Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: alaskha    07/10/2015    5 recensioni
Aggrottai le sopracciglia, confusa. Una lettera per me? Da quando ricevevo lettere? Mio padre era troppo pigro e si limitava alle telefonate che duravano due ore e passa, lamentandosi poi del costo. Manuel non ero neanche sicura sapesse scrivere e Jane non si ricordava della mia esistenza.
Lui poi era in Italia, e non mi aveva mai cercata, mai in nessuna occasione: era rimasto a Milano per tutti quei quattro anni, magari trovandosi una bella fidanzata italiana dalle curve prorompenti e l’accento volgare. Non era mai tornato a casa neanche per Natale e quando chiamava Manuel, non chiedeva di me.
Beh tanto meglio, a me di lui non importava nulla e non volevo né parlargli e né tanto meno parlarne. Zayn Malik era un capitolo chiuso della mia vita.. un capitolo molto bello, certo, ma pur sempre chiuso.
(Sequel di "Skinny love")
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



quando trovate l'asterisco ascoltate "Ti scatterò una foto" di Tiziano Ferro. E leggete le note dell'autore, è molto importante!


 
Half a heart
Chapter Twenty-seven - Milano


 
 
Il 26 luglio era un giorno importante: mancavano solo 48 ore al grande giorno. Haz si comportava come se stessimo organizzando il royal wedding di William e Kate, forse stava avendo una crisi di identità e credeva di essere il principe Harry, chissà. Louis fingeva tranquillità, perché almeno uno dei due, doveva dare l’impressione di essere l’elemento normale della coppia. E poi c’ero io, che ammiravo le fotografie appese alla parete, nella mia camera.
Ne avevo aggiunte tante, in quell’ultimo periodo: il mio progetto di costruire nuovi ricordi ed immagini di noi, stava funzionando alla grande.
Persa nei miei pensieri, sentii a malapena il campanello di casa suonare, e sperai che uno tra i due petulanti sposini fosse corso ad aprire. E, fortunatamente, accadde. Non sentii l’ospite salutare Harry e Louis, ma solo dei passi veloci lungo le mie scale. Era un serial killer, che aveva già ucciso i miei migliori amici e di lì a poco avrebbe fatto fuori anche me. Per questo, quando la mia porta si spalancò, mi coprii il viso con le mani.
“Non uccidermi, ti prego!” urlai, teatralmente.
“Ma che diavolo dici, Natalie?”
Mi rilassai e tirai un sospiro di sollievo, appena sentii la sua voce.
“Zayn, mi hai fatto prendere un colpo! – continuai – pensavo fossi un maniaco”
“E i maniaci suonano alla porta?” domandò lui, giustamente.
Aggrottai le sopracciglia, riflettendo.
“Non ci avevo pensato” conclusi, razionalmente.
“Comunque – liquidò il tutto – sono venuto a salutarti, sto partendo”
Oh già, me ne ero quasi scordata: Zayn quel giorno sarebbe partito per Milano, con un volo da Heatrow  a Malpensa, per comunicare a Massimiliano Allegri la sua decisione. Mi faceva ancora un po’ male, sapere che Zayn sarebbe rimasto a Londra, mentre io no.
“D’accordo, per quanto starai via?”
Lui si strine nelle spalle.
“Domani sarò di ritorno”
Annuii, separarmi da lui ormai era doloroso il triplo di quanto non lo fosse mai stato prima.
“Mi verrai a prendere subito?”
“Subito”
“Okay – annuii – ti accompagno alla macchina”
“In realtà – cominciò Zayn, già sulle mie scale – Dyana e Perrie mi hanno chiesto di accompagnarti da loro”
“Oh, come mai?” chiesi.
“E io che ne so – disse, stringendosi nelle spalle – così mi è stato ordinato, e così farò, da quando Dyana è incinta quelle due sembrano le spose di Satana, per quanto sono fuori di testa”
Risi vagamente e presi la borsa nera dal letto, dirigendomi insieme a Zayn verso il salotto. Percepii la voce alta di Harry ed i borbottii di Louis, così mi scappò un sorriso, mentre Zayn roteava gli occhi al cielo.
“Altro che Dyana e Pez, questi due sono le vere spose di Satana” intimai proprio a Zayn.
