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Autore: Ikki95    02/10/2015    2 recensioni
A seguito del ritrovamento dello One Piece, la Ciurma di Cappello di Paglia è andata ognuno per la sua strada. Ma due persone hanno deciso di rimanere a vivere insieme, come due cuori ed una capanna: Sanji e Nami hanno infatti coronato il loro sogno d'amore aprendo un ristorante insieme, ed ora sono pronti ad invitare i Mugiwara per una grande abbuffata in "famiglia" !
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mugiwara, Nami, Sanji | Coppie: Sanji/Nami
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amore in mezzo al mare

 
1. "Nami, tesoro, potresti passarmi quei piatti?" Chiese il cuoco alla sua compagna.
"Certo amore, ecco a te!" Rispose lei.
Nami passò i perfetti vassoi in ceramica a Sanji, il quale la ringraziò con un sorriso e una nuvoletta di fumo a forma di cuoricino. L'uomo portò il vassoio all'ultimo cliente ancora rimasto prima della chiusura del dopo pranzo. Gli porse il piatto con un gentile inchino e lo osservò gustare la pietanza che lui stesso aveva preparato poco prima. Quando tornò in cucina, la prima cosa che fece fu schioccare un bacio sulle labbra della sua Nami - Swan.
"Ti amo." Gli disse lei.
"Ti amo anche io, piccola." Le pupille erano oramai diventati due cuori d'un rosso vivido, e il cuoco continuava ad ondeggiare sempre più velocemente.
Dopo qualche decina di minuti il cliente ebbe finito di mangiare. L'uomo si avviò alla cassa soddisfatto, toccandosi lo stomaco gonfio per il pasto. Pagò e se ne andò, promettendo di tornare presto.
"Chiudiamo?" Chiese Nami.
"Tempo di pulire un po' il locale!"
I due si misero al lavoro di buona lena: Nami puliva il pavimento con una scopa e ne lustrava gli angoli con un cencio umido mentre Sanji lavava i piatti con dovizia e precisione. Poi, assieme, presero le sedie e le posero ribaltate sui vari tavoli, pulendo la base di ognuna di esse. Sanji ripensò a quando lavorava con Zef.
- Quando dovevo fare tutto questo da solo faticavo moltissimo. Ora che sto con lei, invece, vorrei che il tempo si fermasse. -
Quando ebbe finito, Nami si asciugò il sudore che le lambiva la fronte con un braccio e sorrise al suo compagno.
"Andiamo fuori?"
Sanji la seguì, ammaliato dal suo sorriso spontaneo che riluceva al sole e incantato da quell'ondeggiare sinuoso dei suoi capelli arancioni. Nami fu la prima a sedersi sulla larga banchina di legno che circondava il locale, facendo segno all'uomo di accomadarsi anch'egli. Sanji subito la seguì e le cinse le spalle con un braccio fino ad incontrare la sua mano.
"Mi sembra un sogno..."
"Anche a me, amore."
"Credevi che avresti mai trovato un tesoro simile?" Gli domandò Nami.
"Ti riferisci all'All Blue oppure stai parlando di te?" Sanji non riusciva a non farle un complimento ogni frase. Le prime volte Nami aveva sfruttato questa sua... "debolezza" nei suoi confronti per avere pranzi e cene speciali, ma col tempo lei si era innamorata del suo sorriso, di quelle sopracciglia asimettriche, di quel pizzetto appena accennato e di quel suo modo di fumare così dannatamente sexy.
"Scemo!" Gli disse assestandogli una gomitata su un braccio. "Mi riferivo all'All Blue!"
"Ahi!" Esclamò l'uomo toccandosi il punto colpito e sorridendo, poi l'abbracciò di nuovo. "No, pensavo che fossero solo leggende. Immagina un bambino a cui parlano di questo mare leggendario... L'All Blue... Un mare dove vive ogni varietà di pesci. Il sogno di ogni cuoco del mare settentrionale." Nami gli appoggiò la testa su una spalla "E poi, un giorno come tanti, arriva questo squinternato con un cappello di paglia sempre sulla testa che ti dice che vuole diventare il Re dei Pirati." Risero entrambi "Non so cosa mi abbia convinto di lui, forse la sua semplicità, o forse la sua ingenuità... Fatto sta che, quando mi sono imbarcato, non pensavo che lo avrei mai potuto vedere con i miei occhi." Sanji si soffermò ad osservare l'immensa distesa blu, uniforme e quasi immobile in quella calda giornata di fine estate, poi guardò Nami e le accarezzò una guancia. "Ma ancora più incredibile è condividere tutto questo con te, amore mio." La fece voltare con una mano e lei si perse nei suoi occhi. Lui le diede un lungo e passionale bacio che le fece venire i brividi lungo la schiena.
"Ti amo..." Riuscì a malapena a rispondergli prima di abbandonarsi di nuovo alle sue labbra.
 
