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Autore: Fabiola19    06/10/2015    0 recensioni
"La battaglia per il Fosso di Helm è finita, la battaglia per la Terra di Mezzo sta per cominciare" così Kerochan, sorto dalle miniere di Moria, presagiva l' inizio del conflitto con le forze di Mordor. Saruman è stato sconfitto con la perdita di tutti i suoi orchi e Uruk-hai, grazie all' alleanza con Toy e i suoi amici al regno di Rohan, e grazie ad un particolare aiuto di Meiling e Tomoyo alla presa di Isengard con i loro amici Ent. La battaglia diretta e decisiva per la Terra di Mezzo è iniziata. Sakura e Li, accompagnati da Gollum, proseguono nella pericolosa missione verso i fuochi del Monte Fato per distruggere l' Anello. Toy, intanto, continua a combattere per portare a compimento il suo destino, conducendo le poche truppe a disposizione allo scontro con il sempre più forte potere di Sauron e permettere a sua sorella Sakura di portare a termine la sua missione.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Shaoran/Sakura
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Altri bombardamenti di palle di fuoco colpirono la Città, disintegrando le sommità di alcune dimore e bruciandole dall' alto. Tutta Minas Tirith era diventata un campo minato di fuoco e fiamme, e i soldati dalle loro mura cercavano di eliminare più orchi possibile, scagliando loro le frecce. Kerochan si trovava nel mezzo dei soldati che combattevano alle porte distrutte del cancello. Ma la tigre si accorse che i nemici stavano entrando sempre di più con i loro enormi Troll che spazzavano un numero impressionante di uomini: << Ritirata! La Città ha ceduto! >> gridava il Guardiano, ordinando alla fuga i soldati di Gondor. Questi scapparono per la via che portava alla piazza iniziale, risalendola in fretta mentre un Troll da lontano avanzava su di loro, schiacciando gli uomini che si trovavano sul suo cammino e incendiando la zona conquistata di Minas Tirith: << Ripiegare sul secondo livello! >> ordinò Kerochan da delle scalette che portavano al piano superiore. I soldati continuarono a scappare, nonostante il continuo bombardamento di palle infuocate su di loro che rotolavano, investendo i malcapitati di fiamme: << Portate via le donne e i bambini! Portateli via! Ritirata! >> disse ancora la tigre bianca correndo tra le fila di soldati in fuga per salvaguardare le persone più deboli: << Presto! Presto! >> tutti i sopravvissuti alla distruzione del cancello entrarono di corsa al secondo livello, varcando uno dietro l' altro le ante alle grida di Kerochan. Sebbene il sole era già splendente nel cielo, le nuvole degli Orchi erano già posate sulla Città. Sul campo di battaglia, l' orco rosa diede l' ultimo ordine di sterminio ai suoi servi: << Muovete sulla Città! Uccidete quelli che incontrate! >>.

Gli orchi ebbero il dovere di entrare nelle vie della bianca cittadella. Grida di guerra si fecero sentire tra i mostri assetati di sangue, e in gran numero cominciarono a sparpagliarsi in ogni angolo, saccheggiando e bruciando tutto quello che incontravano. Inutilmente i soldati scagliarono le frecce contro i loro nemici che essendo in molti e muovendosi veloci, scansavano le frecce dei soldati. Gli orchi arrivarono al primo piano per conquistarlo, ingaggiando uno scontro con i soldati che cercavano di difenderlo: << Abbattiamoli! >> disse un soldato disperato al riversamento delle creature su di loro. Delle donne scapparono da lì, lasciando che i loro soldati si sacrificassero per salvarle. Gli orchi furono accaniti nel duello agli uomini di Gondor. E subentrarono anche dei Troll nella mischia. Le grida delle donne si fecero sentire più forti e come delle pecore spaventate si accalcarono risalendo le scale insieme ai loro bambini. Un orco prese a martellate ripetute un uomo alla testa, e un altro mostro di carnagione rossa morse al collo un soldato dopo che lo aveva strodito con un colpo dell' elsa della spada. Alcuni cittadini si ritrovarono nella bolgia tra soldati e orchi, con i primi che cercavano di tirarli fuori dalle grinfie degli orchi, decidendo di sacrificarsi per mettere in salvo gli anziani. Un soldato gemetteva a terra colpito alle spalle da un orco. In altre vie, gli orchi assalirono dei soldati in un vicolo cieco e li finivano all' ombra di un balconcino. Tra questo caos, un Troll fece volare lontano un soldato. Le donne scapparono ancora, deviando strada ad ogni orco che incontravano. Calpestarono il corpo di un loro cittadino caduto sotto i fendenti degli invasori: << Per Minas Tirith! >> si udì un altro grido di carica prima che un orco facesse vibrare la sua mazza appuntita verso la faccia di un uomo che volteggiò sopra un cumulo di paglia. Altri mostri saltarono addosso ai soldati, massacrandoli di botte e di accoltellate in tutto il corpo. Dovunque vi erano duelli tra soldati e orchi che occupavano le strette vie della Città, e i Mannari si mischiarono nell' esercito di uomini per sbranarli dall' interno e permettere agli orchi di andare più avanti: << Combattete! Fino all' ultimo uomo! Per la vostra vita! >> gridava Kerochan cercando di aiutarli.

