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Autore: GiulyHermi96    05/10/2015    3 recensioni
Storia partecipante al "Fan art Contest" indetto da _kimmy_ sul forum di EFP.
James Potter e Lily Evans, due nomi una leggenda. La loro storia è stata raccontata in tutte le salse e il cattivo sangue che scorreva tra loro è sempre stato molto forte... fino a che non si è trasformato in qualche cosa di più. Ricordando in particolare un episodio in biblioteca, James passerà in rassegna molte di quelle volte in cui Lily lo aveva chiamato, arrabbiata o meno, per cognome dentro e fuori dai corridoi di Hogwarts.
“Potter!”
ti era sempre piaciuto pensare che quella parola, detta sempre con voce rabbiosa e risoluta, fosse in realtà la più dolce delle frasi, pronunciata dalla più dolce delle ragazze nel più dolce dei contesti.
“Evans, mio adorabile giglio, cosa ti porta qui oggi?”
Risponderle in modo innocente era sempre stato uno dei tuoi passatempi preferiti.
Il modo in cui le sue guance si arrossavano di rabbia, in cui i suoi occhi brillavano di collera poteva quasi somigliare a una reazione a qualche cosa di piacevole.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alice Paciock, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Potter!

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Nickname su EFP: GiulyHermi96
Nickname sul forum: GiulyHermi96
Titolo della storia: Potter!
Fan Art (Coppia + numero): James/Lily N° 2
Avvertimenti: No
Note: No
Coppie: James/Lily
Rating: Giallo
Introduzione: Storia partecipante al "Fan art Contest" indetto da _kimmy_ sul forum di EFP.
James Potter e Lily Evans, due nomi una leggenda. La loro storia è stata raccontata in tutte le salse e il cattivo sangue che scorreva tra loro è sempre stato molto forte... fino a che non si è trasformato in qualche cosa di più. Ricordando in particolare un episodio in biblioteca, James passerà in rassegna molte di quelle volte in cui Lily lo aveva chiamato, arrabbiata o meno, per cognome dentro e fuori dai corridoi di Hogwarts.
“Potter!”
ti era sempre piaciuto pensare che quella parola, detta sempre con voce rabbiosa e risoluta, fosse in realtà la più dolce delle frasi, pronunciata dalla più dolce delle ragazze nel più dolce dei contesti.
“Evans, mio adorabile giglio, cosa ti porta qui oggi?” 
Risponderle in modo innocente era sempre stato uno dei tuoi passatempi preferiti.
Il modo in cui le sue guance si arrossavano di rabbia, in cui i suoi occhi brillavano di collera poteva quasi somigliare a una reazione a qualche cosa di piacevole.

Eventuali NdA: Duuuuuuunque, come per altri contest, ti avverto che avevo scritto ben altre due versioni di questa storia. Per quanto io ami James e Lily e per quanto solitamente l'ispirazione non mi manchi, questa volta è stato davvero difficile. Spero che la scena della biblioteca sia rimasta al centro della scena e spero di non essere andata OOC (non mi sembra, ma non si sa mai).
Spero davvero, a prescindere dal risultato, che sia una lettura piacevole :)
 
 
“Potter!”
Ti era sempre piaciuto pensare che quella parola, detta sempre con voce rabbiosa e risoluta fosse, in realtà, la più dolce delle frasi, pronunciata dalla più dolce delle ragazze nel più dolce dei contesti.
“Evans, mio adorabile giglio, cosa ti porta qui oggi?”
Risponderle in modo innocente era sempre stato uno dei tuoi passatempi preferiti.
Il modo in cui le sue guance si arrossavano di rabbia, in cui i suoi occhi brillavano di collera poteva quasi somigliare a una reazione a qualche cosa di piacevole.
Lily Evans non era mai stata felice attorno a te. Non aveva mai sorriso o ridacchiato, né tantomeno aveva mai chiacchierato con te abbastanza, per condividere i suoi pensieri o le sue idee.
Lily Evans ti odiava. Con ogni singolo capello rosso, con ogni pagliuzza dorata nelle sue iridi verdi, con ogni fibra di sé stessa…
Questo pensiero ti aveva rattristato per un po’, lo ricordi ancora. La guardasti mentre, con le mani sui fianchi, lei ti stava sgridando per qualche spacconata che avevi fatto qualche tempo prima.
Ricordi ancora che ti fermasti a guardare quelle guance arrossate, quel corpo snello, quel nasino all’insù.
Avevi sedici anni e le ragazze non ti erano indifferenti, come d’altronde tu stesso non lo eri alle ragazze, eppure Lily Evans reagiva come nessun’altra. Si arrabbiava, si rattristava, ti guardava male.
“Hai lanciato un incantesimo sull’entrata della sala comune di Serpeverde!” aveva sbottato malamente davanti al tuo silenzio.
Tu alzasti gli occhi al cielo. 'L’incantesimo' non era altro che qualche fuoco d’artificio che sarebbe scoppiato se ci si fosse avvicinati troppo all’entrata dei sotterranei.
“Evans… non dirmi che sei così arrabbiata per quello” dici giù di morale per quei pensieri che ti stavano ancora girando nella testa: “Risale a ore fa! Cerca di divertirti un po’.”
Dopo averti guardato con sguardo assassino, ti tolse cinquanta punti, girando sui tacchi e camminando via offesa.
Ancora giù di morale, pensasti che forse fosse ora di smetterla di fare lo stupido, ma appena vedesti arrivare i tuoi amici Malandrini ci ripensasti e lascasti perdere. Lily Evans sarebbe caduta ai tuoi piedi, in qualche modo, un giorno.
 
