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Autore: Simok    06/10/2015    1 recensioni
"Quasi mille anni sono passati da quando Son Goku abbandonò il ventottesimo Torneo Tenkachi assieme ad un piccolo ragazzino dalla carnagione scura di nome Ub. E proprio lui, beneficato di una vita incredibilmente lunga grazie ai poteri di Majin Bu, sarà il protagonista di questa storia. Un eroe solitario dedito alla protezione del suo pianeta e della pace nell'universo, ma non più il dolce ragazzo che lottava per guadagnarsi il pane per la sua famiglia. Costretto a vedere tutti i suoi amici, e i loro figli, ed i figli dei loro figli morire, il suo animo è stato indurito dal tempo e dai lutti sino ad essere nulla di più di un freddo guardiano di pietra dalla potenza incredibile. Senza neppure la possibilità di procreare a causa delle cellule che gli donano quel potere spaventoso, la sua vita subirà una brusca deviazione quando troverà un neonato abbandonato, con una misteriosa coda di scimmia. Passato e presente si mescoleranno in quella che sarà l'ultima avventura di colui che il Leggendario Son Goku proclamò come suo erede a protettore della Terra".
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ub
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 4: Il Prezzo da pagare per la Libertà


 



Il respiro di cento mila uomini. Il caldo. Il peso delle responsabilità. Lo sguardo perso all'orizzonte. Il caldo. L'esercito repubblicano che avanza. Passi rimbombanti. L'ansia. Il Respiro di cento mila uomini. Le Grida di ufficiali intenti a dare gli ultimi ordini. Il cigolio dei Pesanti macchinari metallici spostati. Il Caldo. Il Silenzio. L'Ansia. La Rabbia. La Paura. Il Respiro di Cento Mila Uomini. La Morte Addosso.

«Fratelli e Sorelle Rivoluzionari!»

La sua voce echeggiava, forte, potente, illuminante come la luce di un faro per chi si era smarrito in mezzo a quella tempesta. Aveva pensato che il terrore, no, che la consapevolezza di essere probabilmente così vicino alla morte quanto non lo era mai stato, lo avrebbe paralizzato. Aveva pensato che dalla sua bocca metallica non sarebbe uscito alcun suono, che il suo corpo non sarebbe stato in grado di muoversi. E invece aveva scoperto che quella sensazione a lui del tutto nuova, la Paura, non lo immobilizzava affatto come si diceva. Anzi, non si era mai sentito così vivo in tutta la sua esistenza.

«Quest'oggi, si consuma l'ultima delle nostre memorabili battaglie. Comunque vada a finire i libri di storia narreranno le nostre imprese, le vostre imprese; comunque vada il mondo ci ricorderà. Ma a noi questo non è sufficiente. Non vogliamo essere ricordati come ribelli, come semplici derelitti della società che si sono rivoltati contro il proprio Governo per lo sfizio di un pazzoide, No. Noi verremo ricordati come coloro che diedero speranza, coloro che diedero libertà. Le forze del nemico sono forti e numerose, più di noi questo è certo. Ma non è forse sempre stato così? Non siamo sempre stati "inferiori" sulla carta?»

Sentiva il cuore bruciargli in petto, pulsare così forte da poterlo sentire distintamente, premere con incredibile forza contro la sua gabbia toracica in lega di Auxanio.

«Eppure abbiamo vinto, vinto e continuato a vincere. Perché quegli uomini là in fondo, non sono come noi. Non credono in nulla! Noi...noi invece abbiamo qualcosa da difendere, qualcosa da proteggere e qualcosa da diffondere...la Libertà!»

Sentiva il vociare dei soldati sotto di lui, che si ergeva dalla torre di comando ai migliaia di uomini lì schierati, sentiva i loro spiriti ardere, i loro cuori innalzarsi alle sue parole.

