"Un nuovo inizio"
"La felicità la si può
trovare anche negli
attimi più tenebrosi,
se solo uno si ricorda
di accendere la luce"
-Harry Potter ed il prigioniero di Azkaban.
trovare anche negli
attimi più tenebrosi,
se solo uno si ricorda
di accendere la luce"
-Harry Potter ed il prigioniero di Azkaban.
POV SANSA
L'alba arrivò puntuale e fresca come sempre. I suoi occhi azzurri come il cielo che la ricopriva si aprirono lentamente e lentamente misero a fuoco il paesaggio che la circondava. Adesso, con la luce del giorno quel luogo sembrava meno pericoloso, ma Sandor l'aveva avvertita:" Non abbassare mai la guardia, uccellino. Questo posto è pieno di uomini che non tarderebbero a prenderti ed a fotterti." Il pensiero la riportò con la mente al giorno della rivolta popolare ad Approdo del Re. Anche quella volta uomini sconosciuti le si addossarono con le peggiori intenzioni, ed anche quella volta aveva trovato il Mastino a proteggerla ed a tenerla al sicuro.
Con tutta la grazia degna di una lady si alzò e si sistemò le pieghe del vestito, cercando anche di darsi una sistemata ai lunghi capelli ramati che ora le scendevano scomposti lungo le spalle.
-Buongiorno.-
La sua voce, resa ancora più flebile dal sonno, sembrò disturbare parecchio il suo compagno di viaggio, che di tutta risposta le ringhiò contro. Era ormai abituata a lui ed ad i suoi modi, e non sembravano dispiacerle più ormai. Si sedette su un tronco spezzato, poco lontano dal Mastino e cercò di trattenere i morsi della fame. Tuttavia il suono che produsse la sua pancia fu inevitabile e troppo rumoroso. Le guance della fanciulla si arrossarono talmente tanto da sembrare un tutt'uno con i suoi splendidi capelli e ciò divertì ancora di più Sandor Clegane che trasformò il suo ghigno divertito in una rauca, grossa risata.
Sansa si alzò di scatto ed, ancora rossa in viso, si avviò verso un gruppetto di alberi di mele.
-Vado a cercare del cibo per la colazione.- annunciò, poi, fermandosi al primo albero.
Aveva ancora paura di quel luogo e forse, in fondo al cuore, sperava che il Mastino la fermasse. Di tutta risposta lui non la degnò neanche di uno sguardo, e così Sansa si addentrò all'interno di quel folto boschetto. Nemmeno tutta quella distanza poteva separare il pensiero della lady sua zia. "Non appena mi riconoscerà mi tratterà come fossi sua figlia. È la sorella di mia madre, so che mi amerà come ha amato lei." Un breve fruscio di foglie alle sue spalle la distrasse da quel flusso di pensieri che le addolciva ogni giorno. Un piccola barlume di speranza che ora lasciava il posto alla paura più nera. "Pantere-ombra" pensò subito: Sandor l'aveva avvertita anche di queste creature.
Si voltò per scoprire da chi, o cosa, provenissero quei rumori, ma era troppo spaventata per capire persino da dove arrivassero esattamente. Con gli occhi sbarrati indietreggiò lentamente protendendo una mano tremante in avanti per cercare di proteggersi da quell'ignota presenza e portando l'altra all'indietro nel tentativo di appoggiarsi a qualcosa. L'unico risultato che ebbe fu quello di inciampare sulla radice di un albero, troppo grossa per poter rimanere all'interno del terreno. Ritrovatasi per terra e con un forte dolore alla gamba destra, non poté far altro che tirar su col naso ed aspettare. Una grossa figura apparve da dietro gli alberi, un po' barcollante. Sansa chiuse gli occhi.
-Non volevo spaventarti, uccelletto.-
Quel sogghigno celato dall'ombra del fogliame rese Sansa più tranquilla... "Non dovevo allontanarmi troppo. Mi aveva avvertito." Non le piaceva venire ripresa dal Mastino. Si sentiva spesso in soggezione accanto a lui ed aveva il terrore di dire sempre la cosa sbagliata. Così non disse niente: Si alzò, si sistemò il vestito ed a passi veloci raggiunse il Mastino.
Note dell'autrice: Ciaooo! Allora, so di non essere capace a scrivere ahah ma era troppo tempo che volevo provare a pubblicare qualcosa qui. Spero comunque che in qualche modo vi sia piaciuta o interessata. Ci sentiamo al prossimo capitolo.