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Autore: ValorosaViperaGentile    08/10/2015    4 recensioni
{Jorah Mormont; Tyrion Lannister} | {5x06}
Jorah, tuo padre è morto: questo pare voler dire la faccia del nano Lannister agli occhi di un figlio incredulo, e che credeva di esser solo già da lungo tempo.
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[PRIMA CLASSIFICATA AL CONTEST " Most Loved (seconda edizione) - Il mio personaggio, il tuo personaggio" indetto da Stratovella sul forum di EFP]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Joanna Lannister, Jorah Mormont, Tyrion Lannister
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La morte non esiste, figlio. La gente muore solo quando viene dimenticata[1]
 
 
 

 
Non restare a piangere sulla mia tomba.
Non sono lì, non dormo.
Sono mille venti che soffiano.
Sono la scintilla diamante sulla neve[2].



 
Se non dovesse farlo arrivare a destinazione tutto d'un pezzo, probabilmente taglierebbe la lingua al nano Lannister.

Un fiume di miele scorre via dalla sua bocca, le labbra che non smettono mai di muoversi. Tyrion Linguargentina[3], dovrebbe farsi chiamare. Con la favella più resistente dell'antico acciaio valyriano, avrebbe potuto combattere da solo la Guerra dei Cinque Re e vincerla, più letale del fratello Sterminatore, se le parole avessero avuto il potere di uccidere – ma le parole possono uccidere, ricorda.

Allora sbotta, gli intima di chiudere la bocca.

Quello però, invece di tacere, riprende a vomitare altre parole – storie su lunghi viaggi, bordelli e vini.

La stanchezza pesa sugli occhi e sulle membra, la sente che lo sovrasta tutto: troppe notti ha appena socchiuso gli occhi, troppe le miglia percorse, troppa la distanza da lei, che forse non raggiungerà prima della fine. È stanco e ha una tale fame – di cibo e di riscatto.

Niente dei racconti del prigioniero lo interessa, e se risponde lo fa solo per cercare di zittirlo.

«Ho ucciso mio padre» gli confida poi il nano e solo a quella rivelazione, per la prima volta, lo ascolta davvero. «Voleva giustiziarmi per un crimine che non ho commesso.»

Tywin Lannister lui non l'aveva mai incontrato[4], ma aveva ascoltato tante storie su quell'uomo che cagava oro dalla sedia del Primo Cavaliere, sopra la città di Daenerys. 

«E si scopava la donna che amavo.»

L'amore, aveva presto imparato Jorah Mormont dell'Isola dell'Orso, è una cosa che porta più guai e castighi che felicità. E il cavaliere errante che è diventato, senza patria né regina, sente un moto pietoso per l'essere a metà lì vicino,
lercio e con la guancia ancora gonfia e rossa, seduto sopra un tronco morto, su di una riva che gli è sconosciuta.

Per un attimo, militano tutti e due nella stessa sorta di afflitta fratellanza, quella dei poveri derelitti.

Non lo consola, però – non c'è molto da dire su di una cosa del genere. E non sono amici. Non sono nemmeno compagni.

Lascia che il silenzio scorra fra loro, come l'acqua continua a fluire via senza fine. Poi si solleva, allontanandosi di qualche passo da quell'infelice, lasciandogli uno spazio tutto suo, per il suo dolore di figlio e la sua dignità ferita di uomo; quanto di più vicino a una consolazione possa offrire.

«Hai tante sfortune, Mormont.»

Non gli piace per nulla, la frase: ora è il Lannister che dispensa pietà a lui.

«Ma almeno tuo padre era un brav'uomo.»

«Che ne sai di mio padre?» chiede, pronto a sfoderare gli artigli.

Quello risponde che l'ha conosciuto, che è stato alla Barriera. Che quando gli domandò degli uomini sotto di lui, il Vecchio Orso conosceva la storia di ognuno di loro. Che gli importava davvero, delle persone che comandava.

«Come dicono i Guardiani della Notte, non vedremo mai nessun altro come lui.»

Dettagli, solo dettagli in mezzo a tante belle frasi, e la cruda verità sul destino di un uomo fin troppo onesto sta sulla bocca di un nano corrotto. Lo fissa tutto: i solchi profondi del viso, coperti malamente dalla barba bionda, la grande cicatrice che rimpiazza pezzi di carne e di naso mancanti. Così, sulla sua faccia deforme, legge la morte del proprio padre.

Un lamento si leva sottile, ma non viene da lui – chiaro, perché lui non riuscire ad emettere nemmeno un suono adesso.

«Non...  lo sapevi...?»