«Quest'oggi noi dimostreremo al mondo intero cosa è in grado di fare un gruppo di uomini Liberi! Dimostreremo a tutti quanto vale questa Libertà che ci ostiniamo a difendere strenuamente anche con la vita! Quest'oggi, molti di noi perderanno la vita. Forse tutti noi perderemo la vita. E c'è chi dice che questo vanificherà i nostri sforzi. Ma io vi dico: NON È COSÌ! La vita, miei cari fratelli e sorelle, finisce per tutti. Che si voglia o non si voglia. E sta solo a voi scegliere se morire tra cinquant'anni sopendosi lentamente, magari dopo aver avuto una felice famiglia e aver visto i propri discendenti crescere, o morire qui, adesso, in questa fredda e putrida montagna rocciosa. Chi vuole andare via si limiti a farlo, senza chiedere conto a nessuno. Ma io vi dico che se sceglierete la via più facile, se sceglierete di scappare, forse sì avrete una bella vita ma quando ve ne andrete sarete pieni di rimpianti, e penserete "Cosa ho fatto di buono nella mia vita?". Se invece restate qui. Se invece resterete al mio fianco finché un raggio laser non vi avrà trapassato da parte a parte, o finché una spada non vi avrà tagliato in pezzi, non avrete alcun rimpianto e i vostri nomi verranno ricordati per i millenni a venire. La morte arriva per tutti, fratelli miei. È un prezzo che il Creatore esige, per averci donato la vita. La vita di ognuno di noi è stata diversa, certo, ma è il modo di morire che conta. Io vi giuro che non scapperò mai. Io vi giuro che rimarrò al vostro fianco fino all'ultimo istante, come un padre amorevole con i suoi figli. Io vi giuro che accoglierò con voi la morte, a braccia aperte come si accoglia una vecchia amica che si presenta un po' troppo presto all'appuntamento. Perché questo...QUESTO È IL PREZZO DA PAGARE PER LA LIBERTÀ!!»

L'urlo di centomila uomini pronti a pagare quel prezzo, il prezzo più alto, per il loro ideale, si alzò in cielo in un boato assordante. Il terreno tremò, l'aria vibbrò, mentre in molti dell'esercito repubblicano deglutivano affannosamente davanti a tanta ferocia.

Arthiom sorrise di buon gusto. Erano pronti. Lui era pronto.

La Battaglia Finale poteva iniziare.
 

 
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Un urlo disumano si innalzò dal torrione di Hidar. "Anche loro sono pronti..." pensò Ub. Non ascoltò il discorso di Zatron, il Generale dell'esercito repubblicano. Era bravo in battaglia e carismatico, certo, ma il loro spirito non sarebbe mai stato all'altezza di quello dei rivoluzionari, pronti a perdere tutto per la loro causa. E un po' questo lo temeva.

«...quindi miei compagni e amici, Per l'Ordine Galattico...ALL'ATTACCO!» l'ordine era arrivato, l'esercito Repubblicano si mosse contro le porte di Hidar.

Il primo assalto fu un massacro, le difese di Hidar erano incredibili, gli scudi energetici resistenti e i cannoni al plasma potenti. La prima linea fu distrutta, gli unici sopravvissuti erano loro, Ub e Kogu, impegnati a destreggiarsi tra i numerosi proiettili di energia.

 «Ub maledizione occupati di quello scudo!» strillò il Generale Zatron passandogli di fianco a mezz'aria. Ub guardò truce il militare. Non gli piaceva prendere ordini. Con uno sbuffo Ub attivò il Kaioken. La potenza venti sarebbe stata più che sufficiente.

«Ka....me....ha.....me.....HA!» il suo colpo si infranse contro lo scudo energetico contrastandone la potenza per un po', finché la struttura difensiva non crollò e il colpo di Ub venne annullato.

«Ben fatto vecchio!» lo schernì Kogu mentre iniziava il confronto diretto contro i soldati Rivoluzionari. I combattenti della rivoluzione non erano grandi esperti, anche gli ufficiali non erano all'altezza di Kogu e Ub neppure nella loro forma normale sebbene le armi energetiche di cui disponevano non erano da poco.

