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Autore: Mithemy    06/03/2005    9 recensioni
Non è mai semplice prendere delle decisioni, ma a volte potrebbero essere commessi degli errori,se si è trascinati un pò troppo dall'orgoglio.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ed Warner/Ken Wakashimazu, Kojiro Hyuga/Mark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo:

 

Una scelta difficile

 

Camminò lungo il corridoio che portava agli uffici. In fondo, avrebbe trovato quello di Freddie Marshall, intento a stilare la lista dei giocatori che sarebbero scesi in campo nella partita dell’indomani. Doveva parlare con lui, doveva sapere la sua decisione, e se sarebbe stata QUELLA, se ne sarebbe andato. Non poteva sopportare un’altra delusione, l’ennesima sconfitta. Ed Warner, col cuore in gola, arrivò alla porta del mister, si fermò. Non avrebbe potuto subire ancora una volta in silenzio. Inspirò profondamente e bussò.

 

-         “Si?” – Marshall era ancora lì.

 

“Perfetto!”, pensò.

 

-         “Mister, sono Warner.”

 

 

-         “Entra pure.”

 

 

-         “Buonasera, mister. Sono qui per porle una domanda.”

 

 

-         “Sentiamo.”

 

 

-         “Volevo sapere, chi, tra me e Price, sarà titolare nella prossima partita.”

 

L’espressione di Marshall si fece seria.

 

-         “Warner…”

 

 

-         “Devo sapere!”

 

 

-         “D’accordo Warner,” – tacque un attimo, poi annunciò – “Ho scelto Price!”

 

Ed chiuse gli occhi. Si accorse di non provare alcuna meraviglia.

 

-         “Allora io me ne vado!”

 

 

-         “Cosa?” – Marshall strabuzzò gli occhi – “Aspetta Warner!”

 

 

-         “Non cambierò idea, non ho avuto neanche la possibilità di dimostrare il mio valore.”

 

 

-         “Ripensaci Ed!”

 

Ma il portiere, senza proferire parola, era già uscito, sbattendo la porta. Marshall fissò la lista dei titolari. Ogni volta la scelta era sempre più dura. Sapeva di non aver dato possibilità a quel ragazzo,  aveva sentito che le sue doti erano migliorate molto. Gli era giunta persino la voce della parata di Warner sul tiro della tigre di Landers. Forse puntava troppo ed esclusivamente sul suo pupillo, Benji Price.

L’indomani, la notizia dell’abbandono di Warner fu data al resto della nazionale. I ragazzi rimasero a bocca aperta nell’apprenderla. Un brivido percorse le loro schiene; se Benji si fosse fatto male, chi lo avrebbe sostituito? Si sarebbero dovuti affidare ad Alan? Marshall guardò implorante Landers, il quale capì cosa gli stava chiedendo tacitamente il mister. Non disse una parola, andò a cercare immediatamente l’amico.

Lo trovò negli spogliatoi, intento a raccogliere le sue cose. Lo osservò bene. Il portiere si accorse dopo un po’ della sua presenza, ma non lo degnò di uno sguardo.

 

-         “Se sei venuto per cercare di convincermi, lo hai fatto inutilmente.”

 

 

-         “Ed, dico sei impazzito?”

 

 

-         “Mi sono stancato d’essere sempre considerato un eterno secondo. Sapere che gli altri considerano migliore Benji, senza neanche darmi un’opportunità mi manda in bestia, Mark!”

 

 

-         “Posso capirti, Ed, ma stai facendo un errore.”

 

Warner si voltò verso Landers, sbattendo la porta dell’armadietto e gridò:

 

-         “Tu? Tu puoi capirmi? Ma per favore, capitano, non farmi ridere. Hai sempre pensato solo a te stesso.”

 

 

-         “Che cosa dici Ed? Ho sempre fatto il tifo per te, lo sai.”

 

 

-         “Ma di attaccanti in campo ce ne possono essere anche due, mentre il portiere è uno! Non ti toglieranno mai dal campo, se sei in forma. Se ci fossero due portieri, nel gioco del calcio, a difendere la stessa porta, allora starei zitto! Ma così io sono sempre escluso, i miei sacrifici non valgono a nulla. Non è la stessa cosa, Mark.”

 

 

-         “E’ questo quello che pensi? Davvero credi che io non subisca umiliazioni, anche se gioco?”

 

Ed guardò sorpreso l’amico. Anche lui poteva soffrire la stessa situazione?

 

-         “Ed” – disse Landers avvicinandosi – “se credi che per me sia così semplice, allora sbagli di grosso. Da sempre Holly è considerato migliore di me e di tutti gli altri, ma non è questo che mi fa arrabbiare.”

 

 

-         “Allora cosa ti infastidisce, capitano?”

 

 

-         “Non lo hai mai notato?” – disse calando lo sguardo – “Quando Holly mi passa la palla, ed io segno, non è me che acclamano, ma lui!”

 

Warner guardò l’amico negli occhi. Nascondeva lacrime di dolore, un dolore che mai e poi mai, la Tigre, avrebbe fatto vedere con evidenza.

 

-         “Se sbaglio e fallisco, la colpa è mia, Ed; se segno il merito è suo! Solo perché mi ha passato il pallone. Ti sembra giusto questo?”

 

Fissava il suo capitano e ripercorse tutte le partite della nazionale tra i suoi pensieri. In effetti era vero. Non contava nulla ciò che facevano gli altri; si, erano bravi, ma Hutton era il migliore per tutti. Si avvicinò a Landers, lo fissò ancora una volta negli occhi e lo abbracciò.

 

-         “Hai ragione. Perdonami, Mark!”

 

 

FINE

 

 

 

  
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