I giorni si susseguivano pigramente. Gente che veniva, gente che andava. Gli affari al Neo - Baratie non andavano affatto male, anzi, il locale andava decisamente alla grande, così come la vita di coppia. Sanji aveva sempre sognato di abitare assieme a Nami, così come aveva sempre sognato di gestire un ristorante tutto suo. Adesso aveva tutto, e per di più i due si erano stabiliti nell'All Blue. La vita andava alla grande, e anche Nami, dal canto suo, si sentiva una donna realizzata. Il suo uomo non pensava più alle altre donne come un anno prima, ne le guardava come guardava lei. Si sentiva come illuminata dall'occhio di bue di un teatro; al centro della scena. E a lei piacevano da impazzire tutte le attenzioni che quell'uomo le rivolgeva, così come le piaceva perdersi tra le sue braccia. Amava soprattutto vederlo cucinare per lei ed infondere quei piatti di un sapore speciale che nessun altro avrebbe mai avuto l'onore di provare. Un giorno di inizio autunno come tanti, di prima mattina, Sanji aprì la porta dell'entrata principale del Neo - Baratie per sgranchirsi un po' le gambe prima dell'apertura ufficiale del locale. Davanti all'uscio si trovava una lettera. Sanji la raccolse e alzò gli occhi al cielo. Vide un gabbiano volare poco distante dal locale e pensò che dovesse avergliela consegnata lui. Nami mise la testa fuori dalla finestra e lo sorprese intento nella lettura. Essendosi svegliata da poco, si stropicciò gli occhi.
"Tutto bene, amore?" Gli chiese curiosa.
"Certo." Le sorrise.
"Chi ti scrive?" Indagò la ragazza.
"Oh, è una lettera di Rufy e Zoro... Ti salutano!" Rispose allora lui gioviale e sorridendole di rimando.
"Ah, quei cari ragazzi!" Nami si stiracchiò, ancora intorpidita.
"E poi ci chiedono anche come sta andando il locale!"
"Bene, per fortuna!" Rispose lei conscia che Rufy e Zoro non potessero sentirla.
"E ci chiedono di organizzare una rimpatriata assieme a loro, in futuro!" Continuò cantilenando il cuoco scorrendo le scritte sulla lettera con gli occhi.
"Volentierissimo! Ho proprio voglia di rivedere tutti!"
Sanji si interruppe. Il suo sguardo si fece serio. "...E mi chiedono di accompagnarli a trovare un tesoro."
La faccia di Nami si fece interrogativa. "Come, prego?"
"Lo sai com'è quel ragazzo, vive di avventura...!" Si giustificò allora lui.
Lei fece spallucce "Bhè si, hai ragione. Poco male. Tanto c'è Zoro con lui, no?" Sanji tacque e Nami si fece preoccupata. "Amore... Non avrai mica intenzione di andare, vero?"
"Nami, cara... Io devo andare... Sono miei amici, sono i miei compagni... Non posso lasciarli da soli."
"Ma... Come farò senza di te? E il locale? Chi manderà avanti il locale?"
"Tu, amore mio." L'uomo le si era avvicinato e le stringeva ora una mano, baciandogliela "Lo farai tu. Puoi riuscirci."
"Ma... Io non so cucinare bene come t-" La baciò, interrompendola.
"Invece ne sei capace."
Nami rimase interdetta, guardandolo sognante. "E... Quando partirai...?"
"Domani all'alba. Rufy non vuole perdere tempo, lo sai!"
"Va bene... Però stanotte non lasciarmi sola, ti prego..." Lei si strinse alla mano di lui mentre l'uomo le accarezzò dolcemente i capelli.
"Tu non sarai mai sola... Ti scriverò spessissimo, lo prometto. Non starò via a lungo."
Gli occhi di Nami divennero lucidi. "...Me lo prometti?"
"Si, mia adorata." Un altro bacio ancora sugellò quel momento.
 
