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Autore: lasagnagirl    30/09/2015    5 recensioni
Anna è finalmente a Storybrooke, e lei ed Elsa si concedono un piccola passeggiata in quella strana città che rende la rossa ancora più curiosa del solito.
Dal testo:
"Mi hanno detto che c'è un posto che si chiama Ciocco qualcosa, ed è pieno di cioccolata." Disse guardandosi intorno per ricordare dove fosse il negozio che cercava. "Certo, il nome non è molto fantasioso, ma qui niente lo è. Hai visto che le case sono tutte uguali fra loro?" Sussurrò la rossa sporgendosi verso la sorella. "L'unica diversa è quella grande casa bianca, dicono che sia del sinda..sindachessa? No aspetta, forse era sindaco?"
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Elsa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anna a Storybrooke.
Dollari e cioccolato.



“A cosa devo tutta questa allegria?” Le chiese Elsa, divertita dal modo di fare della sorella che sembrava molto euforica. “Hai trovato della cioccolata?”
Anna cercò in tutti i modi di trattenere un sorriso, ma fu del tutto inutile perché esso comparve lo stesso sulle sue labbra, senza apparente motivo.
“No.” Ammise sporgendosi poi verso la sorella come a volerle confidare un grosso segreto. "Ma posso trovartelo. Cioè trovarcelo. Perché lo condivideresti con me, giusto?" Domandò con una piccola scintilla di esitazione nella voce.
Elsa sorrise, posandole una mano sulla spalla. “Certo che lo condividerei con te.” Le rispose accarezzandole dolcemente il viso. “Sei mia sorella, no?”
"Allora direi che possiamo andare a cercarla, che dici?" Le propose Anna, prendendola per mano e avviandosi per strada. "Mi hanno detto che c'è un posto che si chiama Ciocco qualcosa, ed è pieno di cioccolata." Disse guardandosi intorno per ricordare dove fosse il negozio che cercava.
Emma glielo aveva detto quella mattina, eppure in quella strana città tutti gli edifici sembravano identici. "Certo, il nome non è molto fantasioso, ma qui niente lo è. Hai visto che le case sono tutte uguali fra loro?" Sussurrò la rossa sporgendosi verso la sorella. "L'unica diversa è quella grande casa bianca, dicono che sia del sinda..sindachessa? No aspetta, forse era sindaco?" Scosse la testa, continuando a rimuginare sull'esatta pronuncia della parola che, al momento, le sfuggiva.
“Sì, si chiama Sindaco.” Le rispose Elsa cercando di trattenere una risata. Capiva come potesse sentirsi Anna perché anche lei, appena arrivata lì, si era ritrovata a meravigliarsi di tutto ciò che vedeva. “Anche io la trovavo strana all’inizio. Tipo non hanno balli e per comunicare usano delle strane macchina parlanti.”
“Strane macchine parlanti?” Domandò Anna, incuriosita dalle usanze così diverse che avevano gli abitanti di quella città. "Non usano le lettere? O i comunicati Reali? A proposito!" Esclamò voltandosi verso la sorella, e ricordandosi che non aveva condiviso con lei un fatto che l'aveva lasciata alquanto perplessa e ancora di più incuriosita. "Non ci sono re, qui. Nemmeno regine."
“A quanto pare no. Però in compenso, il sindaco si chiama Regina. Chissà forse l'hanno fatto volontariamente.”
Anna spalancò gli occhi e un flebile "oh" uscì dalle sue labbra, accompagnato subito da un'altra valanga di supposizioni che la rossa non riuscì a trattenere. "Quindi questo sindaco è una specie di Regina, che però in questo mondo non esiste. Ma-" Si fermò qualche istante per riprendere fiato, prima di continuare. "Il sindaco che sarebbe la regine inesistente della città si chiama Regina?" Il suo sguardo confuso sembrò scomparire all'improvviso, lasciando spazio a un grande sorriso. "Sembra una di quelle città che leggevo nei libri della mamma quando ero piccola. Così assurde che sembravano proprio inventate, e invece esistono davvero."
Elsa si lasciò andare ad una grande risata sentendo il discorso della sorella e la piega che aveva preso quella conversazione
Anna si ritrovò ad imitare il sorriso della bionda, anche se un po’ più incerto. Il fatto era che lei era, di natura, un tipo curioso, poi in quello strano mondo c'erano così tante cose da scoprire, da conoscere, che la facevano sentire come una bambina il giorno di Natale.