La tigre balzò in avanti dopo che diede un' artigliata ad alcuni orchi invasori: << Kerochan! >> una voce più forte di tutte le altre si sentì in fondo ad alcuni soldati che scappavano e il Guardiano intravide la faccia di Tomoyo. La tigre bianca si voltò verso la parte in cui aveva sentito la voce chiamarlo, interrompendo un nuovo attacco diretto ad altri orchi sparsi per la Cittadella. Tomoyo si faceva largo tra un ultimo gruppo di soldati, prima di scorgere meglio Kerochan e corrergli incontro: << Kerochan! Denenthor è uscito di senno! Sta bruciando vivo Faramir! >> gli comunicò la ragazzina fermandosi davanti a lui. La tigre bianca non esitò neanche un istante: << Monta! Svelta! >> intimò all' amica di salire sul suo dorso. I due presero una scorciatoia che portava ad una terrazza superiore. Superarono un corridoio, giungendo al terrazzo, ma una presenza li fece fermare. Una bestia alata planò e si posò sul paratetto con sopra un Nazgùl. Ma lo spettro aveva una maschera sopra al cappuccio, e Kerochan capì che si trattava del Re dei Nazgùl. Il rettile fece un passo avanti verso Kerochan con Tomoyo sopra, e li puntava pronto ad attaccarli. Kerochan si mise nella posizione di attacco, rizzando il pelo bianco contro il Re Stregone: << Torna nell' abisso! >> disse il Guardiano al Cavaliere Nero che emanò un respiro tombale. Tomoyo fissava impietrita la figura del Nazgùl che una volta pugnalò Sakura. Kerochan emise una luce dal suo elmo, creando uno scudo che avvolgeva lui e la ragazzina, e malediva ancora l' avversario: << Torna nel nulla che attende te e il tuo padrone! >> << Non sai riconoscere la morte quando la vedi, tigre? >> disse con voce tetra lo Stregone Nero. Tomoyo sentì un lieve rumore assordante alle orecchie al suono della voce del Nazgùl, e si tenne stretta i denti, emettendo un breve urlo al dolore che le giunse.

