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Autore: Ires    02/10/2015    0 recensioni
Un mondo dove non si vedono i colori fino all'incontro della propria anima gemella e due anime, Emily e Aidan, che si cercano senza nemmeno saperlo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Innanzi a tutte le leggi su riferite vengono quelle della natura, così dette perché derivano unicamente dalla costituzione del nostro essere.
 
Se l'essere umano ha la pretesa di porsi come ente consapevole della natura, allora la prima consapevolezza che deve avere è che la natura è la condizione irrinunciabile di una qualunque esistenza terrena degna d'essere chiamata umana.
 
Infatti, se la natura è totalmente indipendente dall'uomo, avendo proprie leggi necessarie, universali e assolutamente immutabili, allora il genere umano non deve fare altro che conformarsi a queste leggi, evitando accuratamente di sovrapporre ad esse nuove artificiose leggi.
 
Esiste una legge di affinità secondo la quale ogni elemento, con le sue vibrazioni, la sua quintessenza, è in relazione con altri elementi della stessa natura che dunque potrebbe attirare.
 
Le piante fanno la fotosintesi cellulare. Gli orsi vanno in letargo d’inverno. Il pelo della volpe polare è grigio-bruno d’estate ma diventa bianco nella stagione fredda.
Leggi naturali.
L’acqua bolle a 100°. La Terra gira intorno al Sole.
Leggi naturali.
Un essere umano è affetto da alterazione dei fotorecettori fino al momento dell’incontro con la sua controparte, detta nel linguaggio comune “anima gemella”.
Legge naturale.
Il più diffuso tipo di daltonismo è dovuto ad alterazioni ereditarie dei fotorecettori, i coni, ma è anche possibile diventare daltonici in seguito a un danneggiamento della retina, del nervo ottico o di determinate aree della corteccia cerebrale. Alcune forme di daltonismo sono reversibili o temporanee, caso del cosiddetto “daltonismo dell’amore”. Questa condizione non può essere esaustivamente spiegata dalla scienza.

Sua madre le aveva sempre detto che aveva gli occhi azzurri.
“Sono così belli, mon amour. Chiari come il cielo.”
Emily Jane annuiva contenta ogni volta che sentiva quelle parole e si avviava verso quel mondo con un cielo che per lei era ancora grigio.

A 10 anni Aidan sapeva la storiella sugli esseri umani divisi a metà dagli dei, impauriti dalla loro forza; la conosceva a memoria e ci credeva.
Guardava negli occhi ogni persona che incontrava, sperando che i suoi occhi iniziassero a funzionare.
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A scuola c’erano gossip, pettegolezzi, voci di corridoio; erano dietro gli angoli, tra le pareti imbrattate di scritte dei bagni, dentro gli armadietti e stretti tra le labbra delle persone.
La mamma di Emily dice le bugie.
La bambina teneva la testa bassa, gli occhi a fissare le scarpe grigie con i loro lacci grigi, sopra a calzini grigi che coprivano piedi grigi.
La mamma di Emily le dice che ha gli occhi azzurri.
Sentiva le lacrime bruciarle negli occhi e pensò al suo libro preferito, dove c’era scritto che le lacrime sono salate come l’acqua del mare.
La mamma di Emily non vede i colori.
Il suo libro diceva che il mare era blu, quindi dovevano esserlo anche le lacrime che le riempivano gli occhi.

Viveva con la nonna da quando ne aveva memoria, ma si accorse della stranezza di ciò solo quando in un tema gli chiesero ‘descrivi la tua mamma e il tuo papà’.
“Nonna, dove sono mamma e papà?” domandò Aidan tenendo tra le mani il foglio con la consegna.
La vecchia donna fermò il movimento delle sue mani, ma non sollevò gli occhi dalla pasta dei biscotti che stava impastando.
“La mia mamma e il mio papà vedono i colori?” continuò il piccolo.
“No tesoro” – rispose la nonna ricominciando a impastare, la voce meno limpida del solito – “mamma e papà non vedevano i colori”
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La prima volta che Emily tornò a casa senza cartella e con le ginocchia sbucciate, sua madre la prese in braccio mormorandole il colore delle cose intorno a lei.
La quinta volta l’abbracciò e si mise a piangere, singhiozzando così forte che la bambina quasi non sentì quando le confessò di non sapere di che colore avesse gli occhi.
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Aidan non consegnò mai quel tema. Il foglio bianco, le uniche scritte la consegna a cui il bambino non poteva adempiere, rimase nel fondo di un cassetto finché non venne perso o dimenticato.
La maestra chiamò a casa per chiedere come mai quello studente così diligente non avesse consegnato i suoi compiti, preoccupata che fosse successo qualcosa a casa.
Dopo la telefonata l’insegnante abbracciò Aidan e mentre sussurrava “mi dispiace piccolo” gli diede un bacio sulla fronte.

