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Autore: braveryhaz    05/10/2015    0 recensioni
Harry era il suo piccolo angelo, la sua parte di cuore che non si spezzerà mai, quella che rimarrà viva anche dopo la morte; l’amore per Harry era eterno.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angel
 
Lo aveva visto da lontano; quei suoi capelli leggermente arruffati, gli occhi verdi, l’accento inglese e il sorriso di chi in realtà non è poi così felice.
 
Suonava la chitarra, ogni mattina. Louis era sempre pronto ad ascoltarlo, tanto da essere diventato un suo cliente abituale. Era lui che buttava nel capello nero le cifre migliori, era lui che gli faceva sempre i complimenti, era lui che rimaneva fino alla seconda canzone, perché oltre non poteva permetterselo.
 
Insomma, Louis era così dannatamente infatuato di quel ragazzo, che non riusciva a fare a meno di rimanere lì ore intere ad ascoltare la sua angelica voce. Ed era felice di farlo, non aveva mai provato un’emozione simile in vita sua, come poteva non esserlo?
 
Si portò la tazza di cappuccino alle labbra e ne bevve un sorso, mentre guardava il riccio sistemarsi sulla sua solita panchina dal vetro del bar difronte. Era così bello, pensava, ogni suo movimento era così dolce e intimidatorio. Ma quella mattina si era deciso, gli avrebbe lasciato un biglietto assieme ai suoi soliti dollari giornalieri; voleva conoscerlo, sapere tutto su di lui e poterlo toccare, veramente.
 
Non era sicuro sul suo orientamento sessuale, insomma, gli piacevano le donne, sì, ma non come gli era entrato nel cuore Harry – così aveva detto di chiamarsi. Si sentiva strano, come se fosse innamorato… ma della persona sbagliata, si diceva continuamente.
 
Lasciò la tazza vuota sul tavolino e si alzò, pronto a raggiungere Harry. Uscì dal negozio con uno dei suoi sorrisi migliori, per poi avvicinarsi sempre di più al riccio, che aveva già iniziato a cantare. Louis lasciò cadere delle banconote ed il foglietto di carta dentro al cappello, per poi sedersi accanto a lui, come suo solito.
 
Il riccio gli sorrise; non solo gli stava portando guadagno, ma anche una dolce compagnia che, onestamente, lui adorava. Lou era quel tipo di ragazzo che amava stare al centro dell’attenzione, ogni parola che usciva dalle sue labbra era al novantanove per cento una battuta, che aveva il potere di farti piegare dalle troppe risate.
 
Harry, invece, era un ragazzo molto più semplice e romantico. Odiava stare sotto i riflettori e odiava anche stare con troppe persone nello stesso pomeriggio. Era un ragazzo strano, pieno di problemi e con una voce fantastica – così la reputava Louis.
 
«Mi stupisci ogni giorno di più, Harry», sorrise il liscio, scompigliandogli i capelli.
 
Harry scoppiò a ridere; era raro il fatto che accettasse dei complimenti, soprattutto da Louis, poiché lo reputava un amico troppo stretto per sentire uscire la verità dalle sue labbra rosee. Era un ragazzo umile, lo ammetteva, ma questo non significa che non apprezzava i complimenti da parte del moro, anzi, tutte le mattine si alzava dal letto con la consapevolezza che lui lo reputava bravo e andava a sedersi in quel parchetto, pronto a ricevere le solite congratulazioni.
 
«Non c’è nessun motivo per cui ridere, sai benissimo che sono serio, Haz», ribadì Louis, sorridendogli appena.
 
Il riccio lasciò cadere lo sguardo verso il suolo, cercando di non far spuntare quello splendido sorriso che minacciava d’insediarsi sul suo viso.
 
«Scommetto che lo dici solo per non farmi soffrire, Lou. Ci conosciamo da tre mesi, ormai, è scontato il fatto che tu mi reputi un bravo cantante!»
 
Louis sbuffò. Com’era possibile che l’autostima di quel ragazzo cadesse così tanto in basso? Era una persona splendida, lui lo considerava addirittura perfetto, perché non riusciva a vedersi come lo vedeva Louis? – pensava.
 
Il liscio gli prese la mano, leggermente più grande della sua, e con il pollice dell’altra alzò il capo del riccio, unendo il blu oceano al verde smeraldo. Migliaia di brividi s’impossessarono del corpo di Louis, così tanto da farlo tremare come una foglia.
 