Il Re Stregone fece spuntare dal suo mantello la sua spada, mentre la sua bestia si avvicinava sempre più a Kerochan: << Questa è la mia ora! >> annunciò il Nazgùl tenendo sollevata la spada. La lama venne avvolta per la magia dello Stregone da delle fiamme. Intorno al fuoco si creava lentamente un vortice d' aria che aumentava il suo raggio d' azione. Kerochan si sentì il pelo risucchiato dal vortice della spada in fiamme, nonostante fosse protetto con Tomoyo dallo scudo. Gli artigli di Kerochan si piantarono nel pavimento per evitare che si avvicinasse ulteriormente dallo Stregone. La bestia del cavaliere nero spiegò le ali, mettendosi in piedi a due zampe e mostrando tutto il suo lungo corpo agli avversari. Tomoyo afferrò il pelo della tigre e si accovacciò su di esso per evitare che l' aria la risucchiasse. Il rettile emanò un grido prolungato, e allo stesso tempo i due amici si tennero pronti all' impatto che il Nazgùl avrebbe lanciato. La spada dello spettro finì di creare il vortice, e ciò che successe dopo si verificò dopo un paio di secondi. Lo scudo che avvolgeva Kerochan e la ragazzina si infranse in mille pezzi. Dall' esplosione dello scudo, la tigre finì a terra e Tomoyo volò all' indietro all' urto, finendo distante da Kerochan di pochi metri. La tigre cercò di rialzarsi, affaticata dalla perdita di gran parte del suo potere nello scudo: << Kerochan! >> lo richiamò disperata Tomoyo attaccandosi alla parete. Il muso della bestia alata scese verso la tigre e gli emanò contro un forte ruggito. L' aria che uscì dalla bocca del rettile fu talmente forte che Kerochan ricadde a terra, sbattendo l' intero corpo sul duro pavimento come se il ruggito della creatura lo stesse schiacciando. Tomoyo estraò la sua spada e si precipitò per attaccare la bestia al suo grido di battaglia. Ma la ragazzina si bloccò quando l' animale le ruggì mostruosamente. Tomoyo fu impietrificata da quel verso che le fece salire i brividi lungo la schiena. Kerochan sollevò lentamente la testa incrociando il volto del Re dei Nazgùl: << Hai fallito. Il mondo degli Uomini cadrà >> disse lo spettro alla faccia di Kerochan che risultava sconvolta al potere che il Nazgùl aveva esercitato su di lui.

Lo spettro fece per alzare in alto la sua spada, pronto ad un altro attacco da infliggere al Guardiano Bianco, seguito al suo respiro cupo. Il suono di un corno giunse alla terrazza quando il Nazgùl stava per finire la tigre. Il Cavaliere Nero si voltò al rumore del corno che risuonava in lontananza. Kerochan aggrottò la fronte al corno che udì. Erano altri orchi che stavano per giungere? Il Guardiano seppe riconoscere il corno, e non era quello delle creature malvagie, ma quello di un popolo al quale il suo intervento era stato richiesto. Il Nazgùl guardò ancora una volta Kerochan, ed emise un urlo stridente, decidendo di lasciare lui e la sua amica, volando verso il punto in cui era partito il corno. I due amici tirarono un sospiro di sollievo allo scampato pericolo, osservando lo spettro che svolazzava lontano da loro con la sua bestia alata. Nel campo di battaglia, gli orchi marciavano verso la Città, ma il loro capo dal volto sfigurato venne attratto dal secondo suono del corno, e l' orco si fermò per osservare coloro che si presentavano nella collina più in su. Il ruggito del Nazgùl volò sugli orchi attenti all' esercito che si presentava ai loro occhi. Uno dopo l' altro i mostri si voltarono verso i cavalieri in arrivo, e l' orco rosa emise una smorfia di odio, mettendo in risalto la sua bruttezza. Dalla collina spuntarono dei cavalli guidati dai loro fanti cavalieri sopra. L' esercito nemico degli orchi si portava dietro il sole che spazzava via nel loro perimetro le nuvole degli Orchi invasori. Il corno suonò una terza volta per avvisare ai cavalieri giunti la presenza dei mostri nel campo di Gondor. I cavalli si sparsero fino al bordo della collina, e alcuni cavalieri tenevano delle bandiere verdi alla loro portata con il simbolo di un cavallo su di esse. Era Rohan che finalmente aveva portato i primi raggi di speranza nel territorio di Gondor. I cavalli indossavano delle protezioni in ferro in quasi tutto il corpo, e quelli in prima fila si fermarono all' ordine dei loro fanti che tenevano insieme a tutto il resto dei loro compagni le lance al cielo. La camminata dei cavalli terminò fino in fondo all' ultima fila. Ed ecco che apparve Thèoden la cui armatura risplendeva dorata alla luce del giorno. Fece alcuni passi avanti con il suo destriero bianco, ammirando il paesaggio di Minas Tirith come si presentava adesso. Dalla collina in cui era potè vedere le immense distese nere di molteplici Orchi che erano sparse per il grande cortile della fortezza bianca. Sopra al terreno di Gondor regnavano le nuvole nere di Mordor. Il grido degli orchi si fece sentire all' arrivo dei Rohirrim, e si levò tra tutte le creature come se stessero facendo la ola. Ciò che si distingueva dall' ombra di Mordor era il materiale bianco di cui era fatta la Torre Bianca che come sempre si presentava ai suoi ospiti in tutta la sua imponenza.

