Crossover
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Autore: Evil Ulquiorra    07/10/2015    8 recensioni
ATTENZIONE,CONCORSO IN ATTO! STORIA CON PERSONAGGI A SCELTA DEI LETTORI. Ogni circa sessant'anni,in una cittadina del Giappone chiamata Fuyuki,ha luogo un conflitto dalle proporzioni nefaste: la Guerra del Santo Grall. In questa guerra, sette maghi chiamati Master sono accompagnati da sette Spiriti di Eroi passati: i Servant. L'unico scopo del conflitto è contendersi il Sacro Graal, che si dice possa esaudire un desiderio, qualunque esso sia, al vincitore. Dieci anni dopo la quarta guerra,finita in un incendio che distrusse gran parte della città,un malfunzionamento del Graal genera un conflitto totalmente inaspettato. 49 maestri vengono convocati a combattere,ciascuno dotato di un servant proveniente da una realtà alternativa.( LEGGETE PER SCOPRIRE LE REGOLE)
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La nuvola di polvere di  si dissolse nell’aria. Akiah aprì leggermente gli occhi e iniziò a tossire.
Si guardò intorno.
Nella zona sembrava non esserci anima viva. C’era solo uno fischio acuto che le martellava costantemente il timpano ,senza mai accennare a fermarsi. Si mise le mani sulle orecchie e il suono cessò ,per poi ricominciare non appena se le tolse dal capo.
Era confusa. Confusa e spaventata. Aveva visto l’attacco scendere su di lei eppure era ancora viva.
Poi ricordò: qualcuno l’aveva salvata!
Si girò in direzione delle macerie. Kurumi stava al centro del cortile, visibilmente ferita, il sangue gocciolante dai vestiti. Nonostante questo, aveva il volto chiuso in un sorriso divertito. Castiel era affianco a lei, completamente indenne, lo sguardo fisso nei confronti di Ulquiorra.
Questi compì un passo in direzione della coppia, gli occhi posati sulla figura dell’angelo. La creatura non si lasciò intimidire e lanciò un incantesimo .
Il proiettile di luce bianca attraversò l'aria con un sibilo prolungato ma venne prontamente deviato da un rapido gesto dell’avversario.
Ulquiorra levò la mano destra e un getto di luce verde sfrecciò in direzione dell'angelo, che si voltò e svanì in un guizzo del cappotto .Per alcuni secondi l'immagine dell'uomo venne sostituita da una figura distorta e innaturale che ,come un vortice nero, si materializzò alle spalle del lancer.
Ulquiorra non si scompose e sparò contro Castiel un altro cero, ma lo mancò e colpì invece un albero al centro del giardino che, dopo aver preso fuoco, esplose in una miriade di schegge e frammenti. Il saber mosse appena la mano sinistra. Ne scaturì un incantesimo così forte che ,al suo passaggio, Akiah potè sentire l'ondata di calore scavargli nella superficie della pelle. Stavolta, per respingerlo, l’arrancar fu costretto a evocare dal nulla una scintillante spada argentea. Il proiettile, quale che fosse, non provocò danni visibili alla protezione, ma ne trasse un rintocco assordante, molto simile a un gong.
Un altro zampillo di luce verde scaturì dall’indice di Ulquiorra. L’angelo compì una rapida piroetta su se stesso, evitando il colpo, ed estrasse una spada ,muovendola in avanti a imitazione di una frusta. Una lunga fiamma sottile partì dalla punta e volò in direzione dell'avversario. Questi porse ambe le mani in un movimento quasi di preghiera e le allargò come per respingere l'incanto. In effetti ,l'effetto del gesto fu proprio quello poiché la casa iniziò a tremare, una volta che l'onda d'urto ebbe dissolto le fiamme nel vuoto del giardino.
Un fiotto di luce verde sgorgò dalla mano di Ulquiorra, mentre uno di luce bianca esplodeva da quella di Castiel: s'incontrarono a mezz'aria e ,all'improvviso, il braccio dell’angelo prese a vibrare come percorso da una corrente .La mano sinistra gli si serrò attorno: nemmeno volendo l'avrebbe potuta lasciare...e un sottile raggio di luce ora univa i due corpi, ne verde ne bianco ma di un coloro ugualmente chiaro, quasi al pari di un raggio di sole. E Akiah, seguendo il raggio con sguardo attonito, vide che anche le lunghe dita bianche del lancer stringevano una spada che tremava e vibrava.
In quel momento, saette e scarica di natura elettrica iniziarono ad aleggiare per la zona, sollevano cocci in ogni direzioni.
Scoppi e rintocchi risuonarono per tutta la lunghezza della villetta , mentre le finestre andavano in frantumi ,riversando pezzi di vetro sulle assi del pavimento.
Castiel iniziò a indietreggiare e sentì la schiena accasciarsi contro la parete più vicina. Emise un sibilo prolungato e iniziò a roteare il braccio in rapide e veloci contrazioni a spirale.
Entrambi gli attacchi assunsero la forma di una tromba d'aria ,nera come la pece, ed esplosero in una miriade di granelli.
Si udì un battito d’ali.
La coppia di spiriti scomparve nel nulla, per poi incontrarsi a mezz’aria, le spade volte l’uno nei confronti dell’altro.
Poi,il cielo divenne un continuò rimbombo di scoppi e onde d’urto.