Il tempo passava. Nami era diventata brava: riusciva a destreggiarsi tra la cucina e i clienti in maniera egregia. Certo, non era semplice per lei preparare i pasti per tutti e tenere in ordine e pulito il locale, ma la ragazza era davvero in gamba. Se ne andava sempre in giro con un lungo grembiule bianco e gli immancabili pantaloncini neri con ricami gialli a forma di cerchio, portando allegria in tutto il locale. Spesso, a fine giornata, dopo aver pulito il pavimento di legno del Neo - Baratie,  si sedeva sempre con la schiena appoggiata al bancone della cassa, si asciugava la fronte dal sudore e socchiudeva un attimo gli occhi, prima di incominciare a leggere le lettere che Sanji le spediva, come da lui promesso.

Cara Nami, le serate senza di te non sono più le stesse. Mi manchi e vorrei stringerti a me. E' come se tutto il mondo fosse pieno di vita, ma io, privato del mio stesso cuore, non riesco a sentirla.                                                                                                              Tuo per sempre, Sanji.
 
Mia adorata Nami, non vedo l'ora di poter tornare a casa da te. Mi mancano le tue labbra, le tue braccia, il tuo respiro, il tuo sapore... Tutto. Io sto bene, ma soltanto all'apparenza, perchè se qualcuno potesse vedermi dentro allora capirebbe quanto soffro senza di te.                                                            Il tuo Sanji.
 
Ci siamo quasi. E' solo questione di giorni. Aspettami, come io sto aspettando il momento per tornare da te. Non c'è nessun altro pensiero che affolla la mia mente come quello del tuo volto. La sensazione che provo anche solo nel ricordarlo è indescrivibile, superiore a tutte le emozioni che io abbia mai provato in vita mia. L'unica cosa che potrà eguagliare questa sensazione sarà un tuo bacio, mia dolce Nami. Aspettami.                                                                           Il tuo Sanji.
 
Ogni volta che Nami leggeva quelle parole, Una lacrima rigava il suo volto e cadeva sulla carta, macchiandola. Non voleva stare sola, non ci riusciva più. Erano passati quasi due mesi.
 
