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Autore: fulmineo    01/10/2015    0 recensioni
Esmee viene uccisa e, il giorno del suo funerale, Eva capisce quanto fosse importante per lei. Peccato che sia però troppo tardi. Spoiler!
Genere: Fantasy, Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Era una tranquilla e triste giornata a Maastricht, nel quartiere Linburg Sud e gli Agenti del Distretto della zona guidati dal Commissario Frieda Mechels, ovvero gli Ispettori Eva Van Dongen e Floris Wolfs coi colleghi Romeo Sanders e Marion Dreesen, assieme a tutto il resto di colleghi, si stavano recando al cimitero costituendo un corteo funebre per dare l'ultimo saluto alla loro giovane collega Esmee Van Rooy, stringendosi accanto ai suoi genitori, Linde e Serge.

La giovane Agente era stata rapita e portata in Belgio da un pericoloso malvivente, che l'aveva picchiata, stuprata più volte ed infine pugnalata al fianco destro con un rompighiaccio e morta poi tra le braccia di Marion e Romeo a causa di una forte emorragia interna, mentre Wolfs era andato al seguito di Eva a seguire il criminale, poi arrestato assieme ai colleghi Belgi.

Tutti erano preoccupati proprio per Eva, perchè non solo sembrava averla presa davvero male, ma non riusciva a farsene una ragione, incapace di esprimere appieno tutta la rabbia e gli altri sentimenti che provava in quel momento.

E la mesta cerimonia iniziò, con Eva che, in alta uniforme come tutti i colleghi, andò per ultima a lanciare una rosa rossa sulla bara della giovane, che mai aveva nascosto di ammirarla e voler essere come lei, prima che venisse sotterrata dagli addetti ai lavori.

Rimase poi a fissare il cielo, seduta su una delle panche, col cappello calato sugli occhi, tolto solo per sistemare un ciuffo ribelle e mettere i suoi Ray-Ban "Andiamo, Eva..." Le disse Wolfs, posandole le mani sulle spalle.

"No... Non posso andarmene..."

"Perchè? Non c'è nulla che tu possa fare."

"C'è sempre qualcosa che non posso fare!" Ripetè Eva "Non ho potuto aiutare Maurice, Franck ed ora lei... Non è giusto!"

"Non è colpa tua." Tentò Marion, mentre Romeo, da sempre innamorato di Esmee e mai corrisposto, rimase in disparte "Hai fatto il possibile, come tutti noi... La colpa è di quell'uomo. E' lui che ce l'ha portata via! Adesso andiamo, dai..."

"No..." Insistette Eva, abbassando nuovamente la visiera del berretto dell'uniforme "Ha iniziato a piovere... E piove davvero forte."

I tre colleghi, ai quali si era unita la Mechels, alzarono lo sguardo al cielo, notando un timido sole e capendo che la pioggia a cui alludeva Eva erano le lacrime che avevano iniziato a rigarle le gote. La prima volta in cui la fortezza attorno al cuore della forte Eva Van Dongen si sbriciolava come un castello di sabbia.

"Rimango io, con lei." Offrì nuovamente Marion "Voi andate pure a casa."

"Tra qualche minuto arrivo... Lasciatemi un po' da sola. Voglio parlarle... Parlarle, perchè non l'ho fatto quasi mai ed ora non potrò farlo più."

Eva s'avvicinò allora alla lapide di Esmee, sedendosi sull'erba verdeggiante innanzi ad essa "Wolfs..." Disse la Mechels "Sarai d'accordo se dico che Eva avrà quindici giorni di riposo, per riprendersi..."

"Si, naturalmente. Anche se odio il lavoro d'ufficio... Ma lei ci serve al massimo della forma."

Lo sguardo della castana dagli occhi cerulei era perso nel vuoto e lo focalizzò poi sulla picola e provvisoria lapide sulla quale vi era la foto di Esmee, che la ritraeva sorridente come sempre "Sai... Non ho mai parlato con te e non so perchè..." Iniziò Eva "E solo ora... Solo ora ho capito quanto tu sia importante per me. Ora che non puoi più sentirmi mentre te lo dico..."

