Capitolo
Secondo
Dove
sono facilmente reperibili abili tecniche Slytherin, Mappe ed altre sigarette.
Be
afraid of the lame
They'll inherit your legs
Be
afraid of the old
They'll
inherit your souls
Be
afraid of the cold
They'll
inherit your blood
Après moi, le déluge
After
me comes the flood
(Après
Moi; Regina Spektor)
Sally-Anne Perks della vita sapeva giusto un
paio di cose, che però erano necessarie alla sopravvivenza della specie.
Anzitutto sapeva che detestava con tutte le sue forze il suo nome, che
sarebbe stato meglio su una timida ed impacciata ragazza Huffelpuff che su una
sorta di banshee inferocita e fredda calcolatrice, ovviamente Slytherin; per
questa ragione nessuno la chiamava mai col suo nome, a parte i genitori. Le
persone più fidate (davvero poche) la chiamavano col suo secondo nome, Atria,
il resto del genere umano si doveva accontentare di usare “Caposcuola Perks”.
Un’altra cosa che sapeva era che se volevi una
giustizia che fosse tale, dovevi fartela da sola - Pansy Parkinson, per quanto
stupida, ne era a conoscenza e probabilmente qualche tempo prima avrebbe fatto
meglio a tacere su un piccolo particolare che aveva decisamente fatto
infuriare Sally Anne, inducendola a rovesciare le sorti della brillante
carriera diplomatica del Prefetto Parkinson, ora Assolutamente Niente
Parkinson. A Slytherin nessuno aveva mai osato chiedere cosa avesse fatto di
così terribile Pansy per ritrovarsi senza la sua spilla di Caposcuola,
appuntata invece al petto di Sally Anne.
Era sempre questo desiderio di giustizia che
l’aveva spinta, il giorno prima, a prendere da parte Manson, dicendogli che
Vance aveva insultato la memoria della sua compianta madre, dandole della donna
estremamente scarlatta. Come qualunque prevedibile tredicenne, quello
aveva approfittato della prima occasione favorevole per prendere prima a parole
e poi a pugni Vance. Puntuale come un qualsiasi idiota, Potter,
irresistibilmente attratto dalle buone azioni come una falena dalla fiamma,
aveva drizzato le sue antenne da Eroe del mondo magico ed era corso a difendere
quanto di Buono e Puro c’era al Mondo, intromettendosi fra i due.
Ad un gesto della ragazza, Warrington si era
buttato nel cerchio di fuoco ed addosso al giovine Potter come una perfetta
tigre addomesticata, scatenando il classico putiferio per l’orgoglio e per
un’altra dozzina di cose che facevano di Gryffindor una Casa tanto
rispettabile. In meno di un minuto il resto degli Eroi della Demenza Gryffindor
si era premurato di non lasciare Potter da solo. Solo quando aveva visto Moon
entrare nella mischia era corsa a chiamare Piton con un sorriso soddisfatto e
finalmente la faccenda aveva avuto l’epilogo che meritava.
Trenta punti in meno per Gryffindor, punizione
per lo Zoccolo Duro dell’Intelligenza e lei che riusciva a pungolare
nell’orgoglio Moon davanti ai suoi amichetti; non l’aveva preventivato, ma non
se ne crucciava più di tanto - quella che se ne crucciava era Daphne, che era
stata elegantemente spintonata nel bagno non appena Sally Anne aveva sentito i
passi pesanti e sgraziati dei Gryffindor. Voleva esserci solo lei,
voleva che guardasse solo lei, non l’etereo visino della sua migliore
amica.
La ragazza sorrise maliziosa, varcando la soglia
della saletta dei Capiscuola, riflettendo sul fatto che effettivamente Moon
aveva ragione.
Non era colpa loro.
- Buonasera. - con un gesto compunto del capo
salutò i pochi degni di un saluto - Goldstein, la Patil Intelligente e Susan
Bones - per poi dirigersi verso Draco, elegantemente in bilico sul bracciolo di
una poltrona davanti al caminetto acceso. Il ragazzo le rivolse un muto cenno
di saluto e poi si alzò per cederle il bracciolo, da vero gentiluomo.