“Fidati, piccoletta – disse lui, sicuro – non hai ancora passato più di dieci minuti a stretto contatto solo ed esclusivamente con loro in meno di 15 metri quadri, dal giorno in cui Dyana ci ha confessato di aspettare un bambino”
E mentre Zayn stava finendo quella frase, un pacchetto di Diana rosse atterrarono proprio di fronte a noi, sbattendo contro il muro.
“Ne sei ancora così convinto, Malik?”
“Okay, hai vinto – disse, entrando convinto in cucina – sentite, voi, strani soggetti, io e Natalie andiamo, cercate di non distruggere la casa, hasta la vista”
Zayn fece per prendermi per mano e dirigersi verso la porta d’ingresso, ma Harry si avvicinò.
“Non picchiarmi ti prego!” urlai, coprendomi il viso con le braccia.
Haz sbuffò, e Zayn rise.
“Non fare l’idiota, Natalie, volevo solo chiedervi dove stareste andando, voi due”
Louis mosse qualche passo verso di noi, recuperando il suo pacchetto di sigarette che il suo fidanzato aveva lanciato per chissà quale assurda ragione.
“Io vado in aeroporto – tagliò corto Zayn – ho il volo per Milano tra un’ora, e Natalie è richiesta a casa di Manuel”
Così Harry annuì, mi baciò una guancia e ci lasciò andare.
“Buon viaggio!” urlò poi Lou.
Sparimmo alla volta di Margot, e Zayn guidò per dieci minuti in silenzio, ma quando vidi che al posto di svoltare a destra andò dritto deciso, senza mostrare alcun dubbio, lo guardai stranita.
“Zayn, hai dimenticato la strada per arrivare a casa del tuo migliore amico? Okay che recentemente preferiresti spararti un colpo in testa piuttosto che passare del tempo lì dentro, ma così non ti sembra di esagerare?”
Zayn ridacchiò, passandosi una mano tra i capelli e guidando solo con la sinistra.
“Che hai da ridere? – chiesi, improvvisamente allarmata – vuoi uccidermi? Vuoi che nessuno ti scopra? Oddio mio, ed io che pensavo mi avessi amato!”
“E infatti ti ho amata, se no perché ora ti starei portando con me a Milano? – chiese, retorico – ho bisogno di qualcuno, accanto a me, in questa giornata”
Guardai lui, poi la strada per l’aeroporto, poi ancora lui e poi andai definitivamente fuori di testa.
“Sei completamente pazzo, vero?” chiesi, apparentemente tranquilla.
Lui continuò a ridere.
“No, tesoro, non sono mai stato così lucido”
“Hai preso ancora quelle pillole che ti attivano il cervello? – chiesi, dimenticandomi momentaneamente di quell’assurda situazione – quante volte te l’ho detto che la droga non porta a nulla, nella vita? Capisco qualche canna con Niall il venerdì sera, ma così no, Zayn!”
“Hai finito? – mi chiese, indispettito, come solo un padre sapeva essere – resta seduta, c’è la polizia, l’ultima cosa che voglio è guai prima di mettermi su un aereo per l’Italia”
“Ah ma allora eri serio?”
“Serissimo”
Rimasi a bocca aperta, fino a che lui non parcheggiò all’interno dell’apposita area di Heatrow.
“Ma Zayn! Avrei dovuto avvisare mio padre, Harry e Louis, le ragazze, Danielle e tutti quanti! – esplosi in grida isteriche – non ho nemmeno la valigia! Cosa indosserò stasera? La tuta?”
“Piccola, ti calmi? – disse lui, prendendomi il viso tra le mani – Harry mi ha dato il tuo vestito più bello e tutte le cose che ti serviranno per stanotte, sono nella borsa nel bagagliaio”
“Harry lo sa?”
“Certo – lui annuì – Harry e Louis mi hanno aiutato ad organizzare la cosa”
“E con il lavoro? E Jacque? Oh mio dio! Mi uccideranno tutti!”
“Natalie, ti vuoi dare una calmata, porca puttana? – si stava spazientendo anche lui – Danielle e Mike hanno pensato a tutto”
“In che modo?”
“Se te lo spiego poi mi prometti di tranquillizzarti e scendere dalla macchina senza ulteriori scenate?”
“Prometto” proclamai solennemente, con una mano sul cuore.
“Danielle ha mandato Mike a Parigi, per risolvere una questione con il matrimonio dei Monnier o come diavolo si chiamano, e ha detto a Jacque che tu saresti andata con lui”
“Che geni del male, che siete”
Zayn ridacchiò.
“Ora possiamo andare?”
“Andiamo”.
 