«Kogu ricordati che il nostro obbiettivo è lassù!» gli ricordò Ub facendo cenno con il capo verso la Grande Torre dove si trovava Arthiom.
Ci misero molto per superare le fila nemiche a tutta velocità, il fatto che tutti potessero volare tramite capacità spirituali o nuove tecnologie di certo non aiutava, ma una ventina di minuti dopo erano finalmente lì, nella sala di comando. Lui, Arthiom, li aspettava.

«Sei arrivato finalmente Ub...ti aspettavo ansiosamente...non è un onore di tutti i giorni potersi confrontare con un guerriero leggendario del tuo calibro» disse l'uomo, anche se più che un uomo sembrava un ragazzino.

«E questo sarebbe Arthiom? A me sembra poco più grande di me!» disse Kogu, che aveva da poco compiuto sedici anni.

«Non farti ingannare dal suo aspetto, mio giovane allievo...è un cyborg, conserva le sue fattezze giovanili ma la sua mente ha più di trent'anni..» spiegò il moro guerriero.

«Non lo trovi curioso Ub?» disse il Rivoluzionario ignorando del tutto l'allievo del moro «Tu, l'Eroe Errante, contro Me, l'Eroe Caduto...potrebbe essere il titolo di un racconto...ahahah» rise, ma con una risata isterica e tutt'altro che spontanea. Poi tornò serio come prima «ma ora basta con i convenevoli...fatti sotto!» l'uomo, o quasi, si era messo in posizione di combattimento.

Lo stesso fecero Ub e Kogu, prima che Arthiom si lanciasse come una furia contro il più vecchio dei due impattando contro il suo braccio. "Ha una potenza incredibile!" pensò Ub, attivando subito il Kaioken con una potenza di cinquanta volte quella normale. Sin dall'inizio la battaglia fu tra loro due, Ub e Arthiom, mentre Kogu assisteva dall'esterno senza riuscire ad intervenire benché ci provasse con qualche colpo andato a vuoto. Sembrava che il cyborg non si preoccupasso proprio di lui. Come si permetteva! Certo doveva essere un avversario formidabile per aver costretto il suo maestro ad utilizzare il Kaioken Cinquantesimo sin da subito, ma lui non era da meno. I colpi dei due si susseguivano potenti iniziando a ledere la struttura della torre.

«Non ti azzardare...ad IGNORMARMIII!!!» con un grido di rabbia Kogu esplose la sua energia trasformandosi in Super Saiyan prima di scagliarsi contro un sorpreso Arthiom e colpirlo al volto con un pugno.
«Kogu fatti da parte» disse Ub, che dopo aver trovato un avversario di potenza non indifferente con cui scontrarsi non aveva alcuna intenzione di condividerlo con altri. Ma Kogu non era un tipo facile da convincere.
«Te lo sogni, ci penso io al nonnino ringiovanito!» disse prima di lanciarsi contro il cyborg. Ub però non poté fare a meno di notare lo sguardo sorpreso del Rivoluzionario rivolgersi prima ai suoi capelli dorati e poi...al suo fondoschiena? Che...cercasse la coda?
"Impossibile non può sapere dei Saiyan" convenne Ub prima di lanciarsi ad aiutare il suo allievo.

La potenza di Kogu non era troppo distante da quella di Arthiom, in fondo, ma l'esperienza del secondo sul campo di battaglia era considerevole e sapeva sfruttare tutte le armi del suo corpo cybernetico al meglio. Una serie di pugni del Saiyan colpì il cyborg, prima che i suoi propulsori lo portassero in aria e una raffica di proiettili super perforanti investissero il giovane allievo di Ub. La reincarnazione del demone rosa però si era già portata alle spalle del rivoluzionario colpendolo con un potente calcio alla schiena. Utilizzando i propulsori sulle mani, Arthiom riuscì a non schiantarsi al suolo, ma anzi a schivare per un soffio il colpo energetico di Ub."Questo ragazzo non è potenzialmente un mostro, ma combatte divinamente!" Ub aveva iniziato ad assaporare il gusto della battaglia e di nuovo il confronto si spostò su loro due. Gli avambracci metallici del rivoluzionario si scontrarono ripetutamente con quelli del moro prima che un calcio mozzasse il fiato a quell'amasso di bulloni spedendolo contro una parete.