Anthony Goldstein, colui che avrebbe meritato
l’appellativo “Golden Boy” decisamente molto più di Potter, si mise al centro
della stanza ed immediatamente l’attenzione di tutti venne calibrata su di lui,
che in tono pacato cominciò, - I professori hanno chiesto l’elenco dei turni
per le ronde, così gli ho dato quelli dello scorso anno. Va bene a tutti? -
Il gruppo annuì ed il ragazzo parve soddisfatto,
poi si schiarì la gola. - Vi pregherei inoltre di tenere a bada i ragazzetti,
Merlino solo sa se abbiamo bisogno di una rissa al giorno. Vitious ha già fatto
la ramanzina sull’unità dalle tre alle sette volte e siamo solo alla prima
settimana. - Padma annuì, toccandogli il braccio con aria sofferente. -
Tuttavia, dobbiamo effettivamente cercare di stare uniti e cooperare,
almeno tra di noi, per dare il buon esempio. -
Sally Anne sentì distintamente uno sbuffo provenire
dalla zona dove Ron Weasley si stava sicuramente facendo leccare le ferite
dalla Granger. Dal canto suo, lei si limitò a modulare in faccia la celebre
espressione serafica che si diceva a suo tempo avesse fatto capitolare perfino
uno dei gemelli Weasley. Quale non era ben chiaro.
Anthony spostò lo sguardo verso lei e Draco,
scegliendo con la massima cura le
parole da pronunciare. - Cooperare, stare uniti. Non aizzare
tredicenni uno contro l’altro. -
Sally Anne inarcò un sopracciglio, - Colgo una bassa
insinuazione, Caposcuola Goldstein. O mi sbaglio, forse? -
Il ragazzo inclinò la testa, sorridendo beato. -
Nessuna insinuazione, Caposcuola Perks. Però, mi chiedevo... per caso sai
qualcosa sulla... mmh... incomprensione nata ieri tra Gryffindor e Slytherin?
-
- Mah, io so che tutto è cominciato da Vance e
Manson. Infatti stavo rispondendo all’appello accorato di uno dei vostri
Prefetti. - sguardo distratto alla Granger ed a Weasley - Quando sono arrivata
lì però ho visto solo Potter che aggrediva Warrington. -
Per quanto sapeva che la cosa sarebbe risultata
quantomeno paradossale, sostenne lo sguardo indagatore di Goldstein.
Dopo tutto non c’erano prove certe del fatto che Potter, sotto quel fisico
asciutto da Cercatore, non nascondesse montagne di muscoli in grado di
contrastare quell’armadio a quattro ante quale era Warrington.
Il ragazzo parve soppesare le parole, poi
scrollò le spalle, - Chiudiamola qua, solo dite a Manson di frenare la vena
omicida. -
- Sai com’è, Anthony. - ribatté Draco, una punta
di divertimento nella voce, - Ce l’ha nel sangue. -
- Anche tu hai nel sangue essere uno schifoso
Mangiamorte, eh Malfoy? -
Sally Anne chiuse strettamente gli occhi, mentre
la rabbia le montava in corpo. Accanto a lei, Draco si irrigidì, ma fece mostra
di nessun sentimento: quando la ragazza guardò il suo volto vi vide solo la
fredda consapevolezza che ben presto Weasley si sarebbe ritrovato con qualcosa
di rotto, nella migliore delle ipotesi tutte le ossa e nella peggiore --- beh,
le ossa probabilmente sarebbero bastate.
Anthony si schiarì la voce. - Appunto quello di
cui parlavo, signori. Rinfoderate le bacchette, per oggi basta. -
I due si guardarono per qualche secondo, poi
Weasley distolse lo sguardo, incrociando le braccia e sbuffando sonoramente.
Proprio come un bambino.
Sally Anne si ritrovò a provare pena per la
Granger, ma scacciò quel pensiero, infastidita dal provare qualunque cosa per
Hermione Granger. Si alzò dal bracciolo, toccando gentilmente il gomito di
Draco, che la precedette verso l’uscita.
Nel passare accanto a Goldstein, quello la
fermò, - Caposcuola Perks? -
- Caposcuola
Goldstein? -
- Manson ha dato una versione curiosa dei fatti.
