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Autore: Mery Rose    07/10/2015    7 recensioni
Questa è una storia che mi fu raccontata parecchi anni fà. Non ricordavo quasi niente, ormai di quella storia, ad eccezione del finale. Così, ho deciso di lavorare di fantasia su tutto il resto, lasciando invariato il finale.
Spero che vi piaccia :3
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                Una Notte nel Granaio


Hank Sawier, aveva appena varcato il cancello in ferro battuto della vecchia fattoria della signora Miller.
Una mediocre tenuta affiancata da un vecchio mulino in disuso ormai da tempo, dispersa nel verde e oro dell'aperta campagna circondata da campi di grano che ondeggiavano liberi al vento che in quel momento, illuminati dalla luce del sole al tramonto, prendevano il colore del fuoco acceso.
La vecchia proprietaria, rimasta vedova da circa un anno, aveva deciso di ritirarvisi per passare li i suoi ultimi anni di vita aspettando di ricongiungersi con l'amato marito. Ma, da un po di tempo a questa parte, l'anziana donna aveva accusato diversi malesseri, per via di forti spaventi presi in seguito all'avvistamento di un presunto fantasma, che diceva aggirarsi per le vecchie stanze della villa. Ma il terrore più grande, lo ebbe quando passando per la porta semi aperta del granaio, intravide due occhi che la fissavano dal buio pesto del grande casolare. Alla fine, si scorpì essere niente meno che un povero gatto, intrufolatovisi all'interno.
Ma cosa aveva a che fare Hank Sawier, con tutto quello? Semplice.
La signora Miller, era una gran superstiziosa ed era più che convinta che il fantasma del marito la tromentasse dall'aldilà, per ripicche, forse, più vecchie di loro stessi.
E lui, essendo un grande appassionato di tutto ciò che riguardava il sovrannaturale, nonché giornalista di un'importante redazione giornalistica, non poteva certo lasciarsi sfuggire un'occasione come quella.
Essendo stato chiamato lì, come "cacciatore di fantasmi", si era calato completamente nel ruolo, e aveva deciso di accettare l'invito della singora a passare un'intera nottata all'interno del grande granaio del vecchio mulino ad acqua dove la vecchia donna aveva detto esserci "un'alta presenza demoniaca" o cose simili, per scoprire se effettivamente un qualche fantasma, infestasse quella residenza.
Era arrivato da circa mezz'ora, e già il cielo andava scurendosi sempre più, mentre una fresca brezza estiva soffiava facendo muovere leggermente la grande ruota del mulino, producendo il consueto cigolio.
Dopo una rapida occhiata in giro, si diresse senza esitazione verso la piccola villa antiquata, illuminata da alcune vecchie lampade ad olio sulla veranda. Non fece in tempo a mettere il piede sul primo scalino, che la grande porta di legno si aprì, rivelando una sagoma bassa e rotondetta.
La signora Annabhet Miller era un'anziana donna sulla settantina, con i capelli argentei castigati da un rigido chignon sulla nuca grossolana. I suoi occhiali rotondi, emanarono bagliori lucenti quando si fece avanti per vedere chi era la persona che stava per arrivare sulla soglia di casa sua. Subito un sorriso cordiale le scaldò i tratti severi.
<<Buona sera, signor Sawier. Grazie al cielo ha accettato il mio invito! Non sò cosa avrei fatto, se non fosse venuto ad aiutarmi con questa..."infestazione">> dise frettolosamente, portandosi una mano sul petto, all'altezza del cuore, mentre si guardava furtivamente intorno.
<<Non vi avrei rinunciato per nulla al mondo, signora Miller
>> rispose cordiale Hank, chinando leggermente il capo in avanti, essendo un tipo abbastanza all'antica. L'anziana annuì, respirando in fretta. Si vedeva lontano un miglio che la sua fisionomia le dava più di un problema e ora con questo fatto del fantasma, le cose non potevano che peggiorare.
<< Venga, le mostro il granaio. Vuole che le porti qualcosa da mangiare? Una coperta, o magari entrambe le cose?>> chiese, parlando a raffica, anche se sapeva bene che le costava un grosso dispendio d'aria per i polmoni.
Hank si affrettò a rispondere << Oh, non c'è bisogno signora Miller, grazie. Magari..se ci fosse una sedia e una lanterna con cui io possa vedere meglio...>>
<< Certo, certo...può trovarle già dentro, queste cose>> disse, aprendo la grossa porta in legno massiccio del granaio, e accendeva uno scarso impianto d'illuminazione, abbastanza rudimentale. Ne aveva visti davvero pochi in vita sua, ma questo li batteva tutti. Era molto imponente, con due piani e decisamente molto disordinato.
C'erano moltissimi attrezzi per l'agricoltura e l'allevamento degli animali e altrettanti erano i sacchi di grano e farina, disposti alla rinfusa lungo le pareti del grande granaio. Tutto intorno a terra, vi era paglia e foglie secche, portate dal vento e dal buco sulla soffitta, che faceva intravedere uno sprazzo di cielo, con le prime stelle della sera.
<<Bene...spero si troverà bene questa notte, per quanto possa valre. Verrò a controllare se abbiate bisogno di qualcosa, questa notte. Buona serata, signor Sawier>> disse la donna, affrettandosi ad uscire dal granaio, lasciando la porta socchiusa.
Hank respirò a fondo il profumo rustico e antico che aleggiava in quel vecchio casolare, prima di sedersi su di una vecchia sedia, portandosi di fianco la lampada ad olio. Prese carta e penna dalla sua borsa, e cominciò a trascrivere un approssimativo diario di viaggio, usando la sua vecchia 24'ore come appoggio stabile.

