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Autore: guimug    01/10/2015    0 recensioni
E se Terence quando ha lasciato Royal St. Paul School non avesse preso una nave qualsiasi ma una in particolare?
Se fosse salito sul transatlantico più famoso della storia? In un alternanza temporale fra il 1912 ed il 1987 viviamo assieme a Candy uno dei drammi più famosi della storia del mare.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Candice White Andrew (Candy), Terrence Granchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                 Sunk heart
 


 



CAPITOLO 1 – Southampton 1912
 
 
La carrozza correva nella brumosa campagna inglese divorando la strada in una fredda alba d’aprile del 1912, ma per la sua passeggera sembrava che anche quel carro di contadini sorpassato poco prima andasse più veloce! Aveva fretta, tanta fretta…se non fosse giunta in tempo avrebbe perso l’occasione per vederlo, per confessargli finalmente ciò che aveva nel cuore e che per orgoglio e paura non aveva mai avuto il coraggio di esternare.
 
“Presto cocchiere! Quanto manca per Southampton?”
“Stia tranquilla signorina” rispose l’uomo a cassetta con voce un po’ affannata per lo sforzo di guidare la carrozza a quella velocità “arriveremo in tempo!”
“Non può andare più veloce?” incalzò la ragazza sporgendosi ancora di più dal finestrino.
“Si calmi e resti seduta!!” la rimproverò l’uomo “Lasci fare a me, non posso spingere di più questi poveri animali altrimenti si fermeranno e non arriveremo affatto!!”
Rassegnata Candy si lasciò cadere sui sedili con aria affranta e lasciò che la mente vagasse sugli ultimi avvenimenti che l’avevano portata a compiere quel viaggio così precipitoso. Era caduta stupidamente nell’ennesimo tranello ordito da Iriza ma stavolta era rimasto coinvolto anche Terence, erano stati attirati con uno stratagemma nelle scuderie al solo scopo di farli sorprendere dalle suore per essere accusati di portare avanti una tresca segreta fra le mura del collegio….l’espressione trionfante di Iriza alle spalle di Suor Gray quando li avevano scoperti ancora era impressa nella sua memoria
“Maledetta!!” mormorò aggiungendo mentalmente altri epiteti che non avrebbero dovuto trovar posto nella testa di una ragazza di buona famiglia, poi la sentenza di espulsione dal collegio e l’intervento di Terence che, da nobile qual’era, si sacrificava per lei.
“Oh Terry, perché? Perché hai voluto andartene in quel modo?”
 
Nel momento in cui aveva saputo che il ragazzo si era preso la responsabilità dell’accaduto ed aveva abbandonato il collegio Candy aveva finalmente preso coscienza dei suoi sentimenti, aveva finalmente capito che quel turbamento che provava quando stava vicino a Terence era amore ed ora stava perdendo la possibilità di dichiararlo.
Non poteva permetterlo! Aveva saputo che Terence era riuscito a trovare, grazie al buon nome del suo casato, un biglietto per New York sul nuovo transatlantico in partenza quella mattina ed ora correva disperata per raggiungerlo prima che salpasse per dirgli tutto ciò che finora si era tenuta dentro.
“Ti amo Terence!”, quelle tre parole così semplici eppure così restie a farsi pronunciare le avrebbe gridate e allora lui non sarebbe salito sulla nave ed avrebbero cominciato il loro futuro insieme.
Candy si riscosse dai suoi pensieri e guardò dal finestrino, la nebbia si era ormai dissipata ed il sole aveva fatto la sua comparsa sopra la brughiera: “Accidenti, ma quanto è alto…è ormai mattina piena e la nave partirà verso mezzogiorno!!”
Scrutò il panorama intorno ma nulla faceva presagire che il porto fosse ormai vicino, a perdita d’occhio solo verdi prati e rade macchie di alberi, affranta chiuse gli occhi e pregò Dio che la facesse arrivare in tempo.
Dio! Di sicuro Suor Gray anche se si professava Sposa di Cristo non aveva nemmeno idea di cosa fosse la pietà e la misericordia divina, le aveva ben concesso di andare a salutare Terence ma ricordava bene il sorriso beffardo con cui glie lo aveva comunicato….sapeva che sarebbe stato quasi impossibile giungere in tempo e voleva con questo prendersi la rivincita dopo l’umiliazione che il giovane Grandchester le aveva inflitto.
Ed intanto il tempo passava, Candy forse si era assopita perché riaprendo gli occhi vide che la carrozza stava attraversando una periferia urbana e dietro le file di case si scorgevano le gru per il carico delle merci sulle navi, finalmente erano a Southampton!
 