  opening : https://www.youtube.com/watch?v=39K8r9Lt3wk

Le creature del buio - parte 1

Forte. Questo era l’unico aggettivo in grado di descrivere il berseker. Una macchina da guerra pura e semplice.
Klaus affondò il pugno lungo il fianco del rider. L’uomo in questione evitò l’attacco per un pelo. L’intera scalinata cominciò a inclinarsi sotto la pressione derivata dall’onda d’urto.
Il vampiro compì una rapida steccata con la spada, cercando di dilaniare la figura dell’alieno. Questi si piegò all’indietro, perdendo un ciuffo di capelli nel processo.
Scattò in avanti, utilizzano il ginocchio per deviare un secondo affondo . Tuttavia, l’originale non aveva intenzione di perdere terreno così facilmente e gli diede un pugno. Il rider sbattè violentemente contro un albero, con il sapore del sangue che  gli riempiva la bocca e la gola, ma rimase in piedi.
Klaus chiuse il volto in un sorriso divertito
<<  Però,per essere un servo della classe cavliere, te la cavi piuttosto bene nel corpo a corpo>>
L’alieno sorrise a sua volta
<< E non hai ancora visto niente>> ridacchiò.
Balzò in avanti.
Il tempo parve rallentare. Klaus saltò anch’egli, protraendo la lama.
L’uomo prese un respiro profondo
<< Primo: inibire il bersaglio>>e così fece.
Utilizzò il cacciavite sonico per disarmare l’avversario
<<  Poi, bloccare gancio alla cieca>>continuò.
Nel tentativo di afferrare l’arma,il vampiro compì una rapida rotazione su se stesso, il braccio issato al livello del volto. Il rider riuscì a deviarlo con un rapido taglio della mano sinistra
<< Opporre un diretto alla guancia sinistra>>
Il pugno attraversò il vuoto dell’aria come un colpo di pistola, andando a infrangersi lungo il volto della creatura
<< Scombussolare>>
Allargò ambe le braccia e, poco prima che il berseker potesse riprendersi dal colpo, schiaccio le mani attorno al cranio dell’essere, inclinandone le articolazioni fisse
<< Inebetito, sfodererà un contraccolpo micidiale. Sfoderare blocco di gomito>>
Klaus balzò in avanti, compiendo un ulteriore affondo. Il servo utilizzò il braccio destro per deviare l’assalto, utilizzando un ulteriore pugno per farlo indietreggiare.
<< Bloccare sinistro bestiale e indebolire mascella>>
Altri due colpi alla testa risuonarono nelle profondità del tempio
<< Ora…frattura>>
Il calciò affondò lungo il ventre del berseker, costringendolo a compiere un balzo all’indietro. Si riparò con un braccio, ma l’alieno lo colpì al gomito e glielo spezzò, poi alla testa, mandandolo a sbattere contro un albero.
Quando il vampiro si ricompose, il braccio aveva una piega strana. Stava già guarendo e le ossa avevano appena cominciato a ricomporsi sotto la pelle.
Appena un minuto dopo, il vampiro era tornato come nuovo.
Volse la propria attenzione nei confronti del dottore e questi emise un sospiro rassegnato
<< Così non vale, però>>

