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Autore: Lele01    02/10/2015    3 recensioni
Quando è iniziato tutto?
Agli inizi del debutto degli exo forse... Ha iniziato a parlarmi, a non lasciarmi più in pace.
Certe volte l'ascolto, altre faccio finta che non esista.
[(Lay/BIG SORPRAIS)]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, Crack Pairing | Personaggi: Lay, Lay
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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BWAAAAAAAAH SONO TORNATA A TORMENTARVI!

Non sono morta lol

Grazie a tutti quelli che hanno recensito l'altra ff (schiaccia lì se non vuoi morir.. coff coff perdertela _ http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3235424) Non l'ho ancora finita, ma dolci notifiche arriveranno prontamente! Tutto ha il suo tempo (picchiatemi, sono un'emerita cogliona lo so!)

Per chi ha letto le mie ff, no, questa non è la storia tra me e la mia relazione con la mia vocina interiore (capirete leggendo) Ma bensì tra Lay e la sua! AHHAAHAHAH LO SO CHE E' NA MIGGHIATA E NON SA DA FARE.

Lay non si è fumato una canna, nemmeno cacca di unicorni.

Questa sarà una twoshots, e scoprirete che pair farò nell'ultimo capitolo, bensì non qui ma nell'altro. Sarà una sorpresa come quella nelle uova di Pasqua, lol.

Vi lascio alla lettura <3

Lele



 

Mi avvicino allo specchio e mi guardo.

'Lay, hai proprio una brutta cera oggi!'

Ecco che riniziava. La voce dentro di me mi parlava e diceva la sua come sempre.

Quando è iniziato tutto?
Agli inizi del debutto degli exo forse... Ha iniziato a parlarmi, a non lasciarmi più in pace.
Certe volte l'ascolto, altre faccio finta che non esista.

Vado in cucina  e tiro fuori dalla credenza una scatola di biscotti che il giorno prima Kyungsoo ha preparato.

'Lo so che sembrano gustosi, ma oggi hai gli allenamenti e il trainer si incazzerà di brutto se lo fai.'

Decido di non dargli retta, io faccio quello che mi pare.

'Mi stai ascoltando? Non ci sarà nessuno a pararti il culo questa volta. Lasciali giù!'

Sbatto i biscotti sul piano della credenza.

"Basta! Mi hai rotto il cazzo, non parlarmi più!"

Una frase fin troppo gridata, infatti qualcuno esce dalla propria camera.

"Lay, stai bene? Perchè ti sei messo a gridare?"

Corro nella mia camera senza dare retta a Xiumin sbattendo la porta così forte da svegliare tutti.
Mi butto sul letto di peso e mi raggomitolo su me stesso, non ce la faccio più.

'Ehi, stai bene?'

"Sta zitto."

Rispondo fievolmente.

'Perchè non mi ascolti? Io lo faccio per te. Hai bisogno di rimanere in forma per partecipare attivamente a tutti i concerti.'

Ha ragione, sempre.

Su tutto.

E' così irritante, ma non posso nemmeno picchiarlo o farlo andare via.

"Perchè sei dentro di me?"

'Perchè voglio.'

"Vattene, o almeno stai zitto. Fammi dormire un po'."

'Ti sveglio quando dobbiamo andare agli allenementi.'

"Mhm."

Intanto i membri degli exo-m ascoltano la conversazione dietro la porta tra Lay e sè stesso, preoccupati.
Il primo a parlare è Xiumin.

"Non è la prima volta che lo fa."

Chen annuisce in approvazione.

"Dovremmo portarlo da uno specialista."

Kris riamane pensieroso.

"Avete ragione, come leader ne andrò a parlare al manager."

Luhan interrompe Kris.

"No! Se lo sapesse Lay sarebbe sottoposto a dei controlli più pesanti, o peggio, sarebbe licenziato."

Gli exo-m alla fine contattarono uno psicologo noto per la sua bravura nel campo.
 

'Ehi, è ora.'

'Ci sei?'

'Svegliati, sennò partono senza di te'

"Non rompere il cazzo, adesso mi alzo."

Non ce la faccio più. Ho di nuovo il mal di testa.

Mi alzo e esco dall'appartamento con gli altri.

Io e Luhan parliamo quando quella maledetta voce mi parla ancora.

'Puzzi.'

"Luhan, come hai dormito stanotte?"

"Bene grazie! Un giorno dovremmo rifare un pigiama party io e te! Ti ricordi l'altra volta? Ci siamo messi pure le maschere di bellezza!"