Dice che tu gli hai riportato delle voci di corridoio su Vance. -
La ragazza si dipinse in volto un’espressione
mortalmente tediata. Goldstein era il Ravenclaw più Slytherin che le fosse mai
capitato di incrociare in tutta la sua vita. - Puoi credere a quello che
preferisci. I fatti sono quelli che sono, tuttavia. -
- E quali sono i fatti, Caposcuola Perks? -
Sally Anne aspettò che anche Finch-Fletchey
uscisse dalla saletta lasciandoli soli, poi si avvicinò al ragazzo di un paio
di passi.
- I fatti sono che non rinuncio mai ad aiutare
un amico, Tony, dovresti saperlo. -
- Fai molta attenzione a quello che dici, Tria,
perché potrebbe ritorcersi contro te stessa. - nei suoi occhi c’era una
sfumatura metallica, che lei non fece fatica ad identificare come diffidenza,
la solita che vedeva quando il ragazzo parlava con lei.
- Mi stai minacciando, Tony? - calcò
nuovamente sul suo soprannome, raddrizzando le spalle più che poteva e
sollevando il mento, un sopracciglio elegantemente inarcato.
- Ti ho solo detto di stare attenta a quello che
dici, sta a te decidere cosa fare del mio consiglio. - rimasero a guardarsi per
un lunghissimo minuto, anche se entrambi sapevano che lei non avrebbe detto più
nulla.
Sally Anne si riscosse, guadagnando la porta
della saletta. Sulla soglia si fermò, una mano sullo stipite intagliato. -
Caposcuola Goldstein. -
-
Caposcuola Perks. -
***
Once I had a love
And
it was a gas
Soon
turned out
He’s got a heart of glass.
(Heart
Of Glass; Blondie)
Draco cominciava seriamente a credere che Potter
lo stesse pedinando, non vedeva altrimenti come fosse possibile continuare ad
incontrarlo di notte, senza quella patetica scorta d’ordinanza che andavano a
costituire i suoi amichetti Gryffindor e, soprattutto, sempre intento a
fumare.
Non cercò neanche di nascondere la noia che si
era dipinta sul suo volto nel trovarsi davanti la sagoma del ragazzo per la
quarta notte di seguito.
- Mi pare superfluo ribadire il concetto che non
si può fumare nei corridoi, Potter. Tanto è cristallino che le regole della
scuola ti entrano da un orecchio ed escono dall’altro, rimbalzando nella tua
tristemente vuota scatola cranica. -
Il ragazzo strabuzzò gli occhi e poi scoppiò a
ridere, agitando la sigaretta davanti al volto e spandendo per l’ennesima volta
quell’orribile odore di latte e biscotti.
- Dio, Malfoy, sei assurdo! -
- Assurdo, Potter? -
- Vuoi davvero continuare a giocare al Perfetto Caposcuola? Allora dovresti come minimo togliermi dei punti, come hai fatto la prima volta. -
Draco spazzò via dal cervello la considerazione
che il tono con cui l’altro aveva detto “prima volta” suonava vagamente osceno
e si concentrò invece sulla sigaretta.
Lui odiava il fumo, aveva fumato una sola
volta in tutta la sua vita e non era stato particolarmente piacevole, Blaise
ancora lo prendeva in giro per le implicazioni di quella sigaretta
magica.
Ma vedere Potter che fumava.
Draco non era certo di quale fosse il termine
più adatto per descriverlo, ma probabilmente “magnetico” era quello che rendeva
di più l’idea; sapeva che era cresciuto (non solo fisicamente), ma vederlo
fumare gli dava l’esatta misura di quanto. Harry Potter non fumava per
sembrare grande - da che mondo è mondo gli adolescenti cominciano a fumare per
farsi accettare - ma perché semplicemente lo voleva. Voleva fumare e
l’aveva fatto, fregandosene di quello che la gente avrebbe pensato. E questo
la diceva lunga su quanto Harry Potter fosse effettivamente cresciuto.
