Il 25 giugno di quindici anni fa
nacque una bambina in una piccola città
della Romania senza amore né un papà,
adesso è sola al mondo come tanto tempo fa.
Fin da piccola ha lottato sola contro tutti
soffrendo chiusa in camera tutte le notti,
piangendo nel suo letto per ogni suo difetto,
odiando se stessa, odiando chi è perfetto.
Non si fida di nessuno, non sa che cosa vuole,
vede tutto nero e non si accorge che c’è il sole
che splende anche per lei, sorride anche per te,
sorridigli di nuovo e non chiederti perché.
 
Il 25 giugno di quindici anni fa
è nata una bambina che è arrivata fino a qua,
oggi ha aperto gli occhi e ha scoperto la realtà,
lotta e non si arrende anche se non ce la fa.
Ancora non ci crede ma ci spera sempre più,
col suo nuovo ragazzo sorride un po’ di più,
non si guarda indietro, non ci pensa quasi più
a ciò che ha messo via senza ragionarci su.
Non c’è logica con lei, non servono teoremi
era sempre chiusa nel suo mondo di problemi,
ora alza gli occhi al cielo e se la ride col suo lui,
di quanto è folle il mondo, ignorando i tempi bui.
 
Monta in macchina
e andiamo io e te,
corriamo in riva al mare
sotto le stelle.
Balliamo certe notti
finché restiamo su,
la musica ci muove
fino a che cadiamo giù.
Non ci stancheremo mai
e io ti seguirò…
fino a quando mi bacerai.
 
“Cadere e poi rialzarsi, piangere e poi sorridere;
tu l’hai chiamata sofferenza, io lo chiamo vivere.”
Era la nostra frase che ci faceva credere,
che ci teneva in piedi, che ci faceva vivere.
Non eri capace a leggere le mie lacrime,
“Addio, non ce la faccio” le tue parole ultime,
 hai preferito andartene alle mie difficoltà,
hai scelto la facilità alla felicità.
 
Monta in macchina,
puoi guidare te,
non conta tanto il posto
ma che sia insieme a te.
Balliamo certe notti
finché restiamo su,
la musica ci muove
fino a che cadiamo giù.
Non ci stancheremo mai
e io ti seguirò…
fino a quando te ne andrai.