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Autore: Mary_Potter    08/10/2015    0 recensioni
Un pazzo furioso di nome Pitch Black vuole conquistare la Terra. La considera troppo gioiosa e vuole portare tenebre e paura. Per sconfiggerlo ci vogliono una squadra di ragazzi forti, coraggiosi e pronti a tutto. Ce la faranno Merida, Rapunzel, Hiccup, Astrid, Elsa, Anna e Hiro a distruggerlo?
(Le critiche sono molto bene accette, mi aiutano a migliorare)
Genere: Guerra, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Rapunzel
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 4°


-Nord… NORD!
Calmoniglio era molto affannato. Aveva corso per tutto il quartier generale, senza trovarlo. Chiese agli elfi, che però cominciarono a interrogarsi su cosa Calmoniglio avesse detto. Provò a domandare agli yeti, che gli risposero nella loro lingua strana. Dentolina e Sandy non c’erano.
-Cosa successo, perché tu ti agiti tanto?- finalmente Nord era arrivato.
-Pitch… Pitch è stato qui.
-Cosa? Perché tu non mi ha cercato subito?
Il coniglio alzò gli occhi al cielo.
-Cosa avete fatto?
Calmoniglio gli spiegò in breve che cosa fosse successo.
-Almeno sappiamo che i ragazzi che la fanno- disse Calmoniglio, una volta terminato il racconto.
-Dobbiamo scoprire base segreta di Pitch.
-Potrei provare a chiedere a…
-A tua squadra! Se riescono a bloccare Pitch, possono anche trovare Pitch!
 
-Ragazzi, in piedi!- urlò Calmoniglio, giunto davanti al corridoio delle stanze.
-Mhhh… io stavo dormendo!- disse una voce impastata dal sonno, per poi uscire e rivelarsi Rapunzel.
-Sveglia Merida. Ora.
-Va bene…
-Forza, a rapporto!- continuò Calmoniglio bussando alla porta di ognuno dei ragazzi.
-Dammi un minuto!
-Non puoi aspettare due secondi?
-Calmati, arrivo!
-Un momento!
Quando Merida uscì, arrossì violentemente perché Hiccup era a torso nudo. “Ma a cosa diavolo faccio caso?” si disse poi, scuotendo la testa.
Non sapeva, però, che Hiccup la stava guardando, e pensava che i suoi capelli fossero bellissimi, ma che i suoi occhi non erano paragonabili nemmeno a un diamante per quanto brillavano quando era felice. Ma anche lui si chiese a che cosa andava a pensare.
-Allora, abbiamo bisogno di sapere dov’è Pitch, andiamo a fare festa a casa sua, ce ne torniamo qui e facciamo le valige per tornare ognuno a casa propria. Tutto chiaro?
-No, per niente.
-Dobbiamo scoprire dove si trova Pitch.
-Ehm… come?- Elsa era un po’ perplessa.
-Non lo so.
-Si potrebbe provare a cercare su internet, magari con i documenti on-line dei vari Paesi- propose Hiro.
-Oppure potrei correre in giro per il mondo e ispezionarne ogni minimo dettaglio - disse Hiccup.
-Quanto ci metteresti?- chiese Calmoniglio a Hiccup.
-Mezz’ora, se tutto va bene.
-Dammi un giorno e una tua protesi e ce ne metterai dieci, di minuti- gli disse Hiro.
-Che intendi con “una tua protesi”?
-Se me ne dai una, te ne costruisco un paio che ti daranno una spinta maggiore e andrai oltre la velocità a cui sei abituato ad andare.
-Va bene, ma ti do una mano.
-Ci sto.
-A proposito, Banner, devi costruire quello che ritieni adatto a tutti i ragazzi.
-Ho già fatto qualcosa.
-Perfetto, adesso vestitevi. Non dico di tutto punto, ma almeno mettetevi qualcosa addosso- disse Calmoniglio, rivolto ad Hiccup, che si mise una mano dietro la nuca, imbarazzato.
-Dieci minuti, poi, in cucina.
-Perché?
-Dobbiamo organizzare un piano d’attacco.
 