                                                                                                                        * * *

 

Malefica non perse tempo e corse all’interno del monastero. Una volta giunta nella camera cerimoniale, volse la propria attenzione nei confronti del master
<< Caster, c’è qualche problema?>>domandò l’uomo ,il volto adornato da un leggero cipiglio.
La strega annuì di rimando
<< Maestro, siamo sotto attacco. Dobbiamo evacuare subito>>
Soichiro annuì comprensivo, volgendo la propria attenzione nei confronti di un’anziana signora alle sue spalle
<< Konoka, prendi Issei e suo padre. Ci ritroviamo davanti al parcheggio entro cinque minuti>>
E poi accadde. Un forte rumore risuonò nel silenzio.
La bottiglia da cui la donna stava bevendo gli esplose in mano. Spaventata ,Konoka fissò i frammenti di vetro e la preziosa bevanda che ora gocciolava dal suo palmo aperto. C’era del sangue sul suo collo, dove alcune delle schegge l’avevano colpita.
Il soffitto esplose.
Le dita che affondarono nell’apertura erano enormi, potenti e metalliche. Afferrando una frastornata Konoka,la sollevarono oltre il foro del tetto.
Correndo verso la porta principale, un uomo volse lo sguardo in direzione di malefica urlò
<< Maledetta ! Sei stata tu a portarlo qui!>>
Spezzando un altro punto del tetto che cedeva sempre più rapidamente, un secondo artiglio meccanico mancò l’accusatore ma agguantò un altro uomo che correva per il corridoio.
Malefica non ebbe bisogno di dire al suo master di iniziare a correre. Stavano già fuggendo come gazzelle verso l’entrata. Intorno a loro c’era il caos, mentre i residenti rimasti si sparpagliavano in cerca di una qualsiasi altra uscita e i due artigli cercavano altre prede.
Una volta usciti dall’edificio, la donna e l’uomo si girarono per inquadrare il nemico. Vera meraviglia meccanica, la macchina era molto più alta e grossa di un uomo.
Braccia e gambe potenti spuntavano dal suo corpo, insieme a un assortimento di sensori. Solo alcuni di essi controllavano i dintorni attraverso il normale spettro visivo ; altri sfruttavano gli infrarossi e gli ultravioletti. Le membra di uno scintillante metallo scuro cingevano Konoka e l’altro prigioniero in una morsa feroce.
Le persone fuggivano urlando in ogni direzione. Molte corsero verso un parcheggio pieno di veicoli, alcuni dei quali erano stati faticosamente ripuliti e aggiustati.
Sporgendosi sulle gambe dritte come travi oltre il tetto sfondato del tempio, il knightmare lanciò contro i veicoli una potente scarica che li tramutò in un’abbagliante palla di fuoco. L’uomo e i suoi compagni morirono all’istante.
Kurumi e Akiah volsero lo sguardo nei confronti del nuovo arrivato
<< Chi sei?!>> esclamò la master, ricevendo l’attenzione del robot.
Dalla cabina di pilotaggio, ne uscì una voce maschile
<< Il mio nome è Jeremiah Gottwald, comandante dell’armata di Lord Zero e voi, signore, avete un GROSSO problema>>
Porse la mitragliatrice in avanti e sparò.
La strega e Kurumi rotolarono insieme dietro a una delle colonne presenti nel porticato del giardino,mentre un tripudio di proiettili di grosso calibro polverizzava il terreno dove si trovavano fino a un secondo prima.

