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Autore: eringad    16/02/2009    3 recensioni
[...]Però io, non potevo accantonare l’idea di lei tra le mie braccia.[...]
Lei sarebbe stata sempre lì, accanto a me.
Come una splendida Cosmea accanto a dell’Erba Selvatica.
Non notandomi, mentre io notavo lei.

Perchè San Valentino non è mai sempre rose e fiori... Dedicata a tutti i singles innamorati!
[ChoujixIno]
[Partecipante alla 5^ Edizione del Contest "2Weeks" indetto da Kurenai88]
Genere: Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kankuro, Altri, Choji Akimichi, Ino Yamanaka
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Cosmea

Dammi il dolce gusto di questa serata
Fa che tutto intorno sia di cioccolata

“Uffa! Shikamaru non c’è mai! Certo che poteva anche sprecarsi di venire!”

La guardai in silenzio, come sempre.
Il ciuffo delicato tremava mentre tamburellava con le dita sul tavolo.
I suoi occhi celesti slittavano avanti e indietro cercando per il locale il nostro compagno.
Le labbra morbide si contorcevano in una smorfia nervosa.
Bella.
Arrabbiata e bella.
Roteò gli occhi sbuffando poi si voltò verso di me.
Bella.
Avrei voluto urlarglielo ogni volta che la guardavo.

“Chouji… Che facciamo allora? Siamo solo io e te per questa sera.”

Storse la bocca in un’espressione rabbiosa quando sottolineò la mancanza di Shikamaru.
Naturalmente ce lo potevamo ben aspettare, domani sarà San Valentino, starà ancora scervellandosi per un regalo da fare alla sua Temari.
Sorrisi rendendo ancora più paffute le mie guancie.

“Ho fame.”

Dissi semplicemente. Lei sbuffò chiamando la cameriera per servirci.
Ordinai limitandomi, con molto dispiacere, a quindici porzioni, ora che mancava il sensei, dovevo pagare io le mie consumazioni.
Quando la cameriera si allontanò, tornai a guardare la ragazza di fronte a me. Sbuffava, ancora e continuamente, sembrava una pentola di fagioli dolci.
Sorrisi alla mia metafora e notai i suoi occhi seri fissi oltre la finestra del locale, poggiava una mano al mento tenendo la testa girata verso l’esterno mentre l’altro braccio rimaneva fisso sotto il suo seno, sempre appoggiato al tavolo.
Deglutii, era seria, non andava bene.
Aprii bocca per chiederle cosa non andava ma mi bloccai con le parole in gola quando il braccio della cameriera si frappose tra me e nel posare la carne sul tavolo.
Ringraziai la donna che sparì in pochi attimi dietro al bancone tornando a guardare la ragazza che mi fissava temendo l’imminente abbuffata da parte mia.
Raccolsi le bacchette dal tavolo speze ndole e incominciando a poggiare sulla griglia già bollente i pezzi di carne.
Aspettai qualche secondo poi cominciai a mangiare, la ragazza mi guardava con un misto tra il terrorizzato e la fame. Mi fermai, cosa inconsueta, per qualche secondo guardandola.

Ifnogh” inghiottii poi ripresi “Ino, cosa fai domani?”

Lei mi guardò scandalizzata poi sospirò abbassando lo sguardo e lo rialzò.

“Non lo so, non faccio mai nulla per San Valentino.”

Aveva uno sguardo pensieroso, come se non fosse sicura delle sue parole.

“Pensa che magari ti arriverà la cioccolata da parte di qualcuno, così sarai felice.”

Sorrisi incoraggiante poi cominciai a mangiare nuovamente, sputacchiando qualche parola ogni tanto.
Lei non era convinta dalle mie parole, poco importava, tanto la mia cioccolata sarebbe arrivata lo stesso.
Avevo passato tutta la giornata a trafficare in cucina, resistendo alla tentazione di mangiare il caldo cioccolato che luccicava spalmato sulle formine, o di assaggiare l’acre salsa di fragole frullate.
Una volta finito di mangiare, ci alzammo e pagai il mio e il suo conto.

“Andiamo a mangiare un gelato?”

“Ancora? Ma hai intenzione di diventare ancora più gra… Niente, lascia stare, andiamo a mangiare questo gelato!”