“Potter!”
Dopo sette mesi dall’ultima volta che ti aveva chiamato così, quella parola detta in quel modo ti era sembrata quasi manna dal cielo.
In qualche modo, durante l’estate appena passata eri cresciuto ed eri cambiato.
Forse la guerra imminente, forse la morte di un tuo famigliare, o forse solo l’essere più vecchio di un anno ti avevano cambiato e dal marzo precedente non avevi più fatto nulla di particolarmente contro le regole - a parte scorrazzare nella notte sotto forma di Animagus con i tuoi tre migliori amici.
Sapevi che non era dipeso dalle varie ramanzine fatte da Lily, ma il fatto che tu non costituissi nemmeno l'ombra di un pretendente per quella giovane, forse, inconsciamente, ti aveva convinto ancora di più a cambiare.
Eppure, in quel periodo, Lily Evans si era quasi completamente dimenticata di te e tu… tu invece l’avevi avuta sempre nei tuoi pensieri, soprattutto quando avevi ricevuto, qualche settimana prima, la lettera per Hogwarts con annesso il distintivo da Caposcuola - Sirius aveva riso per una mattinata intera.
Quella voce, quella voce così limpida ma così alterata dalla collera, ti era mancata tremendamente e non pensavi che il tuo cuore avrebbe cominciato a battere così freneticamente in così pochi momenti.
“Evans… è da tempo che non ci vediamo. Com’è andata l’estate?” le chiedesti mentre ti stava raggiungendo in fondo al treno nel corridoio dell’ultimo vagone.
Lei fissò con i suoi bellissimi occhi verdi scintillanti di rabbia il distintivo e tu avresti quasi avuto voglia di riprendere le vecchie abitudini e di chiederle ingenuamente se fosse anche lei Caposcuola, ben sapendo che sì, lo fosse.
“Tu…” fu l’unica cosa che riuscì a dire, poi si voltò e se ne andò.
Tu facesti un cenno ai tuoi amici e la seguisti con calma. L’avevi rincorsa abbastanza, e sapevi che se non avesse voluto essere raggiunta, purtroppo, avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di seminarti. Eppure dopo pochi vagoni, la raggiungesti con facilità.
“Evans… se è un problema posso chiedere al preside di dare la spilla a Remus.” dicesti pur sapendo che non avrebbe mai accettato la proposta.
Lei sbuffò, ricordi ancora le sue guance gonfiarsi e sgonfiarsi in un istante, e per un momento credesti di esserti sbagliato e che invece lei ti avrebbe chiesto esplicitamente di non essere Caposcuola, perché avevi avuto dei trascorsi troppo ambivalenti.
“Non essere sciocco. Non ho otto anni. Ci vediamo alle ronde.” disse semplicemente entrando in uno scompartimento lì vicino.
Ricordi che ti allontanasti un po’ prima di sorridere come uno stupido.
 
“Potter!”
Ecco, a differenza della volta precedente, non dovesti aspettare altri sette mesi perché Lily pronunciasse di nuovo il tuo cognome con tanta collera.
La differenza era che la rabbia nel suo sguardo e nella sua voce era accompagnata da un misto di sorpresa e piacere.
Dopo circa dieci ronde, avevi deciso che steste andando troppo d’accordo per non dimostrare a Lily che foste anche fatti l’uno per l’altra, come avevi sempre sostenuto, perciò l’avevi baciata. Ti era sembrata la cosa più semplice e facile da fare. Le spiegazioni sarebbero arrivate dopo.
Ricordi di averla spinta dietro una colonna e di averle passato una mano tra i capelli, come facevi spesso con la tua stessa chioma. Poi, prima che lei potesse chiedere nulla, l'avevi baciata e, in qualche modo, qualche cosa era esploso tra te e lei e le vostre labbra erano diventate il centro dell'esplosione stessa.
Il suo profumo ti aveva invaso le narici e l'altra tua mano l'aveva afferrata per la vita spingendola stretta tra le tue braccia.
Lei aveva decisamente ricambiato il bacio, poi si era resa conto della situazione e ti aveva allontanato urlandoti contro.
“Shhh! Evans, sveglierai tutti!” le avevi detto sorridendo.
Lei ti aveva guardato con ancora più rabbia, ma tu avevi scosso la testa e le avevi dichiarato ciò che sentivi da anni.
Poi le avevi detto che era ora di finire la ronda e ti eri fatto seguire da una Lily tremendamente confusa e arrabbiata: la tua versione preferita di lei.
Fosti contento di averla sorpresa in quel modo.
 