Lo spirito chiuse il volto in un sorriso predatorio

<<  Ara ara, Jeremiah-san, nessuno ti ha mai detto che una signora non si tocca nemmeno con un fiore ?>>
Alzò il braccio destro
<< Vieni fuori…ZAKIEL! >>
E poi apparve. Un enorme orologio vittoriano, grande quanto un macchina, si materializzò dal nulla alle spalle della giovane.
Il servo estrasse un paio di pistole da sotto il vestito, puntandosene una alla testa
<< Dalet>> sussurrò.
Il colpo sembrò attraversarle il cranio, eppure, non una sola goccia di sangue colò lungo il terreno fangoso. Al contrario, le ferite sul corpo dell’assassin cominciarono a rigenerarsi, così come gli strappi presenti sull’abito astrale.
Il robot sparò di nuovo.
Kurumi non perse tempo e porse il moschetto in avanti, puntandolo in direzione della raffica
<< Zayn>>
La massa di proiettili si fermò a mezz’aria, dando alla giovane il tempo di scansarsi.
Visibilmente sorpreso dalla svolta degli eventi, Jeremiah tentò un nuovo assaltò. Qualcosa atterrò sulla fiancata del robot, attirando l’attenzione del pilota.
Sulla schiena della macchina, aveva appena preso posto la figura di Katniss Evergrenn
<<  Non permetterò il massacro di innocenti>>dichiarò questa, sfilandosi l’arco dalla spalla. Il servo  puntò una freccia contro una delle braccia metalliche e sparò un colpo. L’esplosione fu istantanea, e mandò in tilt l’arto del frame. Nonostante l’uomo cercasse di scrollarsela di dosso, l’archer riuscì a evitare ogni colpo, schioccando un altro paio di attacchi lungo il telaio del mecha, procurandogli ingenti danni .
La patriarca della famiglia Toho fissò il tutto con fare incredulo.

<< Akiah, sono tornato!>>
Il suono di quella voce attirò l’attenzione della master.
Si voltò, prendendo una rapida occhiata del nuovo arrivato
<< SHIKI…tu hai organizzato questo?!>>
<< Avete indovinato, signora!>>esclamò il vampiro, il volto chiuso in un sorriso folle.
La strega strinse ambe le palpebre degli occhi
<< Perché? Perché lo stai facendo ?!>>
Il mezzo demone ridacchiò, visibilmente divertito
<< La voce me l’ha promesso. Una volta finita questa guerra…saremo di nuovo una famiglia>>
<< Non ti perdonerò mai, per tutte le persone che hai ucciso>>ribattè l’altra, il tono di voce freddo e distaccato.
Al sentire tali parole, il progenitore si fermò di colpo, assumendo un’espressione indifferente
<< Chaos…sistemali>>ordinò.
In quel preciso istante, una tigre nera come la notte, seguita da una decina di cani ,fuoriuscì dalle ombre, cominciando a correre in direzione di Kurumi.
Poco prima che potessero proseguire oltre, tuttavia ,una lunga serie di esplosioni rieccheggiò nelle profondità del parco. Le creature vennero ridotte ad un ammasso di poltiglia informe, mentre profondi crateri segnarono il passaggio in cui gli attacchi le avevano colpite.
La coppia di adolescenti si voltò.
Di fronte a loro, il volto chiuso in un sorriso fiducioso, vi era la figura di Jack Sparrow, la mano destra saldamente tenuta attorno all’elsa di una spada.
Attorno a lui, sollevati a mezz’aria, centinai di cannoni cominciarono a prendere forma, grigi e lucenti alla debole luce della luna
<< Signore, vi consiglio di andarvene>>commentò l’uomo, prima di schioccare le dita. Un’altra serie di colpi attraversò il vuoto del cortile.
Alcuni degli attacchi andarono a infrangersi contro il knightmare di Jeremiah, permettendo ad archer di allontanarsi.
Il robot venne sbalzato all’indietro, finendo contro la parete opposta del traliccio.
Il resto delle palle di cannoni venne diretto contro SHIKI, che fu costretto a teletrasportarsi .
Kurumi volse la propria attenzione nei confronti della master
<< Propongo di ritrarci, Akiah-sama. Lasciamo pure che si scannino tra loro>>
<< Oh,no ,non  lo farete>>ridacchiò una voce, in cima al tetto del monastero.
Il gruppo di figure alzò lo sguardo, appena in tempo per vedere l’immagine di un uomo materializzarsi dal nulla al di sopra della copertura, il corpo adornato da una corazza di colorazione verde. La testa era ornata da un bizzarro copricapo dotato di corna, mentre, nella mano sinistra, teneva saldamente l’alabarda di uno scettro dorato dalla punta fluorescente.
Il servo compì un inchino beffardo
<<  Mi presento, sono Loki, servo caster di questa guerra>>
Affianco a lui,si avvicinò la figura di una persona che Akiah conosceva molto bene.
La strega dilatò le pupille, visibilmente scioccata
<<  Koaku>>sussurrò, ricevendo uno sguardo vuoto da parte della cameriera. Questa alzò la mano destra, mostrando i sigilli di comando
<< Kurumi…uccidi tutti i presenti>>
E poi accadde.
Si udì uno sparo. Katniss non ebbe neanche il tempo di reagire. Il proiettile le attraverso il cuore, uccidendola all’istante. Il corpo dell’archer cominciò a smaterializzarsi ancora prima di toccare terra.
Sia Akiah che rider si voltarono, gli cocchi fissi nel punto da cui era partito l’attacco. Kurumi volse la propri attenzione nei confronti della coppia.
E poi, partirono altri spari.


