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Autore: TakeruTakaishi    04/10/2015    1 recensioni
Sette ragazzi vengono risucchiati a Digiworld dove viene loro affidato l'incarico di evitare il ritorno dei temuti sette Signori Oscuri, che in passato erano riusciti a conquistare il Mondo Digitale, con l'aiuto delle forme reincarnate dei sette Paladini, i Digimon che in passato sigillarono nell'Area Oscura i sette Signori Oscuri e il loro capo.
Questa storia è già stata pubblicata su altri forum (sempre da me, che ne sono l'autore), ma se non volete rovinarvi la sorpresa, non andate a leggere il finale xD
Genere: Avventura, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Episodio 2: La prima digievoluzione

 

Dopo che Azulongmon chiuse la porta, la prima cosa che venne notata dai ragazzi fu la purezza dell’aria nel vallo. Sette uova di colori e dimensioni diverse erano state poste su un cuscino rosso enorme al centro del salone. Con un rapido movimento di zampa, Azulongmon fece scivolare le uova, che finirono ai piedi dei ragazzi.

“Appena i Digimon usciranno dalla Digiuova vi riconosceranno come i “loro prescelti” e stringerete con loro un rapporto di fiducia reciproca. Potrete utilizzare i vostri “Digivice DS” per vederne i dati.”

“I Digivice DS? Ti riferisci ai nostri videogiochi?” Chiese prontamente Sonia estraendo il suo. La prima cosa che notò è che il colore era divenuto viola. La stessa cosa successe agli altri. Ognuno tirò fuori dalla tasca il proprio DS e notò che i colori erano cambiati.

“Si schiude!” Esclamò Sabry.

Dal Digiuovo della ragazza fuoriuscì un cagnolino dagli occhioni teneri. Appena lo vide Sabry lo prese in mano e lo abbracciò. Poi il Digivice divenuto giallo squillò. Glielo puntò contro e lesse le scritte apparse sulle schermate:

“Salamon, Digimon Animale di Livello Intermedio, tipo Antivirus. La sua tecnica: Ruggito Canino!” poi continuò: “e cosi tu saresti Salamon? Piacere io sono Sabrina!”

Immaginate la sorpresa di questa quando vide il cane parlarle:

“Piacere!”

Ma non fu l’ultima: anche il Digiuovo di Giuly si schiuse. La ragazza puntò al Digimon nato il Digivice blu e lesse:

“Fanbeemon. Digimon Insetto di livello intermedio. È di tipo Virus. La sua tecnica: Pungiglioni Tossici” Una sorta di piccola ape drizzò le antenne e, alzandosi in volo raggiunse la ragazza.

“Piacere! Io sono Fanbeemon e sono il tuo Digimon!”

La ragazza chiuse gli occhi. Prese in mano il Digimon e lo accarezzò lentamente.

“Ciao Fanbeemon! Io sono Giulia, ma puoi chiamarmi Giuly!”

Dave fu il terzo a cui si schiuse l’uovo. Dal suo Digiuovo nacque una sorta di coniglio marrone con lunghe orecchie penzolanti. Aveva tre corna sulla testa, al che il ragazzo lo guardò strano:

“E tu saresti?”

Il Digimon si girò dall’altra parte in preda ad un attacco di timidezza e sussurrò così lento il suo nome che dovette ripeterlo per almeno tre o quattro volte e alla fine il ragazzo fu costretto ad usare il Digivice blu per capirlo:

“Lopmon, Digimon animale di livello intermedio. Le sue tecniche: Lop Tornado e Sofflio Polare.”

Dave prese quindi il Digimon e, notando la sua leggerezza, lo mise sulle sue spalle. Successivamente Alex si spaventò alla vista di una…

“…talpa?”

“Sono Ryudamon!” Disse spavaldamente il Digimon, come se si fosse offeso.

“Ryudamon, Digidrago di livello intermedio. Le sue tecniche: Cozzata Contrattaccante e Spade Luminescenti.”

Aaron prese il Digivice verde e lo puntò contro il suo nuovo Digimon.

“Patamon, Digimon mammifero di livello intermedio. La sua tecnica…”

Il Digimon lo interruppe e scagliò una violenta “Bomba d’Aria” dall’altra parte della sala, poi riprese:

“… se volevi sapere qualcosa di me, bastava chiedere…!”

