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Autore: AngelWing99    05/10/2015    1 recensioni
La storia è ambientata a prima prima dell'entrata in scena di Sebastian. In verità Valentine ha deciso di mandare Sebastian ad una scuola qualsiasi tra i mondani (cosa molto impossibile lo so, ma per me è carina come idea) e nella scuola trova una ragazza come lui: un angelo caduta infettata dal sangue di demone. Peccato che lei non fa altro che tentare di ucciderlo e lui ovviamente ogni volta la sconfigge, ma lei non si arrende mai.
Spero di avervi un po' incuriosito
Genere: Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È entrato come al solito nella stanza del club del libro, chissà che fa in verità un tipo come lui lì dentro, forse ci prova con le belle ragazze che voglio veramente leggere un buon libro e si fanno immediatamente abbindolare dalla sua estrema bellezza. 
La scuola è finita da un pezzo e fuori la luce del tramonto illumina le strada in cui i lampioni si devono ancora accendere.
Vado verso la porta del club con l'intenzione di aprirla e attaccarlo di sorpresa -orami ci dovrebbe stare lui è qualche suo amico all'interno- ma ovviamente con la mia solita fortuna vado a sbattere contro delle sedie che stanno accanto alla porta, so che qualcuno uscirà per vedere cosa succede, fanno sempre così -si perché io sono un genio e vado sempre a sbattere contro qualcosa- mi nascondo dietro sotto un tavolo e aspetto. Questa volta ad uscire fu proprio lui, si guardò un po' intorno e sospirò esasperato, chiuse la porta dietro di lui e iniziò a camminare verso l'uscita, iniziai a seguirlo di soppiatto. Arrivammo ad un corridoio al secondo piano, lui si fermò e sospirò di nuovo esasperato, si stava per girare me lo sentivo, mi dovevo nascondere, mi guardai intorno e trovai un armadietto, perfetto, io ero piccola, ci potevo entrare benissimo. Corsi all'armadietto e lo aprì aspettandomi di trovarlo vuoto, invece era un armadietto dove il bidello teneva la scopa, uno straccio, una pezza, un raccoglitore, alcuni recipienti per pulire i pavimenti e i vetri ed in fine un secchio, come lo so? Semplice mi caddero tutti addosso, e io mi trovai stesa a terra imprigionata dalle varie cose. Qualcosa mi picchiettò sulla fronte, alzai lo sguardo e attraverso gli occhiali storti trovai Sebastian che mi guardava esasperato con i suoi occhi neri come la pece, era piegato sulle ginocchia, ma continuava ad essere più alto di me -forse era perché io ero stesa a terra.
<< Quando la smetterai di seguirmi? Non mi dia fastidio essere seguito da una bella ragazza, ma tu non sei una bella ragazza quindi stai iniziando a stufarmi >> disse portandosi il braccio sopra il ginocchio
<< Non me la smetterò mai. Riuscirò ad ucciderti prima o poi >> disse mettendomi seduta... E no rimanevo ancora più bassa di lui
<< Sei troppo imbranata, non riesce neanche ad uccidere un moscerino >> disse lui guardandola male e si alzò in piedi
<< E invece ci riesco >> sbottai balzando in piedi
<< Per questo ti daranno un Oscar allora >> disse mettendosi le mani sui fianchi
<< Smettila di prendermi in giro. Io ti devo uccidere >> disse e fece apparire al mio fianco la mia spada con la lama rossa come il sangue
<< Perché ci tieni tanto ad uccidermi? >>
<< Perché.... Io.... Aaaah >> non potevo dirgli perché lo volevo uccidere così gli saltai addosso puntando la spada contro il suo petto, ma lui fece un salto mortale all'indietro e lo schivò, corse verso le scale << non vale se scappi >> disse rincorrendolo
<< Non sto scappando. Voglio solo evitare un inutile scontro in cui già so chi sarà il vincitore >> disse scendendo le scale
<< Tanto ti prenderò >> dissi saltando tutta la prima rampa di scale per falciarlo in due, ma lui si spostò nuovamente e ripresi a rincorrerlo per tutta la scuola e per tutta la città. 
