06/10/2015
12 recensioniIMPORTANTE per chi non ha mai visto 'la battaglia degli dei': SPOILER personalizzato
Il momento era catartico.
“Cinque sayan che riversano la loro forza spirituale in uno solo.” li aveva informati Shenron.
Già, cinque.
Gohan, Trunks, Goten e Vegeta non erano sufficienti.
Non erano sufficienti per assecondare la simpatica richiesta di far apparire all’istante l’epico Supersayangod.
Non erano abbastanza per donare la loro energia, la parte più pura del loro cuore, al primo sayan arrivato sulla Terra: Son Goku.
“Se non riuscite a generare il Super Saiyan God, tanto vale che distrugga la Terra e me ne vada.” aveva insistito l’esimio Lord Bills, creando, senza indugi, una sfera di un colore violaceo di dubbio gusto, dalle dimensioni quantomeno preoccupanti.
“Un momento!” lo aveva fermato una voce femminile.
“Cosa c’è adesso?” si era sorpreso l’uomo gatto fissando i suoi occhi epatopatici in quelli di ghiaccio di lei, che lo stava fissando dal basso, agitando al vento la sua mano dalle unghie smaltate di un bellissimo e sensualissimo color rubino.
“Ehm… mi scusi, Lord Bills… un altro sayan… ci sarebbe!"
“BULMA! Ti ho detto che non so come rintracciarlo, mio fratello, lo vuoi capire o no che siamo spacciati?” era intervenuto il marito, principe di quei troppo pochi sayan indispensabili per rendere onore al desiderio del dio della Distruzione.
“No, non intendevo tuo fratello... ma un piccolo sayan che non è ancora nato… Pensi che potrebbe… funzionare?” aveva chiesto la donna timidamente, quasi con la paura di essere folgorata dallo sguardo severo e leggermente perplesso del marito, che andava dal 'ma che cazzo stai dicendo' al 'sono curioso di sapere che cazzo hai in mente, 'sta volta'.
L’incredibile increspatura delle sopracciglia che era riuscito a raggiungere era solo per farle notare che, il suo insolente intervento, aveva forse ridotto al minimo le sue speranze di finire sterminato dal dio della Distruzione. Per Vegeta effettivamente, fino all’inappropriato intervento della consorte impicciona, il pensiero di farsi ammazzare da Lord Bills, sarebbe stato di gran lunga più onorevole, se non un vero privilegio, piuttosto che farsi salvare ancora una volta da Kaaroth.
La donna gli si era avvicinata, senza mai staccare i suoi occhi di cristallo da quelli di lui, profondi come le tenebre che avrebbero preso il posto del loro amatissimo pianeta, se lei non gli avesse confidato, proprio in quel momento, che aspettava una bambina.
Glielo aveva sussurrato appena, avvicinandosi all’orecchio ritroso del marito che nemmeno aveva sciolto l’incrocio severo delle braccia al suo petto, credendo che la moglie stesse cercando solo di prendere tempo e rimandare, con qualche scusa inutile, la loro ormai imminente esecuzione.
Gli occhi del principe si erano sgranati.
Le braccia erano cadute inermi lungo i fianchi.
La bocca si era aperta appena in un sospiro.
Quando lei si era riallontanata per poterlo guardare di nuovo negli occhi, di cui si era innamorata anni prima, intravista la sua espressione stupita, aveva alzato un angolo della bocca e inarcato le sopracciglia prima di ripetere candidamente:
“Credi possa funzionare?”
A quel punto, a Vegeta era passato un flash per la mente.
Quanto aveva odiato quel pianeta quando era arrivato?
Invitato a trovare alloggio presso una famiglia dove la media della psicosi cerebrale era da farmaci, si era dovuto ‘adattare’ ad indossare, prima dei panni da idiota completo: camicia rosa, con tanto di scritta BAD BOY sul retro abbinata a pantalone giallo (pardon, ocra); per poi approdare, dopo anni, alla redenzione della sua figura di guerriero, disposto a sacrificare la sua vita, pur di salvare la sua famiglia.