Nami si tolse il grembiule, come era oramai solita fare, e lo ripose in un cassetto in camera da letto. Tornò poi nella grande sala e controllò che fosse tutto in ordine.
- L'incasso l'ho contato e messo al sicuro. - Fece una spunta con la penna su una lista che teneva in mano - Le sedie sono pulite e in ordine. - Altra spunta - Il bagno l'ho pulito.- Ancora - Poi.. .-
La porta si spalancò all'improvviso.
"Ehi, il locale è chiuso, non ha visto l'insegna? Se ne va-" La ragazza si mise una mano alla bocca.
"Amore... Sono a casa..." Sanji crollò a terra proprio all'altezza dell'uscio.
La donna gli corse incontro piangendo. "Amore mio... Sei tornato..." Lo abbracciò con tutte le forze che aveva in corpo, ma l'uomo riuscì a malapena a sorriderle. Nami lo guardò e lo vide incredibilmente pallido. "Che cosa è successo...?" Gli chiese.
"Nulla, tranquilla... Sto bene..."
Gli mise una mano sulla fronte. "Scotti... Hai la febbre altissima."
"Non è vero..."
Nami aiutò Sanji a rialzarsi mettendosi un suo braccio attorno alla spalla e lo trascinò di peso fin nella loro camera. Non riusciva neppure a camminare decentemente, tanto che strusciò i piedi per terra per tutto il breve tragitto. Lo adagiò delicatamente sul letto. "Torno in un attimo."
Andò in cucina e prese un panno pulito. Lo passò sotto l'acqua gelida del rubinetto e tornò al capezzale del compagno. Glielo mise sulla fronte, in modo da allievare il gran caldo che sicuramente doveva provare.
"Va meglio?"
"Si, ma sto ben-"
"Zitto, per favore." La voce della donna era un misto tra preoccupazione e rabbia.
Gli sbottonò la giacca e gliela tolse, e subito dopo fece con la camicia. I suoi occhi si sbarrarono.
"... Come te li sei fatti tutti quei tagli...?"
"Nami, non è niente, davvero..."
Il suo petto, il suo stomaco, la sua pancia... Tutto il corpo dell'uomo era coperto da profondi tagli ed ematomi, a tratti completamente neri. Nami fece un profondo sospiro e si trattenne dal mollargli uno schiaffone. Gli fece cenno con la mano di attendere ed andò in bagno. Aprì lo sportello dei medicinali e prese delle bende, una pomata e quant'altro ritenesse utile per alleviare il dolore dell'uomo. Si sedette vicino a lui, sul bordo del letto, ed iniziò intingendo dei piccoli pezzi di ovatta nel disinfettante, passandoglielo con quanta più delicatezza potesse sulle ferite. Lo sentiva gemere e stringere i pugni ogni volta che strusciava sulla sua pelle, ma doveva farlo. Quando ebbe finito, prese la pomata e ne spremette un po' sulle dita, poi la passò dolcemente sui vari lividi di Sanji.
"Ti fa male?"
"Tu non mi fai mai male, amore..."
La donna gli fece un sorriso e continuò.
"Adesso voltati." Gli ordinò.
Aiutò Sanji a mettersi su un fianco. La sua faccia ebbe un'espressione di repulsione quando vide che i tagli e gli ematomi erano presenti anche sulle spalle e sulla schiena.
- Che cosa diavolo hai fatto...? - Pensò.
La ragazza ripetè il procedimento di poco prima con ancora più cura. Si mordeva un labbro ogni volta che vedeva il suo uomo stringere le coperte e reprimere un grido di dolore. Se fosse stata lei a decidere, sicuramente avrebbe preferito patire le pene dell'inferno che vedere il suo Sanji ridotto così. Quando ebbe finito lo aiutò a mettersi di nuovo a pancia in su.
"Che ti è successo?" Gli domandò.
"Bhè, sai, ogni mappa del tesoro nasconde grandi perico-"
Un bacio lungo, improvviso e passionale lo interruppe e lo lasciò senza fiato.
"Mi sei mancato." Seguì un violento schiaffo. "Ma non prendermi in giro. Sei stato via oltre due mesi e mezzo. Ho il diritto di sapere la verità."
Sanji la guardò negli occhi, poi sospirò. Infine si fece coraggio e parlò.
