"Ti ho preso!"
"Certo certo "commentò lui ridacchiando.
"È cosi invece"sbuffo' lei dalle sue spalle.
Avevano passato i precedenti dieci minuti impegnati in una ferrra lotta allultimo solletico, da cui Scorpius aveva provato a fuggire. Invano sembrerebbe, in realtà voleva solo una scusa per farsi abbaraccaiare dalla rossa.
Tutto era nato, come loro solito da una scommessa. Scommetto che in una gara di resistenza vinco io, aveva detto Rose quel pomeriggio e, da adolescente innamorato e con una sana e ricca vita sessuale, il biondo aveva previsto tutt'altra attività per quel pomeriggio.
"Ok ok, hai vinto" si arrese alla fine, ridacchiando nonostante i muscoli doloranti.
"Bene." Rispose Rose contro la sua schiena. Era felice, la giovane Weasley, la sua voce chiara e allegra. Scorpius poteva sentire il suo sorriso e non per la prima volta, si sentì travolgere dalla forza dei suoi sentimenti. Amava Rose più di quanto potesse esprimere con le parole o con i gesti. E il fatto che lei ricambiasse, se anche con solo un decimo di quella forza, di quella necessità, era un miracolo. Stretto a Rose si sentiva allo stesso tempo straordinariamnete forte e immensamente vulnerabile.
Ancora con le braccia intorno ai suoi fianchi, la corvonero stampo' un bacio contro la scapola del suo ragazzo. Scorpius Malfoy, il suo ragazzo. Era quasi un anno ormai che si ripeteva quelle parole nella testa e ancora non si era abitutata del tutto all'idea. Siceramente non capiva perché suo padre si ostinasse tanto contro di lui. Scopius era serpeverde, certo, ma era gentile e premuroso e brillante . Sio padre contiuava a ripeterle anno dopo anno, che lei avrebbe potuto surclassarlo in tutte le materie. Che il buon merlino le aveva concesso il cervello della madre e la competitività made in Weasley e da questa combinazione non si poteva che aspettare risultati straordinari. E lo stesso le dicevano tutti. Ma proprio tutti.
Senza saperlo il buon Ron aveva spinto la figlia dritta dritta fra le braccia del giovane Malfoy. Se solo l'avesse saputo sarebbe fintito al san mungo con infarti multipli. O ad azkaban.
Nessuna delle due alternative era piacevole e quindi per il momento, la loro relazione restava un segreto, cosi come la loro lunga precedente amicizia.
Dall'esterno, chiunque avrebbe potuto giurare che i due erano del tutto indifferenti l'uno all'altro. Addirittura si sarebbe potuto dimostrare con un pensatotio, che si evitavano accuratamente.
Chi avrebbe mai detto che, nel segreto della stanza delle necessità i due passavano ore e ore di profonda intimità. Le loro differenze e la faida tra le loro famiglie veniva dimenticata e restavano solo due diciasettenni innamorati nella loro bolla di felicità.
Con un dito Rose traccio' una linea sulle vertebre del biondo. Anche attraveso la camicia poté vedere i muscoli della schiena irrigidirsi lievemente. Giunta alla curva dei glutei, cambiò direzione, accarezzandogli con le mani aperte i fianchi, si infilò tra i bottoni della camicia per posare delicatamente la mano sull' addome, immediatamente al di sopra dellombelico.
Scorpius tremo' al contatto. Con Rose era sempre cosi, anche nel più piccolo dei tocchi, dei gesti, delle carezze, c'era una tale sensualità da mandargli in confusione il cervello. In quei momenti non esisteva nient'altro che si lei, il suo profumo, la sua voce, il suo calore contro la sua pelle.
Per questo fuori da quella stanza, faceva di tutto per starle lontano. Se si fossero sfiorati anche solo per sbaglio, avrebbe mandato tutto all'aria pur di baciarla.
La stanza delle necessità custodiva gelosamente il loro amore. Scorpius bloccò le mani della rossa prima che queste si avventurassero troppo in basso. Si voltò verso di lei stringendola per la vita mentre si abbassava a baciarla. I loro erano baci dolci, nessuna lotta di lingue o scontri di denti. Le loro labbra si incontravano con tenerezza, giocavano tra loro animate da qualcosa in più della cieca passione.