Le mura della Città erano in fiamme lungo le sue trincee. Eowyn, travestita da cavaliere di Rohan, era in prima fila. Davanti a lei sul cavallo c' era Meiling anche lei camuffata da piccolo soldato. La dama di Rohan ansimava alla vista dell' esercito di Sauron riversato più avanti e si strinse ancora di più la lancia che teneva alzata. Meiling ebbe lo stesso atteggiamento della donna: la cinesina aveva gli occhi sgranati dal terrore ed evitava di tremare per non essere notata dai cavalieri intorno: << Tomoyo è qui. Lo sento... >> si disse tremante la cinesina. Il braccio di Eowyn le passò davanti e spronava a bassa voce la piccola amica che fu presa dalla paura di combattere come disse Eomer: << Coraggio, Meiling! Coraggio per i nostri amici! >> le disse Eowyn cercando anche lei di controllare il battito cardiaco. Quasi ripiangeva ciò che le disse il fratello riguardo alla competenza sola degli Uomini in guerra. Da un lato più avanti della prima fila, spuntò proprio Eomer con la sua solita lancia, e osservava il panorama che gli Orchi offrivano. Tra quei mostri, l' orco rosa impartiva i primi ordini di disposizione delle sue truppe, passando in mezzo a queste: << Formare le fila, vermi! Formare le fila! Le picche davanti! Gli arcieri dietro! >> gli orchi da davanti si mossero di alcuni passi tenendo le loro forche puntate verso i cavalieri e inginocchiandosi in modo da tranciare le gambe dei destrieri. Meiling emise un lieve urlo nel vedere gli Orchi che si muovevano come insetti disgustosi, pensando che stessero per attaccare, e si mise una mano per tapparsi la bocca. Per fortuna nessuno la sentì. Thèoden osservò la mossa degli orchi e con un verso di rabbia guidò il suo cavallo bianco alla sua destra, troterellando davanti alla prima fila di soldati per dare i suoi di ordini.

Il vecchio Re cavalcò verso suo nipote Eomer: << Eomer, porta la tua Eored sul fianco sinistro >> << Prepararsi! >> rispose il giovane soldato per organizzare la sua parte di esercito all' ordine di suo zio. Thèoden arrivò così da Gamling, dicendogli: << Gamling, segui il vessillo del re al centro! >> e la fedele guardia di Thèoden si tenne pronto ad eseguire i comandi del suo sovrano, dirigendosi nella zona centrale dell' esercito: << Grimbold, porta la tua compagnia a destra dopo aver passato le mura! Avanti, e non temete l' oscurità! >> diede con tono più combattivo l' ultimo ordine Thèoden al suo alleato Grimbold in elmo e armatura così come lo era anche Gamling. Grimbold si spostò nel lato destro della compagine guerriera. Thèoden rimase sul posto, iniziando a dire il suo discorso incoraggiante ai suoi cavalieri: << Desti! Desti, Cavalieri di Thèoden! >> Eowyn abbassò lo sguardo per non essere vista dallo zio che guardava negli occhi i suoi soldati in prima linea. Il Re continuò a spargere la sua voce in tutta la lunga fila: << Lance saranno scosse! Scudi saranno frantumati! Un giorno di spade! Un giorno rosso! Prima che sorga il sole! >> ogni parola si diffondeva nelle grandi schiere di uomini dei cavalli di Rohan. Oltre ai seimila soldati di Edoras si aggiunsero altri aiuti dei popoli all' interno della regione di Rohan. I soldati a cavallo si espandevano fino ad altre colline in fondo larghe alcuni metri quadri, con il sole che abbagliava le schiere dei guerrieri sul ferro della loro armatura. Gli uomini di Thèoden in prima fila misero le proprie lance inclinate di alcuni gradi, facendo sporgere la parte superiore più avanti alle teste dei cavalli. Gli orchi notarono che le lance dei soldati di Rohan avevano cambiato posizione, e anche loro eseguirono un cambiamento mettendosi tutti inginocchiati e puntando più avanti le forche.

