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Autore: _Annaly    08/10/2015    1 recensioni
"Era piccola, era fragile. Sentivo che dovevo proteggerla e volevo farlo.Le promisi che non l'avrei mai lasciata sola, mai."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"Era piccola, era fragile. Sentivo che dovevo proteggerla e volevo farlo.Le promisi che non l'avrei mai lasciata sola, mai. Non sono riuscito a mantenere quella promessa. Sono un bugiardo." -Alex!- mi sentii chiamare tra veglia e sonno. Aprii gli occhi, era Max. Io e Max eravamo amici d'infanzia. Ci conoscemmo alle medie e da allora non ci siamo più separati. I suoi genitori erano morti in un incidente d'auto e lui viveva con i nonni. Io persi mia madre all'età di dieci anni, fu assassinata. Per questo motivo eravamo molto legati. Quando crescemmo diventammo due ragazzi problematici. Risse, alcool, piccoli furti e rapine; era questa la nostra vita. E fu proprio grazie a quest'ultime che riuscimmo a mettere abbastanza soldi da parte e affittarci un appartamento, che era più uno scantinato.Si trovava in periferia, in una zona molto isolata. Insomma era perfetto, perfetto per noi. Dopo qualche anno, all'età di 19 anni fui beccato dalla polizia nel mezzo di una rapina in una tabaccheria ma siccome ero il figlio di un famoso ispettore fui rilasciato a breve e decisi di smetterla coi furti e le cose pericolose. Max non prese molto bene la cosa dato che le nostre uniche entrate economiche dipendevano esclusivamente da quello. Trovammo un accordo: io avrei scelto, studiato il posto in cui fare la rapina e preparare tutto, mentre Max, insieme ad altri tre ragazzi che successivamente si unirono a noi, si sarebbero occupati di effettuare il colpo. Alla fine ci saremmo divisi l'incasso. Tutto andò bene per i successivi due anni ma poi il giorno del mio ventunesimo compleanno le cose iniziarono a cambiare... -Che vuoi Max?- mi girai per guardare l'orologio sul comodino e vidi che era da poco passata la mezzanotte. -Andiamo amico è il tuo compleanno! Ti abbiamo portato un regalo speciale. - Notai dalla sua voce e dal poco equilibrio che mostrava nel reggersi in piedi che aveva bevuto troppo. E Max, quando beveva troppo, faceva stronzate e si cacciava nei guai. Fece un cenno a Federico, uno degli altri membri del nostro gruppo, anche lui ubriaco, che sembrò capire subito. Uscì dalla mia stanza e subito rientrò insieme ad Alessio e Francesco, ultimi due membri. Restai pietrificato quando vidi cosa i due stavano trascinando in camera mia. Era una ragazza. Aveva le mani legate dietro la schiena, la bocca tappata da uno straccio e il corpo pieno di lividi e tagli. Si reggeva a stento in piedi. Sembrava svenuta, teneva la testa bassa e il volto semi coperto da un ciuffio di capelli che fuoriusciva dal codino che le teneva completamente raccolti il resto dei capelli. Saltai giù dal letto e spinsi a terra Max. -Cosa cazzo hai fatto?- -Calmati Alex, volevamo solo divertirci un po con lei.- Mi sentii il sangue ribollire di rabbia. -Rapendola? È così che volevi divertirti? Vedremo se ti divertirai quando finiremo tutti al fresco.- urlai. -Tranquillo ce la facciamo a turno e poi la riportiamo dove l'abbiamo trovata, fine. La ragazzina non avrà il coraggio di dirlo a nessuno.- -Forse non mi hai capito. Voglio che tu la riporti immediatamente da dove l'hai presa! - -Ma Alex...- Non lo feci finire e gli tirai un pugno. Si alzò in piedi e senza contrattaccare disse: -Andiamo ragazzi- La ragazzina alzò lo sguardo mentre la trascinavano fuori. Notai nei suoi occhi rassegnazione. Sapevamo entrambi che non l'avrebbero lasciata libera così facilmente. -Aspettate- dissi. -ho cambiato idea, la ragazzina resta con me- -Cosa?!- disse Max. -Hai capito bene.- presi la ragazza e la misi dietro di me.-ora andatevene!- Max fece come se mi volesse aggredire ma si calmò subito, sapeva che contro di me non poteva nulla. Se ne andarono senza dire una parola. Andai immediatamente a chiudere la porta a chiave. Stanotte Max avrebbe dormire altrove.
   
 
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