Non serve a nulla rispondere: vuole solo che finisca. Basta con le parole, adesso – fanno male, sono più letali di una lama conficcata in profondità.

«Mi dispiace. Davvero» continua il suo prigioniero, prima di tacere del tutto. Finalmente.

Non è rimasto mai tanto a lungo in silenzio: l'unico rumore che si sente, ora, è quello del tranquillo sciabordare. Il vuoto della voce del nano, tutta quella quiete, d'improvviso diventa insopportabile quanto le chiacchiere senza misura. Tuona tutto attorno, trasportato lontano dalle onde.

«Come?» gli chiede allora – deve farlo, anche se pensava di non volere altre parole. Anche se il tono venuto fuori è troppo sgomento e fragile. Il tono di un vecchio stanco, non di un orso.

«Ho sentito solo delle voci.»

«Ti ho chiesto come!» ruggisce. 


«Conduceva una spedizione oltre la Barriera», gli racconta il nano. «Ci fu un ammutinamento. Fu colpito dai suoi stessi uomini» – lo ascolta mentre il dolore gli fa piegare il capo; è pesante, così pesante che il collo non riesce a sostenerlo.

Troppo tradimento ha ricevuto Jeor Mormont in una sola vita. E lui, suo figlio, l'ha colpito quanto quelli che l'hanno ammazzato. Se non di più. 


«Sarà meglio muoversi» conclude, semplicemente, dopo un nuovo silenzio. Non è nemmeno un povero vecchio, adesso. È più simile a un fantasma.

Aveva sperato in una prossima volta, l'aveva temuta. Ma non verrà più il tempo per provare ad aggiustare le cose, per affrontare le colpe, per chiedere perdono e per riceverlo – non da suo padre, ora cosa fredda, ora cosa morta.

L'acqua continua dolce l'invasione sull'arenile, ancora chiara e costante. Tutto il mondo continua nonostante il dolore.

Poi, improvviso quanto la tempesta che imbrunisce tutto il cielo terso, un pensiero si affaccia alla memoria: il vegliardo comandante dei Guardiani della Notte non aveva un figlio. E lui è già orfano di padre da lunghi anni – ma ha ancora una regina da amare. 

Quella che gli è stata raccontata è la brutta storia triste di qualcun altro e sarebbe stato meglio se non l'avesse mai ascoltata.

Se solo avesse per davvero tagliato la lingua al nano Lannister.

 



Note:

[1] Citazione, appena modificata, di Isabelle Allende.

[2] Canto navajo.


[3] Nome preso a prestito da un'altra famosa saga fantasy e dato da Iorek, sovrano degli orsi polari, a Lyra Belacqua, protagonista del bellissimo Queste oscure materie di Philip Pullman, a causa della sua parlantina lesta.

[4] In realtà, su questo particolare non sono così sicura. Ho cercato di far mente locale degli avvenimenti della serie, tentato di ricordare cosa era stato detto a proposito del passato di Jorah. Sono sicura che non sia stato menzionato un incontro, per lo meno diretto, con Twyn Lannister, ma non so se in effetti questi due personaggi hanno avuto modo incrociarsi. Chiedo in anticipo scusa nel caso avessi scritto una gran cavolata, dunque. Anzi, se siete a conoscenza di un incontro fra i due vi prego di mandarmi un messaggio privato o lasciare un commento qui sotto. Cercherò, in caso, di sistemare il pezzo.

 
***

SPAZIO DELL'AUTRICE:

Questa fic, la mia prima in assoluto su Game of Thrones, è stata scritto a seguito di un prompt lasciatomi da Olimpia E. Petruzzella durante un evento organizzato su Facebook. Non trattandosi di una scena inedita, non ho fatto altro che scrivere parte dell'episodio numero sei dell'ultima stagione – la scena in cui Tyrion rivela al suo carceriere che il Comandante dei Guardiani è morto; anche i dialoghi, infatti, sono quelli della serie – dal punto di vista di Jorah. Spero di esser riuscita a rispettare la caratterizzazione del personaggio di Iain Glen, perché sappiamo tutti fin troppo bene che vi sono differenze, anche sostanziali, fra quelli cartacei e le loro controparti televisive.
Il pezzo ha partecipato al contest indetto da Stratovella, Most loved. Il mio personaggio, il tuo personaggio, dove il personaggio preferito del giudice – cioè Jorah  Mormont – interagisce con il mio: non avendo però un solo protagonista del cuore, bensì una rosa di eletti, ho scelto di sottoporre questa fic, dal momento che Tyrion fa per l'appunto parte di quella cerchia.
   
 
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