 
 
 
 
L’aereo era atterrato a Malpensa alle quattro del pomeriggio, una lussuosissima Maserati nera era venuta a prenderci, ed io mi ero vergognata da morire, nel salirci a bordo con indosso la tuta. Una volta arrivati all’Hotel Bulgari, non spiccicai parola, troppo presa ad ammirare quel meraviglioso edificio.
“5 stelle lusso, madame” fece Zayn, compiaciuto.
“Non parlare francese, rovini tutto” dissi, con ancora il naso all’insù.
“Ti piace?”
“Lo adoro, ma quanto spendi?” gli chiesi, sinceramente preoccupata.
Lui si strinse nelle spalle, come al solito.
“Stavolta nulla, offre il mister”
“Ah, comodo - dissi io, muovendomi verso l’entrata – posso allenare io il Milan, al posto tuo?”
Zayn rise, salutando il ragazzo alla reception. Parlarono una lingua sconosciuta per qualche minuto, poi lui si rivolse a me.
“Eh?” chiesi, guardando Zayn, che si mise inevitabilmente a ridere.
“Ti ha chiesto com’è andato il volo” mi informò.
“Oh – dissi soltanto  - beh, bene grazie”
Il receptionist mi sorrise cordialmente e poi diede le chiavi della camera a Zayn.
“Sei una causa persa, piccoletta”
“Ma che ne so io dell’italiano, per me è tutto accenti strani e gesti ambigui, boh, come fai a capirli? Sembra cantino ogni volta che aprono la bocca” mi difesi, entrando nell’ascensore.
“Finisci per farci l’abitudine” mi rispose velocemente.
Eravamo al quarto piano, alla stanza 365.
“Quante camere ha questa specie di hotel super lusso?”
“Quasi 2000”
“Porca troia”
“Sì, Natalie, vedo che ti sei subito uniformata alla tipica raffinatezza italiana”
“Vai a farti fottere”
“Ecco, appunto”
Risi e poi entrai nella 365.
“Wow  - dissi soltanto – ohmmioddio, la vista è spettacolare, ti prego Zayn, guarda là fuori! E guarda come siamo in alto! Il cielo è bellissimo!”
Zayn si appoggiò allo stipite della porta, guardandomi con dolcezza.
“Conosco a memoria questa stanza, Natalie, la 365 è sempre stata la mia”
“Oh”
Spense vagamente il mio entusiasmo.
“Già”
Il silenzio calò per qualche istante, ma poi Zayn batté le mani, per smorzare la tensione.
“Va bene piccola, fatti una doccia e cambiati, voglio farti vedere Milano”
“E cosa metto?” domandai, spaesata.
“Lì ci sono dei vestiti che Bulgari mi ha gentilmente donato, quando ha saputo che sarei venuto qui con la mia signora” disse, indicando un completo nero su di una poltrona.
Cercai di ignorare la bella sensazione che avevo provato alle parole “La mia signora”, ma non ci riuscii, ed un sorriso si dipinse spontaneo sul mio volto.
“Hai detto Bulgari? – e poi realizzai – dio mio! Dimmi che non è un sogno!”
Zayn rise, mentre io mi precipitavo alla poltrona.
“Ti aspetto di sotto”.
 