Le creature del buio - parte 2

Kirito calò la spada dall’alto verso il basso, deviando un pugno da parte dell’avversario e l’affondò di punta contro il suo stomaco. E gridando gli impresse la forza di tutto il suo peso, spingendo il servo contro una colonna. Il corpo dell’assasin cedette, e il prana gli schizzò dalla bocca con un  rantolo soffocato.
Il fuoco gli corse lungo il busto.
L’adolescente si scostò, osservò la creatura che grugniva.
Più in la, Ghost decapitò con la catena un altro degli agenti, che ancora correva mentre cadeva all’indietro ,al centro del passaggio tra la metropolitana e io banchi.
Senza staccargli gli occhi di dosso, Kirito infilò la mano sisnistra nella tasca della giacca e tirò fuori un pugnale, lanciandolo in direzione degli assalitori.
Uno di loro se ne accorse e lo afferrò a mezz’aria.
Affianco alla coppia, Aozaki combatteva e intanto cercava di capire come stessero andando le cose.
Male.
All’inizio i servi erano almeno il doppio. Ora, dalla dozzina di agenti che avevano eseguito Kirito e Ghost ,capì che qualcosa non andava. Erano circa il triplo. 
Si voltò, una coppia di assassin cominciò a disperdersi in polvere. Un ‘altro giaceva su uno dei blocchi, sdraiato come un barbone su una panchina, un braccio rilasciato fino a terra, il prana che colava lungo l’arto fino a disegnare un bizzarro test di rorshark sulle piastrelle. E sotto i suoi occhi Ghost ne uccise un quarto, dividendolo a metà con un fendente rabbioso, che dalla spalla lo aprì fino al ventre. Ed erano trascorsi quanti minuti?
Il pavimento tra le file delle panchine e l’entrata dell’ascensore più vicino era rosso di sangue e disseminato di corpi. Eppure, continuavano ad arrivare. Senza mai fermarsi, come un’onda di maremoto. E intanto, la coppia di servi cominciava a diventare stanca. I loro gesti erano lenti per la fatica, ma meno impacciati, più fluidi, gli attacchi più letali.
Kirito, nel frattempo, balzò in avanti. E non contavano la stanchezza che gli incurvava le spalle, ne la voglia di fuggire dove quella realtà devastante sarebbe sembrata solo un incubo.
Aggiustò la presa sulla spada, sbuffò per allontanare dagli occhi una ciocca umida di sudore e cercò il prossimo nemico.
L’assassin sollevò la pistola e sparò un paio di colpi. Lo spadaccino riuscì a intercettare ogni pallottola. Il servo colpì un balzò in avanti e calò l’arma verso la testa del saber, ma Kirito afferrò l’elsa per l’estremità e bloccò la traiettoria del colpo.
Subito, l’agente Smith ritirò il braccio e lo usò per disegnare un arco parallelo al terreno, all’altezza del suo stomaco. Lui saltò all’indietro, e il pugno lo sfiorò. Le nocche tagliarono la giacca, come se fossero fatte d’acciaio.
Ora di contrattaccare, pensò.
Kirito mirò al braccio, ma l’assassin si spostò rapido, con la pistola che compiva un arco, per poi avvicinarsi come a rallentatore.
Ma prima di colpirlo, cozzò contro la catena di Ghost.
  