Harry se ne accorse e, con tutta la dolcezza che ci potesse mettere, strinse la mano del liscio, riuscendo a tranquillizzarlo, come se avesse appena fatto una magia.
 
«Lo vedi? È esattamente questo quello che intendo… sei un angelo, Harry, perché non lo ammetti?», disse Lou, cercando di mostrargli uno dei suoi sorrisi migliori.
 
Harry rimase immobile.
 
Non era un angelo, non poteva nemmeno lontanamente essere paragonato ad una splendida creatura come quella. Harry era una di quelle bestie indemoniate… una specie di demone, con un cuore, sì, ma marcio.
 
Aveva fatto tanto di quel male, che Louis non poteva nemmeno immaginare cosa c’era dietro quel viso “angelico”. Era pulito fuori e sporco dentro, con le mani gocciolanti di sangue innocente. E di questo non era per niente fiero, anche se erano mesi che non faceva più atti del genere, non significava che si era magicamente purificato, al contrario, si sentiva peggio di prima.
 
«Tu non sai quello che dici, Lou», scattò Harry, facendo scivolare la sua mano via da quella del liscio.
 
Louis s’irrigidì. Senza il suo toccò si sentiva nudo, completamente incapace e debole.
 
«Harry, non ti conosco bene, lo so, ma ti conosco abbastanza da sapere cosa sei esattamente. Sei una persona fantastica, se per te non è così non m’interessa… per me sarai sempre un angelo, qualunque cosa accada… perché io…», si bloccò di colpo.
 
Stava per rivelargli quel segreto che si portava dentro dal primo giorno, che non voleva dire per nulla al mondo, si sarebbe sentito un idiota sotto lo sguardo divertito del riccio. S’immaginava la scena: lui che diceva di amarlo ed Harry che scoppiava a ridere.
 
«Tu cosa…?»
 
«Niente…», tentò.
 
Harry gli alzò il viso con il pollice, proprio come aveva fatto lui poco prima, e gli sorrise. Le guance di Louis divennero bordeaux, cosa che intenerì un sacco il moro.
 
«Dillo, ho bisogno di sentirtelo dire… almeno una volta», lo incitò il riccio.
 
Sapeva già, più o meno, cosa aveva intenzione di dirgli. Voleva sicuramente parlargli di quello che voleva parlare lui, prima o poi.
 
«Io…»
 
«Tu…»
 
Louis abbassò il capo e sussurrò: «Io… credo di amarti, Harry»
 
Harry sorrise, come non aveva mai sorriso in vita sua. Gli alzò frettolosamente il capo e lo baciò con tutta la passione che potesse metterci. Dio, quanto lo amava. Ogni volta vederlo e non poterlo toccare, baciare o almeno accarezzare era una tortura; ma in quel momento, mentre le loro labbra si univano dolcemente in baci infiniti, si sentiva completo, felice, libero di poter urlare al mondo quanto lo amava.
 
Louis invece non si curò dei tre mesi di agonia, anzi, colse quell’attimo come se lo avesse baciato per mesi, giorni, ore, secondi… era un amore reciproco, uno di quelli in cui tenersi la mano è un gesto di appartenenza, baciarsi in pubblico vuol dire esserne fieri ed essere gelosi significa tenerci davvero.
 
Erano perfetti insieme, come l’arcobaleno dopo la pioggia, che rende tutto più magico dopo una giornata d’intemperie; come la luce infondo ad un tunnel infinito e come la pioggia nel deserto. Si completavano, erano una cosa unica, un puzzle ormai completo da tempo, ma mai incorniciato.
 
 
Un mese dopo Harry venne a mancare; non per sua volontà, era felice di quello che aveva costruito assieme a Louis, venne decapitato davanti a tutta la sua famiglia da due uomini incappucciati. Era la vigilia di Natale, il compleanno di Louis, quando successe; il liscio non riuscì più a cancellare quelle immagini dalla sua testa, le urla, il corpo di Harry legato ad un albero… quel giorno una parte di lui venne squarciata.
 
Non smise mai di andare a fargli visita, ogni anno, il ventiquattro dicembre, partiva dall’America per andare ad Holmes Chapel, facendo cadere le sue lacrime amare sulla lapide del riccio – su cui aveva fatto scrivere testuali parole: “Vedi Louis, ora sono a tutti gli effetti un angelo” per ricordarglielo sempre. Harry era il suo piccolo angelo, la sua parte di cuore che non si spezzerà mai, quella che rimarrà viva anche dopo la morte; l’amore per Harry era eterno.

 
   
 
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