 
 
 
San Siro era uno stadio rispettabile, quasi quanto l’Old Trafford e l’Etihad Stadium, ma la sala conferenze era troppo fredda ed angusta per quanto io ne potessi capire.
“Zayn! Che bello vederti!”
Conoscevo quell’uomo, l’avevo visto in televisione: era Massimiliano Allegri, l’allenatore del Milan, e mi stava di fronte.
“Massimiliano! È sempre un piacere tornare qui!”
Si abbracciarono, poi gli occhi del mister si spostarono su di me.
“E tu devi essere Natalie, beh, lasciatelo dire, sei ancora più bella di quanto Zayn diceva”
Divenni rossa, mentre Massimiliano mi dava due baci sulle guance e Zayn rideva, stringendomi a sé.
“Bene  -disse poi, il mister – so perché sei qui, purtroppo, Natalie – poi si rivolse nuovamente a me – ti dispiacerebbe aspettarci fuori?”
“Oh, certo”
Zayn mi sorrise, e mi lasciò andare. Uscii dalla sala conferenze e presi posto su una delle sedie nere all’esterno, quando vidi due figure traballanti.
“Natalie!” urlò uno dei due.
“Federico? – domandai meravigliata – oddio onnipotente, fatti abbracciare!”
“Zayn mi aveva detto che sareste stati qui, a quest’ora, e non voleva che stessi da sola mentre lui avrebbe parlato con il mister, quindi, eccoci qui!”
“Andrea! Sei sempre più tamarro!”
“E tu sempre più bassa!”
Gli feci la linguaccia, poi mi sedetti con loro.
“Allora.. – cominciai – come vanno le cose, a Milano?”
“Tutto bene – mi informò Federico – il secondo anno di giurisprudenza è tosto, ma posso farcela”
“E tu, Andrea? Che stai facendo?”
“Compongo – disse, fiero di se stesso – alcuni rapper italiani, non troppo famosi, sono disposti a registrare insieme a me, e non potrei essere più contento, è la strada per il successo!”
“Sono contenta” dissi, sinceramente.
“Invece tu ti sposi..” introdusse l’argomento, Federico.
“Ebbene sì”
Loro non dissero più nulla.
“Sul serio? Niente da dire?” domandai, sconcertata.
“Tipo?” domandò, Andrea.
“Tipo che siete felici per me!” buttai lì, vagamente offesa.
“Perché dovremmo, scusa? – cominciò proprio Andrea – abbiamo conosciuto Jacque, e poi siamo dalla parte di Zayn”
Roteai gli occhi al cielo, divertita.
“Senti, Natalie – cominciò Federico, il più razionale, il che era davvero tutto dire – per quanto possa valere, non passava giorno in cui Zayn non parlasse di te, dico davvero”
“Già – intervenne Andrea – ed aveva anche una tua fotografia sul comodino, affianco al letto, un po’ da psicopatici certo, ma sono sicuro che Zayn ti ama alla follia”
“Ami” lo corresse Federico.
“E io che ho detto?”
“Ama”
“E quindi? Fa’ lo stesso!” replicò, offeso.
“Siete due pazzi!” dissi, ridendo.
“Sì, ma sappiamo quello che diciamo, inglesina delle nostre snickers da tamarri italiani – disse Federico, facendomi ridere ancora – e nessuno, soprattutto Jacque, ti amerà tanto quanto lo ha fatto Zayn”.
 
 
 
 
 
 
 