                                                                                                                      * * *

Malefica corse lungo il corridoio che conduceva all’uscita del tempio, seguita dalla figura del proprio master.
In quel preciso istante, un suono di passi attirò l’attenzione dell’uomo.
Si fermò, seguito dalla strega. Questa volse all’insegnate un’espressione visibilmente confusa
<< Soichiro-sama?>>
Si udì un sibilo e il corpo del mago venne tagliato in due, sotto lo sguardo attonito della donna
<< No!>>
Questa balzò in avanti, nel tentativo di soccorrere l’uomo, ma venne prontamente interrotta da un secondo attacco.
La spada di Akame le attraversò il ventre nella frazione di un secondo, facendola crollare a terra.
La strega tossì sangue, l’attenzione rivolta nei confronti del cadavere che giaceva ad appena un paio di passi da lei
<< Maestro…>>sussurrò, prima di puntare lo sguardo nei confronti dell’assassin
<< Perché?>>domandò, il tono di voce visibilmente rassegnato.
La samurai compì un passo in avanti
<< Ho bisogno del Grall per salvare i miei amici>>ribattè questa, alzando la katana al livello del volto
<< Niente di personale>>
e in quel momento, gli occhi di Malefica divennero rossi di rabbia. L’intero tempio risuonò in un ruggito.

                                                                                                                                        * * *

 

Ghost rider andò incontro ad uno degli agenti, a passi veloci.
Il servo si voltò a fissarlo. E lo attese.
Gli altri agenti si tenevano il più lontano possibile da lui e nessuno lo infastidì.
La creatura levò la pistola di fronte a se ,e sparò . Il rider balzò in avanti. Alzò la catena verso il volto dell’uomo. Ma invece di sentire la carne, incontrò la resistenza di un corpo di ferrò. L’agente aveva afferrato una sbarra di metallo. Entrambe le armi stridettero, mentre il l’uomo si scostava di lato.
Era veloce. Molto veloce, a dire il vero.
Il demone finì in avanti per l’impeto dell’assalto, ma riuscì a mantenersi in equilibrio. Si voltò d’istinto, perché non sapeva niente di scherma ma sapeva tutto del desiderio di uccidere, e infatti Smith tentò di affondarli un pugno nella schiena. Il rider si lasciò cadere e la mano gli passò davanti al viso.
L’uomo si protese in avanti e, nello slancio, strinse i guanti, la mano avvolta nelle fiamme, e lo colpì alla gamba, una,due volte, prima che l’assassin si ritrasse con una smorfia di dolore e odio, il volto sudato.
Lo spirito si rialzò, cercando uno spiraglio per attaccare di nuovo. Non si sarebbe fermato finchè non lo avesse visto devastato sotto i suoi colpi. Non era stanco. E non lo sarebbe stato per un po’. Non aveva paura, poiché lui non avrebbe mai potuto averne. Era Ghost rider,lo spirito della vendetta fatto a immagine e somiglianza del diavolo stesso. Morte e dolore reincarnate sotto un ‘aspetto fisico e tangibile.