-Io farei così: i gemelli lo distraggono, io, Anna, Astrid e Hiro gli diamo addosso, mentre Rapunzel e Merida… non lo so.
-Bene! Non abbiamo idea di cosa fare- Merida mise le mani sui fianchi.
-Siamo morti- ecco Astrid e il suo solito positivismo.
-No, dai, proponiamo!- Anna era molto ottimista, al contrario degli altri.
-Potremmo fare che Hic crea un tornado correndo in cerchio così gli incubi spariscono, poi gli alti provano ad aggredire Pitch.
-Evvai, tutti gli incubi addosso a me!
-Era solo un’idea!
-Ragazzi, facciamo che io e Elsa andiamo e, come diceva Jack, cominciamo a distrarlo, magari fingiamo di voler stare dalla sua parte, così diamo a voi il tempo di arrivare su un jet e fingete di essere arrabbiati con noi, e viceversa. Così si innervosirà, poco ma sicuro. Quindi, ci raduniamo e attacchiamo. Essendo confuso, forse, si distrarrà, quindi sarà più vulnerabile, poi ci occupiamo degli incubi. Di sicuro, Pitch non vuole che arriviamo a lui, e per questo ci farà aggredire dagli stalloni, ma il primo che arriva lo stordisce, a meno che lui non stordisce voi. Se riusciamo, lo rispediamo sul suo pianeta natale e ci assicuriamo che non torni più qui.
-E se non funzionasse? Se Pitch non vi credesse? È un pazzo, ma non è di certo stupido- Hiro non era totalmente certo.
-Come disse il vecchio saggio, “Io ho un piano: attacco”- rispose Hiccup, mentre Jack sorrideva.
-Quindi teoricamente abbiamo anche un piano b- Astrid si stava convincendo.
-Teoricamente. Se non funziona, faccio il tornado.
-L’idea mia piace- disse Calmoniglio – ma ora dovete andare a lavorare su quello che avete detto prima. Se non scopriamo dov’è Pitch, possiamo fare piani su piani, ma non concretizzeremmo niente.
Hiro e Hiccup annuirono.
-Hey, posso aiutarvi anch’io, qualunque cosa dobbiate fare?- propose Jack.
-Ok.

Quel pomeriggio…

-Ragazze… chi di voi non ha mai fatto una ceretta?- chiese Rapunzel alle altre. Mentre “gli uomini” lavoravano, si erano radunate in una delle camere.
-Una che?- Astrid non capiva che cosa fosse.
-Una ceretta.
-Anch’io non so cosa sia- disse Anna.
Rapunzel e Elsa si scambiarono uno sguardo eloquente, mentre Merida temeva quello che sarebbe successo dopo.
 

-Allora, sta scansionando… ora.
-Ripetimelo: perché dobbiamo scansionare la protesi di Hic?- chiese Jack a Hiro.
-Così il modello delle protesi sarà più o meno lo stesso, ma, apportando le dovute modifiche, Hiccup sarà ancora più veloce.
-Va bene, ma perché…
Jack non fece in tempo a finire la frase che si sentì un urlo provenire dal piano di sopra. l’albino corse al corridoio con le camere e, non trovando le ragazze, cominciò ad agitarsi. Le cercò ovunque, finché non passò davanti al bagno e vide Rapunzel con una striscia di stoffa in mano, Astrid aveva gli occhi spalancati e Anna stava piangendo. Dalla sua gamba mancava una striscia di peli. Merida si era coperta gli occhi con la mano, scuotendo la testa.
-Che cosa è successo?- chiese Jack, preoccupato.
-Alle due signore qui presenti è venuta la brillante idea di fare la ceretta ad Anna- disse Merida.
-Che… che cos’è una ceretta?- chiese Jack.
-Non è niente? NON È NIENTE?! A CONFRONTO UN COLPO DI PISTOLA È UNA CAREZZA!!
-Che diavolo è una ceretta?
-Captain America si fa male se le tolgono i peli?- chiesero Merida e Rapunzel, ridendo.
-Calmatevi…- provò a intervenire Elsa.
-Non è colpa mia se è doloroso!- protestò Anna.
-Lo so, ma non credevo che ti facessi male per qualcosa del genere!- Le disse Merida, continuando a ridere.
-Mi spiegate chi è che ha urlato e che cos’è una ceretta?- Jack non stava capendo un accidenti.
-Vi date una calmata?- Elsa si stava spazientendo, difatti una lampadina divenne rossa.
-Ha urlato Anna- rispose Merida a Jack, ignorando la bionda e la lampadina rossa.
-Perché ha urlato?- chiese Jack.
-Perché si è fatta la ceretta.
-Che cos’è?!
-Hey, il genio non sa cosa sia…
-Se ho capito bene è una cosa da donne, mi pare ovvio che non lo sappia!
-Ecco che ricominciano a punzecchiarsi…
-CALMATEVI, TUTTI!- urlò Elsa mentre la lampadina esplodeva -Uno alla volta. Anna, se ti fa così male smettiamo, Merida e Punzie, l’avete fatta la ceretta e sapete bene che la prima volta fa male, Jack, puoi tornare al laboratorio, se vuoi, non è successo niente. Astrid, vuoi provare?
-No, se fa male a lei.
Jack si voltò, scuotendo la testa, e si avviò verso il laboratorio mentre Rapunzel propose di sperimentare nuove pettinature. “Certo che le ragazze sono strane…” pensò Jack, chiudendo la porta del laboratorio.
-Tutto ok?- Hiccup era visibilmente preoccupato, soprattutto per Elsa.
-Sì, hanno deciso di farsi una cosa chiamata ceretta, e non ho capito cosa sia, ma sembrerebbe paragonabile ad uno strumento di tortura.
-Ah, sì. Ho accompagnato io Elsa quando l’ha fatta la prima volta.
-Mi spieghi che cos’è?- Jack voleva sapere a tutti i costi.
-Si mette della cera bollente su un pezzo di pelle, poi si poggia un pezzo di stoffa sulla cera e si strappa via in modo violento, e se ne vengono i peli appresso alla cera e al pezzo di stoffa.
Jack fece una smorfia di dolore.
-Sì, Elsa me l’ha fatta fare sulla schiena, una volta- disse Hiccup, ridendo.
-Parlando di altro, ha finito di scansionare- Hiro interruppe la conversazione “al femminile”.
-Esiste un sinonimo di scansionare? Così non usiamo sempre la stessa parola.
-I tuoi soliti problemi da cui dipende il destino del mondo…- commentò sarcasticamente Hiccup.
-Comunque credo che uno sia scannerizzare. Quindi, la macchina ha finito di scannerizzare- disse Hiro.
-Adesso che si fa?
-Facciamo le modifiche al computer e poi ne stampiamo due a specchio.
-Come dovrebbe fare Hiccup a…
-Con la stampante 3D, genio.
-Ahh, capito.