- Ci ho provato, ma i tuoi amichetti Caposcuola
li hanno rimessi in un paio d’ore, sottraendoli ad uno dei miei. -
- Povero piccolo Caposcuola deluso. - la
sfumatura ironica non sfuggì a Draco, che spostò lo sguardo dalla sigaretta di
nuovo agli occhi dell’altro.
- Taci, Potter, o potrei decidere di chiamare
uno dei professori. -
- Sarei sparito prima che tu potessi anche solo
dire “professor Piton, Potter mi fa i dispetti!”. -
- Mi stai suggerendo di legarti? - Draco
strabuzzò gli occhi per un secondo, rendendosi conto di quello che aveva detto.
Parve rendersene conto anche Harry, perché
scoppiò a ridere, senza però dare l’impressione di voler sottolineare la portata
delle parole di Draco, cosa di cui gli fu segretamente grato, anche se Harry
Potter che evita di mettere in difficoltà Draco Malfoy è qualcosa che non si
vede tutti i giorni.
- La spengo, la spengo, non vorrei incappare nel
tuo temibile Incanto Incarceratus. Evanesco. - si voltò verso di lui,
inchinandosi leggermente, - Caposcuola Malfoy. -
- Quale sfoggio di civiltà, Potter. Peccato tu
non abbia un titolo al quale possa riferirmi con l’evidente intento di
sfotterti. -
- Puoi sempre provare con “Signore”. -
- Sarebbe troppo persino per te, Potter. -
Harry sorrise, incamminandosi verso il buio del
corridoio.
- ‘Notte, Malfoy. -
- ‘Notte, Potter. -
***
And I realise with fright
The Spiderman is having me for dinner, tonight!
(Lullaby; The Cure)
Ti prego ti prego ti prego tutto tranne il compito
sulla roba dell’anno scorso, ti prego, ti prego!
Un foglio di
pergamena levitò senza troppe cerimonie fino al suo banco.
Harry gemette.
In fondo alla
vita non aveva mai chiesto molto, il desiderio più ardito (e mai realizzato)
era stato solo riavere indietro i suoi genitori, espresso una volta all’anno
come minimo. Poi c’era stata anche quell’altra cosa, quella di “ti prego se riesco a baciare Cho Chang poi
farò tutto quello che vuoi”,
rivolta a nessuno in particolare ed andata a buon fine, anche se non si era
ancora presentato nessuno a riscuotere il “tutto quello che vuoi”. Quindi non
vedeva perché per una volta la vita non potesse fargliene spuntare una che
fosse una senza fargli troppe domande. Insomma, aveva o non aveva sconfitto il
Signore Oscuro? Aveva o non aveva diritto ad un po’ di tolleranza?
Il professor
Piton finì di consegnare le pergamene dei compiti a sorpresa e controllare che
tutti avessero messo nel sottobanco i libri di Difesa Contro le Arti Oscure,
poi trasfigurò un acquario con un Avvincino in una clessidra.
- Avete cinquanta
minuti da adesso. - girò la clessidra e tutti presero a scrivere, alcuni
con autentica lena (vedi sotto la voce “Hermione Jean Granger, Settimo
Gryffindor, Caposcuola”) altri con intenzione, anche se a giudicare dai tratti
veloci della piuma stavano scarabocchiando con molta disinvoltura Godric solo
sa cosa (vedi sotto la voce “Ronald Bilius Weasley, Settimo Gryffindor,
Portiere della Squadra, Caposcuola”).
Altri invece
fissavano imbambolati la pergamena, chiedendosi cosa li avrebbe salvati quella
volta, se una catastrofe naturale o l’ennesimo Mangiamorte evaso da Azkaban.
Vedi sotto la
voce “Harry James Potter, Settimo Gryffindor, Capitano della Squadra, Cercatore”.
Alzò gli occhi,
intercettando lo sguardo severo e perennemente schifato del professor Piton.
La risposta era assolutamente
niente.
Harry sospirò,
stropicciandosi le tempie ed abbassando lo sguardo per studiare le venature del
legno sul suo banco. Aveva una voglia disperata di una sigaretta, ma non
avrebbe potuto fumare almeno fino all’intervallo. O a quella sera.