‘Fottetevi tutti’ era diventato il mantra che Emily Jane all’età di 16 anni si ripeteva costantemente, in ogni occasione.
Finiti erano i tempi della brava ragazza; ora erano i tempi per fare l’amore la notte dopo musica e alcol. Donne, uomini, la ragazza si era accorta che le piacevano entrambi e in egual misura.
Aveva una vita così avventurosa, così libera.
Una vita dannatamente grigia.

Studente modello. Era così che lo chiamavano tutti: professori, amici, parenti. Aidan si nascose dietro quell’etichetta; alla domanda “cosa vuoi fare in futuro?” rispondeva “frequentare l’università, laurearmi, diventare uno scienziato”, ma durante la notte non erano libri sulle grandi scoperte scientifiche che leggeva di nascosto sotto le coperte, una pila tra i denti per farsi luce.
Erano libri di grandi amori, così ricchi di colori che gli sembrava quasi di poterli vedere

C’erano tanti visi affollati nella sua mente e tanti nomi: Emily cominciò a dimenticare con chi era andata a letto e con chi no, perché erano troppi.
Incontrò Alissa al suo 17 compleanno e una settimana dopo aveva cominciato ad uscirci. Con tutti i suoi precedenti amanti non aveva sentito niente; erano solo strumenti per dimenticare, insieme all’alcol e alle feste.
Ma con Alissa, si disse, con lei è diverso.

Catherine era bella, dolce e popolare. Almeno, così dicevano gli amici di Aidan.
Lui non l’aveva mai incontrata finché non ci sbatté contro mentre entrava nell’infermeria (in verità si era solo tagliato con la carta, ma ci era andato lo stesso; si disse che era destino).
Quando rialzò lo sguardo da terra, dove erano sparpagliati i suoi libri, la ragazza gli sembrò eterea illuminata com’era dalla luce delle finestra alle sue spalle.
Per un attimo sembrò che i suoi occhi avessero iniziato a funzionare.

Quando baciava Alissa era felice.
Non vedeva i colori, non sentiva la malinconia andarsene.
Ma quando baciava Alissa, Emily per un momento dimenticava.
Si disse che quella era la felicità che tanto cercava.

Dopo 3 anni, Catherine a Aidan stavano ancora assieme. I loro amici ormai scherzavano sulla data del loro matrimonio, ma i due ridevano e lui diceva sempre “non siamo ancora pronti”.
Catherine lo abbracciò da dietro e lo strinse a sé nel sonno. Aidan restò a guardare il muro per ore senza che Morfeo lo visitasse e la mattina arrivò prima del previsto, illuminando la stanza.
Si disse che i grigi erano più brillanti, luminosi, colorati e finse di non sentire un vuoto all’altezza del petto.

Quando Alissa vide i colori per la prima volta, non era con Emily; era andata a prendere del caffè e delle ciambelle. Alzando gli occhi verso la commessa, la donna vide lo stupore dipinto nel suo viso e fu colpita dalla sua polo di un colore acceso, ma allo stesso tempo calmante.
Tornò dalla sua ragazza mano a mano con il suo vero amore ed Emily Jane – etichettata come stupida, superficiale e tarda da metà dei suoi compagni di classe passati – capì al volo.
Non disse niente. L’unica cosa che fece fu dare un libro alla sua ex, consunto ed amato, ed Alissa imparò che il colore della polo di Erica era blu, come il mare.

“Non lo stai facendo davvero.. non puoi”
Aidan la guardò con il cuore spezzato, ma prese la valigia e se ne andò.
Si sentiva distrutto, colpevole, falso e soprattutto, per la prima volta da tempo, libero.
Catherine rimase sulla soglia del loro appartamento, stupita dal modo in cui – man mano che la persona che amava si allontanava dalla sua vista – il suo cuore diventava più leggero e il futuro un po’ meno pesante.
Si chiese se Aidan avesse capito da tempo quello a cui lei era giunta solo ora – che il loro amore era troppo grigio e che qualcosa di meravigliosamente colorato li aspettava lì fuori.

“Ho bisogno di bere qualcosa” si disse Emily, le speranze distrutte da anni di ‘non sei abbastanza’.

“Mi serve un drink” si disse Aidan, le speranze appena rinate dopo anni di ‘smetti di cercare, hai già ciò che ti serve’.

Misero piede nel bar più o meno nello stesso momento e ordinarono le loro bevande (Emily un whisky, Aidan una birra).
Lei si girò alla sua destra perché lui le aveva urtato un braccio; le cadde il bicchiere per la sorpresa e dopo attimi di silenzio lui le offrì un altro drink.
Chiese anche lei una birra e quando lui alzò in alto il bicchiere per brindare “alle anime gemelle” lei sorrise e fece cozzare i due boccali.
Lei aveva gi occhi nocciola, lui verdi e per innamorarsi bastarono due birre, 10 minuti e un bacio.

A/N: questa storia è ispirata da un prompt che avevo trovato su tumblr. Spero vi sia piaciuta!
  
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