Si guardava intorno, ormai si era abituata a stare rinchiusa in quella stanza.
Non poteva uscirne se non incappucciata e con i capelli raccolti. Ma non aveva voglia di prepararsi.
In realtà non sapeva cosa volesse realmente, quasi le sembrava che tutto quello fosse un sogno o meglio, un incubo da cui non riusciva a fuggire.
Invece era tutto reale, troppo reale.
Era lì, da sola, con il pancione della gravidanza che ormai era diventato grande e pesante, forse troppo per un corpicino fragile come il suo.
Aveva paura di diventare madre dopo quello che era accaduto in gioventù. Non riusciva a trattenere le lacrime ogni volta che ripensava a quella scena.
“Fratello mio, ti prego, aiutami” e l'eco di quelle parole che rimbombava nella sua testa e riscaldava le lacrime sul suo viso le faceva sembrare delle scie di fuoco.
Quando suo fratello prese il bambino e se ne andò. Il suo pargolo, suo figlio che non era riuscita più a rivedere. L'odio che aveva provato verso sé stessa e verso tutti quegli “uomini di onore” che avevano scatenato l'inferno in terra solo per potere sedere su un trono di ferro.
Cercò di scacciare quel pensiero e lo concentrò tutto sulla creatura che aveva in grembo. Era sicura sarebbe stato un maschio e che, un giorno, sarebbe diventato uno dei più grandi cavalieri di tutti e sette i Regni.
Si alzò dal suo giaciglio e si preparò per il bagno.
Fece cadere la lunga veste sul pavimento e la spinse via con il piede. Rimase a guardarsi allo specchio: i lunghi capelli neri a contrasto con la sua pelle color della luna erano il suo tratto distintivo. Il suo viso, marchiato per sempre dai dolori e dalle pene d'amore che aveva sopportato, sembrava quasi una maschera. Lei non voleva questo, voleva poter vivere felice con la sua famiglia, i suoi figli e il suo amato.
Ma niente di ciò le era stato concesso.
Si immerse nella vasca, i seni diventarono turgidi e la pelle si arrossò immediatamente per il contatto con l'acqua bollente.
Era la stessa sensazione che si prova al contatto con la persona amata: la pelle d'oca, la voglia di calore .. solo che una misera vasca di bronzo non poteva certo competere con un uomo in carne ed ossa.
Si immerse completamente e quasi pensò di lasciarsi andare, ma lei era forte, lei aveva combattuto tante battaglie e ne aveva ancora da combattere.
In quel momento sentì il suo bambino muoversi. Un piccolo piedino le aveva dato un calcio ed era come se riuscisse a sentire le parole del bambino: “Madre mia, io sono qui, con te”.
Scoppiò in lacrime, abbracciando la pancia e sussurrando parole dolci, parole di madre.