 
*“Dove siamo?”
Chiesi a Zayn, aggrappata al suo braccio, guardandomi intorno come una bimba in un grande luna park. Lo vedevo, il suo sorriso, di tanto in tanto.
“Qui siamo in Brera – mi informò – voglio portarti a mangiare in piazza Duomo, il maestoso centro di Milano, vedrai, ti piacerà molto”
Zayn era sexy quando parlava italiano. Cioè, era sexy sempre, ma quando parlava italiano ancora di più. Ai limiti del possibile.
“Questa città è magica – dissi – ora ti capisco”
Lui annuì, guardando in basso, senza nascondere un sorriso: si vedeva che era molto legato, a quel luogo.
“Ehi, Zayn?” lo richiamai, fermandomi in mezzo ad una stradina ciottolata, contornata da immensi edifici altissimi.
Il cielo era argenteo, come piaceva a me: lo scenario perfetto per una fotografia.
“Che c’è?” mi chiese, fermandosi di fronte a me.
“Grazie”
“Per che cosa?” mi chiese, interrogativo.
“Per avermi fatto questa sorpresa, è tutto bellissimo, davvero – cominciai, giocando con la sua catenina – e grazie anche per aver chiamato Federico ed Andrea, mi ha fatto piacere chiacchierare un po’ con loro”
Lui annuì, spostando ancora lo sguardo verso il basso, così io gli presi il viso tra le mani. Era perfetto quanto un modello, così gli scattai una foto, a tradimento.
“Perché questa fotografia?” mi chiese, ridendo.
Il suo sorriso mi fece sciogliere a tal punto che dovetti aggrapparmi totalmente  a lui, che mi strinse prontamente in un abbraccio.
Le nostre labbra erano pericolosamente vicine, sentivo il suo respiro, di vaniglia e sigarette, che premeva contro la mia pelle.
Io e lui, abbracciati, a Milano. Non potevo chiedere nulla di più.
“Tra poco partirò per Parigi, e chissà quando ci rivedremo, così, nell’ansia di perderti, voglio scattarti più foto possibili per avere sempre un piccolo pezzo di te, insieme a me”
I suoi occhi mi trafissero.
“Ogni tanto penso che forse sarebbe meglio dimenticarti” continuai.
“Ci ho provato tante volte – mi assecondò – ma ricorderò comunque, sempre”
Annuii.
“Già”
“Piccola, te ne stai andando così velocemente dalle mie mani, che mi fa quasi ridere, tutto questo”
“Cosa ti fa ridere?”
“Essere qui a Milano con te, aver rinunciato a questo posto solo per te, e adesso tu mi dici che tra poco partirai per Parigi” disse, con la voce spezzata, a tratti, cosa totalmente non da lui.
“Ti sei pentito della tua scelta?”
“No, Londra mi mancava troppo – cominciò – questo era il mio più grande sogno, ma non ha senso viverlo così lontano da casa, ogni tanto è necessario scendere a compromessi”
Annuii, più che d’accordo.
“Ti sposerò, sai?” disse lui, con un sorriso ad increspargli le labbra.
“Cosa stai blaterando, Malik?” chiesi, divertita.
“Non te l’ho mai detto, ma io ti sposerò, in questa vita o nell’altra, lo farò, te lo posso promettere solennemente, davanti al Duomo, guarda”
Mi indicò una cattedrale mozzafiato, e rimasi a bocca aperta.
“Zayn.. – boccheggiai, davanti all’architettura maestosa di quell’edificio – è bellissimo, davvero, io, non so che dire..”
“Non dire niente, allora”
In un secondo, sentii le sue labbra premute sulle mie, in un bacio dolce e disperato allo stesso tempo. Mi lasciai andare totalmente nelle sue braccia, affidandomi completamente a lui.
“Quante ne hai baciate davanti al Duomo?”
“Tante – confessò – ma non pensavo a nessuna  di loro, dopo, ci sempre stata solo tu”
“Sai, a Parigi – cominciai - mi capitava di ritrovarti in qualche passante, e lì e solo lì, capivo che il tuo ricordo non mi bastava più, capivo che l’unica cosa che volevo, in quel momento, era il tuo ritorno”
“Ma è andata diversamente da come l’avevamo programmata”
Annuii, tristemente.
“Mi dispiace” fece lui.
“Non è colpa tua”
“Non avrei dovuto sparire così”
“No, non avresti dovuto”
“Mi dispiace”
“L’hai già detto”
“È così”
“Ti scorderai di me”
“Impossibile”
“Ti amo”
“Non smetterò mai”.
 
 
 
 
 
