Anime & Manga > Detective Conan
Ricorda la storia  |      
Autore: eleCorti    04/10/2015    10 recensioni
Finalmente Ai ha trovato l'antidoto all' APTX4869 e lei e Conan possono tornare ad essere Shiho Miyano e Shinichi Kudo, e quindi alla loro vita precedente.
Quindi Shinichi potrà finalmente stare con Ran, ma lui è sicuro di esserne ancora innamorato?
Genere: Fluff, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo, Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Era un giorno di primavera a Tokyo, il cielo era azzurro e nemmeno una nuvola si scorgeva, gli uccellini cinguettavano; un’altra giornata scolastica era appena finita e gli studenti si accalcavano all’uscita, per evadere da quello che loro consideravano un carcere.
Vi era un bambino dai capelli castani e dei grandi occhiali da vista, di sette anni, che camminava lentamente; il suo nome era Conan Edogawa, o per meglio dire Shinichi Kudo.
Non era allegro, come i suoi compagni di scuola, ma aveva l’aria assente, anche se doveva essere il bambino, o per meglio dire ragazzo, più felice di tutto il Giappone.
Infatti, dopo lungo tempo, l’organizzazione degli uomini in nero era stata catturata e lui non correva più pericolo, perciò poteva tornare alla sua vita normale.
La sua compagna di scuola, Ai Haibara, o meglio Shiho Miyano, stava lavorando incessantemente per trovare un antidoto al farmaco APTX4869, creato da lei stessa, e causa dei loro problemi.
E ciò lo dovrebbe rendere contento, perché finalmente sarebbe potuto tornare a essere Shinichi Kudo, a frequentare la sua scuola, ad essere uno dei giovani detective più famosi di Tokyo, ma soprattutto avrebbe potuto riabbracciare di nuovo Ran, di cui era da sempre innamorato.
Ma lui era sicuro di essere ancora innamorato della sua amica d’infanzia?
Tempo addietro avrebbe risposto di sì, senza pensarci due volte, ma ora è tutto diverso, poiché da un po’ di tempo si è avvicinato alla sua compagna di avventure Ai, finendo per provare qualcosa per lei, che va oltre il semplice affetto.
E così, immerso nei suoi pensieri, il piccolo Conan giunse alla casa del professor Agasa, perché aveva ricevuto un messaggio dalla castana, in cui vi era scritto che doveva dirgli una cosa urgente.
Una volta entrato, trovò il professore che lo accolse con un sorriso.
“Ciao Shinichi, Ai è di là in laboratorio” esordì l’inventore.
“Salve professore Agasa” rispose il castano.
Poi andò in laboratorio, sicuro che la notizia che stava per ricevere lo avrebbe reso ancora più triste.
“Ciao Ai” disse il bimbo.
“Ciao, finalmente sei arrivato!” esclamò lei, girandosi verso il suo coetaneo.
“Che cosa dovevi dirmi di così importante?” domandò.
“Ho trovato l’antidoto al farmaco APTX4869” rispose la scienziata.
Ma il suo tono era privo di emozioni, non traspariva né felicità, né tanto meno tristezza.
“Sono contento” disse il giovane detective.
Ma anche il suo tono era privo di qualsiasi emozione, perché non voleva che la sua acuta amica capisse cosa stesse provando in quel momento.
Poi la castana prese due bicchieri, diede l’antidoto al giovane, e fece un brindisi.
“A noi” disse, levando il bicchiere in aria.
“A noi” esclamò il piccolo, avvicinando il suo bicchiere a quello dell’amica.
Dopodiché ingerirono il farmaco e, dopo essersi entrambi accasciati al suolo, ritornarono a essere due adulti.
Si rialzarono in piedi e si guardarono negli occhi; i loro sguardi erano seri e impenetrabili. Rimasero in silenzio per un po’, fino a quando la scienziata si decise a parlare.
“Allora, buona fortuna” disse, sempre con il tono privo di qualsiasi emozione.
“Non ci rivedremo più?” domandò il detective, ansioso di sapere la risposta.