Aaron sorrise, prese Patamon in braccio ed esclamò:

“Io e questo Digimon ci assomigliamo molto!!”

Theo prese il suo Digiuovo, lo strofinò e una crepa si formò sulla sua superficie. Pronto con il DS divenuto rosso, vide schiudersi davanti a lui un Digimon piccolo e blu.

“Dracomon, Digidrago di livello intermedio. La sua tecnica: Baby Soffio.”

“Piacere sono Dracomon!”

Il ragazzo aspettò che il Digimon si mettesse bene in piedi e quando ebbe finito di barcollare lo salutò strofinando la sua mano sulla sua testa cornuta.

“E tu chi sei?” Disse Sonia al Digimon pianta nato dal suo Digiuovo.

“Sono Palmon! Un Digimon vegetale di livello intermedio!” Il Digimon rispose.

Sonia non ebbe neanche il tempo di estrarre il Digivice, che Palmon rivelò la sua tecnica:

“E’ Liane Avvolgenti!”

Sonia concluse: “Sì sì! Sei proprio un bel tipetto! Io sono Sonia! Piacere!”

 

Quando tutti ebbero i loro Digimon Azulongmon prese la parola:

“Dovete far digievolvere i vostri Digimon. Solo così riuscirete a combattere il male e ad impedire ai demoni di tornare alla luce. Il male esiste ed esisterà sempre, ma voi siete il bene e trovando anche gli altri Digidraghi avrete delle carte in più per vincere! Andate prescelti!”

A queste parole un terribile vento soffiò nella stanza e i ragazzi vennero buttati fuori dalla torre insieme ai loro Digimon. Caddero molto distanti, in una radura completamente ricoperta di fiori.

“Mettiamoci in marcia!” Esclamarono insieme.

 

Nello stesso momento, altrove, in un posto scuro e senza sole, un Digimon ben diverso da quei pochi che fin’ora erano stati incontrati dai ragazzi mescolava un liquido in un calderone. Spiegò le sue ali si grattò rudemente il petto rosso con le mani, che più che mani definirei artigli, o, ancora meglio, grinfie.

“Sono arrivati?” chiese a qualcuno che si trovava lì con lui.

“Sì… quello stupido di Azulongmon pensa di poterci fermare regalando i sette Digimon nati dalle Digiuova dei paladini a quelli stupidi umani!” rispose l’altro.

Una voce femminile interruppe la conversazione:

“Noi siamo Digimon potenti, ma non sappiamo fino a che punto possono arrivare loro… ricordatevi la grande impresa che erano riusciti a compiere!”

“Lo so, ma erano al livello mega in quel tempo! Non possono competere adesso neanche con noi!”

Il Digimon che mescolava il calderone smise di compiere quel gesto e si girò verso l’altro, lasciando che la luce del focolare illuminasse il volto di questo che, infastidito da quel briciolo di luminosità, si coprì gli occhi.

“Non hanno speranze finché io avrò l’altra metà… ci ho messo tempo per trovarli e pensavo che tutti insieme uniti avrebbero spezzato i sigilli… ma non fu così…”

“Forse…” la voce femminile interruppe il discorso nuovamente: “… dovremmo attaccarli prima che riescano a digievolvere!” Guardava il Digimon al centro con aria di sottomissione.

“Forse hai ragione! Ma non date la vittoria per scontata… sanno essere terribilmente forti… specie se sarete voi due a provocare la loro digievoluzione. In tal caso sarò spietato con voi!” Detto ciò il Digimon scomparve, lasciando dietro di sé il forte odore proveniente dal calderone. I due Digimon con lui lo seguirono.

 

“Forse dovremmo cercare un villaggio da qualche parte…” propose Sabry.

“Sì, ma dove?” rispose Giuly.

“Voi non sapete dove si trova un paese, una città qui a Digiworld?” chiese Aaron rivolgendosi al gruppo di Digimon.

“No!” Esclamò Lopmon.

Aaron calpestò involontariamente qualcosa di appiccicoso per terra. Sonia lo guardò strano e si abbassò. Scosse le mani e tolse i fiori. La sua faccia cambiò radicalmente quando realizzò che si trovavano su di una tela di ragno gigantesca.