Eowyn continuava a dare conforto a Meiling sentendo che le sue reazioni dovevano essere quelle di una donna che non era mai entrata in guerra. La stessa Eowyn si rassicurò per poco alle parole che disse alla sua piccola amica: << Vada come vada, resta con me. Io baderò a te >> la cinesina non pronunciò parola ancora scioccata all' immenso esercito che le apparve. Deglutì. In fondo alla sua sinistra sentì dei colpi di spada che sbattevano contro un resistente materiale. Meiling si sporse leggeremente e vide Thèoden sul suo cavallo che sbatteva la sua spada su tutte le lance inclinate. Percorreva così tutta la prima fila pe rportare fortuna al tocco delle armi dei suoi cavalieri: << Cavalcate ora! >> esclamò Thèoden. Dopo che ebbe sbattuto con le lance, queste si ritraevano indietro una dietro l' altra. Meiling vedeva Thèoden che si avvicinava da loro e che continuava ad inneggiare i suoi uomini: << Cavalcate ora! Cavalcate per la rovina e per la fine del mondo! >>. Eowyn sentì ancora il colpo che suo zio le diede alla lancia anche quando lui si ritrovò alla fine della fila: << Morte! >> gridò il Re muovendo la sua spada per seguirlo nelle urla. I cavalieri risposero in coro alzando le lance: << Ehhh! >>; Eowyn chiuse gli occhi, concentrandosi per tenersi pronta alla battaglia mentre Thèoden gridava ancora: << Morte! >> << Ehhh! >> e lo seguirono di nuovo i Rohirrim. Venne un altro grido da parte del Re: << Morte! >> i soldati alzarono ancora le lance, e questa volta partecipò Meiling che puntò la sua spada avanti e urlando alla carica: << Ehhh! >> << Ahhh! >> anche Eowyn alzò in alto la sua lancia dopo che la sua piccola amica urlò. Le grida dei Rohirrim sovrastarono qualunque avversità in quel momento dando spazio alla pura emozione e alla gloria. Infine il sole spuntò completo da dietro i cavalieri e illuminava la strada di questi verso la liberazione di Minas Tirith: << Avanti, Eorlingas! >> urlò ancora Thèoden come fece al Fosso di Helm in una delle sue epiche battaglie contro la rovina e indirizzando la sua spada verso gli orchi. Un corno tra i soldati suonò, seguito da altri corni che davano il via alla cavalcata dei Rohirrim. Giunse il momento. Thèoden iniziò ad avanzare con il suo cavallo, facendo muovere le altre fila di cavalli dietro di lui: << Morte! >> gridò un' ultima volta l' impavido vecchio.

I cavalieri lo seguirono con un altro coro. Eowyn e Meiling urlarono di nuovo passando di fretta vicine dietro Thèoden. Tutti i cavalieri si mossero dando inizio ad una lenta galoppata con le ultime grida che sparivano. Il cavallo del Re acquistava sempre più velocità, così come quello di Eowyn che aveva Meiling esitante dello scontro. I respiri dei soldati si fecero affannati dopo le urla che levarono al cielo. L' adrenalina sembrò entrare per la prima volta dalle due uniche femmine in mezzo a quegli uomini. La lenta galoppata si trasformò in una corsa per tutti i cavalli dei Rohirrim. Il perimetro dell' esercito era puntato al centro della prima fila, intenti tutti a seguire il loro Re, che sfrecciava senza freni, e cercavano di stare al suo passo. I Rohirrim si apprestavano così a scontrarsi a viso aperto con gli orchi, maneggiando le loro mazze per poi essere affondate nella carne dei mostri. Gli arcieri orchi si misero in prima fila a passo felpato, coprendo gli orchi che puntavano le forche. Le loro frecce puntavano poco sopra le loro teste, e avrebbero eliminato lentamente i cavalieri che stavano per raggiungerli. Il fiato dei cavalli divenne pesante dal troppo correre. Sembravano animali addestrati alle gare da corsa con i loro fanti che digrignavano i denti tenendosi pronti a vibrare i loro fendenti sulle orrende creature. Eowyn e Meiling continuarono a farsi coraggio urlando a più non posso alla carica, e il loro destriero superò i cavalieri che tenevano loro testa nella corsa. Un polverone si creò tra gli zoccoli che calpestavano il terreno, dando l' impressione che stessero arrivando dei tori imbufaliti: << Tirate! >> ordinò l' orco rosa di lasciar scoccare le frecce.