“Se tu vuoi sì, resterò qui con il professor Agasa e lo aiuterò con le sue invenzioni” rispose la scienziata.
“Ok, allora presto!” esclamò, sorridendole.
“A presto” rispose lei, con un velo di tristezza.
Poi il detective uscì, ma non andò a casa, bensì decise di fare una passeggiata, poiché voleva chiarirsi le idee.
Lui voleva bene alla sua amica Ran, ma non era sicuro di amarla ancora, ma non voleva spezzarle il cuore, dopo tanto tempo che non stavano insieme, non era un comportamento giusto, però, allo stesso tempo, non poteva illuderla, fingendo di provare amore nei suoi confronti.
“Shinichi” era un sussurro, ma il diciassettenne riuscì a udirlo lo stesso.
Si girò e vide l’oggetto dei suoi pensieri poco distante di lui, commossa e sull’orlo di un pianto.
“Ran” sussurrò pure lui.
Ma al contrario dell’amica, non era commosso per la felicità, ma stupito di quanto il destino fosse beffardo.
La giovane fanciulla scattò e si fiondò tra le braccia del suo amato, scoppiando in un pianto di gioia.
“Sei tornato” disse, tra i singhiozzi.
“Sì” rispose il detective.
“E non te ne andrai più?” chiese, speranzosa, guardandolo con gli occhi lucidi.
“No, non me ne andrò più” rispose, guardandola a sua volta negli occhi.
“Sono contenta” esclamò, gettandosi al suo collo.
“Anch’io” rispose il giovane atono.
Come poteva spezzarle il cuore? L’ultima cosa che voleva, era vedere soffrire una sua cara amica d’infanzia come Ran, una delle prime persone che abbia mai amato in tutta la sua vita.
Dopo quell’incontro, il castano ritornò a casa e, per tutto il pomeriggio e la serata, ebbe la tentazione di andare a casa del professor Agasa, vedere Ai, o meglio Shiho, prenderla e baciarla, per poi dirle che provava un certo affetto per lei. Ma non lo fece.
Un altro giorno era appena iniziato, il Sole era appena sorto, illuminando un’assonnata Tokyo. Molti erano già svegli, pronti per andare a lavoro o a scuola, mentre altri si ridestavano da un lungo sonno.
Il giovane Shinichi era già in piedi, in quanto quella notte non era riuscito a chiudere occhio; pensava sempre a Ran e a Shiho.
Dopo aver finito di fare colazione, andò a vestirsi, contento almeno di poter rivedere tutti i suoi compagni.
Stava per uscire da casa, quando sentì suonare alla porta; la aprì e vide la sua amica d’infanzia che sfoggiava un sorriso a trentadue denti.
“Ciao Ran, che ci fai qui?” domandò sorpreso.
“Sono venuta a prenderti, così facciamo la strada insieme” rispose lei sorridendo.
“Come sei gentile!” esclamò, forzando un sorriso.
Poi entrambi si diressero a scuola, ma non sapevano di essere osservati.
Dalla finestra del piano di sopra della casa del professore Agasa, vi era una giovane donna dai capelli castani, che osservava i due.
Nel suo volto era dipinta la tristezza, e subito fu pervasa dalla gelosia: avrebbe voluto esserci lei al posto della sua rivale.
Quando giunse a scuola, il giovane detective fu accolto molto calorosamente dai suoi amici, che non lo vedevano da molto tempo; e, ovviamente, fu invaso dai loro quesiti, ai quali dovette rispondere.
Ovviamente non mancarono le battutine di Sonoko, la migliore amica di Ran, del tipo: << finalmente Shinichi, dov’eri finito? Hai fatto stare la tua ragazza in pensiero!>>.
Un tempo al solo sentire la parola “tua ragazza” sarebbe arrossito imbarazzato, ma stavolta fu invaso da un impeto di rabbia; Ran non era la sua ragazza! Avrebbe voluto urlare, ma non lo fece.
E così un’altra giornata scolastica passò…
Il castano, una volta suonata la campanella, cercò di essere veloce e di uscire prima della sua amica d’infanzia, ma quest’ultima fu più veloce di lui e lo raggiunse.
