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Autore: Shayleene    03/10/2015    1 recensioni
Sogni. Incubi.
Non è facile superare la morte di qualcuno, e questo Harry lo sa bene. Soprattutto se quel qualcuno è il tuo padrino e la tua unica famiglia.
Genere: Drammatico, Fantasy, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bellatrix Lestrange, Harry Potter, Lucius Malfoy, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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The world behind a veil


Un velo. Qualsiasi altro babbano o mago avrebbe immediatamente pensato ad una specie di sottile scialle, magari al bianco velo che copre il capo della sposa il giorno del suo matrimonio.
Già, chiunque. Ma non lui.
Per Harry quelle quattro semplici lettere in successione significavano ben altro. Nostalgia. Rimpianto. Amarezza. Dolore. Mancanza. Vuoto.
La guerra era terminata, i Mangiamorte scomparsi chissà dove senza una guida che li tenesse uniti. Sembrava essere iniziata una nuova era di tranquillità e sicurezza lontana dal terrore per il Signore Oscuro. Eppure gli incubi non avevano mai smesso di tormentarlo. Sempre la stessa scena ripetuta all'infinito, il cui unico scopo era quello di ricordargli ancora e ancora tutto ciò che aveva perso.
Quell'enorme sala in penombra, i Mangiamorte che scagliavano maledizioni senza perdono cercando di colpire lui e i suoi compagni. Paura. E poi, Sirius di fianco a lui pronto a proteggerlo, mentre gli altri membri dell'Ordine intervenivano in loro difesa. Ricordava alla perfezione ogni singola mossa che lui e il suo padrino avevano fatto nello scontro con Lucius Malfoy. Attorno a sé riusciva ad udire perfettamente le urla di dolore, rabbia e scherno provenienti dai due schieramenti, ma il suo sguardo pieno di rancore era concentrato sull'uomo davanti a lui dai capelli biondo platino e l'anima oscura come la notte, affiancato da un altro Mangiamorte che era stato ben presto sconfitto.
-Bel colpo, James!- gli diceva fiero Sirius dopo averlo visto disarmare Lucius.  
James, non Harry.
Sirius tornava a colpire con un incantesimo il padre di Draco rendendolo inoffensivo, e per un istante lui esultava nonostante sapesse come sarebbe finita. Ce l'avrebbero fatta, le difficoltà sarebbero state superate un'altra volta.
Ma dal buio si ergeva la voce acuta di Bellatrix. Due parole. Una luce rossa che scaturiva dalla punta della sua bacchetta diretta verso il petto di Sirius che veniva colpito in pieno, tradito un'alta volta da un membro della sua famiglia. In quel momento la scena diventata a rallentatore, facendogli rivivere quell'orrore per un tempo che gli sembrava infinito.
Sirius che sgranava gli occhi portando le mani al petto, arretrando di qualche passo. La sua figura che diventava quasi evanescente, inghiottita dal velo magico al centro della stanza. Il padrino allungava la mano verso di lui, quasi volendogli chiedere perdono per lasciarlo solo nel pericolo com'era accaduto con suo padre. Quell'ultimo, disperato sguardo non era però rivolto all'amico perduto a cui stava per riunirsi, ma al figlioccio che non avrebbe mai potuto conoscere come aveva sempre desiderato.
Lui guardava devastato ciò che accadeva dinanzi a lui, incapace di reagire. Incapace di salvare l'uomo che era così simile a lui da non farlo sentire più solo. Voleva seguirlo, perdersi tra le braccia dell'ignoto per ricongiungersi ai genitori di cui non serbava quasi alcun ricordo, lasciarsi cullare dalle promesse di una morte indolore. La fine di ogni obbligo, di ogni sofferenza che lo aveva accompagnato nella sua breve vita. Faceva un passo avanti per afferrare la mano del padrino che si stava allontanando sempre di più, ma delle braccia forti lo trattenevano in quel mondo pieno di desolazione e ingiustizie.
Vedeva Sirius svanire nel nulla, ingoiato da un velo così sottile da essere invisibile ma persino più micidiale dell'anatema che uccide. Non sarebbe rimasto alcun corpo su cui piangere, solo il ricordo di quell'ultimo sguardo disperato. E con esso giungeva la consapevolezza che non avrebbe più potuto parlargli, rievocando ricordi lontani risalenti al periodo in cui i suoi genitori erano ancora giovani e spensierati. Avrebbe dovuto dire addio all'unica famiglia che gli era rimasta, all'uomo che inizialmente aveva chiamato criminale e aveva disprezzato con tutto il cuore ritenendolo responsabile della morte di suo padre e sua madre. Aveva diffidato delle sue parole, rifiutando persino di riconoscerlo come suo padrino.
Un urlo di puro strazio dirompeva allora dalla sua gola, congelando per un lungo istante la battaglia in corso. Il suo sguardo incontrava quello di Bellatrix. Era pentimento quello che leggeva nei suoi occhi? Dispiacere? No. La sua bocca si dischiudeva in un sorriso sadico da pazza poco prima che lei sparisse nel nulla.
Un altro legame con il suo passato spezzato per sempre. Quanti innocenti sarebbero dovuti morire ancora per salvarlo? Non faceva altro che portare devastazione ovunque andasse, facendo terra bruciata attorno a sé.
Sirius.
Un uomo così coraggioso da voltare le spalle alla propria famiglia della quale non condivideva gli errati ideali, venendo ripudiato senza pietà. Un uomo che aveva passato ad Azkaban dodici anni della sua vita per un crimine che non aveva mai commesso, sapendo di aver perso due dei suoi migliori amici e riuscendo nonostante tutto a resistere.
Aveva sopportato tutto il disprezzo che gli era stato rivolto, e non aveva mai smesso di proteggerlo mantenendo fede alle promesse fatte.
Come poteva solo credere di superare il dolore della sua morte? Nessuno avrebbe mai capito davvero ciò che provava ogni volta che pensava al suo padrino, a quel volto serio che con lui si apriva sempre in un sorriso di comprensione, quegli occhi scuri che gli dicevano "Ora non sarai più solo". Aveva sognato per anni qualcuno che fosse per lui un punto fisso, e quando si era finalmente reso conto di averlo trovato gli era sfuggito via, facendolo sentire ancora più abbandonato e amareggiato di prima.
No, nessuno sarebbe mai stato in grado di lenire quello squarcio che gli aveva lacerato il cuore lasciandolo sanguinante e dilaniato nell'anima.
Perché quel giorno non aveva perso semplicemente un amico, un confidente o un alleato.
Aveva perso il suo secondo padre.
   
 
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