Tutto questo passando attraverso fasi più o meno contorte, quali: il guerriero frustrato che cercava d’inseguire il sogno di diventare Super Sayan, il ragazzaccio che lascia la dolce donzella incinta, per scappare chissà dove per non assumersi le sue responsabilità di padre e ovviamente, non per ultimo, l'uomo frustrato che torna sotto il comodo tetto della Capsule e tra le accoglienti braccia (o gambe) della donna dai capelli azzurrini, la stessa che insisteva nel dire che l’alieno fosse lui, come se il suo ridicolo colore di capelli fosse normale.
Tutto questo era prima.
Prima dell’arrivo e della sconfitta di Majin Bu.
Prima di essersi umiliato (o elevato?) ad unire il suo corpo a quello di colui che aveva sempre considerato suo acerrimo nemico, salvo poi cambiare idea, visto il terribile avversario che si parava tranquillo di fronte a loro.
Prima, di tornare in vita ed essere abbracciato da una moglie e un figlio che piangevano di gioia per il suo ritorno.
Ah, no, un momento: erano la moglie e i figli del suo compare sayan ad averne accolto il ritorno con le lacrime di gioia ed effusioni fin troppo calorose.
Per lui solo un sorriso e un occhiolino enigmatico da parte della donna coi capelli da aliena e un semi-abbraccio da parte del figlio, disonore della genetica sayan.
Comunque...
Tutto questo era sicuramente prima di quella famosa sera di qualche mese prima…
Aveva appena finito di allenarsi con Trunks, quel giorno.
L’allenamento si era concluso per cause di forza maggiore: il bambino, infatti, doveva fare i compiti.
Il principe si era arrabbiato e lei gli aveva risposto per le rime.
Lui si era innervosito ancora di più e lei si era messa ad urlare.
Lui si era trasformato in ssj e lei aveva alzato un sopracciglio perplessa e gli aveva detto semplicemente:
“Pensi di farmi paura?”
Poi si era voltata ed era andata in camera di Trunks, per aiutarlo a fare i compiti, lasciandolo lì, ancora una volta, ferito nell’orgoglio e con un ‘dannata donna’ stretto fra i denti.
Quella sera però, quando lei non lo aveva visto rientrare dopo l’allenamento post cena, era scesa in cucina, aveva preso del succo di frutta dal frigorifero ed era andata a cercarlo.
“Perché non vieni a letto? Ѐ tardi… ” gli aveva chiesto gentilmente, come per cercare di calmare quella che, al momento, sembrava essere un’anima in subbuglio.
Lui aveva bevuto tutta la bevanda in un unico profondissimo sorso.
Si era avvicinato al bellissimo corpo di lei, dopo averlo squadrato per bene con due occhi che brillavano di una luce dolcemente diversa dal solito.
L’aveva spogliata del bicchiere che, infelicemente vuoto, teneva ancora tra le mani per appoggiarlo, insieme al suo, sul pavimento della GR.
Le aveva circondato il viso con le mani guantate, ma poi, infastidito dal mancato contatto con la pelle di lei, si era tolto i guanti, gettandoli a terra, senza mai spostare lo sguardo da quei due diamanti acquamarina che le riempivano gli occhi.
Le aveva accarezzato le guance coi pollici e aveva ridotto in un istante la distanza tra le loro labbra, baciandola e togliendole il poco fiato che si sentiva ancora nei polmoni.
“Devo farmi una doccia. Voglio che tu venga con me.” aveva semplicemente detto, o per meglio dire, ordinato, dirigendosi verso il bagno.
Lei lo aveva seguito.
Lo aveva seguito perché lo amava e desiderava, com’era sempre stato. Come sarebbe sempre stato, salvo l’intervento di altri scocciatori provenienti da ogni dove.
Avevano fatto l’amore sotto l’acqua bollente e lui, senza dirle nulla, dopo tanto tempo, l'aveva data vinta all’istinto sayan che aveva in corpo, riversando tutto l’orgoglio del suo popolo dentro di lei.
