.
Piacere, il mio nome è Yuryu, e sono uno Shinigami.
(Aggiornamento mesile!)
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Riflessioni

 
 


Non era stato un incontro del tutto inutile, quello avuto con L. Egle ancora si stupiva del modo in cui lui l’avesse lasciata entrare e si fosse presentato in carne ed ossa, senza nascondere il proprio viso. Questo derivava da una certa fiducia in lei o nelle armi dei poliziotti che li circondavano? La ragazza si illudeva che la risposta fosse la prima.
Per ben tre giorni, il genio venticinquenne aveva fatto installare telecamere e microfoni a casa sua (per fortuna aveva incontrato Helen fuori casa ed era riuscita ad avvertirla prima che lei dicesse o facesse qualcosa di stupido), l’aveva fatta pedinare da un agente di polizia e una notte aveva addirittura fatto dormire lei e la sua famiglia in albergo per frugare in ogni angolo della casa (utilizzando come scusa una disinfestazione per gli scarafaggi, o qualcosa del genere).
No, era decisamente la seconda opzione.
Ad ogni modo, quando la situazione parve essersi calmata e lei e sua sorella riuscirono a fare una chiacchierata senza che nessuno li spiasse, Helen la tempestò di domande (e gomitate; alla fine aveva rinunciato alla padella) su come fosse il detective, cosa le avesse chiesto, se l’avesse sottoposta ad una macchina della verità (cosa che in effetti si aspettava anche lei), perché si fosse precipitata a chiudere la chiamata con quella che doveva essere la loro migliore amica. La maggiore, chiaramente, aveva dovuto spiegarle tutto, ricevendo pieno appoggio. Per fortuna, dato che non ci teneva ad avere un colpo in testa.
Dopo aver risposto a tutte le domande (e aver studiato, perché non voleva rischiare di essere colta impreparata dai probabili test a sorpresa che quei bastar gentilissimi e simpaticissimi sensei avrebbero organizzato per il primo giorno dopo le vacanze di Natale), decise di andarsi a fare un bel bagno rilassante e poi di mettersi finalmente sotto le coperte.
Tuttavia il ricordo degli occhi di L che la osservavano da capo a piedi, del suo sguardo talmente profondo che pareva scrutarle l’anima per soppesarne la purezza, la teneva inchiodata con lo sguardo sul soffitto, privandola del sonno.
Per provare che ciò che stava dicendo era vero, che Light Yagami era Kira e che lei non era pazza, quel pomeriggio aveva dovuto lasciare il Death Note nelle mani zuccherose del più intelligente essere vivente al mondo (o almeno, lei lo reputava così) e quasi quasi se ne pentiva… No, non era proprio “pentimento”, quello che provava, era più una vaga inquietudine, mista a quell’odiosa sensazione di aver dimenticato qualcosa ma di non sapere esattamente cosa.
Tuttavia non aveva di certo dimenticato né la totale neutralità che sua sorella aveva dimostrato quando le aveva chiesto se fosse sicura di voler far parte di Alpha, né del fatto che la sua migliore amica (non sapeva più la ragione per cui continuava a considerarla tale) collaborasse con quel moretto figlio-di-papà dai metodi discutibili.
Si rigirò furiosamente su un lato, a quel pensiero, e si coprì ancora meglio con le coperte. Non poteva certo biasimarla, per quella presa di posizione, ma proprio lei che aveva sempre affermato che lo “charme” di quel ragazzo non le faceva alcun effetto, adesso… Egle non capiva. Semplicemente non riusciva a capire. Ed erano tante, in verità, le cose che non riusciva a comprendere.
Per prima cosa, Federica. Ma andiamo avanti che è meglio. In secondo luogo, se L si fidasse di lei. E poi quello che passava per la mente di Naomi Misora, o ancora per quella di Helen. Ormai, aveva il terrore che anche lei potesse tradirla e passare dalla parte di Kira. In fondo, Eleonora era sempre stata parecchio vicina all’ideologia di quel dannato serial killer; cosa le impediva di lasciarla tutta sola o di fare il doppiogioco?
Fu allora che le venne in mente il sogno. E per sogno intendo, ovviamente, quello su L e Light, sulla scelta da compiere, sulla decisione finale da prendere. Su chi dovesse morire e chi dovesse vivere. L’idea malsana che tutto l’accaduto in quegli anni fosse stato causato da quel misero incubo o che, in qualche modo, fosse collegato ad esso, la incupì totalmente.
Era logicamente impossibile, ma la logica in questa storia è andata a farsi friggere da un bel po’. Dunque… poteva essere così?
Ma che dico? Già con la faccenda di Federica non mi trovo per niente, salvo che non ci abbia mentito.
D’altra parte, in effetti, Federica alla fine era tornata sui suoi passi ed era rimasta al centro esatto tra i due ragazzi.
Però…
La possibilità che cambiasse idea all’ultimo istante c’era sempre, ed era pari alla probabilità che le avesse mentito.
Se così fosse stato, allora anche il suo sogno si sarebbe dovuto avverare… in tal caso, quel ragazzo sarebbe morto… era davvero ciò che meritava? Succedeva anche nella storia originale, quindi non doveva preoccuparsi più di tanto… o forse sì?
Mi sto confondendo da sola.
<< Egle, sei sveglia? >> quella voce la distolse dai suoi pensieri. << Devo chiederti una cosa. >>
La ragazzina si trattenne dallo sbuffare e annuì nel buio. << Abbassa la voce, Helen sta già dormendo. >> sussurrò, tentando di guardare la creatura –no, la divinità –che stava ai piedi del suo letto.
Si era presentata come Shuyo, era la sorella di Rem, ma anche una delle ulteriori cose/persone che non capiva. Come avrebbe mai potuto farlo? Perfino L, il più grande genio del pianeta, aveva reagito in quel modo strampalato quando l’aveva visto… o vista. Cosa ha di femminile questa qui, poi?!
<< Ecco… io ho un problema. >> La mora non sapeva se ridacchiava per il ricordo della faccia stupita e terrificata del detective o per la frase assurda di quello Shinigami. Lei continuò imperterrita. << So che noi dei della morte non possiamo provare sentimenti, però… penso di essermi affezionata a qualcuno. >> Ah-ah-ah. Spiritosa. Scommetto che muore prima lei di Rem; così impara ad infatuarsi di creature come gli esseri umani…
<< E quindi? Che vuoi da me? >> chiese confusa.
<< Un consiglio. >> fu la risposta. << Questa persona non mi considera minimamente, ma a me dà fastidio che stia con altre persone. Che devo fare? >>
Da quando era diventata un’esperta sull’argomento “relazioni amorose”?!
<< Fa quello che ti pare. Se proprio ci tieni, fatti valere, ma gli uomini non meritano così tanta importanza. Buonanotte. >> concluse rapida, decisa a riprovare ad addormentarsi. Le parole di ringraziamento di Shuyo furono le ultime che sentì prima di iniziare a sognare.