'Ahhaha, sembravi un cretino!'

Mi stanno scoppiando le vene dalla rabbia, ma mi contengo dall'urlare.

"Dovremmo assolutamente rifarlo."

'Te lo vuoi solo scopare.'

Non ce la faccio, dentro la macchina mi metto a gridare "Smettila!"

Il manager mi chiede se c'è qualcosa che non va, mentre tutti i ragazzi si rivolgono sguardi preoccupati.
Mento dicendo che c'era un moscerino che mi dava fastidio.

Finiamo gli allenamenti e stranamente non si è ancora fatto sentire.

"Ragazzi, esco un attimo a prendere un po' d'aria."

Suho come una mamma protettiva mi raccomanda di fare attenzione.

Scendo le scale e mi ritrovo all'aria aperta, da quanto tempo.
Ancora non si accenna a farsi sentire, neanche una parola.
Sarà andato a dormire.
Le scritte luminose si accendono e spengono come per comporre una melodia visiva.
Mi scorrono davanti milioni di persone da Seoul di cui neanche so i nomi. Nessuno mi riconosce e questo mi rende potente, mi sento libero.

Il mio stomaco brontola. Ho bisogno di mangiare.

Vedo un supermarket e entro per comprare del ramen.
Quando la commessa lo passa alla cassa, mi accorgo che ha un viso inespressivo, come tutte le persone che mi stanno attorno.
Realizzo finalmente di quanto la mia famiglia siano gli exo, quei visi così familiari e sorridenti.
Non posso pensare ad una vita senza di loro. Non ce la faccio.

La commessa mi posa rudemente nella mano il ramen, spazientita dal fatto che mi sono impetrito nel posto senza accenno di movimento per andarmene.
Ringrazio impacciatamente e mi siedo su un tavolino fuori dal supermarket.

Mi sento quasi solo senza la mia vocina, ma non lo ammetterò mai.
 

Tutto il ramen sparisce dal bicchiere, sono stato veloce a mangiarli.

Mi alzo e butto nel cestino la spazzatura per poi tornare a vagabondare in delle stradine sperdute che portano verso il fiume.

  [puramente random perchè non so se a Seoul ci sia un fiume, sorry. Continuate a leggere seriamente lol]

Qualcosa cade dal terrazzo pieno di fiori di una casa.
Se ne sta lì sul terreno innocentemente, aspettando di essere raccolto.
Lo prendo e scorgo una scritta che prontamente leggo.

"NON SCAPPARE DAI PROBLEMI, AFFRONTALI E RISOLVILI."

Questa frase mi apre un mondo. Così poche parole per aiutare uno stupido come me, mi sembra quasi magico.

Lo metto in tasca e continuando a camminare fisso il cielo notturno ponendomi delle
Ma la vocina che mi aiuta in tutti i miei problemi vuole uscire dalla mia testa?
Ha un nome?
Era una persona prima di entrare nella mia testa?
Ma per quanto ci dovrò convivere?
Ha mai pianto perchè intrappolato nella mia testa?
Ho mai provato ad accoglierlo?

Domande che balenavano nella mia testa e si ripetevano peggio di un tormentone estivo.
Più mi avvicinavo al fiume più mi accorgevo di essere una cattiva persona.
Finchè ci arriavi e sulla sponda, mi sedetti buttandomi col sedere sulla terra e poggiando la testa sulle gambe, piangendo disperatamente.

Ero così impegnato a pensare alla mia sofferenza che non mi curavo della sua, di cui io ero la causa.
E non mi sentivo una merda assoluta, faccio schifo.

Le lacrime mi rigano il volto e sento delle mamme che ammoniscono i propri figli di non avvicinarmi a me.

Questa società fa schifo, tutti a preoccuparsi della propria sopravvivenza, io ne sono l'esempio.
Quante persone hanno bisogno d'aiuto nel mondo, quante volte abbiamo fatto finta di non vederle mentre camminavamo per la strada.

Come ho fatto io, camminavo e raggiungevo i miei obbiettivi grazie al suo aiuto, ma non mi fermavo a ringraziarlo e non lo prendevo per mano continuando il percorso insieme.

La mia vittoria era la sua vittoria, ma sono egoista e ho deciso di rubare anche il suo briciolo di felicità.

Io... Mi manca. Mi dava fastidio, lo odio ma lo amo. Cazzo, lo amo e adesso mi manca.

Perchè deve tutto finire male quando ci sono di mezzo io?

"Io... Ti amo."

'Anche io.'

   
 
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