“Ti amo...” gli aveva sussurrato lei all’orecchio, non appena le loro facoltà mentali post orgasmo erano tornate a farsi vive.
“Io no” aveva risposto lui candidamente, sapendo che la cosa non l’avrebbe fatta sicuramente incazzare perché la sua risposta, in un modo o nell’altro, significava che lui aveva preso comunque in considerazione la sua scocciante dichiarazione d’amore.
“Bugiardo!” l’aveva provocato lei.
“Rompipalle...” aveva concluso lui.
Quella notte era stata poi un incubo continuo.
Mentre Lord Bills aveva sognato il fantomatico Super Sayan God, le immagini oniriche di Vegeta erano state tutte rivolte ad un nuovo (o forse vecchio?) nemico, con la faccia da gatto che, dopo aver mandato un suo scagnozzo con la coda da lucertola a distruggere il suo amatissimo pianeta, ora, sarebbe venuto di persona a disintegrare la Terra, solo per lo stupido capriccio di non essere riuscito a mangiare il dolce che tanto piaceva a suo figlio, nonché a quell’idiota di Majin-Bu.
Il budino.
Si era svegliato in un bagno di sudore. Non quando aveva visto di fronte a sé la sfera luminosa di colore viola generata dall’uomo gatto, per polverizzare lui e l’intero pianeta, ma nel momento in cui gli erano comparse davanti le ciocche di un rosso quasi fucsia, che ricoprivano disordinatamente la testa (vuota) del rivale di terza classe.
Vegeta non poteva saperlo, ma lui e Lord Bills, quella notte, avevano fatto lo stesso, identico sogno.
Quando il mattino seguente si era alzato, aveva sentito dentro di sé uno strano desiderio di continuare ad allenarsi, ignorando completamente che tutte le sue fatiche sarebbero state completamente inutili, di fronte ad un avversario di cotanta potenza.
Di certo non poteva immaginare che l’unica cosa che avrebbe potuto fare per contrastare quell’essere ignobile, lui, il principe dei sayan, l’aveva già fatta.
Nei giorni seguenti anche Bulma aveva iniziato a chiedersi il perché di quelle continue nausee, della stanchezza, della continua sonnolenza.
Mai avrebbe pensato che il tutto era stato programmato per la salvezza del mondo intero.
E ora, davanti a Lord Bills, Vegeta, il principe dei sayan, non poteva fare a meno di aprire un sorrisetto malizioso e, voltandosi verso l’amico/avversario, sogghignare soddisfatto:
“Questa volta, Kaaroth, credo che la salvezza della Terra sarà anche merito mio… Anzi, diciamo che, senza il mio intervento, a quest’ora saremmo già tutti morti.”
“Cosa stai farneticando, principe dei sayan?” chiese Lord Bills sempre più impaziente.
“Non posso permettere che tu distrugga questo pianeta, non ora che finalmente potrò realizzare il mio sogno di avere una figlia. La mia principessa contribuirà alla nascita del Supersayangod. E tu, Kaaroth – continuò voltandosi di nuovo – non permettergli di fare del male alla mia bambina, chiaro?”
“Sì, Vegeta, te lo prometto. Farò di tutto per sconfiggerlo!"
NA: E' la prima volta che scrivo una cosa seria (?) con Vegeta IC. Spero di aver fatto un buon lavoro. Volevo solo aprire una sorta di dibattito sulla domanda: Ma che diavolo di fine ha fatto Bra negli ultimi due film e nella nuova serie DBZSuper?
Che il maestro se la sia completamente scordata o volutamente ignorata, mi sembra ormai ovvio. Ma io no. Questa os era solo per rendere giustizia a lei e soprattutto al principe dei sayan.
Grazie a chi legge, a chi lascerà un commento e anche a chi vuole recensire criticamente, purchè sia una critica costruttiva che mi aiuti a migliorare.