L’agente attaccò con un affondo. Il demone lo deviò con il braccio destro, schiacciando le ossa dell’avversario contro il pavimento, la pietra che scricchiolava con un suono stridulo. Era l’occasione per un altro pugno; ma l’uomo gli afferrò il braccio, e mentre si guardavano, spalla contro spalla, dalle su dita iniziò a sprigionarsi una strana sostanza di colorazione argentea. E per la prima volta, dopo molti anni, Ghost rider provò dolore.
Il calore lo graffiò.Le mani di Smith calarono sulla sua faccia. Materiali, eppure bruciavano. Come il fuoco dell’inferno, fu lo scontatissimo paragone che gli venne in mente, ma forse non era così scontato, in quel caso.
Forse era adatto. Non si sarebbe stupito di scoprire che l'inferno contemplava qualcosa di molto simile a quello che lui stava provando ora. L’assassin era davanti a lui. Con una mano copriva gli occhi, eppure il rider vedeva: piastrelle scheggiate, quadratini bianchi e verdi che s’interrompevano per lasciare il posto all’intonaco mezzo scrostato e alle macchie di muffa. Tutte immagini chiarissime, eppure distorte ,quasi gonfie, come se stesse guardando attraverso un telo di plastica.
Ma il peggio  era la mano che gli copriva il naso e la bocca, e gli impediva di respirare.
Era rovente.
Non lo bruciava ma era come affacciarsi a sbirciare dentro una fornace. Lottò per togliersela di dosso. Le immagini si confusero:  si sentiva soffocare ed era solo in un corridoio, contro una colonna ardente. Smith sorrise. Presto avrebbe avuto un altro clone. E non un clone qualunque. Un rider! E fu allora, che la sostanza nera entrò sotto la sua pelle. Il demone si agitò per liberarsi, sbattè contro qualcosa con la schiena e la testa, ma quel calore appiccicoso come melma non se ne andava, simile a fumo di sigarette, che si attacca a vestiti e capelli.
Luce.
Tossì, con le fiamme e che lo accecavano insieme al sudore, scivolò sul pavimento lucido e Dio che dolore!
Poi l’aria fresca e umida tornò a riempirgli la gola e il naso, in un fiotto inaspettato.
L’oppressione lo abbandonò, anche se rimase il panico, martellante e confuso,  e quella viscida cosa che gli comprimeva la mente e si infilava ovunque si ritirò di colpo.
Si strofinò gli occhi con una mano, tutto ondeggiava come se avesse bevuto troppo: pareti e pavimento in prospettiva strana ,sangue schizzato per terra e… fiamme.
Le aveva addosso ,sulle mani, in un vortice aggressivo che lo bruciava . Ed erano blu.
Scomparvero così rapide da fargli dubitare di averle viste sul serio. Era riuscito a liberarsi.
Intorno a lui, l’intera zona era ridotta in cenere. Della figura di Smith nessuna traccia.
Si voltò.
Kirito stava combattendo contro un altro gruppo di avversari. Non perse tempo ed estrasse la catena, interferendo con un colpo da parte di uno degli assassin.
Affiancò il compagno, schiena contro schiena, seguito da Shirou e Aoko.
Intorno a loro ,i cloni cominciarono a circondarli.