Io risi felice, avevo ottenuto quel che volevo.
La guardavo camminare, bellissima. I suoi capelli lucenti seguivano i movimenti suadenti del suo corpo, gli occhi ridenti scrutavano la strada e ogni particella del mio essere.
Ero felice, anche se non avrei dovuto nemmeno pensarlo, che Shikamaru non fosse venuto. Ino, quando non c’era lui che la stuzzicava, era gentile.
Vedevo i suoi occhi cambiare quando eravamo da soli. Ed io, mi sentivo diverso vicino a lei. Gentile come sempre, ma felice di questo, felice di essere accanto a una persona così splendida.
Quando arrivammo al banco del ghiaccio tritato, la trattenei con un braccio dall’andare a ordinare, le sorrisi gentile togliendo immediatamente il braccio dal suo fianco imbarazzato.

“Tranquilla Ino, vado io!”

“Sai qual è il mio gusto preferito?”

Mi guardò con aria di sfida, io ricambiai lo sguardo sicuro, ma non superbo.
Sì, lo sapevo. In primis tutti i frutti rossi, ma se doveva scegliere, prediligeva la ciliegia o la fragola.

“La ciliegia.”

Mi voltai e andai verso il banchetto lasciandola spiazzata a bocca aperta. Ordinai un cono di ghiaccio all’amarena per lei e uno alle prugne dolci per me e tornai verso la ragazza che mi guardava sorridendo e scuotendo la testa.
Le porsi il cono di carta con una riverenza e lei scoppiò a ridere quando il mio gelato mi cadde finendo per terra. Io storsi la bocca contrariato e ne comprai un altro maledicendomi per aver sprecato del buonissimo cibo. Memorandum, domani mangiare il doppio di colazione e punirsi per questo madornale errore.

Dammi ancora amore che si può volare
Sei troppo vicina ti dovrò baciare

Appoggiati sulla ringhiera del ponte, finivamo il nostro gelato.
La brezza calda di fine estate accarezzava le nostre spalle, smuovendo le fronde degli alberi che costeggiavano la riva.
La guardavo mentre con un brivido spingeva il cucchiaino ghiacciato sulla lingua assumendo un’espressione soddisfatta, come da bambina.
Da piccoli mi era sempre piaciuta, era forte e autorevole sin da bambina. Ma nessuno sapeva di questa mia cotta, sarei stato preso per i fondelli, preferivo rimanere in silenzio a guardarla.
Quanto era passato? Sette anni? Per tutti quegli anni non ero riuscito una sola volta a farmi avanti, in nessuna occasione, per sette San Valentini consecutivi.
Però la osservavo, da lontano, mangiando il cioccolato che avevo preparato per lei, per sette anni consecutivi, timido.
Guardai la ragazza accanto a me, era cresciuta, i capelli non erano più corti come quando da piccola mi sgridava, quando giocavamo in cortile con Shikamaru aspettando i nostri padri.

“Ino, ti ricordi quando da piccoli giocavamo nel cortile di casa mia?”

La ragazza si voltò a guardarmi con il cucchiaino pendente tra le labbra e un’espressione sorpresa sul volto. Annuì sorridendo. Levò il cucchiaino dalle labbra e soppresse una risata indicandolo.
La guardai perplesso, non faceva ridere come domanda.

“Perché ridi?”

“Perché hai tutta la faccia sporca di prugna!”

Rispose ridendo con la sua voce cristallina, io cercai di pulirmi ottenendo il risultato di spalmare la salsa su tutta la faccia.
Lei si avvicinò piano ridendo sommessamente, con un fazzoletto in mano. Poggiò le fredde e lunghe dita sul viso per tenermelo fermo.
Io deglutii imbarazzato con le guancie che andavano in fiamme tirandomi appena indietro. Passava il fazzoletto sul mio volto togliendo le tracce del gelato, guardavo le sue ciglia vibranti e i suoi occhi fissi su di me. Ero a disagio.
Era vicina, troppo vicina. Il suo viso a pochi centimetri dal mio.
Sentivo il suo profumo inebriante invadermi le narici e stordirmi, le labbra morbide leggermente dischiuse nella concentrazione di pulirmi la faccia.
Socchiusi gli occhi lasciandomi cullare da quel calore, respirando il suo profumo. Immaginando le sue labbra premute contro le mie.
Strinsi gli occhi portando una mano sulla sua, la sentii sobbalzare e li riaprii. Lei era sorpresa ed io sorrisi gentile mascherando la mia delusione.