"Ma io lo so. L'ho sempre saputo." Rispose Esmee, apparendo alle spalle della castana, sedendosi innanzi a lei e poggiandosi a colei che tanto ammirava "E non sai quanto vorrei che questo contatto fosse reale... Quanto vorrei sentire il calore del tuo corpo..."

"A chi lo dici..." Sorrise Eva, malinconica, mentre qualche lacrima sfuggì nuovamente al suo controllo.

"Ricordi quella volta? L'unica in cui siamo state a stretto contatto..." Ricordò Esmee "Quando ero ritornata dopo quell'incidente..."

"E chi lo dimentica. Certo che lo ricordo... Provai una forte emozione..."

"Idem per me! E non dispiacerti, per me... Non è stata colpa tua! Era destino."

"Non ho mai creduto nel destino."

Esmee sorrise dolcemente, com'era solita fare "Lo so, ma sono felice! E sai perchè?"

"No... Dimmelo tu." Rispose la castana, che tanto voleva stringerla a sè.

"Sono felice perchè ti ho conosciuta ed era il mio sogno più grande, da quando sono entrata in Accademia!" Iniziò la moretta dagli occhi color cioccolato sfumati di verde "L'emozione che provai quando ti conobbi fu immensa che mi accontentavo di lavorare al tuo fianco, nonostante i tuoi silenzi... Poi ci fu l'incidente e l'abbraccio che ci unì quando ritornai mi fece impazzire! E di questo voglio ringraziarti."

"Io ho reso felice te e tu l'hai fatto con me, anche se mai te l'ho detto."

"Adesso devo andare, ma sappi che hai sempre avuto le chiavi del mio cuore e che mi hai fatto provare quell'immensa gioia che si prova quando si ama con tutto il cuore una persona! Non ti dimenticherò mai."

"Nemmeno io!" Rispose Eva e rimasero, impoteticamente, fronte contro fronte "Ti porterò per sempre nel mio cuore!"

"Ed io nel mio. Continua in questo lavoro che entrambe abbiamo tanto amato anche per me."

"Contaci!" Ribadì la castana ed Esmee le cinse il collo con le braccia, posandole un tenero bacio a fior di labbra, percepito come un leggero alito di vento.

"Ti ho amata davvero, Eva. Con tutto il mio cuore!"

"Ora posso dirti lo stesso... E spero mi perdonerai, per non avertelo detto prima!"

"Tranquilla. Ora basta saperlo." Sorrise la moretta ed Eva fece altrettanto, poi la prima scomparve ed Eva sorrise malinconicamente.

E, da lontano, Marion, Romeo, Wolfs e la Mechels la videro mentre s'avvicinava loro "Non saprei dire se sarà in grado di riprendersi o meno..." Tentò Romeo.

"Esmee l'amava e sono certa che anche Eva abbia capito, seppur tardi, di provare dei sentimenti per lei. E credimi, è brutto sapere che una persona che ti ha sempre amato muore improvvisamente, senza essere riuscita a dirtelo... Il suo cuore ora è spezzato e solo il tempo potrà dirci se sarà forte abbastanza da uscirne o meno."

"Voi avete il tassativo ordine di starle accanto!" Disse la Mechels ed i tre annuirono, poi Eva ritornò.

"Stai bene?" Chiese subito Marion, che tanto adorava la castana.

Eva sorrise appena, togliendo i Ray-Ban, rivelando sempre il bellissimo fuoco che ardeva dietro le iridi cerulee "Starò meglio." Rispose semplicemente Eva e tutti sorrisero, aspettandosi una tale risposta.

Ma tutti e quattro sapevano che Eva si sarebbe ripresa, perchè dopo tutte le volte che era caduta, aveva sempre trovato la forza di rialzarsi in piedi ed andare avanti e cel'avrebbe fatta ancora, perchè Esmee, che avrebbe certamente vissuto nel suo cuore, le avrebbe dato tutta la forza che le serviva.

  
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