Grazie di nuovo a Zappa per tutti i consulti tecnici.
Alla prox!
SSJD
Il momento era catartico.
“Cinque sayan che riversano la loro forza spirituale in uno solo.” li aveva informati Shenron.
Già, cinque.
Gohan, Trunks, Goten e Vegeta non erano sufficienti.
Non erano sufficienti per assecondare la simpatica richiesta di far apparire all’istante l’epico Supersayangod.
Non erano abbastanza per donare la loro energia, la parte più pura del loro cuore, al primo sayan arrivato sulla Terra: Son Goku.
“Se non riuscite a generare il Super Saiyan God, tanto vale che distrugga la Terra e me ne vada.” aveva insistito l’esimio Lord Bills, creando, senza indugi, una sfera di un colore violaceo di dubbio gusto, dalle dimensioni quantomeno preoccupanti.
“Un momento!” lo aveva fermato una voce femminile.
“Cosa c’è adesso?” si era sorpreso l’uomo gatto fissando i suoi occhi epatopatici in quelli di ghiaccio di lei, che lo stava fissando dal basso, agitando al vento la sua mano dalle unghie smaltate di un bellissimo e sensualissimo color rubino.
“Ehm… mi scusi, Lord Bills… un altro sayan… ci sarebbe!"
“BULMA! Ti ho detto che non so come rintracciarlo, mio fratello, lo vuoi capire o no che siamo spacciati?” era intervenuto il marito, principe di quei troppo pochi sayan indispensabili per rendere onore al desiderio del dio della Distruzione.
“No, non intendevo tuo fratello... ma un piccolo sayan che non è ancora nato… Pensi che potrebbe… funzionare?” aveva chiesto la donna timidamente, quasi con la paura di essere folgorata dallo sguardo severo e leggermente perplesso del marito, che andava dal 'ma che cazzo stai dicendo' al 'sono curioso di sapere che cazzo hai in mente, 'sta volta'.
L’incredibile increspatura delle sopracciglia che era riuscito a raggiungere era solo per farle notare che, il suo insolente intervento, aveva forse ridotto al minimo le sue speranze di finire sterminato dal dio della Distruzione. Per Vegeta effettivamente, fino all’inappropriato intervento della consorte impicciona, il pensiero di farsi ammazzare da Lord Bills, sarebbe stato di gran lunga più onorevole, se non un vero privilegio, piuttosto che farsi salvare ancora una volta da Kaaroth.
La donna gli si era avvicinata, senza mai staccare i suoi occhi di cristallo da quelli di lui, profondi come le tenebre che avrebbero preso il posto del loro amatissimo pianeta, se lei non gli avesse confidato, proprio in quel momento, che aspettava una bambina.
Glielo aveva sussurrato appena, avvicinandosi all’orecchio ritroso del marito che nemmeno aveva sciolto l’incrocio severo delle braccia al suo petto, credendo che la moglie stesse cercando solo di prendere tempo e rimandare, con qualche scusa inutile, la loro ormai imminente esecuzione.
Gli occhi del principe si erano sgranati.
Le braccia erano cadute inermi lungo i fianchi.
La bocca si era aperta appena in un sospiro.
Quando lei si era riallontanata per poterlo guardare di nuovo negli occhi, di cui si era innamorata anni prima, intravista la sua espressione stupita, aveva alzato un angolo della bocca e inarcato le sopracciglia prima di ripetere candidamente:
“Credi possa funzionare?”
A quel punto, a Vegeta era passato un flash per la mente.
Quanto aveva odiato quel pianeta quando era arrivato?
Invitato a trovare alloggio presso una famiglia dove la media della psicosi cerebrale era da farmaci, si era dovuto ‘adattare’ ad indossare, prima dei panni da idiota completo: camicia rosa, con tanto di scritta BAD BOY sul retro abbinata a pantalone giallo (pardon, ocra); per poi approdare, dopo anni, alla redenzione della sua figura di guerriero, disposto a sacrificare la sua vita, pur di salvare la sua famiglia.