«Energy....Sphere!» un concentrato di energia di colore blu su formò sul palmo della mano del Saiyan, una sfera dal diametro di una decina di centimetri, prima che la stessa impattasse contro il petto del Cyborg ingigantendosi e raggiungendo un diametro di cinque metri buoni. Il corpo di Arthiom venne nuovamente scagliato contro la costruzione perdendosi tra i rottami.
«Bel colpo Kogu!» si complimentò Ub con il suo allievo.
«Suvvia, sai meglio di me che posso fare molto di meglio!» rispose con la sua solita arroganza il ragazzino. Lo sguardo di Ub era però concentrato. Il cyborg era sparito. Fuggito? Impossibile, non avrebbe mai abbandonato i suoi uomini. Ma essendo fatto prevalentemente di metallo era impossibile percepire la sua aura, e questo creava parecchi problemi.

«Tieni gli occhi aperti moccioso, ora ci sarà da divertirsi!» disse Ub, subito prima che dei missili comparissero praticamente dal nulla sfondando un muro e dirigendosi proprio verso di lui. Provò a schivarli ma questi lo seguivano ad incredibile velocità, costringendolo a parare il colpo non senza difficoltà.
«Ahahah ti ha arrostito eh? Credo proprio che quello che dovrebbe tenere gli occhi aperti sei t-» le parole del Saiyan furono interrotte dal frastuono del pavimento che si sbriciolava sotto i suoi piedi per lasciare uscire il pugno del cyborg che centrò in pieno stomaco Kogu mozzandogli il fiato. Arthiom aprì il palmo della mano, ancora a contatto con l'addome del ragazzo, ed un potentissimo raggio di energia investì il giovane.
«Merda Kogu!» la potenza di quel colpo era incredibile, certo magari non avrebbe ucciso il suo allievo, ma Ub era comunque preoccupato per le sue condizioni.
"Quello stupido moccioso non mi ascolta mai, e queste sono le conseguenze!" i due avversari si guardarono negli occhi. Di Kogu non c'era alcuna traccia. Pochi istanti ed entrambi svanirono alla vista di qualunque normale essere umano, prima che ad ipervelocità i loro colpi si scontrassero con incredibile intensità, dove la sola onda d'urto dei loro colpi faceva vibrare l'intera struttura.

Nuovi missili ad inseguimento vennero lanciati dal cyborg, neutralizzati dal ki di Ub, prima che il rivoluzionario estraesse una lama dal suo polso ed iniziasse a combattere armato. "Maledizione non ho la forza per oppormi a quella lama, se continua così sarò costretto a potenziare il mio Kaioken!" non che gli dispiacesse, ma semplicemente apprezzava di più uno scontro con un po' di suspance, ecco.
«Perdonami Ub, non ho mai avuto nulla contro di te, ma in questo momento rappresenti un governo corrotto e che agisce solo per i suoi interessi, e per tanto ti eliminerò!» Arthiom era teso, impaurito, sapeva bene che la potenza del suo avversario era ben oltre quella che dimostrava in questo momento, perciò doveva finirlo prima che aumentasse la sua forza. Con un raggio di energia costrinse Ub a spostarsi verso destra, così il biondo si lancio con il polso destro, armato di lama, pronto a penetrare nel cuore del suo avversario. L'angolazione era giusta, la velocità pure. Lo sguardo di Ub tradiva sorpresa, avrebbe dovuto attivare immediatamente il livello successivo del Kaioken per evitare di venire ucciso.

