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Autore: _hell_inside_    01/10/2015    1 recensioni
Dana, una ragazza senza più speranze e sogni. Sola. Sola con se stessa e i suoi pensieri. Unico desiderio, tornare a casa, da Tuomas, che però sembra abbia voluto tagliare tutti i ponti con lei, dopo la sua fuga da casa, appena sedicenne, quando la ragazza era scappata da un contesto famigliare opprimente. E, dopo aver passato le pene dell'inferno, finalmente, anche il cuore fragile e spezzato di Dana, troverà la sua pace.
"Amori mediocri sopravvivono. Grandi amori vengono distrutti dalla propria intensità" Oscar Wilde
Ispirata a Letter To Dana dei Sonata Arctica, che consiglio assolutamente di sottofondo. Ovviamente, per leggere, non occorre conoscere la canzone.
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Tuomas Holopainen
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Letter to Dana
 
La ragazza lasciò scivolare la sigaretta fumata fino al filtro dalle dita per schiacciarla con la punta dello stivale. Si appoggiò al muro, affondando le mani nelle tasche del vecchio cappotto di lana verde militare che le riparava il corpo magro dal vento freddo di Jyväskylä. Aveva finito gli ultimi spiccioli per quel caffè e ora si ritrovava senza un soldo nella fredda e inospitale Finlandia. Si passò le mani sugli occhi stropicciandoli e tirandosi successivamente indietro i capelli neri come la pece.
-Bentornata a casa, Dana- pensò
Si lasciò scivolare, fino a sedersi sull’asfalto freddo, per poi raggomitolarsi su se stessa, con le ginocchia al petto. Chiuse gli occhi, canticchiando una vecchia ninnananna finlandese, lasciandosi andare ai ricordi. Quei ricordi che la notte finivano a opprimerle il cuore, quel cuore troppo fragile, quel cuore di porcellana, distrutto e piegato fin dalla tenera età.
 
Dana, my darling, I'm writing to you.
Cause your father passed away, it was a beautiful day
And I don't want to bother You anymore,
I used to hope you'd come back
But not anymore Dana
 
Quella lettera, arrivatale improvvisamente anni prima. Non sapeva ancora come lui avesse trovato come contattarla. Non lo avrebbe mai saputo. Voleva che tornasse indietro? Eppure lei, la sua vita se l’era scelta.
 
My eyes might have betrayed me, but I have seen
Your picture on the cover of a filthy magazine
And I think my heart just cannot handle that
Dana, my darling, would be so bad.
 
Lo aveva visto anche lui… A quanto pare, era finita su tutti i giornali di gossip, la scappatella di una ballerina finlandese che era stata presa all’Opera di Parigi, con un politico francese. E avevano dato la colpa a lei. Lei, il Cigno Nero, come la parte che interpretava in quel balletto. Odile. Che le assomigliava ogni giorno di più. Nessuno aveva visto, dietro a quei capelli neri, i suoi occhi azzurri e limpidi, nessuno aveva visto Odette. Era stato lui a sedurla, a fare innamorare il cuore delicato di una ragazza di soli diciotto anni. I suoi modi impeccabili, la sua eleganza. Cosa ne poteva sapere lei che quel uomo aveva una moglie e dei figli? E lui, ovviamente, aveva fatto in fretta, una volta scoperto lo scandalo, a dare la colpa a lei. Uccidendo per sempre il cigno bianco, per farla rinascere con il cuore nero.
 
Dana my darling I'm writing to you
Your mother passed away it was a really rainy day
And I didn't mean to bother you anymore
Your mother wished: Come visit your fathers grave, Dana
 
Ancora una volta una lettera da parte sua… Erano passati giusto pochi anni e anche sua madre la abbandonava. Aveva mollato la danza, per sempre. Il suo desiderio era quello di rivedere, dopo anni di freddo, la donna che in ogni caso le aveva dato amore. E, invece, arrivava tardi.
-Ma ora sono qui- pensò –Non ti deluderò ancora, mamma. Verrò a visitare la tomba di mio padre-
Era lì anche per quello.
 