Tutto questo passando attraverso fasi più o meno contorte, quali: il guerriero frustrato che cercava d’inseguire il sogno di diventare Super Sayan, il ragazzaccio che lascia la dolce donzella incinta, per scappare chissà dove per non assumersi le sue responsabilità di padre e ovviamente, non per ultimo, l'uomo frustrato che torna sotto il comodo tetto della Capsule e tra le accoglienti braccia (o gambe) della donna dai capelli azzurrini, la stessa che insisteva nel dire che l’alieno fosse lui, come se il suo ridicolo colore di capelli fosse normale.
Tutto questo era prima.
Prima dell’arrivo e della sconfitta di Majin Bu.
Prima di essersi umiliato (o elevato?) ad unire il suo corpo a quello di colui che aveva sempre considerato suo acerrimo nemico, salvo poi cambiare idea, visto il terribile avversario che si parava tranquillo di fronte a loro.
Prima, di tornare in vita ed essere abbracciato da una moglie e un figlio che piangevano di gioia per il suo ritorno.
Ah, no, un momento: erano la moglie e i figli del suo compare sayan ad averne accolto il ritorno con le lacrime di gioia ed effusioni fin troppo calorose.
Per lui solo un sorriso e un occhiolino enigmatico da parte della donna coi capelli da aliena e un semi-abbraccio da parte del figlio, disonore della genetica sayan.
Comunque...
Tutto questo era sicuramente prima di quella famosa sera di qualche mese prima…
Aveva appena finito di allenarsi con Trunks, quel giorno.
L’allenamento si era concluso per cause di forza maggiore: il bambino, infatti, doveva fare i compiti.
Il principe si era arrabbiato e lei gli aveva risposto per le rime.
Lui si era innervosito ancora di più e lei si era messa ad urlare.
Lui si era trasformato in ssj e lei aveva alzato un sopracciglio perplessa e gli aveva detto semplicemente:
“Pensi di farmi paura?”
Poi si era voltata ed era andata in camera di Trunks, per aiutarlo a fare i compiti, lasciandolo lì, ancora una volta, ferito nell’orgoglio e con un ‘dannata donna’ stretto fra i denti.
Quella sera però, quando lei non lo aveva visto rientrare dopo l’allenamento post cena, era scesa in cucina, aveva preso del succo di frutta dal frigorifero ed era andata a cercarlo.
“Perché non vieni a letto? Ѐ tardi… ” gli aveva chiesto gentilmente, come per cercare di calmare quella che, al momento, sembrava essere un’anima in subbuglio.
Lui aveva bevuto tutta la bevanda in un unico profondissimo sorso.
Si era avvicinato al bellissimo corpo di lei, dopo averlo squadrato per bene con due occhi che brillavano di una luce dolcemente diversa dal solito.
L’aveva spogliata del bicchiere che, infelicemente vuoto, teneva ancora tra le mani per appoggiarlo, insieme al suo, sul pavimento della GR.
Le aveva circondato il viso con le mani guantate, ma poi, infastidito dal mancato contatto con la pelle di lei, si era tolto i guanti, gettandoli a terra, senza mai spostare lo sguardo da quei due diamanti acquamarina che le riempivano gli occhi.
Le aveva accarezzato le guance coi pollici e aveva ridotto in un istante la distanza tra le loro labbra, baciandola e togliendole il poco fiato che si sentiva ancora nei polmoni.
“Devo farmi una doccia. Voglio che tu venga con me.” aveva semplicemente detto, o per meglio dire, ordinato, dirigendosi verso il bagno.
Lei lo aveva seguito.
Lo aveva seguito perché lo amava e desiderava, com’era sempre stato. Come sarebbe sempre stato, salvo l’intervento di altri scocciatori provenienti da ogni dove.
Avevano fatto l’amore sotto l’acqua bollente e lui, senza dirle nulla, dopo tanto tempo, l'aveva data vinta all’istinto sayan che aveva in corpo, riversando tutto l’orgoglio del suo popolo dentro di lei.