Ore 9:00
La vecchia signora mi ha appena accompagnato nel luogo in cui passerò questa notte. Si tratta di un grande granaio abbandonato da anni, ma ancora pieno zeppo di attrezzi utili alla campagna.
La signora dice che questo è il posto in cui vi sono state più apparizioni, quindi ho creduto opportuno trascorrere qui la mia prima notte, sperando di essere testimone di un qualche avvistamento più ravvicinato.


La serata sembrava trascorrere molto lentamente, ma Hank non sembrava curarsene, al contrario. Per passare il tempo, si mise ad osservare ogni singolo dettaglio di quel posto, che sembrava essere stato lasciato di fretta e furia, quasi come se fosse scoppiato un'incendio, improvvisamente. Ma il problema a quella teoria, era che non c'erano sengi di fuoco, o qualcosa di simile.
Il signor Miller, era un grande amante della campagna in cui era nato e vissuto, così decise, una volta aver trovato la fortuna nella grande città, che sarebbe tornato e avrebbe vissuto con la sua amata in questo magnifico rudere, ritrasformandolo in una bella residenza per le vacanze, o magari in un ostello per i viaggiatori.
Quel suo sogno però, non riuscì a realizzarlo. Non avendo avuto eredi, dopo aver comprato il terreno con il mulino e la piccola villa, morì improvvisamente, per cause del tutto sconosciute. Non era un uomo malato, nonostante la sua veneranda età. Sembrava decisamente più arzillo di un qualunque uomo della sua età.
Stava pensando a quelle cose, quando sentì il frusciare improvviso delle foglie degli aleri, fuori dal granaio.
Sicuramente è il vento, pensò Hank, mentre tornava con non curanza alla sua sedia di legno, osservando l'orologio che aveva al polso.

Ore 11:35
Il tempo sembra non voler passare mai e del fantasma neanche l'ombra, o un semplice movimento di tende o spostamento di oggetti.
La cosa comincia ad essere abbastanza esauriente, dal momento che le idee per ingannare il sonno ed il tempo, cominciano a venire meno.