Alla fine ci ritrovammo in un parco nella zona più isolata, io lo fissavo e lui fissava me con il suo solito sorriso di scherno
<< Dimmi perché mi vuoi uccidere >> disse lui passandosi una mano tra i capelli
<< Non te lo dirò mai >> disse mettendomi in posizione d'attacco
<< Se me lo dici ti concedo di farmi un graffio, visto che fino adesso non ci sei mai riuscita >> disse divertito, sospirai, era inutile tenerlo segreto e sopratutto non era una vergogna, in fondo non era colpa mia, era solo colpa delle circostanze spiacevoli in cui mi trovavo. Abbassai la spada e guardai per terra, però tenevo sempre la guardia alta
<< Io... Io non ho mai ucciso un demone >> mormorai, Sebastian rimase in silenzio, credevo che da un momento all'altro si sarebbe messo a ridere e si sarebbe messo a prendermi in giro
<< E cosa ti fa pensare che riuscirai ad uccidere me? >> chiese lui confuso
<< Io... Io... Non lo so >> disse scrollando le spalle << però so che ti voglio uccidere >> dissi puntandogli di nuovo la spada contro
<< Prima però mi devi spiegare una cosa >> disse lui puntandomi a sua volta il dito contro
<< Che cosa? >> chiesi confusa inclinando la testa di lato
<< Perché quando non hai una spada in mano sei la persona più idiota che esista al mondo? >>
<< Io non sono idiota >> gli ringhiai, non ero io che cadevo da sola, semplicemente gli oggetti mi si mettevano in mezzo ai piedi all'improvviso e io cadevo
<< Cadi ogni cinque secondi >> mi fece notare lui
<< Non è colpa mia se le cose appaiono all'improvviso >> gli risposi sistemandomi gli occhiali sul naso, lui scrollò le spalle sospirando esasperato
<< Le cose non... Dietro di te >> disse puntando lo sguardo un po' più in alto di me come se dietro avessi qualcosa di grosso che stava per attaccarmi, mi girai e infatti trovai un mostro molto più grosso di me. Il mostro era tutto verde e sembrava una specie di polipo con cinque tentacoli che li agitava in continuo... Che strano di solito i polipi hanno sei tentacoli. Accanto a me sentii uno spostamento d'aria e l'istinto mi disse che dovevo spostarmi, così lo seguii e feci un doppio salto mortale all'indietro e un tentacolo mi sfiorò appena. Con le punte dei piedi mi diedi una spinta e scattai verso il demoni schivando e saltando ogni volta che tentava di colpirmi
<< Vai Yui. C'è la puoi fare >> gridò dietro di me Sebastian, davvero mi stava facendo il tifo? Era diventata una cheerleader e non lo sapevo? Invece di aiutarmi restava dietro ad osservare il tutto e a gridarmi degli incitami? Ma che razza di idiota poteva essere? Cercai non farci caso, più tardi gliela avrei fatta pagare cara, e mi concentrai solo sul combattimento. Arrivai ai suoi piedi -se così si può dire- del demoni, saltai e riuscii a superarlo d'altezza, da sopra avevo più probabilità di poterlo fare fuori, alzai la spada per prendere maggiore slancio e falciarlo in due. Stavo per abbassare la spada quando davanti si pararono le immagini di quando avevo ucciso mia sorella. Il suo viso si mise davanti alla faccia del demone e mi bloccai e restai con la spada in alto. Non potevo abbassare la spada, l'avrei di nuovo uccisa, non potevo rischiare di farle altro male, non me lo sarei mai perdonato. 
Peccato che il demoni non vedendomi reagire decise di muoversi lui, con un tentacolo mi colpì il fianco e volai a velocità supersonica fra gli alberi, persi la presa sulla mia spada, rotolai tra la ghiaia, sbattei la testa contro un sasso e tutto divenne nero.