“Ti amo...” gli aveva sussurrato lei all’orecchio, non appena le loro facoltà mentali post orgasmo erano tornate a farsi vive.
“Io no” aveva risposto lui candidamente, sapendo che la cosa non l’avrebbe fatta sicuramente incazzare perché la sua risposta, in un modo o nell’altro, significava che lui aveva preso comunque in considerazione la sua scocciante dichiarazione d’amore.
“Bugiardo!” l’aveva provocato lei.
“Rompipalle...” aveva concluso lui.
Quella notte era stata poi un incubo continuo.
Mentre Lord Bills aveva sognato il fantomatico Super Sayan God, le immagini oniriche di Vegeta erano state tutte rivolte ad un nuovo (o forse vecchio?) nemico, con la faccia da gatto che, dopo aver mandato un suo scagnozzo con la coda da lucertola a distruggere il suo amatissimo pianeta, ora, sarebbe venuto di persona a disintegrare la Terra, solo per lo stupido capriccio di non essere riuscito a mangiare il dolce che tanto piaceva a suo figlio, nonché a quell’idiota di Majin-Bu.
Il budino.
Si era svegliato in un bagno di sudore. Non quando aveva visto di fronte a sé la sfera luminosa di colore viola generata dall’uomo gatto, per polverizzare lui e l’intero pianeta, ma nel momento in cui gli erano comparse davanti le ciocche di un rosso quasi fucsia, che ricoprivano disordinatamente la testa (vuota) del rivale di terza classe.
Vegeta non poteva saperlo, ma lui e Lord Bills, quella notte, avevano fatto lo stesso, identico sogno.
Quando il mattino seguente si era alzato, aveva sentito dentro di sé uno strano desiderio di continuare ad allenarsi, ignorando completamente che tutte le sue fatiche sarebbero state completamente inutili, di fronte ad un avversario di cotanta potenza.
Di certo non poteva immaginare che l’unica cosa che avrebbe potuto fare per contrastare quell’essere ignobile, lui, il principe dei sayan, l’aveva già fatta.
Nei giorni seguenti anche Bulma aveva iniziato a chiedersi il perché di quelle continue nausee, della stanchezza, della continua sonnolenza.
Mai avrebbe pensato che il tutto era stato programmato per la salvezza del mondo intero.
E ora, davanti a Lord Bills, Vegeta, il principe dei sayan, non poteva fare a meno di aprire un sorrisetto malizioso e, voltandosi verso l’amico/avversario, sogghignare soddisfatto:
“Questa volta, Kaaroth, credo che la salvezza della Terra sarà anche merito mio… Anzi, diciamo che, senza il mio intervento, a quest’ora saremmo già tutti morti.”
“Cosa stai farneticando, principe dei sayan?” chiese Lord Bills sempre più impaziente.
“Non posso permettere che tu distrugga questo pianeta, non ora che finalmente potrò realizzare il mio sogno di avere una figlia. La mia principessa contribuirà alla nascita del Supersayangod. E tu, Kaaroth – continuò voltandosi di nuovo – non permettergli di fare del male alla mia bambina, chiaro?”
“Sì, Vegeta, te lo prometto. Farò di tutto per sconfiggerlo!"
NA: E' la prima volta che scrivo una cosa seria (?) con Vegeta IC. Spero di aver fatto un buon lavoro. Volevo solo aprire una sorta di dibattito sulla domanda: Ma che diavolo di fine ha fatto Bra negli ultimi due film e nella nuova serie DBZSuper?
Che il maestro se la sia completamente scordata o volutamente ignorata, mi sembra ormai ovvio. Ma io no. Questa os era solo per rendere giustizia a lei e soprattutto al principe dei sayan.
Grazie a chi legge, a chi lascerà un commento e anche a chi vuole recensire criticamente, purchè sia una critica costruttiva che mi aiuti a migliorare.
Grazie di nuovo a Zappa per tutti i consulti tecnici.
Alla prox!
SSJD