 
 
Da quella sera, la dea non si fece più vedere o sentire da Egle ed Helen, dato che queste non avevano più neppure un frammento di una pagina del Death Note. Con Federica, invece, continuava ad essere in contatto, e la vedeva deteriorarsi giorno dopo giorno, mese dopo mese. Alla fine, era stato Light, senza esitazioni, ad uccidere Beyond Birthday, pochi giorni più tardi aver affidato il compito alla ragazza. Quella mocciosetta si stava rivelando sì un aiuto, ma anche una palla al piede: per fare quel tipo di giustizia c’era bisogno di calma, sangue freddo, apatia. La sua “fidanzata”, il “secondo Kira”, Federica Capuano, non aveva nulla di tutto ciò, era emotiva fino alla nausea, e non riusciva a trovare il lato positivo in ciò che faceva. E allora, perché continuava ad uccidere così, ad ogni suo ordine?
Quel giorno, alla cerimonia di ammissione dell’università, il ragazzo strano con cui condivideva il primo posto ex equo si era presentato a lui come Elle, mandandolo in confusione. Non poteva ucciderlo, ma non poteva neppure ignorarlo. Era messo con le spalle al muro, bloccato tra quel genio e un dirupo in cui non poteva buttarsi; non ancora, almeno. Era costretto a stare fermo, mentre quel tipo con le scarpe da tennis lo scrutava dall’alto in basso.
Lo odiava.
L si nascondeva dietro pseudonimi e maschere, ma adesso era possibile che ne conoscesse il volto. Con un po’ di intelligenza, avrebbe potuto forse sfruttare quella ragazzina e il suo potere, traendone vantaggio per la faccenda del detective e, allo stesso tempo, mettendo alla prova la sua fiducia e la sua dedizione alla causa. Non mancava molto, alla creazione del nuovo mondo ideale, e non importava la quantità di pedine sacrificate.
Il fine giustifica i mezzi, dopotutto.
 
