Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: GlairPhoenix    08/10/2015    0 recensioni
Eri un folle se cedevi a quella che era la sua follia, la follia del amare il sapore metallico del sangue e i cuori che cessano di battere, eri un folle se t'innamoravi di quello sguardo dannato quanto l'Inferno ma splendente come le dodici ali del Paradiso.
[...]La stravaganza nei suoi silenzi e nei suoi improvvisi sguardi agghiaccianti, le grida come imponenti violini e il tacco che accompagnava ogni suo atteggiamento. La stravaganza nel dolce parlare e le carezze.
La Stravaganza come La Follia nascoste dietro una maschera veneziana.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Una maschera damascata e delle piume nere, un profumo di marca e i guanti in pelle.

Affascinava ogni fanciulla e ogni fanciullo, il giovane Gleran Braun, l'intera Amburgo decantava la sua incredibile bellezza.

Non c'era individuo che non ne restasse incantato come intrappolato in quelle eteree iridi, come un incantesimo si sarebbe sciolto solo con un passionale e bollente rapporto carnale.

Molte donne sono cadute ai suoi piedi e molti uomini hanno bramato quella pelle di porcellana, hanno goduto delle sue gote arrossate dal piacere e la lussuria che lo divorava, la voce roca e i lunghi capelli corvini umidi.

Eri un folle se cedevi al suo perfetto sorriso in porcellana, eri un folle se lasciavi che quelle falangi sporche del peccato dell'omicidio sfiorassero le tue membra amandole con fare bugiardo.

Eri un folle se cedevi a quella che era la sua follia, la follia dell'amare il sapore metallico del sangue e i cuori che cessano di battere, eri un folle se t'innamoravi di quello sguardo dannato quanto l'Inferno ma splendente come le dodici ali del Paradiso.

Amarlo era come un riff di pianoforte: intenso quanto breve, cadeva il silenzio quando le corde si tendevano quasi fino a consumarsi per poi concludere l'opera con un applauso ricco di un'ammirazione disprezzata quanto ignorata.

Come un direttore d'orchestra superbo ed orgoglioso, sapeva che i suoi spettacoli incantavano ed emozionavano, illudevano e lasciavano l'amaro nelle bocche di chi desiderava di pił.

Come un direttore d'orchestra baciava quegli applausi con un inchino, sorrideva a quell'unisono di mani che si scontravano, godeva di quell'ammirazione come scariche di brividi lungo la schiena.

Un assassino dai guanti neri per nasconder le macchie rosse, le anime divorate che avevano reso putrida e marcia la sua, nera come la pece e peccaminosa.

Era stravagante, quel Gleran Braun, era la sua stravaganza a fare di lui il soggetto pił interessante di feste e balli; i suoi lunghi capelli neri danzavano con lui, lucenti e morbidi, l'invidia di uomini e donne.

La risata roca e contagiosa, il gesticolare teatrale che accompagnava ogni sua parola.

La sua camminata accompagnata dai lunghi cappotti che ondeggiavano ad ogni suo passo, il bastone dalla testa d'oro che lui oscillava nelle piste, il carisma nelle sue parole e la passione che brillava nei suoi occhi.

La stravaganza nel farsi amare con gesti drammatici su un palco dell'Opera, il sipario che si apriva per dar spazio alla sua armoniosa quanto finta personalitą, la voce che raggiungeva ogni angolo della cittą e incantava chiunque udisse quel soave suono.

La stravaganza nei suoi silenzi e nei suoi improvvisi sguardi agghiaccianti, le grida come imponenti violini e il tacco che accompagnava ogni suo atteggiamento. La stravaganza nel dolce parlare e le carezze.

La Stravaganza come La Follia nascoste dietro una maschera veneziana.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: GlairPhoenix