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Autore: Roxanne Potter    03/10/2015    0 recensioni
Piccola one-shot Larry ispirata al testo di Infinity.
-Cosa siamo adesso, Harry?- dice Louis, e non può fare a meno di sospirare. –Possiamo anche esserci "lasciati", ma nonostante tutto io non riesco a fare a meno di te. Per quanto male possa fare. Perché quando ti guardo mi sento ancora lo stomaco a pezzi e il sorriso stupido di un folle innamorato. È questo che sono e sarò sempre, innamorato di te. Nulla potrà mai cambiarlo, forse neanche dopo che finirà il tour, neanche quando ci prenderemo quella pausa e passeremo quasi un anno separati. Forse non ce la farò neanche quando avrò settant’anni e magari avrò trovato un'altra persona e tu non ci sarai più, neanche allora riuscirò a smettere di pensare a te. Non posso sfuggire a quello che provo per te, non posso dimenticarti. Non credo di esserne in grado.
-E allora non devi farlo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le stelle che brillano nel cielo di Londra hanno lo straordinario potere di rapire il suo sguardo e di svuotare la sua mente da ogni pensiero esterno. Solo lui, lui seduto su quel piccolo balcone di una camera d’albergo, con una sigaretta in mano e lo sguardo puntato sul firmamento scuro, su nastri di stelle che illuminano la notte come mille fuochi. Il loro splendore gli ricorda che qualcosa di bello, nel mondo lì fuori, esiste ancora. È uno splendore che gli fa pensare alla vita, alla speranza, la speranza folle di riprendere il controllo e godersi ogni singolo attimo di quella vita che a volte sembra sfuggirli di mano. È uno splendore che gli fa pensare all’infinità, che gli ricorda quanto lui sia piccolo in confronto alla maestosità sconfinata dell’universo che lo circonda. Lui è un ragazzo di ventiquattro anni, solo su quel balcone, che si stringe nella sua vestaglia per ripararsi dal freddo della notte, in una città come tante. Uno dei tanti miliardi di esseri umani che si sentono sperduti e privi di una via d’uscita. Immobili davanti alla vita che scivola davanti ai loro occhi, senza freni, senza riserve. Perché è così che lui si sente, immobile mentre il resto del mondo continua a girare. Privo di controllo sulle cose che contano di più per lui, cose che un tempo gli sono sembrate così semplici e scontate.
Forse, riflette amaramente Louis prendendo un tiro dalla sua sigaretta, la vita era molto più facile quando era ancora una persona normale. Un ragazzo come tanti che poteva confondersi tra la folla, niente fama, niente carriera, niente nome sbattuto sulle pagine dei giornali, niente tonnellate di soldi, niente pettegolezzi, niente costrizioni.
Sarebbe stato libero, pensa, tenendo sempre lo sguardo fisso sulle luci del cielo, senza mai abbassarlo sulle luci della città che si dirama sotto di lui. A volte lo vorrebbe più di ogni altra cosa al mondo. Dare via tutta la fama che accompagna il suo nome, Louis Tomlinson, cantante della boyband più popolare degli ultimi cinque anni, per riavere indietro quella piccola ma immensa libertà che gli è stata negata.
Libertà di amare. Libertà di essere se stesso.
Chiude gli occhi, sospira tristemente. Ed è in quel momento che sente una mano poggiarsi sulla sua spalla.
Sorride, nonostante tutto. Sente le sue labbra sollevarsi quasi automaticamente in un sorriso accennato ma sincero. Quando apre gli occhi, Harry è lì accanto a lui. Si stringe anche lui in una vestaglia, il corpo leggermente scosso da brividi di freddo, i ricci scompigliati intorno al viso assonnato. Lo guarda con dolcezza, mentre gli accarezza piano il collo e mormora; -Ancora sveglio, Lou?
-Non riesco a dormire stanotte.- risponde lui, semplicemente.
Harry scosta la mano dalla sua spalla per prendere una delle sedie lì vicino, trascinarla accanto a quella di Louis e sedersi. Lancia un’occhiata alle strade e alle luci di Londra, prima di riportare lo sguardo su di lui.
-Posso rimanere con te per un po’? Neanche io riesco a prendere sonno, stanotte.
-Non c’è neanche bisogno di chiederlo.
Harry sorride. Harry è bellissimo quando sorride, o meglio, Harry è sempre bellissimo. Non solo per il suo aspetto. È per la luce che gli brilla negli occhi, per il suo sorriso che ogni volta sembra rimettergli a posto un pezzo di cuore. Per la sua dolcezza, per i suoi gesti, per il suo essere così semplicemente Harry. Gli basta guardarlo, e Louis si sente innamorato di lui come se fosse ancora il primo giorno, quel giorno in cui si sono scontrati in quel piccolo bagno, o come la prima volta che si sono baciati, con le labbra impacciate e le mani tremanti per l’emozione.
-Sai, stavo pensando…- inizia Louis, incerto, rigirandosi nervosamente la sigaretta tra le dita. –Che a volte vorrei che fosse tutto diverso. Che noi non fossimo le persone che siamo adesso.
-Cosa intendi?