Lentamente avvisò gli altri, ma involontariamente Dave si inceppò e cadde facendo tremare tutto. Fu allora che un ragno enorme comparve dal nulla.

“Bomba d’Aria!” Gridò Patamon e spezzò la ragnatela in cui era incollato Aaron.

“Lop Tornado!” Gridò Lopmon e aiutò Dave ad alzarsi.

Poi insieme scapparono inseguiti dall’enorme ragno.

Theo estrasse il Digivice e lo puntò al ragno durante la fugace corsa. Poi lo lesse:

“Dokugumon, Digimon Insetto, Livello Campione, Tipo Virus. Tecniche: Soffio Velenoso e Ragnatela Velenosa!”

Il gruppo badò poco all’analisi del Digimon. Pensavano più a salvare la pelle.

Correndo i ragazzi riuscirono a seminare il Dokugumon e senza rendersene conto giunsero davanti a delle villette immerse nel verde. Conigli che entravano e uscivano da esse, che tagliano l’erba, che fanno la spesa! Cose che sulla Terra non esistono.

Aaron si avvicinò a Patamon e gli fece cenno di aggrapparsi al suo avambraccio. Patamon di tutta risposta salì sulla testa facendo quasi perdere l’equilibrio al ragazzo.

“Perbacco, Patamon! Devi per forza disobbedire ai miei ordini??”

“Non ho disubbidito. Io pensavo che mi avevi chiesto di salirti sulla testa, che poi è molto più comoda del braccio!”

A quelle parole Lopmon spalancò gli occhi e la sua espressione cambiò. Dave e il suo Digimon si scambiarono a vicenda un’occhiata: Dave preoccupato e Lopmon sogghignante. Dave cautamente fece scendere Lopmon dalle sue spalle e lo mise per terra. Poi lentamente, progredendo in velocità si precipitò verso il villaggio dei conigli, inseguito da Lopmon che voleva, dopo aver sentito Patamon dire che il braccio è più scomodo, salire sulla testa del suo partner. Fece un balzo in avanti e finì con lo schiaffeggiare involontariamente Dave con le sue orecchie. Il ragazzo imprecò e Lopmon chiese il significato di tali parole. Dave si trattenne dal rispondere e Lopmon continuò a ripetere l’imprecazione a lungo inconscio del significato finché Aaron si avvicinò al suo migliore amico e suggerì al Digimon sulla sua testa di smetterla e gli rivelò cosa Dave intendesse dire prima. Lopmon, al sentire di quella rivelazione, sbarrò gli occhi e tirò una sberla a Dave.

“Vergognati! Non devi dire certe cose!”

Dave lo guardò strano. Un terribile impulso di prendere a schiaffi Aaron lo pervase, ma Aaron, prevedendo ciò, si era già allontanato da molto.

Intanto, uno di quei Digimon conigli-formi si avvicinò loro.

Fanbeemon scosse il capo ed emettendo un flebile ronzio si avvicinò al Digimon.

“Benvenuti al Villaggio Prairiemon, stranieri! Io sono un cittadino di questo paese!”

“Ma siete tutti Prairiemon qua dentro?” Chiese Fanbeemon.

“Sì! Noi viviamo pacificamente nel villaggio da molti anni! Voi che Digimon siete?”

“Noi non siamo Digimon…” rispose calma Sonia, abbassandosi fino a raggiungere la stessa altezza del suo interlocutore.

Prairiemon fece accomodare i ragazzi in casa sua, ma intanto…

 

“Quei mocciosi sono arrivati al villaggio Prairiemon!” Il Digimon tornò a mescolare la sostanza fangosa contenuta nel calderone. Gli altri due si avvicinarono rapidamente e entrambi guardarono nel pentolone. In quel momento delle immagini comparvero al suo interno.

“Che brutti!!” Esclamò la voce maschile.

“Tu dici? A me sembrano molto carini!” Sogghignò l’altra simulando un bacio con le sue labbra rosso carne.

“State zitti!” Esclamò il terzo con voce ferma e arrabbiata. “Voglio che vi sbarazziate di quegli umani e dei loro stupidi Digimon!” disse il Digimon che all’apparenza sembrava essere il capo della “banda” indicando le immagini nel calderone stesso.