 

Federica si era salvata dal dover chiedere a Light qualche pagina del suo Death Note per pura e semplice fortuna.
Aveva sfruttato il più possibile quei pochi fogli, scrivendo con una calligrafia così piccola che Mikami sarebbe sbiancato, occupando ogni singolo spazio possibile. Era riuscita persino ad ottenere un numero minore di persone da uccidere con la scusa dello studio (sì, sembra assurdo, ma il ragazzo glielo concesse).
Tuttavia, arrivò alla seconda settimana di marzo coi fogli scritti fronte e retro e sporchi d’inchiostro in ogni anfratto possibile. Non sarebbe entrato più nessun nome, lì sopra.
Il miracolo avvenne il 13 del mese e si manifestò come una figura bianca (non tanto angelica) con delle ali dello stesso colore che planò rapidamente sul balcone di casa Capuano. Per una qualche ragione assurda (ma non più di tanto, considerando il contesto) Federica fu l’unica a poter vedere quella creatura e a poterla accogliere in casa.
La Shinigami la scrutò dall’alto dei suoi tre metri con il suo unico, stupendo occhio sinistro. Era lì per ucciderla o per dirle che aveva avuto ragione, che Jealous era morto e che non l’aveva fermato? Che aveva ascoltato il suo suggerimento e aveva ucciso Misa Amane oppure che riteneva che tutte le cose che lei avesse detto erano semplici stupidaggini?
La risposta arrivò quando, senza dire nulla, la dea lasciò cadere per terra un quadernino nero con una scritta strana sopra.
<< Te lo affido. >> disse solamente; poi volò via.
E così la ragazza non solo prese due piccioni con una fava, ma risolse tutti i problemi che potevano costarle la vita semplicemente in due minuti.
Tutti i problemi che aveva, ho detto, almeno fino a che le sue orecchie non captarono le parole del moro che le stava davanti, pochi giorni dopo:
<< Voglio che tu uccida L per me e poi ti costituisca. >>
Light Yagami doveva essersi bevuto il cervello, se gliel’aveva davvero chiesto. Aveva poi subito aggiunto che avrebbe dovuto farlo con gli Occhi, buttando al vento metà della sua vita.
<< È assurdamente stupido da chiedere, non trovi? Eppure lo sto facendo. Voglio che tu ti sacrifichi per me. >> continuò, incurante dell’espressione sbalordita e confusa sul volto di Federica. << Tu sei l’unica possibilità che ho per eliminare L! Sempre che si tratti di L… Dovrai costituirti e sperare che quello fosse il vero L, poi ci penserò io ad evitarti la prigione; poi l’arresto cardiaco è una morte pulita e… >>
Un brivido scese lungo la schiena della ragazza non appena interruppe quella frase. << I tuoi sono deliri, Light-kun! Non puoi chiedermi sul serio… >>
<< Non lo faresti per la giustizia?! >> il suo sguardo la trapassò da parte a parte. La tua non è giustizia! Pensò, ma ebbe il buonsenso di non dirlo.
I due continuarono ad insistere, ognuno non disposto a cedere, fin quando il moro non la baciò improvvisamente per zittirla.
In quel momento, qualcosa in Shuyo si spezzò, che fosse il cuore che supponeva di avere o il filo della sua sanità mentale.
 










Angolino autrice

Heeeey, gente! Rieccomi con questo tredicesimo (sono allegra solo perché amo questo numero, alla fin fine XD) capitolo di questa storia!
Non ho molto da aggiungere: ho la trama ben strutturata in testa, ma non riesco ad esprimermi, anche perché in questo periodo mi sto dedicando molto a test, roleplay, recitazione di roleplay (?) e così via.
Spero che questa storia sia di vostro gradimento, e ringrazio chi ha recensito per il supporto *-*
Alla prossima,

DarkLight
   
 
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