Your father disowned you because you have sinned
But he did forgive you in condition he was in
And I hope you won't do those things anymore
Dana My darling I'm waiting for
 
 
Oh, se n’era accorto adesso! Suo padre, che al posto di aiutarla, l’aveva sbattuta fuori casa. Le sue parole le rimbombavano chiare nelle orecchie: “la nostra è una rispettabile famiglia religiosa: non vogliamo sgualdrine in casa. Vattene di tua volontà, prima che lo faccia io a calci.”
Se dicono che una famiglia ti sta accanto nei momenti bui, beh, allora la sua non era una famiglia. Aveva sedici anni ed era sola, incinta di un bambino. Del suo unico amore, che però un incidente d’auto si era portato via. Era da sola, il giorno del suo funerale. Era da sola, quando aveva scelto, nonostante gli estenuanti allenamenti di danza, di portare avanti la gravidanza. Era da sola, quando, all’inizio del terzo mese, abortì spontaneamente. Era da sola, quando soltanto la danza le diede la forza di andare avanti. E ora, Tuomas, le diceva che suo padre, l’avrebbe perdonata. Anche se, come tutti, lui avrebbe voluto vederla come perfetta donna di casa. Gliel’aveva persino scritto. Non doveva più mettersi in quei pasticci ancora. Ma davvero stava aspettando lei? Davvero i suoi sentimenti erano sinceri, nei confronti di quella che solo lui era riuscito a vedere come era davvero. Solo Dana O’Hara.
 
No, you can't surprise me anymore
I have seen it all before
But it seems I cannot let you go
 
-Davvero? Non ti sorprenderò più? Eppure, sono qui e di sicuro questo non te lo saresti mai aspettato. No, non avresti potuto vederlo prima. Non lo mostravo, non mostravo quanto mi stesse stretta quella situazione famigliare, quanto io ci soffrissi. Ci ho sperato a lungo che tu potessi capirmi. Credimi, Tuomas, anche io non avrei mai voluto andarmene. Avrei voluto che tu non mi lasciassi andare- mormorò a se stessa, mentre le lacrime, dovute al freddo, probabilmente, le bagnavano il viso.
 
And I think that I told you, I'd wait for you forever
Now I know someone else's holding you,
so, for the first time in my life - I must lie
Lie's a sin, mess that I am in,
Love is not the thing I feel know
I promise you: I won't write again 'til the sun sets
behind your grave
 
-Lo sapevo, Tuomas, che tu mi avresti aspettato per sempre. Ma, davvero, ti stai sbagliando. Io non ho nessuno che mi stringa, io sono sola, ho perso anche te. Io sono sola, come sempre. Invece, tu hai trovato qualcuno. So che hai una moglie, che fa la cameriera, e mi chiedo come tu sia riuscito a parlarle, conoscendo la tua proverbiale timidezza, e so che hai una bambina, Olivia. Dicono che siate una famiglia spettacolare… Ma tu, tu stai mentendo, vero? Sapevo fin troppo bene quanto mi amavi e lei, lei davvero è riuscita a prendere il mio posto? So come sei fatto e, forse, l’amore non è cosa per anime inquiete come noi. Rispetterò la tua scelta, non mi scriverai. Entrambi abbiamo perso il nostro grande amore. E, ora, non mi resta che dirti addio. Addio Tuomas-
 
Dana, oh, Dana I'm writing to you, I heard you passed
away it was a beautiful day
I'm old and I feel time will come for me, my diary's
pages are full of thee
 
Gli anni, alla fine, erano passati per tutti. Certo, forse troppo pochi. Ma Tuomas si sentiva addosso più di trentanove anni. Si sentiva un vecchio. La vita, invece, aveva deciso. Non sapeva come, ma sapeva che la morte, inesorabile, le aveva portato via la sua Dana. C’era un tempo per la vita, uno per l’amore, uno per la morte e uno per il dolore. Dolore. Forse, senso di colpa. Avrebbe potuto salvarla, se l’avesse saputo? Aveva scelto lui di smettere di scriverle. Ventisette anni sono troppo pochi per morire, ma Dana aveva sempre vissuto di corsa. Era cresciuta in fretta, i suoi occhi erano quelli di una adulta, solo a sedici anni. Ne aveva viste di cose brutte.
Tuomas prese un foglio e cercò una penna. Olivia era a scuola e sua moglie al lavoro. Aveva tutto il tempo. Scrisse, come quando, undici anni prima, riempiva quei fogli di diario di progetti per loro due. Con la lettera tra le mani, arrivò alla tomba di Dana. Era una di quelle bellissime giornate di sole, che si scontrava con il freddo di febbraio. A Dana sarebbe piaciuta di sicuro…
 
Dana O'Hara oh, Dana my dear,
How I wish that my Dana was here
Little Dana O'Hara decided one day
to travel away, faraway

 
Appoggiò la lettera al tumulo erboso. La sua piccola Dana, ora, avrebbe riposato per sempre in pace, non sarebbe più scappata. E lui, nella sua testa, avrebbe potuto vederla tutti i giorni.
-Addio, mia piccola Dana O’Hara. Addio a te, che un giorno hai deciso di andartene lontano-
Il suo cuore, ormai era libero. Come la porcellana si rompe diventando schegge, il suo cuore era diventato aria.
   
 
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