“Grande Phelesmon, sarà un onore!” Esclamò la voce maschile.

“Grande padrone, siete sicuro di riuscire a trovare quello che cercate? Voi lo sapete bene! Sono stati nascosti… non so se ci conviene ucciderli ora. Magari, possono condurci nei luoghi in cui…” venne interrotta da Phelesmon che afferrò un tridente e con voce stridula sibilò: “Non mi importa! Ho un compito che non posso ignorare. Loro hanno bisogno di noi! Solo così potranno tornare…”

“Grande Phelesmon… mi chiedevo se mi potreste concedere l’opportunità di ucciderli con le mie mani!”

“No! Boogeymon, ho bisogno del tuo aiuto ancora per un po’. Sarà Witchmon ad occuparsene! Voglio che metta su una sorta di esercito per attaccare i prescelti e distruggere chiunque li aiuti. Fosse anche un villaggio intero.”

La voce squillante e stridula di Phelesmon si fermò, ma i suoi occhi rotearono fino a fermarsi su Witchmon, che, inchinandosi si congedò con rispetto per il suo padrone. Nel frattempo Boogeymon sconsolato per il “no” ricevuto si avvicinò al suo padrone che, con un rapido gesto di mano, lo scansò via. Poi Phelesmon si avvicinò ad una sfera nera situata su un tavolo nella sala del suo castello e, dopo averla afferrata, la scagliò nel calderone; si sedette sul suo trono, depose il tridente e ordinò a Boogeymon di sparire, volgarmente, come un demone iracondo con il suo servo.

 

Prairiemon, prese la parola dopo aver offerto delle brioche appena sfornate ai ragazzi.

“Noi Prairiemon siamo Digimon pacifici e abitiamo in questo villaggio da molto, ma è da un po’ di tempo che subiamo gli attacchi dei Fangmon! Ogni notte, un gruppo di Fangmon percorre queste vie, seminando il panico.” Si interruppe e scoppiò in lacrime. “Hanno ucciso il mio bambino! Me l’hanno strappato dalle braccia! L’hanno lacerato con le loro fauci schifose e il suo corpo si è scomposto davanti a me!! Non ho potuto fare niente!”

“E’ terribile!” Disse Giuly avvicinandosi al Digimon in lacrime e abbracciandolo.

Poi Prairiemon tirò fuori una fotografia e la mostrò ai ragazzi.

“Ecco… lui era mio figlio! Dopo che mia moglie morì in seguito all’attacco di un Digimon malvagio, mi sono dovuto occupare di lui da solo.” Poi singhiozzando riprese a parlare: “Tutta fatica sprecata per colpa di quei maledetti cagnacci!! Li manderò all’inferno! Sarò un eroe!”

Giuly lo guardò con occhi lacrimanti e gentilmente chiese lui una camera per passare l’ormai imminente arrivo della notte. Sorridendo Prairiemon consigliò ai ragazzi di passare la notte nella casa a fianco, disabitata a causa della morte dei proprietari, anch’essi uccisi dai Fangmon.

La casa a loro consegnata aveva l’aria di essere una di quelle villette all’inglese curate nei minimi dettagli, ma senza la moquette. Numerosi vasi di fiori erano posti in punti strategici della casa dove la luce poteva arrivare. Sonia, che, d’altronde, aveva un debole per le piante e conosceva molto bene molti tipi di fiori, rimase sorpresa di vederne la grande varietà e innovazione. Fiori nuovi, mai visti. In quel momento realizzò di essere giunta in un mondo di cui aveva ancora molto da scoprire.

Lentamente calò la sera e i ragazzi mangiarono quello che Prairiemon portò loro. Un’ora dopo erano già tutti nei loro letti, stanchi della fuga da Dokugumon e del lungo tragitto dalla radura al villaggio.

Giuly non pensava ad altro che alla vendetta. Voleva vendicare il figlio di Prairiemon.