La notte ormai era fatta e completa, fuori dal grande buoco sul tetto del granaio. Le stelle sbrilluccicavano lontane nel cielo scuro, e le fronde degli alberi che s'intravedevano, ondeggiavano ad un vento inesistente.
Stanco di aspettare oltre seduto su quella sedia scarna, decise di andare a dare un'occhiata al piano superiore. Salite le scale di legno leggermente instabili per via del tempo che le aveva consumate, si trovò su di un pianerottolo a mansarda, stipato di scatoloni di ogni genere e con bauli di anni passati, il tutto ricoperto da un notevole strato di polvere e ragnatele. Per Hank era difficile camminare dritto per via della sua altezza, così si piegò in avanti, avanzando a tentoni senza riuscire a vedere più in là del lieve fascio di luce che emanava la lanterna che aveva in mano.
La spostò di quà e di là, cercando come possibbile d'illuminare ogni angolo di quella soffitta, alla ricerca di qualcosa d'interessante che gli avrebbe occupato il tempo. Mentre passava la lampada davanti a sè, per l'ennesima volta, notò un luccichio che prima giurò di non aver affatto notato. Si avvicinò ad esso, assottigliando lo sguardo per riuscire a capire di cosa si trattasse, ma solo quando gli fu praticamente sopra, ne comprese la vera forma.
Si trattava di un piccolo cameo ovale d'argento riverso sul pavimento polveroso, riccamente inciso con diverse iscrizioni che all'apparenza sembravano non avere il minimo senso. Lo prese tra le dita della mano libera, osservandone la forma e le fattezze raffinate. Mentre l'osservava, notò che sul lato destro vi era un piccolo bottoncino che azionato, scattò aprendosi e rivelando due vecchie foto in bianco e nero.
Erano una donna dai capelli corti e mossi in un abito anonimo, e sull'altra facciata, c'era un uomo con grossi baffi neri, rivolti verso l'alto. Non ci volle molto, che Hank si accorse di un particolare abbastanza inquietante nella foto dell'uomo. Gli occhi di quest'ultimo sembravano dei pozzi neri, senza il bianco intorno all'iride e senza la minima tonalità di colore, benchè fosse un'immagine in bianco e nero. Avvicinò il pendende al viso, cercando di riuscire a vedere meglio, ma il rumore di uno scalpiccio frettoloso gli fecero cadere dalle mani la collana che sbattè contro il pavimento con un tonfo secco, alzando un piccolo sbuffo di polvere.
Hank si girò indietro verso il rumore che aveva udito cercandone con una certa inquietudine la fonte, ma non trovò altro che il buio della soffitta. Spostò lo sguardo fin dove l'occhio poteva vedere, sperando di scorgere qualcosa, ma niente.
Si chinò a prendere il cameo, senza staccare lo sguardo da ciò che lo circondava. Scese lentamente le scale, tornando al piano terra del granaio, vagando con gli occhi su ogni angolo del grande stanzone, senza emettere il minimo rumore.
Possibile che si fosse trattato di un semplice topo? Ma i topi quando corrono, non fanno tanto rumore. Questo, accese seppur minima, la speranza in Hank, di riuscire finalmente a vedere il fantomatico fantasma.

Ore 12:05
Stufo di restarmene seduto con le mani in mano su questa dannata sedia, ho deciso di avventurarmi al piano superiore del grande granaio, alla ricerca di qualcosa che potesse catturare la mia attenzione.
Posso affermare di non essere stato affatto deluso. Di fatti, ho rinvenuto questo strano medaglione senza catenina, appartenuto molto probabilmente ai vecchi proprietari della tenuta. Le due immaggini, raffigurano una donna e un uomo -probabbilmente il marito- in posizione di ritratto. Una singolarità però, ha colpito il mio occhio e il mio interesse. La foto dell'uomo, non presenta i tratti caratteristici degli occhi. Esso è, infatti, privo degli occhi e al loro posto, vi sono due cavità nere.
Deduco che si tratti di un effetto dell'invecchiamento della foto, ma la cosa per estranei motivi, mi suscita emozioni contrastanti e non so spiegarne il motivo.
Come se questo non bastasse, credo di aver udito strani rumori, subito dopo il ritrovamento del medaglione. All'apparenza sembravano passi concitati di una persona, ma quando mi sono girato a controllare, non ho visto assolutamente niente, se non il buoi pesto. Nemmeno la polvere sul pavimento sembrava smossa. 
Che si sia trattata di una manifestazione del fantasma?