«Ehi rottame ambulante, non ti scordare di me!» Kogu era comparso sulla destra del cyborg, sorpreso da quell'apparizione, mentre nel palmo della sua mano destra questa volta si formava una sfera di energia dal diametro di circa trentacentimetri. «Energy ORB!» la versione potenziata dell'Energy Sphere si schiantò contro la spalla del rivoluzionario con una potenza incredibile, ingigantendosi fino a raggiungere un diametro di venti metri costingendo anche il suo maestro a proteggersi per evitare di venire coinvolto seriamente nel colpo. Colpito di sorpresa, Arthiom non fu in grado di deviare la potenza incredibile del colpo che scaricò in pieno sul suo braccio metallico riducendolo in frantumi mentre lui veniva scagliato a decine di metri di distanza nell'ampio salone della torre.

«Haha, l'ho fatto secco! E ti ho anche salvato il culo vecchio, credo che dovresti dirmi grazie!» si pavoneggiava il Saiyan. Ub rispose con un sorriso.
«Che dire, sei stato bravo...ma non credo proprio che tu l'abbia tolto di mezzo!» disse il maestro indicando il cyborg che senza un braccio si rialzava a fatica. Arthiom era sconfortato, impaurito. La battaglia là fuori ancora infuriava, e se lui non fosse riuscito a trattenerli ancora per un po' il loro intervento avrebbe reso vani tutti i loro sforzi.
«Io...Io non vi lascerò andare via da qui!» disse stringendo con forza l'unico pugno che gli era rimasto.
"Che forza di volontà....purtroppo però per te è finita ormai" pensò Ub.
Poi quella sensazione. Quell'aura, così vicina. Possibile che non aveva avvertito un tale potere avvicinarsi? Non che la potenza di quell'individuo che dalla penombra si avvicinava ad Arthiom fosse esaltante, ma la sua aura aveva un qualcosa di incredibile. Era terribilmente selvaggia, terribilmente iraconda e aggressiva.

«Arthiom, caro Arthiom...come ti sei ridotto» l'uomo era ancora immerso nell'ombra delle rovine di quel luogo.
«Non avrei mai pensato che per qualche minuto di ritardo ti avessero conciato così...aaah si vede che ti ho sopravvalutavo» proseguì l'individuo.
«O forse eri tu che sottovalutavi loro, Drake» rispose con un sorrisetto il cyborg. Era evidente che provava ammirazione e rispetto per quell'uomo, ma nel contempo sembrava irritato dai suoi atteggiamenti.

Pochi passi, l'uomo uscì dall'ombra. Gli occhi di Ub si strabuzzarono per la sorpresa. L'uomo indossava una divisa che poche volte al moro era capitato di osservare, ma sapeva bene di cosa si trattava. Ma era impossibile che fosse uno di loro. D'altro canto per molti elementi non c'erano dubbi. Quello sguardo, quell'aura, e soprattutto quella....coda. Quell'uomo era un Saiyan.
Un sorriso teso si dipinse sul volto dell'eroe errante.
"Ultimamente sembra che i Saiyan spuntino come funghi" scherzava dentro di sé, ma a dirla tutta era piuttosto preoccupato.
«Tu devi essere Ub immagino...la tua aura è impressionante» disse il Saiyan avvicinandosi al moro.
«Ehi Tu, si può sapere chi diavolo sei?» Kogu gridò stizzito, quei tre avevano iniziato a conversare come se si trovassero ad un simpatico Teà party ignorandolo del tutto.

Lo sguardo di Drake si posò su quel ragazzino dagli occhi verde acqua e i capelli dorati ritti in testa.
«Tu...tu sei ancora vivo?» la sorpresa dell'uomo era, se possibile, addirittura maggiore a quella di Ub, il quale nel frattempo aveva iniziato a creare qualche possibile collegamento tra quell'uomo e il suo allievo. E nessuno di quelli gli era piaciuto.
«Certo che sono vivo, ma si può sapere chi sei tu?» disse Kogu indietreggiando, mentre l'uomo si avvicinava pericolosamente.

Il Saiyan sorrise.

«Io sono tuo padre».
   
 
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