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Autore: PandOwl    04/10/2015    1 recensioni
Un uomo viene trovato assassinato in un vicolo. Nella sua mano è nascosto un messaggio. Un avvertimento? Un indizio dell'assalitore?
Spetta all'agente speciale William Butler occuparsi del caso e portare avanti le indagini, cercando di scoprire l'identità del misterioso assassino e consegnarlo finalmente alla giustizia.
Chi deve morire è già morto. E un morto non è più niente.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Lime | Avvertimenti: Violenza
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La cosa buffa di quando sei in punto di morte è che ogni momento, ogni dettaglio, si imprime nella tua memoria come un marchio a fuoco. La vista si appanna, ma l’udito e l’olfatto si affinano tanto che anche il più piccolo rumore ti rimbomba nel cervello come se dei timpani ti stessero suonando nella testa, e riesci a cogliere anche il minimo odore, nonostante la pioggia lavi via pian piano ogni traccia. Allora ti aggrappi alla vita più di quanto tu abbia mai fatto e ti rendi conto che forse non hai mai vissuto realmente fino a quel momento. Un profondo senso di terrore ti assale e vieni schiacciato dal peso dei tuoi rimpianti e dei tuoi rimorsi, realizzando che non avrai più tempo per rimediare ai tuoi sbagli.

Tutto questo, Dorian Turner riusciva ora a comprenderlo mentre si accasciava a terra in un lago di sangue misto a pioggia, sulla superficie asfaltata del vicolo, fissando il volto del suo assassino.

***

Mentre l’agente speciale William Butler si recava sul luogo dell’omicidio, poteva ben immaginare l’ammasso di gente che avrebbe trovato al suo arrivo: giornalisti, inviati, passanti semplicemente curiosi…senza contare i numerosi agenti di polizia e della scientifica.
Sospirò. Non aveva proprio voglia di imbattersi in quella folla. Vissuto sempre in un piccolo paese di provincia, conosceva bene i giri di parole che, il più delle volte, portavano testimonianze sbagliate, nomi gettati là solamente per dare un fondamento a certe ipotesi. Ma anche trasferendosi in città aveva potuto notare che le cose rimanevano comunque le stesse. “La gente parla della vita degli altri perché la propria li annoia” pensava tra sé ogni volta.
Nonostante la giovane età –aveva infatti appena 27 anni, ed era il più giovane tra i suoi colleghi- era riuscito a risolvere un consistente numero di omicidi e, oltre che nel lavoro, aveva un discreto successo anche con le donne.
Era alto circa 1.86, capelli castani spesso tirati leggermente indietro con del gel, occhi di un azzurro acceso, come il cielo sereno d’estate, e appena un accenno di barba; affascinante e romantico, William veniva considerato da molte “l’uomo perfetto”. Nato sotto il segno del Capricorno ne aveva le piene caratteristiche comportamentali: tradizionalista, orgoglioso e indipendente. Solitario e riservato, sebbene a prima vista potesse sembrare estroverso.
Nonostante ciò, c’era una sola cosa che William amasse veramente: il suo lavoro.
Figlio minore di genitori separati e rimasto orfano di madre –in seguito ad un omicidio– a soli nove anni, aveva sempre desiderato avere a che fare con la giustizia e il padre, Capo del Dipartimento di polizia di New York, l’aveva guidato in questo suo sogno dopo aver ottenuto la custodia.
Subito dopo il suo reclutamento nell’FBI, appena due anni prima, anche il padre era venuto a mancare a causa di un attacco cardiaco, ma questo non aveva altro che motivare maggiormente il ragazzo a continuare nel suo lavoro.

«Agente speciale William Butler.» si presentò mostrando il distintivo. Un agente di guardia alzò il nastro e lo fece passare.
«Allora, Jim? Cosa abbiamo?» chiese poi, avvicinandosi ad un uomo alto e robusto, dalle spalle larghe.
«Omicidio.» rispose l’altro, mentre si avvicinavano entrambi al cadavere «La vittima era un certo Dorian Turner. Trasferito da poco dal New Jersey, era stato precedentemente indagato per omicidio.» continuò, leggendo gli appunti segnati su un blocchetto.
«Omicidio?»
«Esatto. Trovata la sua ragazza insieme ad un altro uomo, li aveva uccisi entrambi. Scontata la pena e fatto uscire prima per buona condotta, sembrava essere tornato tutto alla normalità, e aveva ottenuto lavoro in una tavola calda.» continuò, richiudendo il block notes e riponendolo nella tasca della propria giacca. «Non doveva essere stato facile tornare ad avere una vita vera e propria. Quando sei stato in prigione una volta, è difficile già che la gente ti saluti per strada.» commentò poi.
«Avete già interrogato i colleghi di lavoro, il proprietario..?»
«Aspettavamo te.»
William fece passare un istante di silenzio, mentre si chinava sul corpo dell'uomo. Il volto era completamente sfigurato e gli occhi erano stati strappati via, probabilmente subito dopo la morte. Era sistemato in posizione fetale: rivolto su un lato, con una mano sotto la testa e l’altra piegata avanti, come stesse dormendo. Sul corpo erano presenti un gran numero di coltellate, ma la pioggia caduta durante la notte aveva lavato via gran parte del sangue, cancellando anche possibili prove.
Indossando i guanti in lattice, alzò appena la testa del cadavere.
«Un momento!» esclamò, chinandosi ancora più sul corpo «Tiene qualcosa nella mano sinistra.»
Anche l’altro si chinò, indossando a sua volta i guanti, mentre l’agente speciale Butler apriva il palmo della mano dell'uomo e ne afferrava un foglietto di carta, completamente impregnato di sangue ma comunque ancora leggibile.
 

Chi deve morire è già morto.
E un morto non è più niente.


Il compagno lesse il biglietto da dietro le spalle di William, ripetendolo ad alta voce tra sé.
«Un messaggio dell’assalitore?»
«E’ quello che penso anch’io.»
«E cosa dovrebbe significare?»
«Non ne ho idea.» rispose, infilando il biglietto in un sacchetto di plastica come prova «Ma lo scopriremo presto.»
  
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