“Potter!”
Questa volta l’esclamazione era molto meno tale e quasi più un ammonimento giocoso.
Eri rimasto in biblioteca e lei ti aveva fatto una sorpresa.
Meglio, eri rimasto a studiare lì perché avreste avuto una prova di Pozioni il giorno dopo e ti eri ritrovato la sera tardi ad aver saltato la cena e a dover finire gli ultimi capitoli ad un’ora decisamente troppo tarda.
Di punto in bianco ti eri reso conto che in biblioteca fossi rimasto solo tu, con la luce soffusa della tua lanterna e il tuo distintivo da Caposcuola sulla scrivania, vicino al libro di Pozioni che Lumacorno vi aveva fatto comprare.
Dopo esserti scompigliato i capelli ed esserti tolto gli occhiali per stropicciarti gli occhi, due mani fredde e sottili ti avevano coperto lo sguardo da dietro le spalle e, nel buio più totale, un invitante profumo di rose e pane e marmellata ti aveva invaso le narici.
“Indovina chi non è venuto a cena?” aveva detto la sua voce nel tuo orecchio.
Tu avevi sorriso e le avevi preso le mani gentilmente: “Colpevole” avevi sussurrato mentre le baciavi i palmi e la lasciavi andare.
Lei aveva ripreso la bacchetta che si era infilata in tasca e ti aveva avvicinato il vassoio che aveva fatto levitare fino a lì.
“Ti ho portato un po’ di pane e marmellata e qualche altra cosa da sgranocchiare, insieme al tè.” ti aveva detto sedendosi sulla scrivania e spostando il vassoio alla tua destra, poco lontano dalla pila di tomi vicino a te.
Ringraziandola, ti eri spostato di schiena rispetto a lei per vedere il vassoio, ma avevi reputato che Lily fosse decisamente più interessante del cibo, perciò le avevi passato una mano tra i capelli e avevi appoggiato la testa nell’incavo tra la sua spalla e il suo collo, chiudendo gli occhi.
Sapevi che la tua mente stesse incidendo quel momento nei tuoi ricordi per sempre.
Il profumo di Lily era fortissimo e ti faceva sentire tremendamente felice e euforico.
I suoi capelli così rossi scivolavano tra le tue dita e si posavano sulla tua testa, mischiandosi coi tuoi e sentivi i suoi occhi verdi posarsi sul tuo viso.
Avresti potuto rimanere così con lei per il resto della vita, ma il libro che stringevi tra le braccia era un monito sufficientemente pesante della prova del giorno seguente.
“Grazie Lily… un tè è d’obbligo a quest’ora.”
Lei ti aveva sorriso. Stavate insieme da appena due mesi, ma sembrava non foste mai stati separati.
Sapevi di amarla, sapevi di amarla con tutto il cuore, e sapevi anche che prima o poi, benché ora non volesse ammetterlo a sè stessa, anche lei si sarebbe resa conto di amarti, di averti sempre amato.
 
Ci furono molte altre volte in cui Lily ti chiamò in quel modo, sia prima che dopo l’episodio della biblioteca.
La volta in cui la buttasti in un mucchio di neve per vedere il suo naso arrossarsi per il freddo.
La volta in cui la facesti volteggiare in aria dopo che ebbe acconsentito a sposarti.
La volta in cui uscisti di testa per il parto imminente del piccolo Harry mentre lei era sulla porta di casa, in attesa di essere accompagnata al San Mungo da quello che aveva, invano, sperato essere il suo calmo marito.
La volta in cui sporcasti Harry di fuliggine per fargli fare lo spazzacamino al suo primo Halloween all’età di appena tre mesi.
Infine, ricordi l’ultima volta che ti chiamò così. Quella volta il tuo cognome non era impregnato di collera o di rabbia, anzi era stato detto in modo piuttosto dolce. Tu avevi giocato con Harry sul divano tutta la sera e, quando lei lo aveva visto stanco, si era avvicinata e lo aveva preso in braccio. Tu avevi buttato la bacchetta sul divano e l’avevi raggiunta ai piedi delle scale, sorridendo alla bellissima immagine di tua moglie col tuo bambino in braccio e ricordandoti l’episodio della biblioteca, ancora scalfito nella memoria come uno dei tuoi ricordi più belli. Lei aveva alzato lo sguardo e scuotendo la testa ti aveva dato un buffetto sulla guancia e ti aveva chiesto con dolcezza “Potter! Cos’è quest’espressione ebete?”.
Tu le avevi sorriso e, in quel momento, non sapevi che cosa sarebbe successo, non sapevi che di lì a qualche istante non avresti più visto il sorriso e gli occhi di tua moglie, o le guance di tuo figlio. In quel momento, in quel preciso momento, sapevi solo che la tua mente stesse registrando quella bellissima immagine della tua Lily e del tuo Harry così come anni prima aveva fatto lo stesso con il ricordo della biblioteca.
[1830 parole]
   
 
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