Un’ora dopo, le protesi per Hiccup erano pronte.
-Bene, ora le provi e vedi come ti trovi- disse Hiro a Hiccup, chiudendo il programma con cui le avevano realizzate.
Il ragazzo annuì e si mise le gambe finte, per poi alzarsi.
-Ok, non sono abituato a queste.
-Prova a correre.
Scomparve lasciandosi una scia blu alle spalle, per poi tornare mezzo minuto dopo con il fiatone
-Che cos’hai fatto?- chiese Jack.
-Il… il giro del… del mondo… di nuovo…
-Dunque, ti trovi bene?
-S… sì, penso di… di sì.
-Bene, fai una pausa e quando sei pronto, vai a cercare quel bastardo di Pitch- disse Calmoniglio, che era entrato in quel momento.
-Da dove sbuchi fuori, Coda di Cotone?- gli chiese Jack, che non voleva ammettere di essersi preso un colpo quando aveva sentito la sua voce.
-Ha-ha-ha, divertente. Sono entrato adesso, dal momento che una saetta blu mi ha travolto.
-Ok, sto bene. Ci vediamo tra… tra quanto?- chiese Hiccup a Hiro.
-Dieci, massimo venti minuti- gli rispose il giapponese.
Hiccup annuì e scomparve, lasciando Jack e Hiro con i capelli più scompigliati del normale.

-Ragazzi, ho trovato Pitch!- urlò Hiccup, di ritorno dal suo "giro"
-Ci hai messo esattamente otto minuti. Sicuro di aver fatto tutto?- chiese Hiro.
-Sì, ho ispezionato tutta l’Europa, è a Fulpmas, Austria, in mezzo alle Alpi. È in mezzo al nulla, un paesino minuscolo.
-Quindi sapresti indicarci la strada esatta?- domandò Anna. Le ragazze avevano smesso di autoinfliggersi delle torture cinesi e si erano radunate lì insieme agli altri.
-Certo.
-Molto bene. Ben fatto, saetta. Banner, hai fatto quello che ti avevo chiesto stamattina?- chiese Calmoniglio a Hiro.
-Sì. Un arco e delle frecce molto particolari per Merida, una tuta con degli appositi “contenitori”, per così dire, per le pistole o altri oggetti utili, ed ha anche dei cilindri incorporati che rilasciano una scarica elettrica, una nuova armatura per Anna, in cui lo scudo lo puoi richiamare anche se è a distanza e le protesi per Hiccup. Gli altri credo se la cavino senza avere bisogno di nulla, quindi si possono mettere qualcosa di comodo e usare i loro potenziamenti.
-Che intendi con “frecce speciali?”- chiese Merida.
-Puoi scegliere se usarle come arpione, freccia normale, freccia che rilascia un’onda sonica, freccia esplosiva…
-Freccia esplosiva?!- Merida sembrava una bambina a cui hanno appena regalato una nuova Barbie.
-Sì, ho sentito il tuo commento durante gli allenamenti.
-Sììì!!!-  la rossa saltellava da un piede all’altro.
-Ok, adesso preparatevi- affermò Jack, sicuro -Si va a salvare il mondo.

 

 

Note Autrice
Ok…. Vi imploro, perdonatemi per l’enorme ritardo, ma non avevo l’ispirazione, e i miei compiti sono tantissimi, quindi… scusate.
Parlando del capitolo, non so quanto sia lungo, ma spero che sia migliore di quello scorso.
L’idea della ceretta mi è venuta perché l’ho fatta ieri (alle ascelle e alle gambe... PANICO)
Oggi sono andata al corso di nuoto! Yayyyyyy! (ecco il motivo della tortura menzionata sopra)
Se interessa a qualcuno, ho deciso che cosa portare agli esami: le OLIMPIADI.
Spero di aggiornare presto, anche se non so se mi sarà possibile dati gli impegni e la quantità di compiti. :(
Ci vediamo al prossimo capitolo, che prima o poi arriverà! Bye!

   
 
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