Sorrise
inconsciamente, tornando con la mente al mese appena trascorso di settembre,
alle fughe dal dormitorio per intercettare Malfoy e farsi trovare a fumare,
l’altro che lo rimbeccava costantemente e faceva evanescere la sua sigaretta,
per poi andarsene senza aggiungere altro.
Quello che Harry
aveva notato, era che avevano smesso di punzecchiarsi in giro per i corridoi o
in Sala Grande; dopo averci riflettuto, era giunto alla conclusione che
effettivamente negli ultimi due anni la materia prima sulla quale si plasmavano
i loro litigi era il Signore Oscuro e, dal momento che era morto - che Harry
l’aveva sconfitto - non c’era più molto di cui discutere. L’altro
ragazzo non aveva neanche più il piacere di poter dire “mio padre di qua, mio
padre di là” perché Lucius Malfoy era stato Baciato in agosto, ed è abbastanza
difficile vantarsi di un padre Baciato.
Quindi, presumeva
Harry, avevano smesso di punzecchiarsi apertamente, riservando i loro scambi ad
un contesto più intimo, in un certo modo. Gli insulti di Draco erano rivolti
alla mania di Harry di infrangere le regole e quelli di Harry erano rivolti a
niente in particolare, perché non aveva niente di particolare da insultare.
A dirla tutta era
abbastanza a corto di insulti, dopo sei anni passati a crearne di coloriti ed
intelligenti, quindi il cambiamento gli andava bene, si accontentava di
rimanere in silenzio e lasciare che l’altro gettasse le deboli basi per una
bella scazzottata notturna.
Sorrise ancora,
quando una voce interruppe il fluire dei suoi pensieri, - Potter, vuoi far
sapere anche a noi cosa c’è di così divertente nel test che hai davanti? -
Harry deglutì.
Certe cose non cambiano
mai.
***
Got a package full of
Wishes
A Time machine, a
Magic Wand
A Globe made out of
Gold
No Instructions or
Commandments
Laws of Gravity or
Indecisions to uphold
(World; Five For
Fighting)
- Fatto il misfatto - Harry accese la sigaretta, corrugando la fronte.
Ad un punto imprecisato della serata aveva abbandonato al suo triste destino il compito di penitenza assegnatogli da Piton per aver lasciato il test in bianco ed era uscito dal dormitorio, senza sapere neanche dove sarebbe andato o cosa avrebbe fatto. Prima che potesse accorgersene aveva tirato fuori la Mappa del Malandrino dalla tasca interna della divisa e si era messo a scrutare attentamente l’intrico di nomi alla ricerca di quello di Malfoy, localizzandolo nel dipartimento di Pozioni.
Aveva aspettato circa un’ora appoggiato sul muro di pietra davanti all’aula, ascoltando i rumori provenienti dall’interno della stanza e fissando distrattamente il puntino Draco Crux Malfoy che camminava avanti ed indietro nel laboratorio; poi, finalmente, aveva sentito una serie di rumori come di vetro che tintinna e viene rimesso a posto, così aveva capito che l’altro stava per uscire.
Allora si era acceso una sigaretta, mettendo via la mappa.
La porta del laboratorio tre si aprì e Draco rimase immobile a fissarlo, una specie di sorriso consapevole in volto.
- Mi stai pedinando, Potter. -
Harry ebbe la decenza di non dire nulla, più che altro perché non quella non era una domanda.
Malfoy si avvicinò, fissando con insistenza la sigaretta e storcendo il naso, - Ma passi la tua inutile vita a fumare? -
- E se fosse? -
- Ucciditi lontano dal mio perimetro, Potter. -
- Perché continuiamo a battibeccare? -
Harry strabuzzò gli occhi, seguito dall’altro.
Probabilmente la nicotina stava avendo un effetto deleterio sul suo cervello, anzi, sicuramente la nicotina stava avendo un effetto deleterio sul suo cervello, oppure era l’ora tarda, o magari la mezzora che aveva passato a cercare di fare il tema per Piton, o ancora il fatto che a cena non avesse mangiato poi molto. O magari il filtro che ogni comune persona ha, quello che separa i pensieri in “da dire” e “da tenere per sé finché sopraggiunge la morte” si era guastato.