Passò circa un’ora da quando i ragazzi erano andati a letto, ma Giuly era ancora alzata e guardava fuori dalla finestra in attesa di qualcosa  che sembrava non arrivare mai. Fanbeemon si svegliò di colpo e la raggiunse alla finestra. Un tonfo. Il fuoco invase la strada. Giuly sbarrò gli occhi e svegliò l’intero gruppo che, dopo essersi rapidamente rimesso i vestiti, uscì dalla villa. “Grave errore”, pensò subito Aaron: un gruppo di cani demoniaci li raggiunse. Aaron fu il più svelto. Prese il Digivice e lo puntò contro i Digimon:

“I Fangmon! Digimaghi di livello Campione. La loro tecnica: Pompa di Fanghiglia!” Lesse Aaron, che fece subito un appunto: “Stanno appiccando fuoco ovunque!”

“Ma non sono loro a far fuoco!” Notò Sonia.

Spostò poi lo sguardo su un gruppo di Prairiemon con in mano delle torce infuocate. Marciando come zombie pronunciavano tutti la stessa cantilena: “Viva la padrona! Lunga vita a Witchmon!”

Davanti a loro, un Digimon dalle sembianze di strega vestita completamente di rosso, con un cappello appuntito sulla testa e un gatto nero svolazzante da esso uscente.

Volava su di una scopa, proprio come le vecchie streghe delle favole e aveva capelli biondi a caschetto.

“Ma non ha senso! Perché i Prairiemon dovrebbero dare fuoco al loro stesso villaggio??” Si chiese Theo.

“Non sono loro a volerlo!” Una voce proveniente da dietro di loro, ferma, decisa, sogghignante, quasi si prendesse gioco di loro e della loro incomprensione: “Stupidi esseri umani! Sono sotto l’effetto del mio incantesimo! Vi stanno cercando… vi conviene darvela a gambe! Ma non so quanto riuscireste a fuggire dai miei Fangmon!!”

“Chi sei? Perché fate del male ai Prairiemon?” Chiese Giuly che non poteva tollerare tutto ciò. “Sei perfida!”

Detto ciò prese Fanbeemon e fece cenno agli altri di scappare.

“Sono lì, stanno scappando!! Prendeteli!!” Ringhiò Witchmon ai Fangmon e ai Prairiemon.

“Orecchie a Rasoio!!!” Esclamarono i Prairiemon. Colpi di luce taglienti sfiorarono i ragazzi che svoltarono con uno scatto in un vialetto poco distante dalla “loro” villa e si infilarono in un cassonetto ben pulito (nel villaggio dei Prairiemon, avevano notato i ragazzi, era tutto in perfetto ordine).

“Dobbiamo spezzare il maleficio dei Prairiemon! Solo così potranno aiutarci a sconfiggere i Fangmon!” Propose Sonia.

Ma la sua idea era pressoché impraticabile a causa delle circostanze. Ad un certo punto una voce familiare li chiamò dal vicolo! Era Prairiemon che faceva loro cenno di seguirli.

Così uno dopo l’altro i ragazzi uscirono dal cassonetto e seguirono Prairiemon.

“Tu non sei sotto la maledizione di quella strega?” Chiese Giuly.

“No… non credo che possa farmi qualcosa di quel genere…”

“E perché?”

“Bravo Prairiemon! Hai fatto un ottimo lavoro!” La voce interruppe il gruppo in fuga.

“Witchmon, Te li ho portati! Adesso libera mio figlio e mia moglie!”

“E così non sono morti veramente!” Gridò Giuly imbufalita dalle menzogne di questo.

“Era l’unico modo che avevo per riavere la mia famiglia!!”

“Ma così hai distrutto il tuo villaggio e hai mentito a noi che volevamo aiutarti!”

Mentre il gruppo provava a scappare, Giuly e Fanbeemon erano rimasti davanti a Witchmon e al lei di fianco Prairiemon, in attesa di spiegazioni.
“Libera la mia famiglia! I ragazzi te li ho portati!”

“Eccoli!”

Witchmon schioccò le dita e due Prairiemon di statura diversa corsero dal terzo, di fianco alla strega. 

“Bene, adesso non mi servite più!”

La crudeltà con cui disse quelle parole fu superata solo da quella con cui le mise in pratica. Witchmon prese la sua scopa e la mise in bocca al povero piccolo dei Prairiemon. Perforò il suo corpo, che si ridusse in semplici dati, che volarono nell’aria.

