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Autore: Terry17    04/10/2015    3 recensioni
Per la maggior parte delle persone, lui era un ragazzino come tutti gli altri: era stato cresciuto da dei genitori amorevoli e premurosi, aveva un buon rapporto con i ragazzi della sua età che come lui vivevano sulla piccola isola su cui aveva trascorso praticamente tutta la sua vita, e aveva imparato ciò che i ragazzi della sua età dovevano imparare per trovare un posto stabile e sicuro nel mondo, o se non altro nella piccola comunità in cui vivevano. Insomma, la sua era una vita perfettamente aggiustata e normale.
Allora perché non si sentiva soddisfatto?
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Sonic the Hedgehog
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quella che stava vivendo poteva essere considerata una vita?
Per la maggior parte delle persone che lo avevano conosciuto, lui era un ragazzino come tutti gli altri: era stato cresciuto da dei genitori amorevoli e premurosi, aveva un buon rapporto con i ragazzi della sua età che come lui vivevano sulla piccola isola su cui aveva trascorso praticamente tutta la sua vita, e aveva imparato ciò che i ragazzi della sua età dovevano imparare per trovare un posto stabile e sicuro nel mondo, o se non altro nella piccola comunità in cui vivevano. Insomma, la sua era una vita perfettamente aggiustata e normale.
Allora perché non si sentiva soddisfatto?
La verità era che in qualche modo non sentiva di appartenere a quel posto. Voleva bene ai suoi genitori, ma sentiva che se fosse rimasto sempre lì con loro alla fine il loro affetto lo avrebbe soffocato, impedendogli di realizzare un sogno che ancora non sapeva di avere. E in realtà lui e i suoi coetanei avevano poco o niente in comune, e se tentava di parlare con loro del suo sempre più crescente senso di inadeguatezza e il profondo disagio che gli stava provocando, loro gli rispondevano dicendogli che doveva solo rilassarsi e pensare a divertirsi, perché non era altro che una crisi passeggera di cui si sarebbe dimenticato una volta iniziato il vero periodo delle responsabilità. Però lui sentiva che non era così, e sentiva di non conoscere nemmeno le parole adatte per esprimere ciò che provava, quel senso di inadeguatezza e di stagnazione che stava comprimendo il suo stomaco come un peso e che gli stava lentamente avvelenando il sangue. Stava vivendo la sua vita e si stava sentendo in trappola, e più vedeva le persone che lo circondavano vivere felicemente senza un pensiero o una preoccupazione non necessaria, più veniva colto da delle domande: perché loro possono e io no? Cosa c’è di diverso in me? Più il tempo passava, più si rendeva conto di non riuscire a trovare una risposta razionale a quelle domande, e l’unica cosa che poteva fare era continuare a sorridere e fingere che andasse tutto bene.
Non sapeva cosa fare. Era troppo giovane per sapere cosa voleva esattamente e, anche se avesse saputo cosa voleva, non sapeva come ottenerlo. Più il tempo passava, più il peso che sentiva dentro cresceva, e ormai nemmeno gli occasionali giretti che faceva sul suo piccolo aereo riuscivano a calmare la sua inquietudine. Per lui ormai era tutta una routine senza senso, e se pensava che quello poteva essere il resto della sua vita, il suo disagio aumentava a livelli tali da sentirlo premere dolorosamente sullo stomaco come una ferita fisica. Si sentiva solo e spaventato come un bambino anche se ormai il suo era il corpo di una persona che si stava inesorabilmente avvicinando all’età delle responsabilità, e se ne rendeva conto ogni volta che si rendeva conto di non riconoscere più lo sguardo della persona che lo fissava ogni volta che guardava nello specchio. Si sentiva uno sconosciuto persino nei confronti di sé stesso, e la cosa lo stava spaventando a morte: chi era quella persona? Che cosa voleva? Perché era così simile a lui? Sapeva che era sciocco rivolgersi quelle inutili domande, ma non poteva fare a meno di porsele ogni volta che fissava quell'immagine negli occhi.