Hank non sapeva più da quanto che era seduto su quella scomoda sedia, aspettando impaziente un'altra possibile manifestazione del presunto fantasma, tanto che cominciò a pensare che si fosse trattato di un errore, venire in quella mansione, sperando di avere un'incontro ravvicinato con entità soprannaturali. Accavallò le gambe e incrociò le braccia al petto, cominciando ad avere i consueti sintomi del sonno.
Stava per chiudere gli occhi, quando sentì il cigolare dell'imponente porta del granaio, che veniva smossa leggermente verso l'interno. Hank si girò a guardare, osservando una figura bassa che l'osservava con occhi abbastanza luminosi per essere normali. Poi si ricordò dei bagliori che emanavano gli occhiali della signora Miller, e capì di chi si trattava.
<< Non si preoccupi, signora Miller. Non ho bisogno di niente, stia tranquilla e torni pure a dormire, ci vediamo domattina
>> Detto ciò, la figura minuta si allontanò dalla porta, restando con gli occhi incollati sull'uomo, prima di richiudere la porta del granaio, facendo piombare l'intera struttura in un silenzio tombale. Che strana donna, pensò Hank con una scrollata di spalle, tornando a fissare l'immenso casolare, mentre un brivido di freddo gli correva lungo la spina dorsale.

Purtroppo, non ci furono apparizioni fino alla mattina seguente. Hank sbadigliò assonnato, uscendo dal granaio con la sua fedele 24'ore sotto braccio, dirigendosi verso la villa che sembrava anch'essa addormentata.
Stava per bussare alla porta, annunciando alla signora che sfortunatamente, non aveva scoperto nulla di fondamentalmente importante per la ricerca sul fantomatico fantasma, ma fu preceduto dal suono della voce della signora, provenire dall'alto della casa.
Hank agrottò le sopracciglia confuso, mentre scendeva le scalette della veranda, trovandosi sul sentiero di ghiaia che circondava la casa. Alzò lo sguardo, trovandosi la vecchia donna al davanzale del piccolo balconcino.
<<Buon giorno, signora Miller. Mi dispiace informarle che non ho riscontrato niente che potesse dare qualche indizio sulla presenza del fantasma. Spero che ieri notte siate riuscita a prendere sonno, dopo che siete venuta a controllare se avessi avuto bisogno di qualcosa, è stata molto gentile>>
La vecchia lo guardò estremamente confusa, ma con un piccolo sorriso sul volto paffuto <<Oh, signor Millar, a lei và di scherzare! L'altra sera sono dovuta correre da mia cognata che ha accusato un grave malore, subito dopo che ho accompagnato lei nel granaio. Mi ha chiesto di passare la notte con lei, e l'ho accontentata. Sono rientrata esattamente dieci minuti fà
>>
As Hank Sawier si gelò il sangue nelle vene, ripensando a quegli occhi che lo fissavano. Non era la signora Miller, ma allora...
In quel momento, un gallo ritardatario cantò.







Angolo dell'Autrice:
Allora, vorrei fare una piccola precisazione, per la storia. Questo racconto, mi è stato raccontato molto tempo fà, quando ancora ero una ragazzina di circa 10 anni, quindi non posso spacciarla per storia mia, ma mi è rimasta così impressa, che non ho potuto fare a meno di riscriverla (logicamente, tutta interamente revisionata e inventata da me, dal momento che mi ricordavo solo il finale, il resto è farina del mio sacco...per rimanere in tema xD) Spero che vi sia piaciuta, nonostante non sia propriamente una storia horror.
Fatemi sapere consa ne pensate con una piccola recensione, grazie! ^-^
   
 
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