 
Il ristorante in cui Zayn mi aveva portata si chiamava “Savini”, ed io avevo provato l’esperienza culinaria della vita, lì dentro. Avevo mangiato crostini al caviale giusto per sentirmi aristocratica, bevuto vino rosso ed assaggiato la bistecca al sangue migliore del mondo. Appena varcammo la soglia della  365, mi buttai sul letto, a peso morto.
“Non me ne vado mai più, da qui” proclamai.
“Già, Milano fa quest’effetto”
Zayn si tolse la giacca, restando in camicia bianca, con le maniche arrotolate ai gomiti, ed io mi tirai su con il busto, appoggiando le braccia sulla superficie morbida del nostro letto a due piazze.
“Restiamo qui”
“Ti sposi tra cinque mesi”
“E chi se ne importa”
Zayn rise.
“Guarda là cosa c’è..” dissi sempre io.
“Non rompere niente, Natalie, voglio mantenere una certa immagine di me stesso, in questo posto”
“Stronzo – berciai – l’hai ordinata tu quella bottiglia di champagne?” chiesi, afferrandola.
Lui scosse la testa, avvicinandosi.
“C’è scritto qualcosa”
“Non conosco l’italiano”
“Lo so, dai qua”
Mi strappò la bottiglia di mano, e lesse ad alta voce: “Offerto dal team Bulgari, spero che la permanenza nel nostro hotel sia di vostro gradimento. Buon divertimento!”
“Che dolci” dissi io.
“Divertimento? – fece Zayn, alzando maliziosamente un sopracciglio – beh, il letto è pur sempre a due piazze”
“Non fare l’idiota ed apri quella bottiglia” tagliai corto io.
Lui rise, ed io curiosai un po’ in giro.
“A lei, signorina”
Mi porse un bicchiere di champagne che sorseggiai appena, per poi posare sul comodino. Afferrai il beauty case gentilmente preparato da Harry, e sparii in bagno.
“Che fai?” mi chiese Zayn.
“Mi preparo per la notte”
Lo sentii sbuffare.
“Voi donne siete veramente strane – sostenne – cos’avete da prepararvi per la notte? State andando a dormire, cristo!”
“Non capiffi pfopfio nienfe, fu!” urlai, con il dentifricio in bocca.
“In una lingua percepibile all’udito umano?”
Uscii dal bagno spazzolandomi i capelli, solo con l’intento di guardarlo male. Lui era a letto, senza maglietta, ed io mi ero tolta il vestito stretto, infilandomi la mia comoda camicia da notte bianca.
“Mi lavo i denti, mi strucco, mi detergo il viso ed, infine, mi spazzolo i capelli, per evitare che domattina ti risvegli con uno spaventapasseri al tuo fianco”
“Ti detergi?” mi prese in giro, ridendo.
“Vai a forti fottere, Zayn Malik”
Lui continuò a ridere, ed io tornai in bagno.
“Dai, vieni qui”
Spensi la luce, e non nascosi un sorriso, infilandomi sotto le lenzuola leggere insieme a lui. Mi rannicchiai sul suo petto ed ancora una volta mi lasciai stringere dalle sue braccia.
“Gli ultimi istanti” sussurrò lui, con le labbra sui miei capelli.
“Non dire così” dissi, giocherellando con il contorno di uno dei trentamila tatuaggi.
Alzai gli occhi nei suoi, e lui mi baciò piano le labbra, abbassandosi un po’ su di me.
“Sai di dentifricio”
“Ne hai un po’ sul labbro”
“Sei un disastro, Natalie”
“Senza di te”
“Questo mai”.

 
 
 
 

 
who cares?
holaaaaaaaaaaaa
sono una studentessa universitaria adesso! ho iniziato a scrivere skinny love che ero in terza superiore, mi scende una lacrimuccia se penso a tutto il tempo passato con questa storia.. soprattutto se penso al fatto che tra soli tre capitoli dovrò dire addio a tutti questi personaggi, beh va beh, ci penseremo a tempo debito.
comuuuuuuuunque, ebbene sì donne, Zayn Malik continua ad essere tipo l'uomo perfetto che porta Natalie nei ristoranti di lusso e le fa fare la bella vita a Milano, mica noi con i nostri fidanzati.
passando ad altre cose, vi devo annunciare che sto scrivendo una nuova ff, di cui tra l'altro ho già postato il prologo ma nessuno se l'è cagato, soooo vi lascio il link qui sotto: si chiama Fly Away, cliccateci sopra e leggete per favore.
e niente spero che il capitolo vi sia piaciuto, a presto bimbe, vi amo <3
 
 
 
 
 
 



 
Image and video hosting by TinyPicImage and video hosting by TinyPic



 

Fly Away

  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: alaskha