02/10/2015
0 recensioni-Grazie nonna. Grazie Dio-.
Un piccolo Lorne Malvo, futuro sicario, giunse le mani e alzò lo sguardo al cielo, poi prese il piatto con la fetta di torta e uscì in giardino.
-Non allontanarti troppo-, si raccomandò l’anziana signora che gli faceva da madre.
-Non ti preoccupare nonna, sto qui fuori-, gridò lui dirigendosi verso il ciglio del bosco. Era lì che aveva i suoi giochi, i suoi divertimenti: una croce dove impiccava e squagliava gli animali, una trappola per catturare le farfalle, un prototipo di balestra puntato contro la tana di un picchio.
Lorne era un ragazzo incredibilmente intelligente per la sua età, e proprio questa sua intelligenza lo aveva allontanato dalla città dove viveva con i genitori. Gli insegnanti erano preoccupati per lui, i suoi compagni avevano paura. Eppure Lorne non aveva mai fatto male ad una mosca prima di andare da sua nonna, si divertiva solo a fare degli indovinelli.
-Ci sono tre dèi su un'isola. Un dio dice sempre la verità e un altro mente sempre. Ciò che rende il tutto più difficile è che il comportamento del terzo Dio è casuale. Inoltre, gli dei, che sono cretini, rispondono nella propria lingua e non si sa quale parola ("da" o "ja") significa "sì" o "no". Ci sono tre domande per capire quale dio dice il vero, quale il falso, e quale risponde è casualmente-, disse una volta ad un suo amico. -Dammi una soluzione altrimenti ti uccido-, aveva aggiunto per motivarlo. Non aveva davvero intenzione di ucciderlo, era solo un incentivo per risolvere l’indovinello. Questa cosa il suo amico non l’aveva capita, aveva detto tutto ai suoi genitori. Lorne era stato mandato a vivere con la nonna.
-Non era poi così complicato-, disse Lorne prendendo un’altra fetta di torta di mele.
Sua nonna era stesa a terra in una pozza di sangue con un coltello che le attraversava il torace da parte a parte: non aveva saputo rispondere all’indovinello.