"Non c'era nessun tesoro."
"Lo avevo capito." Gli rispose piccata lei.
"Non volevo mentirti."
"Forse, semplicemente, non avresti dovuto farlo." Nami manteneva un tono di voce sostenuto.
"Nami, la Marina stava per lanciare un Buster Call su tutta Alabasta."
Gli occhi della ragazza si sgranarono. "Bibi..."
"Capisci adesso perchè Rufy ha contattato me e Zoro? Dovevamo fermare i piani della Marina."
"La Marina adesso arriva a fare queste cose?"
"Quel Sakazuki non si ferma davanti a nulla pur di perseguire il suo ideale di giustizia, lo sai."
"Quel bastardo..."
Sanji gemette e si toccò sotto al pettorale destro.
- Cazzo. - Pensò Nami dandosi un leggero schiaffo - Sono proprio un disastro. -
"Amore, fermati, lascia che ti bendi..."
L'uomo annuì e alzò le braccia. Nami prese una lunga fasciatura ed iniziò a far passare le bende attorno a tutte le ferite dell'uomo, con delicatezza. Quando ebbe finito, gli baciò delicatamente il petto e risalì fino al collo e poi alle labbra. Ne assaporò l'odore e poi si ritrasse, non senza fatica.
"... Abbiamo dovuto affrontare una decina di vice ammiragli." Riprese lui, ancora intontito dal profumo della sua amata.
"Mio dio..." Nami si portò le mani alla bocca.
"Testa d'alga, come al solito, si è fatto un sacco di ferite..." Provò a sdrammatizzare Sanji.
"Sta bene?"
"Non vorrei mai ammetterlo, ma è un uomo forte, lo sai."
La ragazza annuì. "E Rufy?" Chiese.
"Rufy non aveva occhi che per Bibi. Voleva proteggerla a tutti i costi. Bhè, dopo tutto è comprensibile... Non ha esitato un solo attimo a lanciarsi in battaglia."
"E' sempre il solito..." Rispose Nami. Sanji le sorrise "E tu?"
"Bhè, io sono vivo, come ve-"
Un nuovo, violento schiaffo lo colpì dritto in volto.
"MI HAI FATTO PREOCCUPARE, DANNAZIONE." Nami stava urlando. Sanji non la aveva mai vista così, mai in così tanto tempo. Si teneva la guancia arrossata con una mano, massaggiandosela. "Non sapevo come stavi veramente, non sapevo che cosa facevi, se stavi bene... Sapevo che non mi stavi dicendo tutta la verità, lo sapevo dal momento in cui hai ricevuto la lettera..." Le lacrime iniziarono a farsi strada sul volto di Nami rigandole le guance. La voce era ora diventata un singhiozzo. "... Ho avuto paura. Volevo riabbracciarti." Si nascose la testa tra le mani. Sanji fece uno sforzo e si mise a sedere, cingendole il volto con le braccia.
"Mi dispiace, piccola mia, mi dispiace. Ma adesso sono qui con te... E' questa l'unica cosa che conta. Io sto bene, e la Marina ha rinunciato ai suoi propositi per evitare di perdere altri uomini."
Nami alzò lo sguardo svelando gli occhi arrossati. "Li avete sconfitti tutti...?"
"Li abbiamo rispediti a casa a calci nel sedere." Le rispose scherzando lui.
La donna gli sorrise. "Ti amo..."
"Ti amo anche io."
I due si baciarono a lungo. Nami si stese al suo fianco, mentre lui riposava con un braccio dietro alla testa. Ci fu qualche minuto di silenzio e di coccole.
"Devo dirti una cosa..." Esordì lei.
"Dimmi, tesoro."
Quella frase non preannuncia mai nulla di buono, per un uomo.
Nami contrasse i muscoli della bocca facendo una espressione buffa, tanto che riuscì a strappare un sorriso al suo uomo.
"Sono incinta." Confessò infine.


 
Spazio dell'autore: Era tipo una vita che non pubblicavo qualcosa qui su EFP. Questa Fan Fiction risale a qualche mese fa (O forse un anno?): la scrissi ma non la pubblicai mai, ma ora è giunta l'ora! x'D Come sempre, vi lascio i link per le altre mie storie e se vi va di lasciarmi un parere per questa o per altre fatelo, che a me fa solo piacere!
Nicola

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