 
Mi svegliai che stavo su un letto morbido e caldo, fuori era buio e non avrei visto nulla se non fosse che sul comodino accanto al letto c'era una piccola lampada. Mi alzai a sedere guardandomi intorno, ero una stanza semplice con il minimo indispensabile e molto, ma molto in disordine, sembrava che ci fosse appena passato un uragano; quella non era camera mia, poco ma sicuro, non ero così disordinata e poi quelli erano tutti vestiti da maschio e io ero una femmina quindi lo trovo un po' difficile che era camera mia. La porta si aprì piano e Sebastian fece il suo ingresso con addosso solo i pantaloni neri di una tuta e i capelli bianchi ancora bagnati, i muscoli erano perfettamente scolpiti e sembrava un perfetto dio greco. Ebbi una vampata di calore che fece diventare rosse le miei guance e forse anche il resto del mio viso, sbaglio o qualcuno aveva appena acceso i termosifoni e ora faceva un caldo pazzesco?
<< Finalmente ti sei svegliata bella addormentata >> disse Sebastian passandosi un asciugamano tra i capelli per farli asciugare e poi lo buttò su una pila di roba, ora mi spiegavo il disordine
<< Ehm... Dove sono? >> che domanda idiota, i miei complimenti poi ti domandi perché tutti ti credono idiota, lo sei, la cosa è diversa, certo che potevi farmi dire qualcosa di più intelligente stupido cervello. Sebastian scoppiò a ridere divertito
<< A casa mia, mi sembra ovvio >> disse divertito e si mise seduto sul letto, mi misi a gambe incrociate e lui si spostò mettendosi davanti a me con le gambe nella posizione del loto
<< Perché sono a casa tua? >> chiesi cercando di guardarlo negli occhi, ma era molto difficile visto che i suoi incredibili addominali mi chiamavano e mi dicevano:" Guardaci"
<< Perché sei un idiota e ti sei fatta mettere KO da uno stupido demone che anche un bambino di cinque anni poteva farlo fuori >> disse lui guardandola male
<< Non volevo >> mormorai abbassando lo sguardo verso le coperte
<< Che ti è preso? Bastava che abbassavi la spada e l'avresti ucciso >> non risposi e tenni gli occhi fissi sulle lenzuola nera di lino. Lo sentii sospirare e scese dal letto
<< Vuoi mangiare? >> chiese andando verso l'armadio, forse per prendere una maglietta, anche se per terra c'è n'erano a centinaia, ma credo che erano tutte sporche
<< Ehm... No grazie >> non potevo accettare del cibo dalla persone che volevo uccidere, era un paradosso, ma il mio stomaco era di tutt'altra opinione infatti iniziò a brontolare come se fosse un dinosauro e sentii Sebastian scoppiare a ridere divertito
<< Ti aspetto di sotto. Fatti una doccia seconda porta a sinistra. Sbrigati >> disse lanciandomi dei pantaloni e una maglietta, tutte e due nere. Mormorai un grazie e mi alzai in piedi, feci un passo, ma inciampai su una maglietta e caddi a terra di faccia e il risultato fu che il ragazzo scoppiò a ridere e pesi gli occhiali, borbottai una serie di imprecazioni mentre a tentoni cercavo quei maledetti occhiali da segretaria degli anni cinquanta con la montatura rossa. Non vedevo un accidenti e per di più oculista mi aveva detto che non potevo portare le lenti a contatto, ero praticamente la sfortuna fatta persona. Qualcosa picchiò sulla mia fronte, alzai lo sguardo e vide Sebastian che mi metteva gli occhiali
<< Stai meglio senza occhiali >> disse sistemandoli come meglio poteva
<< Non posso portare le lenti a contatto >> dissi fissandolo negli occhi, anche se erano tutti completamente neri avevano il potere di attrarti fino cadergli ai suoi piedi
<< Pazienza >> disse scrollando le spalle << muoviti, non ti voglio ospitare tutta la notte >> disse alzandosi in piedi << prova non cadere ancora >> disse ed uscì, mi alzai in piedi ed uscii dalla camera senza cadere - questa si che è vittoria - arrivai al bagno e fece una lunga doccia rilassante, mi vestii e neanche i mi guardai allo specchio già sapevo che ero orribile: capelli corti e rossi fuoco, occhi verdi smeraldo oscurati da quegli orrendi occhiali e corpo senza forme. Scesi al piano di sotto, ovviamente ci arrivai saltando gli scalini con il fondo schiena e Sebastian si godette la scena ridendo come un pazzo. Quando arrivai alla fine delle scale mi massaggiai la parte dolorante