Questo fino al giorno in cui si verificò l'incidente che gli sconvolse la vita. Quell’incidente fu una grossa pietra verde, grande quanto un suo pugno chiuso, che aveva casualmente trovato dietro a un scoglio durante una sosta dei suoi soliti giri in aereo per tentare di riprendersi dallo stress immotivato che stava diventando la sua pigra esistenza. L’aveva trovata casualmente sulla spiaggia di un'isola vicina a quella in cui viveva, e gli era bastato prenderla in mano perché avvertisse qualcosa di strano avvenire in lui. La sua frustrazione e il desiderio a cui fino a quel momento non aveva saputo dare un nome esplosero improvvisamente all'interno del suo corpo, e prima che potesse rendersene conto, stava correndo a una velocità a dir poco pazzesca lungo la costa della piccola isola su cui si trovava. Aveva visto l’aereo parcheggiato per almeno tre decine di volte, poteva percepire l’acqua mentre schizzava da tutte le parti spinta dalla folle velocità dei suoi piedi, e con la coda dell'occhio poteva vedere le persone lo stavano fissando senza capire che cosa stavano osservando con espressioni confuse e a tratti terrorizzate. Quando finalmente riuscì a fermarsi e vide i solchi lasciati dalle sue gambe a causa di quella folle corsa, salì immediatamente sul suo aereo e tornò a casa, incerto su come dovesse sentirsi riguardo a quella strana avventura. La parte più razionale del suo cervello gli stava suggerendo di esserne disturbato e spaventato... ma la parte di lui che stava venendo soffocata dall’angoscia di quel periodo stava ruggendo trionfante per essere finalmente riuscita ad esprimere sé stessa, trasmettendo un sentimento di pura euforia e felicità che per lui non poteva essere più appagante. Quando tornò a casa si guardò allo specchio e si vide sorridere, e finalmente riconobbe la persona che aveva di fronte: una persona tosta e sicura di sé, e soprattutto felice. In quel momento promise a sé stesso che quell’immagine sorridente sarebbe stata il suo biglietto da visita. Niente lo avrebbe mai più turbato, e niente lo avrebbe mai più trattenuto. Decise che la persona riflessa nello specchio era la persona che lui voleva essere, e niente e nessuno l'avrebbe mai cambiata.
Da quel giorno iniziò a esercitare lo strano potere che aveva scoperto di avere, e ogni volta che mentre correva la sua velocità aumentava, la sua gioia cresceva a dismisura. Sentiva di aver finalmente trovato lo scopo per cui era nato, e aveva finalmente capito il motivo della sua frustrazione: lui semplicemente non poteva rimanere bloccato per sempre a Christmas Island, restare lì sarebbe stato semplicemente un gesto contro natura. Era nato per essere libero e privo di legami, il suo unico scopo era correre e andare ovunque il vento lo portasse e vedere tutte le meraviglie che il mondo e il cosmo potevano offrirgli. E una volta che ebbe pienamente compreso il suo desiderio e il suo destino, non ebbe alcun dubbio su cosa volesse fare della sua vita.
 
Cari mamma e papà,

So che questa lettera vi coglierà di sorpresa e che mentre la leggerete probabilmente penserete che sono impazzito, ma non mi importa perché quando la troverete sarò già lontano. Non posso più stare qui. Io non posso stare fisicamente da nessuna parte. Non posso spiegarvi il motivo e sicuramente non lo capireste, quindi vi sto lasciando questa nota solo per dirvi questo: parto. Non so per dove, non so per quanto tempo e non so nemmeno fra quanto tempo potrò tornare a trovarvi. Sicuramente non entro l’anno. Ho troppe cose da fare e ancora meno tempo per farle.
Sappiate solo che sto bene. Vi chiedo solo di non preoccuparvi e di fidarvi di me. So che questo non è quello che voi volevate per me, ma questo è quello che io voglio e non mi scuserò per voler essere quello che sono nato per essere. Ho già sprecato troppo tempo, spero che la brevità di questo messaggio non vi irriti più del necessario!

Maurice

PS: d’ora in poi chiamatemi Sonic the Hedgehog. Grazie.
 

Angolo dell’Autrice che non si fa viva da 494 giorni: Cavoli, se fosse passata un’altra settimana sarebbero passati 500 giorni esatti dall’ultima volta che ho ufficialmente scritto qualcosa su questo sito. E con cosa me ne esco? Con questo. Con uno squarcio nella vita di un piccolo insulso riccetto che forse inconsciamente sapeva di essere destinato a diventare un’icona e che per questo non riusciva a vivere una vita normale come tutti quanti. L'ho scritta di getto e non so se il risultato mi piace o meno. Che razza di Sonic è mai questo? Va bene che tutti hanno i loro “periodi no”, ma qui si esagera... Spero che almeno Sonic sia Sonic nella lettera finale. Nel caso, l'avvertimento OOC c’è. Oppure potete considerare Sonic e Maurice due personaggi distinti. Fate quello che volete, qui siete tutti liberi di fare quello che volete. Anche prendermi a pomodorate in faccia. Grazie per aver letto, ci si sente alla prossima.
  
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