Louis butta la sigaretta ormai consumata a terra, per poi calpestarla distrattamente, e rimane qualche secondo in silenzio, con aria pensosa. Infine riprende a parlare.-La band. La fama. Tutto quanto. Amo quello che faccio, ma… tu saresti stato più importante. Il nostro amore sarebbe stato mille volte più importante. Le persone normali non hanno un contratto che impedisce loro di tenersi per mano in pubblico, o sbaglio?
Louis odia vedere la tristezza negli occhi di Harry e sapere che è stato lui a causarla. Passano pochi istanti di silenzio prima che Harry risponda: -Il nostro amore è ancora mille volte più importante, per me. Per quanto tutto possa essere cambiato negli ultimi mesi.
Tutto è cambiato, Louis ne ha una dolorosa consapevolezza. Ora, non saprebbe dire se lui e Harry stanno ancora insieme, se quello che c’è tra loro può essere considerato un fidanzamento, lo stesso legame che li ha uniti fino a poco tempo fa. È stato facile, all’inizio, quando erano ancora due ragazzini, nascondere la loro relazione perché era la cosa migliore da fare per tutti, ma con gli anni si sono accumulati troppo dolore, troppo stress, troppe complicazioni per continuare ad andare avanti come sempre.
-Cosa siamo adesso, Harry?- dice Louis, e non può fare a meno di sospirare. –Possiamo anche esserci "lasciati", ma nonostante tutto io non riesco a fare a meno di te. Per quanto male possa fare. Perché quando ti guardo mi sento ancora lo stomaco a pezzi e il sorriso stupido di un folle innamorato. È questo che sono e sarò sempre, innamorato di te. Nulla potrà mai cambiarlo, forse neanche dopo che finirà il tour, neanche quando ci prenderemo quella pausa e passeremo quasi un anno separati. Forse non ce la farò neanche quando avrò settant’anni e magari avrò trovato un'altra persona e tu non ci sarai più, neanche allora riuscirò a smettere di pensare a te. Non posso sfuggire a quello che provo per te, non posso dimenticarti. Non credo di esserne in grado.
-E allora non devi farlo.
Harry sembra esitare per un attimo, prima di riprendere a parlare.
-Questa pausa che ci siamo presi, questo tempo che abbiamo cercato di passare separati… non ha fatto bene a nessuno di noi due. Ci ha solo fatto del male. Perché tu mi ami ancora e io amo ancora te, Lou. Cosa potrebbe esserci di più semplice?
Louis sente il suo cuore che accelera i battiti e le lacrime che gli premono contro gli occhi, ma si sforza di trattenerle. Anche se davanti ad Harry potrebbe piangere, lo sa benissimo. Harry è una delle pochissime persone davanti alle quali Louis si concede di piangere e di rivelare le sue debolezze. Harry è quella persona che l’ha abbracciato stretto un milione di volte, gli ha asciugato le lacrime e riparato tutto ciò che di rotto c’era dentro di lui.
-Non ti interessa…- inizia, la voce spezzata. -Non ti interessa di tutte quelle stupide foto che pubblicano, tutte quelle foto di me e altre ragazze?
-Finché non fai nulla con loro.- ridacchia Harry, e anche Louis riesce ad accennare un sorriso.
-Non ti interessa del fatto che mezzo mondo sia convinto che io stia per diventare padre, che…
-No. Non mi interessa.
Harry si avvicina a lui per poggiarli un bacio sulle labbra, un bacio che gli fa ribollire lo stomaco di dolcezza e amore.
-Mi sono mancate le tue labbra.- mormora Louis, sfiorandogli una guancia.
Harry gli afferra una mano. La stringe forte, e l’ancora che ha tatuata sul polso sfiora la corda di Louis, ed è in quel momento che Louis si lascia indietro tutti i suoi dubbi e sente che ogni pezzo del suo cuore è, finalmente, tornato al posto giusto.
Guarda Harry negli occhi e riconosce quel ragazzino sedicenne pieno di insicurezze che ora è diventato lo splendido uomo che gli sta davanti. Lo guarda e ritrova la sua ancora, e in quel momento non ha più paura di nulla. Giura di non avere mai più paura di nulla, non finché le loro mani continueranno a rimanere intrecciate.
Louis avvicina il viso a quello di Harry per assaporare ancora una volta la consistenza morbida delle sue labbra. Sorride davvero, per la prima volta dopo molto tempo, e mormora: -Ho voglia di baciarti per tutta la notte.
-Allora andiamo. Abbiamo una notte intera davanti a noi.- risponde Harry, alzandosi, tenendo sempre la mano stretta intorno a quella di Louis per guidarlo nella stanza.
Harry e Louis si baciano per tutta la notte, e in quel momento loro sono l’universo, sono stelle che brillano, sono immensi e infiniti. E a ogni tocco, ogni bacio, ogni parola mormorata sulla pelle, l’universo lì fuori a loro confronto si fa sempre più qualcosa di vago, piccolo e insignificante, un semplice spettatore del loro amore che brilla più fulgido di qualsiasi stella.
Harry è e sarà sempre tutto l’infinito di cui Louis ha bisogno.
Il resto non importa.

   
 
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