“Shinichi, aspettami!” urlò la giovane, venendogli incontro.
E il detective fu costretto a fermarsi.
“Hai fretta?” domandò la castana.
“No” replicò il giovane.
“Che ne dici se andiamo a prenderci un gelato?” gli propose.
Un tempo sarebbe stato entusiasta all’idea di uscire da solo con l’amica, ma ora no, voleva soltanto andare a casa e parlare con Shiho.
“No, scusa ho da fare” rifiutò la proposta.
La fanciulla s’intristì e si arrabbiò.
“Che vuoi dire hai da fare? Non ci vediamo da tantissimo tempo e mi eviti così?” gli gridò, furiosa.
“Ti evito perché non sono più innamorato di te!” confessò.
La fanciulla fece pochi passi indietro, mentre il suo viso era rigato dalla lacrime, che fuoriuscivano copiose.
“Come? Perché?” riuscì a dire tra i singhiozzi.
“Scusa Ran, non ti amo più, mi sono innamorato di un’altra, se vuoi, possiamo rimanere amici” ripeté con più calma.
“No” disse con sussurro.
Poi si girò e iniziò a correre, più veloce che poteva, mentre le lacrime scendevano copiose dal suo viso.
Il suo cuore era stato ridotto in mille pezzettini, e mai più si sarebbe ricomposto.
Voleva sapere chi era costei di cui si era innamorato il suo amato, che le aveva rovinato la sua felicità. Perché Shinichi rappresentava codesta felicità, e senza di lui, lei non poteva vivere.
Intanto il castano era rimasto fermo davanti all’uscita della scuola, osservando il punto in cui poco prima vi era la sua ormai ex amica.
Era tremendamente dispiaciuto per lei, ma non poteva illuderla così. Forse con il tempo l’avrebbe perdonato e sarebbero ritornati amici, cosa che lui sperava.
Ma ora aveva una faccenda importante da sbrigare, pertanto si diresse a casa del professore Agasa, sicuro di trovare colei che aveva rapito il suo cuore.
Suonò e, una volta aperta la porta, entrò senza troppi preamboli, diretto al laboratorio, dove di sicuro l’avrebbe trovata, e così fu.
“Ai” sussurrò, chiamandola con il suo nome finto.
Alla scienziata cadde di mano l’oggetto che stava aggiustando. Era sorpresa, che cosa ci faceva lui lì?
Si girò, incrociando il suo sguardo e si perse nel contemplarlo. Respirava faticosamente, segno evidente che, per giungere lì, aveva corso.
“Conan, volevo dire Shinichi, che cosa ci fai qui?” domandò, stupita.
“Devo parlarti” ammise, serio.
Poi si avvicinò a lei, fino a esserne a poca distanza.
“Dimmi” lo incitò a continuare, fissandolo negli occhi.
E fu rapita dal suo sguardo, che amava tanto.
“Io sono innamorato di te” confessò.
La castana sgranò gli occhi e delle lacrime si fecero largo tra il suo viso.
“Perché piangi?” domandò il detective, preoccupato.
“Perché anch’io sono innamorata di te, ma temevo che tu non ricambiassi, perché sei sempre stato innamorato di Ran” rispose, tra i singhiozzi.
Lui si avvicinò ancora di più e, con il pollice, asciugò le lacrime.
“Ero, ora l’ho lasciata” le rivelò.
La scienziata sorrise e mise le mani su quelle di lui; quello era il giorno più bello di tutta la sua vita, perché finalmente aveva confessato i suoi sentimenti alla persona amata, ma soprattutto aveva scoperto che quest’ultimo la corrispondeva.
Shinichi azzerò le distanze, posando un casto bacio sulle labbra dell’amica. Lei avvolse le sue mani sul suo collo, mentre lui le cinse la vita, approfondendo il bacio, rendendolo passionale.
Quello fu l’inizio della loro storia.   
 
 
 
   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Detective Conan / Vai alla pagina dell'autore: eleCorti