“Grazie Ino… Però ora è tardi, devo riaccompagnarti a casa…”

Lei si staccò sorridendomi. Dovevo baciarla, avevo perso l’occasione.
Ma non importava, ci sarà tempo, me lo ripetev. sempre.

E se tutto questo un giorno può finire
Non sarebbe arusto farmi innamorare
Ma non posso non accorgermi di te

La mattina seguente mi alzai sereno.
Avevo puntato la sveglia alle sette per andare prima di fare colazione a cercare Ino.
Erano sette anni che provavo a darle la mia cioccolata, questa volta ero sicuro che ce l’avrei fatta.
Mi vestii in fretta però senza rinunciare a sembrare al meglio delle mie possibilità.
Scesi per le scale andando verso il frigorifero, lo aprii, il pacchetto di cioccolatini era intatto. Evidentemente il biglietto ‘Non toccare’ attaccato sul pacchetto aveva funzionato. Raccolsi il regalo sorridendo contento.

“Chou? Cosa ci fai già alzato così presto?”

Mi voltai verso la voce, mia madre stava in piedi davanti ai fornelli. Già cucinava, sorrisi avvicinandomi e l’abbracciai dandole un bacio sulla fronte.
Sciolsi l’abbraccio e le sorrisi.

“Mamma ora devo andare. A dopo, ti voglio bene!”

Non lasciai che mi rispondesse e scappai fuori dalla cucina.
Se mi fossi voltato, avrei visto il suo sorriso ghiacciarsi sulle labbra mentre tornava con lentezza a girare il riso che bolliva sul fuoco, preoccupata.
Uscii di casa impugnando il fido pacchetto di patatine. Corsi attraversando tutta la città fermandomi in una parte del bosco accanto alle mura di Konoha, all’esterno, dove Ino la mattina raccoglieva i fiori per creare le sue splendide composizioni.
Di solito a San Valentino ne raccoglieva anche più del dovuto.
Mi sedetti sul muro di cinta aprendo il pacchetto e cominciando ad estrarre le patatine per poi infilarle in bocca. Intanto la guardavo chinarsi sulle aiuole artificiali per strappare delicatamente quelle opere d’arte di mille colori.
Era delicata nei suoi gesti, strappava il fiore fino alla radice stando attenta, però, a non tirare la terra insieme con quello.
Ogni tanto la vedevo tirarsi su e sbuffare per poi asciugare il sudore con il polsino dei guanti in stoffa. Estrassi dal pacchetto l’ultima patatina. La osservai attentamente alternando lo sguardo tra quella e la ragazza china sulle chiazze colorate.
Sospirai facendomi coraggio, mangiai l’ultima patatina e mi preparai a scendere. Salii in piedi sul cornicione per saltare.

“Ino!”

Mi bloccai appena in tempo guardando poi in basso.
Un ragazzo si avvicinava a Ino camminando piano e tenendo dietro la schiena una mano.

“Che ci fai qui Kankuro?”

Ino strinse troppo la presa su un fiore spezzando il gambo.
Storsi la bocca. Era emozionata da quella nuova presenza.
Rimanendo china gettò da un lato il fiore rovinato e continuando il suo lavoro con più attenzione.

“Ammiravo il panorama… Scherzo! Sono venuto qui per te.”

“Ah si? E per fare cosa se posso saperlo?”

Lei si era alzata in piedi, Kankuro maldestramente la raggiunse facendo slalom tra le aiuole.
Quando fu vicino a lei, le porse una scatola rossa.

“Buon San Valentino Ino!”

Sentii una morsa allo stomaco.
Le stesse parole che avrei usato io.
Guardai Ino in apprensione. Non accettare, ti prego, non accettare.
Sentii le lacrime salirmi agli occhi. Non accettare…
Strinsi i pugni rabbioso, per la settima volta nella mia vita, quando le mani della ragazza si denudarono dai guanti sporchi e presero la scatola.

“Oh! Grazie mille! È per amicizia?”

