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Autore: Anonimato_Demoniaco    05/10/2015    0 recensioni
Salve ragazzi, io sono Oscar e volevo parlarvi del mio caro fratello Oliver e di come la vita possa essere crudele alle volte...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao ragazzi, io sono Oscar e volevo parlarvi del mio caro fratello (o meglio fratellastro) Oliver. Io attualmente ho 26 anni e Oliver ne avrebbe avuti 24; abitavamo in un piccolo paese cupo al nord dall'America in case separate. Io e lui abbiamo in comunque lo stesso padre quindi abbiamo il medesimo cognome, ovvero Cooper. Io lavoro come psicologo in Scozia, a Heugh. La storia di cui voglio parlarvi è successa circa 7 anni fa d'estate, io avevo 19 anni e Oliver 17. Io abitavo con la mia ragazza Lucy un una piccola casa in campagna e mio fratello era da mio padre e la sua compagna. Era pomeriggio tardi e stavo leggendo un libro mentre mi fumavo una sigaretta al di fuori della mia proprietà privata, quando ricevo un messaggio da Oliver assai strano:"Oscar puoi venirmi a prendere qua da papà?". Io sul subito pensai a una lite, ma non volli azzardare troppo, così decisi di farmi quei 50-60km per andarlo a prendere e la cosa non mi scocciava, anzi, volevo tanto bene a mio fratello e non vedevo l'ora di rivederlo visto che non ci vedavamo da ben 2 mesi. Così presi il portafogli, le chiavi della mia macchina, le sigarette, diedi un bacio sulla bocca alla mia ragazza e partii. Arrivai davanti all'abitazione di mio padre e suonai il clacson. Uscì Oliver, era vestito in modo veramente poco curato: aveva le scarpe rotte, i pantaloni corti in jeans e la maglia smanicata con il cappuccio in testa e i capelli biondi e lucenti coprivano quel suo viso angelico. Io, ovviamente lo salutai con allegria ma la sua risposta fu molto fredda, ricevetti solo un "ciao" detto quasi con disprezzo. Azzardai la domanda "tutto bene?" "Si si, tutto bene." Rispose Oliver "Sei sicuro? Ti sento un po' giù di morale oggi." "Ti ho detto che sto bene." Ci fu un silenzio inquietante come quando ti sei appena guardato un film horror pesante alle 3 di notte e sei da solo in casa; questo silenzio durò circa 20 minuti e nel frattempo notai che continuava a tenere i capelli sul volto come una maschera. Fu lui a interrompere il silenzio: "Allora Oscar, come va con la tua ragazza?", disse in modo molto malizioso e mi sembrava strana come domanda in quel momento ma decisi comunque di rispondere:"tutto bene, grazie. Tu invece hai trovato qualcuno?" "Si ma non credo ricambi i miei sentimenti." "Si, posso capire." Ci fu ancora un silenzio inquietante, così richiesi:"dimmi la verità, come stai?" "Sto di merda." Affermo Oliver con voce spezzata. "Dai su, accenditi una sigaretta delle mie e raccontami tutto." Aggiunsi. Prese l'accendino e fece come gli dissi, poi iniziò a parlare con un tono fermo: "Sai Oscar, fumo ormai da 3 anni e ne volevo parlare con papà, solo che non capisce un cazzo." "Cosa ti ha fatto?" "Mi ha tirato un pugno nell'occhio." Solo li si scoprí il volto, così vidi l'enorme livido che gli prendeva una gran parte della faccia. Non potevo credere che nostro padre gli avesse fatto una cosa del genere. Domandai:"tua mamma, Amanda, sa cosa è successo?" "No, non voglio dirglielo." "Cambiando un attimo discorso, papà sa che sei con me?" "No." "Lo sai meglio di me che quando Amanda tornerà a casa nostro padre le racconterà tutto e li decideranno la punizione da infliggerti?" Oliver lanciò fuori dal finestrino il mozzicone di sigaretta con rabbia. "Non sono stupido Oscar, lo so bene." Non sapevo cosa fare, non potevo ne portarlo a casa, ne dire a nostro padre che era con me. Capii che dovevo tenerlo con me e Lucy per almeno 2 o 3 settimane. Svoltai in una piccola stradina e parcheggiai l'auto, li trovammo la mia ragazza che ci aspettava per cena.
   
 
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