“Signorina, dove devo portarla di preciso?” chiese il cocchiere.
“Al molo dove parte il nuovo transatlantico, non ricordo come si chiama….sa quella nave di cui tutti parlano!”
“Ho capito signorina, ci saremo in pochi minuti!”
Pochi minuti…..sarebbero bastati? Guardò il sole che implacabile ormai era alto nel cielo, doveva mancare poco alla partenza e Terence probabilmente si trovava già a bordo; forse se arrivava in tempo le avrebbero permesso di salire a salutarlo ma lei lo avrebbe costretto a scendere dalla nave…o forse sarebbe rimasta a bordo anche lei, nascosta nella sua cabina come clandestina! Al pensiero arrossì, ma forse era proprio quello che voleva; scappare coll’uomo che amava, lasciarsi tutto alle spalle e seguirlo nella sua avventura di diventare attore, e al diavolo le convenzioni sociali e quell’ingombrante nome Andrew!
“Siamo arrivati signorina!” A quella voce Candy trasalì, finalmente era a destinazione!
 
Più che scendere volò giù dalla vettura con l’uomo che la guardava crollando lentamente il capo, di fronte a lei un lungo edificio a tre piani recante l’insegna “White Star Line” e dietro le sommità di quattro fumaioli che lasciavano uscire un denso fumo grigio scuro.
“Ce l’ho fatta!!” pensò Candy “La nave è ancora qui!!”, ma in quella due colpi della potente sirena annunciavano che era stato dato l’ultimo avviso ai visitatori di abbandonare la nave e che gli ormeggi stavano per essere levati.
Candy impallidì, forse era stato tutto inutile e non sarebbe riuscita a vederlo. Immaginava già il ghigno soddisfatto dei Suor Gray al suo rientro al collegio, cominciò a correre superando il cancello d’accesso al molo e l’immensa nave le si presentò in tutta la sua magnificenza, ma lei non aveva tempo per ammirare quel gioiello dell’ingegneria navale.
Gli inservienti avevano già staccato le passerelle e chiuso i portelli d’accesso, non c’era più possibilità di salire a bordo; disperata cominciò a chiamare “Terence!! Terence!!” sperando che il ragazzo fosse alla balaustra con gli altri passeggeri per osservare la partenza.
Guardava ma non riusciva a scorgerlo, “Terence!!! Sono Candy!! Terence rispondi!”….nulla, correre non era servito a nulla!
Ad un tratto al suo orecchio giunse qualcosa di familiare, un suono che le entrava direttamente nel cuore, il suono di un’armonica! Alzò lo sguardo nella direzione da cui proveniva ed ecco, sulla balconata di uno dei ponti più bassi un ragazzo si sporgeva suonando lo strumento come un richiamo:
“Terence!!”
“Candy, cosa fai qui?”
“Non potevo lasciarti andare via così! Dovevo dirti una cosa importante….Terence io ti amo!!!”
Terence rimase interdetto, aveva sperato tanto in quel momento ed ora non poteva far altro che guardare da lontano la sua Candy senza poterla stringere per dirle ciò che provava….mentre la nave cominciava staccarsi dalla banchina raccolse tutta la sua voce ed urlò “Anch’io Candy, ti aspetterò a New York!!”
“Terence!! Io verrò…….” ma ormai la distanza ed il frastuono delle macchine non permettevano più di capirsi, i due ragazzi rimasero a fissarsi occhi negli occhi in una muta dichiarazione d’amore uniti da quel filo di sguardi che lentamente si allungava come le stelle filanti che gli altri passeggeri avevano lanciato dal ponte a chi era rimasto a terra ma che si erano inevitabilmente spezzate alla partenza, invece quel filo d’oro che partiva dai loro occhi ed univa i loro cuori avrebbe sfidato la distanza transoceanica e, Candy ora lo sapeva, li avrebbe ricongiunti a New York per iniziare la loro vita insieme.
 
La nave era ormai lontana dal molo e si approssimava all’uscita del porto, Candy indugiava ancora sulla banchina assieme a qualche curioso che commentava la partenza del gigante del mare con frasi di circostanza:
“E’ un trionfo per la marina inglese” o “E’ veramente la più grande meraviglia del mondo!”
Candy sorrideva mentre si avviava all’uscita del molo sentendo quei commenti altisonanti, pensava anche al nome esagerato che avevano dato alla nave: chissà come gli era venuto in mente? Mentre ripassava sotto l’arco d’accesso colse però un ultimo commento da parte di un vecchio marinaio:
“L’uomo può costruire macchine meravigliose, ma Davy Jones (lo spirito del mare n.d.r.) sarà sempre più forte!!”
“Che volete dire Martin?” chiese un inserviente della compagnia White Star
“Che sento un cattivo presagio….”
Candy si voltò un momento ad osservare lontano la sagoma della nave ormai ridotta ad un puntino, le parole del vecchio l’avevano preoccupata; lasciò vagare lo sguardo un momento ma poi scacciò dalla mente i cattivi pensieri, non poteva dare ascolto ad un vecchio ubriacone e poi tutti dicevano meraviglie di quella nave definita “inaffondabile”
Risalì sulla carrozza che era rimasta ad attenderla e disse al cocchiere “Torniamo alla Royal St. Paul school!”
  
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