Fatto sta che l’aveva detto, e l’altro non pareva sinceramente intenzionato a rispondergli. Dopo tutto, rifletté Harry, non mi risponderei neanche io.
- Perché siamo nemici. -
- Perché siamo nemici? -
Malfoy sbuffò spazientito, mettendosi le mani sui fianchi. - Ma cos’hai, cinque anni che devi ripetere quello che dico? -
- Puoi andartene. -
Il ragazzo non si mosse, ed Harry trattenne a stento un sorriso trionfante.
- Siamo nemici perché tu hai deciso così. -
Harry inarcò un sopracciglio, - Non ti sei mai fermato a chiederti perché? -
Quella era senza dubbio la conversazione più lunga che avessero mai avuto senza prendersi a pugni o insultarsi, anche alla luce del recente cambio di comportamento, ed Harry non sapeva cosa pensarne. Si avvicinò la sigaretta alle labbra ed aspirò una boccata di nicotina al sapore di latte e biscotti, l’altro che seguiva quel processo con attenzione, spostando gli occhi dalla mano di Harry alla sua bocca poi di nuovo alla mano, posata mollemente sul fianco.
- Non recriminare, Potter. -
- Non sto recriminando. -
Malfoy distolse lo sguardo dalla sigaretta e tornò a guardare Harry negli occhi, un sopracciglio elegantemente inarcato e le labbra arricciate in una specie di sorriso ironico.
- Dove vuoi arrivare? -
- Come siamo finiti così? -
- Così come, con te che mi pedini impuzzolentendo costantemente l’aria ed io che mi lascio pedinare senza scagliarti addosso una fattura? -
Harry sorrise, - Precisamente. -
L’altro lo guardò dritto negli occhi, scrutandoli intensamente, tanto che Harry cominciò a sentirsi a disagio. Malfoy scrollò le spalle e si avvicinò, togliendogli la sigaretta dalle mani e gettandola a terra, per poi schiacciarla con la punta della scarpa.
- Non dovresti fumare, sai. -
Harry voleva rispondere che non erano affari suoi, ma la bocca di Malfoy premuta sulla sua glielo impediva.
Eeeeeh, ce l’abbiamo fatta! La prima vera apparizione di Atria, aw *_* Il primo vero momento HarryXDraco, aw *_*! ---ok, basta, vado a ripassare filosofia.
Ah, d’ora in poi posterò ogni domenica; ho 9 capitoli già pronti e betati e appena ho dieci minuti di tempo vado avanti a scrivere XD
Vavinana: grazie! Eccoti l’aggiornamento (:
Araxe: sì, il titolo è quello di un film con Susan Sarandon, James Gandolfini e Kate Winslet *_* Sinceramente il “romance” non c’entra poi molto perchè non so quanto romanticismo potrai trovare nelle mie fic, però le sigarette c’entrano in pieno XD Aah, non temere, d’ora in poi Draco sarà molto più presente - anche perchè pure io lo adoro! XD Comunque non so quanti capitoli conterà la storia, appena ne ho una vaga idea ti faccio sapere! (:
Axyna: una settimana di tempo, va bene? (: anche perchè non riesco a postare prima, ho un sacco da fare per la scuola o_o” comunque grazie mille per i complimenti (L)
Soul: bwah, grazie, grazie! *si inchina* guarda, io prima ero Draco/Ginny, fai te XD non credo di aver mai letto una Tom/Voldy/Harry, devo assolutamente rimediare perchè ormai leggo di tutto XD
Leila a: grazie per i complimenti (:
fleacartasi: sciura! XD la dedica è meritatissima, hai sempre tifato per Cas e Tria anche se non sono dei personaggi canonici (L) Il celeberrimo Charles Manson, amico di grandi e piccini (?) Gh, cara, appena scrivo qualcosa di nuovo te lo mailo, probabilmente questa settimana avrò un po’ di tempo libero (se Salazar vuole o_ò)... R&C ringrazia per il paragone con Mary (che ricordiamo essere a casa a piangere sangue mentre Mauro ci prova con la bisnonna di McLean) e io volo a rispondere al tuo sms XD (L)
A domenica prossima! Chuuuuuu!