Giuly, inorridita da tale gesto, chiuse gli occhi, mentre Fanbeemon la incitava alla fuga. La ragazza tremava. Un Fangmon si avvicinò a Witchmon che fece lui segno di agire: Fangmon non perse tempo. Divorò la testa di mamma Prairiemon e sbranò l’ultimo rimasto. Il ghigno di Witchmon alla vista dei loro corpi sbriciolarsi fece imbestialire Giuly. A quel punto la ragazza capì. Capì cosa aveva portato Prairiemon a mentire. Capì cosa aveva provato nel vedere suo figlio ucciso da quella strega sorridente.

Aaron e Sonia si guardarono reciprocamente, abbracciandosi.

“Giuly, dobbiamo scappare…” suggerì Fanbeemon, ma la ragazza non ci fece caso.

“No Fanbeemon, dobbiamo restare e combattere per loro! Abbiamo fatto una sorta di promessa ad Azulongmon! E io ho intenzione di mantenerla! Sei senza cuore Witchmon!”

“Cosa? Da dove ti viene questo coraggio? Io sono molto più forte di voi… potrei eliminarvi…” Witchmon si fermò, poi incredula si girò verso i Fangmon: “Attaccateli!”

La massa di Fangmon si rovesciò sui ragazzi gridando: “Scasso Veloce!!!”

I loro corpi erano terribilmente veloci e colpivano così forte i ragazzi che furono costretti ad abbassarsi per evitare i colpi. Witchmon rideva.

Fu allora che accadde tutto: un momento. Fanbeemon si alzò di scatto. Giuly, tremante ancora dalla rabbia della spietata Witchmon alzò il Digivice. Fanbeemon in quel momento si illuminò. Lo sguardo della strega cambiò radicalmente:

“Tempes…” Non fece neanche in tempo a finire la frase:

“Fanbeemon, digievolve… Waspmon!!” Il corpo di Fanbeemon era completamente mutato: ora si era trasformata in una gigantesca vespa meccanica con un grosso pungiglione cibernetico al posto della solita punta velenosa. Giuly, ammirata da tale scena, estrasse il Digivice:

“Waspmon, Digimon Androide di livello campione. Le sue tecniche: Cannonata Turbolenta e Pungiglione Laser!”

Witchmon incredula riprovò a scagliare la sua tecnica, ma fallendo si diede alla fuga sulla sua scopa.

Waspmon volò per qualche metro al di sopra del terreno e, sotto le parole incitanti di Giuly e gli sguardi attenti del resto del gruppo, sparò un paio di cannonate di luce dal pungiglione. Tutti i Fangmon vennero spazzati via e il paese venne distrutto completamente e le case rase al suolo.

I Prairiemon si ripresero dall’incantesimo della nemica ed ebbero il tempo di scappare.

Waspmon tornò poi Fanbeemon, una volta esaurite le energie.

 

Passata la notte i ragazzi dovettero ripartire alla ricerca di uno qualunque dei quattro draghi, come detto loro da Azulongmon.

“Mi è dispiaciuto per i Prairiemon! Adesso il loro villaggio dovrà essere ricostruito…”

“Lo so, ma d’altronde sono stati vittima dell’attacco di Witchmon e dei Fangmon… l’hai vista in faccia quella?” Chiese poi Sonia all’amica che aveva appena parlato.

“Sì, lo sguardo di un’assassina… rideva come se stesse giocando con i poveri Prairiemon…”

“Spero di non rivederla più…”

 

Intanto altrove, Witchmon era tornata da Phelesmon, il suo padrone.

Nulla di buono la attendeva. Scese dalla scopa e varcò la porta della sala del trono:

“Grande padrone io…”

“Hai fallito…” Rise Phelesmon con la sua voce stridula.

“Lo sapete?”

“Ti ho tenuta d’occhio… sei ridicola! Potevi ucciderli e sei rimasta a parlare con quella bambinetta tutto il tempo… sei stata molto sciocca… meriti una sonora punizione…”

Le urla di Witchmon invasero le sale del castello. Anche Boogeymon, che si trovava dall’altra parte di esso riuscì a udirle.

“Non succederà più…” bisbigliò lei inchinata e ansimante.

“Sarà meglio!”

 

FINE CAPITOLO 2

  
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