La prima cascata arrivò sui soldati, e alcuni furono abbattuti, finendo calpestati insieme ai loro cavalli dalla mandria di altri soldati. Ma erano troppo veloci perchè potessero essere presi da attacchi nemici. Loro erano i Rohirrim, i soldati a cavallo più letali della Terra di Mezzo. Meiling gridò un' altra volta, non intimidendosi dei caduti e provando sempre più odio per gli orchi che appartenevano alla razza che eliminò il suo adorato Eriol. La seconda cascata di frecce venne rilasciata e colpì altri soldati, ma erano di meno rispetto ai primi, circa due. Thèoden gridò a sua volta, esortando a non smettere di caricare ai suoi uomini: << Tirate a volontà! >> disse esasperante l' orco rosa. Il terzo nugolo piombò sempre su meno cavalieri, mantenendo intatto lo spirito selvaggio dei Rohirrim che erano a pochi metri dall' abbattersi sui piccoli mostri. L' orco rosa sgranò per la prima volta i suoi occhi, rendendosi conto che erano in troppi perchè le frecce potessero abbatterli immediatamente. C' eravamo quasi. Ormai lo scontro era imminente. Eomer alzò a mezz' aria la sua lancia, urlando a più non posso contro gli orchetti che si fecero piccoli e spaventati dalla furia tempestosa dei Rohirrim. La paura adesso infestò quelle viscide creature che tenevano imbambolati le loro forche e si guardavano tra di loro dal panico su cosa fare. Un orco accennò ad un indietreggiamento, ma questo sembrò ancora di più alimentare e imbestialire i cavalieri infuriati che scalpitavano dal voler spazzare via gli orchi. Questi indietreggiarono di alcuni passi con le loro forche, vedendo un soldato che era in mezzo alla mandria passare in pochi istanti davanti alla fila. Lo scontro avvenne. Uno dopo l' altro, dal centro fino a entrambi i lati, i cavalieri si piombarono di impeto contro i corpi paralizzati degli orchi, investendoli con la velocità di una ferrari con i loro cavalli. I mostri erano violentemente urtati da quelle frecce umane che li colpivano senza pietà. I cavalieri già mischiati tra i mostri lanciavano a quelli più avanti le loro lance. Proseguì il calpestamento degli orchi che sbattevano contro le gambe dei cavalli e cadevano uno dietro l' altro come birilli. Eowyn insieme a Meiling provò l' ebrezza del vento che le soffiava in faccia quando si sentì vittoriosa nel calpestare i nemici, e gridava con tutto il suo cuore. I soldati ebbero così il modo di farsi strada tra i piccoli mostri, continuando ad investirli. La prima schiera di orchi era sistemata e si accingevano a raggiungere la seconda. Anche la seconda fazione, nelle sue prime file, indietreggiava alla carica violenta dei Rohirrim. L' orco rosa cedette anche lui al panico di dover essere schiacciato dagli zoccoli di Rohan. Ma anche lui non ebbe il tempo di scappare a causa della forte ondata di cavalieri che si sparse sul suo esercito senza avere alcuna possibilità di fuga. Thèoden finiva gli orchi passanti al fianco del suo destriero con falciate della sua spada; Eomer urlò più decisivo tenendo bene in vista la punta della sua lancia che mostrava agli occhi delle creature impaurite. Il campo di Minas Tirith venne invaso dai cavalieri che lo ripulivano dappertutto dalla presenza degli orchi di Mordor. La vittoria stava per accogliere Rohan, ad un passo dall' impresa più grande di tutte contro l' esercito dell' Oscuro Signore.

   
 
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