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Autore: GlairPhoenix    05/10/2015    0 recensioni
Fu una felicità effimera che mascherò il dolore senza diagnosticarne la causa, senza arrivare dritto al punto e senza chiudere quell'enorme ferita che si trasformò in una disgustosa e dolorosa piaga.
Perché pensava ancora a tutto ciò, perché dopo tanti anni non era riuscito a dimenticare le iridi eteree, quel marchio nero sul collo e il profumo di menta?
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Per anni aveva sperato di poter sentire di nuovo l'amaro sapore del tabacco alla menta tra le labbra, desiderato di poter baciare quella cicatrice profonda che squarciava i rosei boccioli.
Per anni William aveva sognato di poter accarezzare di nuovo le mani incallite di Viktor, avvertire il calore di morbidi baci posarsi sulla sua carnagione macchiata di caffè.
Fu una delusione enorme quella per lui, vedersi strappar via l'amore di una vita senza poter fare nulla.
Era egoista, quel Braun: gli voltò le spalle noncurante dei suoi sentimenti, abbassò lo sguardo difronte a quegli occhi colmi di dolore e delusione.
Era egoista perché lui amava un'altra donna e William non era altro che una nuvola passeggera nel suo grande cielo, amò quel corpo esile tra le sue lenzuola per saziare la noia di ore vuote.
Ma ciò non lo capì, il giovane aspirante medico: sperava in un lieto fine e in un sorriso ma ottenne solo un colpo secco, doloroso e sanguinante, senza riuscir mai a cicatrizzarsi.
Nemmeno quando incontrò quegli occhi neri e quei capelli color miele, il sorriso che lo aiutò ad evadere da quella crudele realtà con un anello d'oro al dito e mari di lentiggini che emettevano striduli vagiti.
Fu una felicità effimera che mascherò il dolore senza diagnosticarne la causa, senza arrivare dritto al punto e senza chiudere quell'enorme ferita che si trasformò in una disgustosa e dolorosa piaga.
Perché pensava ancora a tutto ciò, perché dopo tanti anni non era riuscito a dimenticare le iridi eteree, quel marchio nero sul collo e il profumo di menta?
Cercò di odiarlo, cercò di cancellarlo... Ma ecco che si presentò di nuovo davanti ai suoi occhi.
Erano passati ventisette anni, aveva i capelli tinti di un argento puro e il volto sfigurato da troppe cicatrici, la pelle pallida e fredda macchiata di sangue: stava morendo ma non si sarebbe perso d'animo, l'avrebbe salvato costasse quel che costasse e così fu.
Non incrociò di nuovo il suo sguardo quella notte, dopo intense ore di lavoro e sudore lasciò che non sapesse del suo salvatore, di chi gli aveva salvato la vita sul filo di un rasoio.
Preferì tacere nell'ombra e in silenzio, preferì lasciar nella bocca di Viktor l'amaro di non vedere il volto di colui che l'aveva brutalmente strappato dalle fauci della morte.
Lo vide per l'ultima volta nella sua camera bianca che contrastava la sua anima nera di peccati, accarezzò la sua fronte che lentamente si riscaldava e lasciò quel reparto.
William era un chirurgo pediatrico, quello non era il suo posto.
   
 
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