“No. È per amore, sicura di accettarla, adesso che lo sai?”

“…Sì.”

Abbassai la testa non osando guardare. Tanto lei non si accorgeva mai di me.
Me ne sarei andato in silenzio, come se non avessi visto nulla. Come facevo sempre.
Ma non ce la feci, rimasi fermo, le mie gambe si rifiutavano di muoversi.
Strinsi gli occhi più che potevo mentre le lacrime prepotenti si facevano largo oltre le palpebre.
Sentivo la sua risata cristallina, non volevo sentirla, ma non potevo farne a meno.
La vedevo nella mia mente abbracciata a quel ragazzo straniero, baciarlo, ridere.
Felice, ma non con me.
Le mie gambe si mossero da sole, scappavo lontano da quel posto. Lontano da quella scena.
Sentivo una fitta al cuore che quast mi distruggeva dentro.
Mi trovai, senza sapere come, davanti alla porta di casa mia.
Il pacchetto ancora stretto nella mano, aprii la porta facendola scorrere.
Nell’ingresso semi illuminato risuonava l’eco del russare di mio padre.
Sorrisi, c’era chi in quel fausto giorno riusciva a riposare.
Feci alcuni passi verso la cucina e quando raggiunsi lo stipite della porta, vidi mia madre seduta su una sedia al tavolo con entrambe le mani a sorreggere il mento.
Quando sentì i miei passi, alzò lo sguardo con preoccupazione.
Io sorrisi gentile avvicinandomi a lei. La abbracciai più forte che potei.

“Mamma… Buon San Valentino…”

Le porsi il sacchetto un po’ ammaccato e lei lo raccolse sorridendo contenta.
Lo aprì facendomi accomodare su una sedia. Mi accarezzò il volto amorevole dividendo i cioccolatini a forma di cuore in due mucchietti uguali.

“Mangiamoli insieme ragazzone mio… E ricorda che non ci sarà mai donna che ti vorrà più bene di tua madre!”

Sorrisi spontaneo cominciando a gustare quelle delizie.
Mamma aveva ragione.
Però io, non potevo accantonare l’idea di lei tra le mie braccia.
Non potevo far finta di nulla quando la guardavo, non potevo tacere a me stesso che mi piaceva.
Non potevo dire al mio cuore di smettere di battere così forte quando mi sfiorava casualmente.
Non potevo dire ai miei occhi di non guardarla.
Lei sarebbe stata sempre lì, accanto a me.
Come una splendida Cosmea accanto abaell’Erba Selvatica.
Non notandomi, mentre io notavo lei.









Citazione & Credits:“Dimmi dimmi” di Anna Tatangelo, citazioni in corsivo allineate a destra nel testo.
NdA: Inserita scena Ino/Kankuro poiché è la diletta dell’autrice, non conosco il nome della signora Akimichi quindi l’ho chiamata solo mamma, fortunatamente ho scritto in prima persona.

San Valentino non è sempre rose e fiori, infatti mi è sembrato adatto a rappresentare questa figura come Chouji, perennemente innamorato della sua compagna di team Ino, fin dall’accademia.
Spero di non aver fatto piangere nessuno ç_ç

Arrivata 5^ a parimerito con la fic Sotto la luna di Rota23. Qui il responso del contest! Ringrazio la stupenda Kurenai88 che ha postato i risultati nonostante non stesse bene e che ha indetto questo contest stupendo ^0^ Mi-ti-ca!

§ 5^ Classificata a pari merito - Cosmea di Erin_Ino §
Originalità 9 su 10: Triste çOç ma bella ù.ù abbastanza originale da stuzzicare ad ogni riga la curiosità del lettore. Complimenti!
IC dei Personaggi 9 su 10: Indubbiamente sono IC. Niente da segnalare nei loro atteggiamenti.
Completezza della Fic 8 su 10: Abbastanza completa tranne per il fatto che non comprendo la KankuIno XD capisco che è la tua coppia preferita, ma mi chiedo il "Come è nata?" visto che Choji non ha detto nulla dell''amicizia' tra i due.
Attinenza al Tema 3 su 5: La canzone in alcune parti non ci azzecca niente con la fic, sono sincera. È molto bella ma non molto attinente.
Totale 29 su 35

  
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