"Mi piace quando prendi l'iniziativa " ridacchio' il biondo, mentre la mano sinistra scendeva a stringere il sedere della sua ragazza. Rose incurvo' leggermente la schiena, gettando le braccia al collo del biondo. La mano di Scorpius a quel punto, si avventuro' sotto le balze della gonna, fino all'elastico delle pesanti calze color antracite.
Quelle di Rose invece, si occupavano della cravatta del serpeverde, mentre, facendo buon uso dei talloni, si sfilava le scarpe per aiutare Scorpius con le calze. Anche mentre si spogliavano, procedevano con calma. Si erano visti nudi tante volte, osservato e memorizzato ogni curva, ogni neo, ogni cicatrice. Per questo, quando, a cavalcioni sul suo ragazzo a torso nudo sul letto, Rose notò qualcosa di nuovo, fu costretta a fermarsi.
L'infanzia di Scorpius non si poteva certo definire semplice. I Malfoy erano sopravvisuti alla guerra malridotti e barcollanti ma tutto sommato ancora in piedi. Per molto tempo, l' ambiguità della loro posizione era stata analizzata sulle prime pagine dei giornali. La sua famiglia era oggetto di disprezzo e minaccie tanto da una parte quanto dall'altra. Ci furono anche diversi incidenti, di cui Scorpius portava il segno sul suo corpo.
Una cicatrice, particolarmente brutta, gli segnava il busto, millimetri al di sotto del costato sinistro. Le avev raccontato la storia anni addietro, ma la prima volta che l'aveva vista, una rabbia asassina si era impadronita di lei. Chi mai farebbe una cosa del genere a un bambino?
Ma in quel momento, quella stessa cicatrice era coperta da un intricato tatuaggio, una rosa rossa, dai margini stilizzati con un lungo gambo convulto e ricco di spine.
"L'ultima volta non c'era" disse Rose, mentre le dita tracciavano il profilo del fiore omonimo sul corpo del ragazzo.
"No. È nuovo" confermò il biondo, marcando l'ovvio. Il suo tono era volutamente leggero, ma il cipiglio serio che aveva mentre fissava la rossa sopra di lui, tradiva l'agitazione che gli montava dentro. Sarebbe mai riuscito a farle capire quanto l'amava?
Gli occhi azzurri della Corvonero si fissarono nei suoi, attendendo una spiegazione. Non che le fosse sfuggito il simbolismo ma non riusciva ancora a comprendere appieno, il significato. La portata di quello che sarebbe potuto essere la spaventava.
"È un tatuaggio babbano."
Babbano? Il sopracciglio alzato di lei era un punto interrogativo silenzioso ma eloquente.
"Non credo di dover spiegare a chi si ispira la Rosa" continuò il serpeverde. Certe volte malediva l'educazione aristocratica che gli era stata impartita. Non desiderava altro che poter spiegare alla donna che amava come lei gli avesse cambiato la vita, come lo avese salvato.
Lei aveva guarito la parte più malandata di lui. Un' amica sincera he non sperava di trovare, un'amante passionale che lo capiva all'istante, una compagna di vita che non pensava di meritare. Lei aveva visto oltre il suo passato e il suo nome. Cosi come lui aveva fatto con lei. Quando erano insieme erano solo loro, senza etichette e pregiudizi. Erano solo loro e si amavano.
"Ti amo" disse Scorp guardandola intensamente negli occhi- più di quanto potrò mai dirti e più di quanto potrai mai immaginare.
"Ti amo"rispose lei, mentre mille emozioni diverse la travolgevano.
Scorpius si alzò a baciarla, asciugando dolcemente le lacrime che le solcavano il viso.
"Ti amo" continuò a ripetere ancora e ancora mentre, ancora in camicia e mutandine si stringeva a lui, gli occhi fissi su quel tatuaggio.
Non si era mai sentita tanto amata in vita sua.