<< Ahia che dolore >> borbottai mentre mi alzavo in piedi e intanto Sebastian continuava a ridere divertito, feci finta di niente e misi seduta dalla sedia
<< Cadrai anche dalla sedia? >> chiese divertito
<< No, non cado >> borbottai mettendo il broncio, presi un pezzo di pane e lo mangiai, anzi lo divorai. Mangiammo in tranquillità... Magari lui mangiò in tranquillità visto che non faceva altro che prendermi in giro e io subivo, certo gli rispondevo per le rime, anche se alla fine ci rinunciavo e lo lasciavo stare, non vale la pena sprecare tempo con persone del genere 
<< Ora mi vuoi dire che ti è preso? >> disse ad un certo punto tornando serio, mi spaventò leggermente visto che un attimo prima stava ridendo a crepapelle pelle e ora era tornato di botto serio
<< Quando? >> dissi bevendo l'acqua
<< Con il demone >> disse sporgendosi verso di me
<< Niente di che >> disse scrollando le spalle, di certo non volevo dirgli del mio blocco mentale, mi avrebbe presa ancora di più in giro 
<< Okay, allora perché mi vuoi uccidere? >>
<< Saresti il primo demone che riuscirei ad uccidere >>
<< Perché proprio io? >>
<< Perché sei l'unico che vedo tutti i giorni >>
<< Beh rinunciaci, da domani non mi vedrai mai più >> disse buttandosi con la schiena contro lo schienale
<< Perché? >>
<< Mio padre ha bisogno di me, quindi me ne vado da questa topaia >> disse passandosi una mano tra i capelli
<< Perché ha bisogno di te? >> chiesi, mi sentivo triste, non poteva andarsene, lui era la mia unica speranza di riscattarmi
<< Perché non sono affari tuoi >> disse alzandosi in piedi, abbassai lo sguardo, lui si avvicinò e iniziò a scompigliarmi i capelli << dai su, è stato divertito averti intorno. Riuscirai ad uccidere qualche demone anche senza di me. Qualche volta verrò a trovarti >> disse continuando a scompigliarmi i capelli e io non facevo nulla per fermarlo, non poteva andarsene... Lui era l'unico con cui riuscivo a combattere e senza che l'immagine di mia sorella mi comparisse davanti 
<< Non verrai mai >> sussurrai continuando a tenere gli occhi bassi << però quando verrai tenterò ancora di ucciderti >> dissi guardandolo sorridendo, sentivo un groppo farsi sempre più stretto in gola
<< Non vedo l'ora... Ora vattene >> disse spingendomi via. Così prima che potessi dire qualcosa mi ritrovai fuori dalla casa e in mezzo alla strada; rimasi a guardare la strada per qualche secondo senza capire cosa era successo, poi quando collegai che mi aveva veramente sbattuto fuori di casa feci qualche passo e scoppiai a piangere.
 
Arrivai non so come a casa mia e mi addormentai subito appena mi sedetti sul letto, avevo pianto così tanto che probabilmente ero disidrata. Non posso crede di aver pianto così tanto per lui, non era nessuno per me, eravamo entrambi due angeli caduti infettati dal sangue di demone, questa era l'unica cosa che ci univa, per il resto eravamo l'opposto... Non potevo credere di star davvero piangendo per lui, mi facevo pena da sola, ero completamente patetica, anzi mi sentivo patetica.
La mattina dopo a scuola lui non c'era e neanche il giorno dopo, era vero, non l'avrei più rivisto quindi; non potevo fare nulla oramai, non l'avrei mai più rivisto.
 
~Angolo dell'autrice~
Salveee 😊 allora cosa ne pensate? Lo so è una storia un po' senza senso. È nata dal nulla e senza motivo. Comunque non so se farne una storia o lasciarla come oneshort, ditemi voi, lascio a voi la scelta 😊
Fatemi sapere tutto quello che volete
Bacioniiii 💜❤️💜❤️
  
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