                                                                                                                           * * *
 

La lunga lancia di Nuada scattò in avanti. Deathstroke parò la punta con  la corazza, deviò l'asta e andò al contrattacco, la grande spada che mandava  lampi.
Il lancer danzò lontano, illeso.
Di nuovo, la sua lancia scattò  in avanti. L’assassin cercò invano di spezzarla.
La lancia saettò di nuovo.  Il metallo strisciò contro il metallo. Il rosso scivolò sulla corazza del mercenario, squarciando la sovratunica e scavando un lungo solco scintillante nel grigio acciaio. L’elfo vibrò un rapido colpo al ventre dell’uomo.
Nessun effetto.
Deathstroke mulinò un fendente, ma mancò il bersaglio.
La lunga lancia scavalcò la sua spada.
Simile alla lingua di un serpente, sibilò avanti e indietro, avanti e indietro. Finta bassa, impatto alto, colpo all'inguine, allo scudo e agli occhi.
La feritoia nell'elmo dell’assasin era sottile, il che limitava notevolmente il suo campo visivo. Un vantaggio che Nuada stava sfruttando al massimo, assieme alla sua rapidità di movimenti e alla lunghezza della sua arma. Andò avanti in quel modo per quello che parve un tempo lunghissimo.
I duellanti si mossero sullo spiazzo avanti e indietro, a spirali strette, ampie e scalene. Il mercenario era rapido, agile quanto il suo avversario, e riuscì a ferirgli la spalla destra.
Una striscia di sangue si riversò sull’asfalto. L’assassin prese a falciare il vuoto e la lancia dell’elfo continuava a  cercare di colpirlo: braccio, gamba, due volte alla tempia…ogni affondo pareva del tutto invano.
Anche la corazza di Deathstroke incassò la sua parte di attacchi. Sotto tutti quei colpi, le cromature di rame cominciarono a riapparire sotto il disegno rosso e nero che l’aveva adornata fino ad’ora.
Di quando in quando, entrambi i servi grugnivano.
Una volta, Shiki credette di udirli imprecare, ma per il resto continuarono a combattere in un tetro silenzio, l’asfalto della strada che si spaccava sotto la forza delle loro onde d’urto. L’intera zona era diventata un campo di battaglia.
A pochi metri dalla coppia ,anche Max e Arcueid erano impegnati in un combattimento corpo a corpo. Nonostante l’avversario fosse la principessa dei veri antenati in persona,il rider era riuscito a mantenere una posizione di vantaggio per quasi tutta la durata dello scontro, utilizzando una lunga catena con gancio come arma.
Nel frattempo, sia Deathstroke che l’elfo continuarono a menare colpi.
Quella lancia era più lunga della lama dell’assassin di almeno due piedi, più che sufficiente per tenerlo a distanza. Il mercenario falciava ogni volta che Nuada attaccava, cercando di mozzare l’arma, ma era come cercare di mozzare le ali a una mosca in volo.
In quel preciso istante, un’altra freccia di Legolas andò a infrangersi contro la schiena dell’elfo, mandandolo a finire contro un muro.
Per i suoi attacchi, l’archer caricava l’arco attraverso un proiettile di mana ricavato direttamente dall’aria circostante.
Essere colpito da uno di quei cosi, equivaleva ad essere investiti da un treno in corsa.
Nuada sputò sangue e tento di rialzarsi, ma venne prontamente interrotto dalla spada di Deathstroke, che lo infilzò lungo il fianco, facendolo barcollare all’indietro.
Evitò un secondo colpo, compiendo una capriola a mezz’aria e atterrando vicino a Shiki, seguito da Arcueid.
Sia Max che l’assassin cominciarono ad avvicinarsi.
L’elfo volse la propria attenzione nei confronti del giovane
<< Maestro, non riusciremo ad andare avanti per molto. Siamo in inferiorità numerica… e con le spalle al muro>>sussurrò .
Lo studente deglutì leggermente, seguito da un ringhio da parte della vampira. Il servo prese un respiro profondo
<< Maestro, avrei preferito non usarla così presto, ma…chiedo il vostro permesso di usare la mia arma eccelsa>>
Visibilmente sorpreso dalle parole della creatura, l’adolescente non potè fare a meno di dilatare le pupille
<<  Procedi>>ordinò.
L’elfo annuì di rimando, chiudendo il corpo in una posizione di preghiera
<< Sono Nuada Un Rama, ultimo discendente della casata dei Balor, signore degli elfi e legittimo sovrano di questo mondo>>
La terrà attorno al gruppo cominciò a tremare, suscitando la sorpresa degli avversari
<< Faccio appello a coloro che ci Hanno protetto dalle ombre. Settanta volte settanta soldati. Anime guerriere…racchiuse in un corpo che non potrà mai invecchiare>>
Decine di figure iniziarono a fuoriuscire dall’asfalto. Corpi dorati e lucenti alla luce del mattino, grandi due volte un essere umano. Occhi rossi al pari del sangue, incastonati in un volto freddo come il metallo stesso
<< Vieni a me…ARMATA D’ORO!>>


Com'era ? Spero bello!!!
Per chi è un osservatore attento,saprà di sicuro a chi mi sono ispirato per lo stile di combattimento del Dottore. E sì,Zero è in grado di evocare non solo gli uomini che lo hanno servito,ma anche le armi utilizzate dai suoi sottoposti,robot da combattimento compresi.
Nel prossimo capitolo avremo il finale di tutti questi scontri, Max userà la sua arma eccelsa per combattere l'armata d'oro ( vediamo se indovinate di cosa si tratta eheh) e avremo l'arrivo di un nuovo personaggio che si unirà a Kirito e Ghost contro Smith. Riuscirà Kurumi a liberarsi dall'incantesimo mentale dell'infido Loki? Lo scopriremo nel prossimo capitolo !!!

 

  
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