Ma non fece in tempo a replicare perché, proprio dietro Elsa, si ergeva un grande edificio marrone sul quale spiccava una grossa scritta gialla che recitava: cioccolateria.
Anna la indicò, tornando a sfoggiare un gran sorriso. "Eccolo, Elsa. E' quello!" Esclamò afferrando la sorella per il polso e trascinandola verso l'oggetto delle loro attenzioni.
All’interno, un profumo di cioccolata le invase. Le due respirarono quel forte odore e, sorridendo, si voltarono l’una verso l’altra.
“Cioccolato.” Esclamarono all’unisono.
E quel piccolo gesto scaldò il cuore di Elsa che subito, con la mente, tornò ai vecchi ricordi mentre la rossa stava già esplorando le dolci meraviglie che quel posto aveva messo a loro completa disposizione.
"Stelle di cioccolato. Barrette di cioccolato. Montagne e montagne di cioccolato." Esclamò Anna con gli occhi che le brillavano e la bocca che si spalancava sempre di più mano a mano che metteva a fuoco le varie prelibatezze che erano presenti nel negozio.
Presero un po’ di questo e un po’ di quello, facendo una notevole scorta.
"Vuoi altro?" Domandò Anna alla sorella prima di aggiungere al loro piccolo acquisto un fiocco di neve al cioccolato bianco. "Per te."
Gli occhi chiari di Elsa diventarono d’un tratto ludici, al pensiero dolce che la sorella aveva avuto per lei. “Oh Anna…” Sussurrò per poi rivolgerle un sorriso colmo d’affetto.
Anna fece un cenno con la mano libera, come per non dare troppo peso alle ultime parole di Elsa, anche se il sorriso sul suo viso tradiva quanto quel piccolo complimento era stato gradito.
"Andiamo ora. Voglio mangiarlo tut- OH!" Esclamò voltandosi verso la bionda per dirle l'idea che aveva appena avuto. "Potremmo andare a mangiarlo sulla spiaggia." Propose prima di posare distrattamente le varie confezioni che avevano preso sul bancone.
Vide l’anziano proprietario del negozio fare dei conti, ma non vi prestò molta attenzione, almeno finché quest'ultimo non si rivolse verso di loro, esordendo con 'fanno 50 dollari'. Anna spostò leggermente di lato la testa, osservando l'uomo per qualche istante, prima di voltarsi verso la sorella. "Dollari?" Le sussurrò all'orecchio. "Cosa sono? Si mangiano anche quelli?"
Elsa sorrise scuotendo la testa. “Emma mi ha spiegato che sono la moneta che si usa in questo mondo. Ecco, questi me le ha dati lei questi.” Le disse mostrandole alcune banconote che poi passò al commesso. “Se non bastano passerà lo sceriffo a pagare il resto...Spero...” Aggiunse passandosi una mano dietro la nuca e guardandosi intorno con aria colpevole.
Anna osservò l’intera scena con un’spressione meravigliata dipinta in volto, prestando particolare attenzione allo strano pezzo di foglio verde che giaceva sul bancone. Elsa non sapeva se andava bene, ma visto che l'uomo aveva accettato senza discutere, Anna dedusse che sì, il pagamento era stato effettuato.
Così prese la busta dentro cui erano stati riposti i loro acquisti e uscirono dal negozio.
"A un certo punto ho pensato che l'uomo volesse abbracciarci quando ha visto quello strano.... Dollaro." Disse Anna terminando la frase con un intonazione interrogativa. Doveva imparare ancora molto di quel posto. "Sembrava un po’ come se gli avessimo dato dell'oro vero."
E mentre si incamminarono verso la spiaggia, la rossa rimuginò su quell'espressione. Forse avevano davvero dato più compenso del dovuto. O forse l'uomo era gentile e basta. Gli stessi dubbi comparvero presto anche nella mente della bionda, ma ormai il danno era fatto, e se anche avessero pagato più soli del necessario, poco importa.
D’altronde lei è una Regina, no?






Elly's corner:
Allora, questa shoot è nata da una role iniziata ieri sera, e a questo proposito ne approfitto per dedicarla alla mia Elsa che è stata parte fondamentale della sua realizzazione.
E' una piccola storia senza pretese, ma dato che mi sono divertita a scriverla (e a ruolarla) la volevo condividere con voi :)
A presto.

 
  
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