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Autore: meryl watase    09/10/2015    16 recensioni
A volte anche da un libro di ricette può nascere qualcosa di importante, soprattutto quando ti serve aiuto per realizzarle.
"Non sai come ti invidio, Sasuke Uchiha è uno chef rinomato, non solo possiede un ristorante famosissimo all'ultimo piano della Star Tower, ma conduce persino uno show televisivo di alta cucina e, cosa non trascurabile, è un uomo talmente sexy che a volte immagino di allungare la mano e tirarlo fuori dal televisore per approfittare di lui."
"Ma che dici, Ino? Ti ricordo che sei fidanzata."
"Lo so benissimo, ma che male c'è a sognare? Dovresti lasciarti andare anche tu qualche volta e fantasticare."
"Dacci un taglio. Comunque è davvero così famoso questo tizio?"
"Lo conoscono tutti a Seattle. Mi correggo: tutti tranne te. Sei proprio fuori dal mondo. Comunque con un uomo del genere accanto non perderei tempo ai fornelli. Sarebbe lui la mia cena" aggiunse con espressione maliziosa.
[Sasuke/Sakura] [Sakura/Neji] [ accenni Shikamaru/Ino, Obito/Rin e Naruto/Hinata]
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Itachi, Neji Hyuuga, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Obito/Rin, Sasuke/Sakura
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Capitolo 1: Help

" Il cibo è l'unica cosa bella che nutre veramente"

Autumn in New York


Lunedì 24 ottobre, ore 23:00

Un improvviso boato interruppe la quiete che regnava nella piccola palazzina di tre piani situata nel centro di Seattle.
Dall'appartamento al pian terreno uscì di corsa una ragazza quasi trentenne dai lunghi capelli biondi legati in una coda, che, con un estintore in mano, si diresse velocemente verso il piano di sopra.
Giunta davanti ad una porta con il numero due elegantemente inciso sul legno, la aprì con una spinta ed entrò. Attraversato l'elegante salottino in stile antico, si immerse senza esitazione nella nuvola di fumo nero proveniente dalla cucina.
Aperta la manopola di sicurezza diresse il getto dell'estintore contro il piano di cottura sommergendo il tutto di schiuma e spegnendo le fiamme che divampavano dalla padella lasciata sul fuoco.
La figura di un'altra altra ragazza della stessa età della prima emerse dal fumo, era in ginocchio sul pavimento, ricoperta di schiuma e con gli occhi pieni di lacrime.
"Fronte spaziosa! Non ci posso credere! È la terza sera di seguito che fai quasi saltare tutto in aria!" la rimproverò mentre chiudeva la manopola del gas.
"Scusami, Ino. Non riesco a capire con sia potuto succedere" le rispose l'altra con espressione depressa.
"Sei davvero un caso disperato" aggiunse Ino, scuotendo la testa.
"Non credevo che cucinare fosse così difficile. In fondo in laboratorio maneggio spesso sostanze pericolose e non mi è mai capitata una cosa del genere."
La proprietaria dell'appartamento numero due, Sakura Haruno, era una rinomata immunologa del Seattle Grace Hospital, diplomata a soli quattordici anni, aveva conseguito la laurea a diciotto e si era specializzata appena ventiduenne. Era considerata un vero genio nel suo campo, ma per quanto riguardava i lavori di casa era un disastro: quando faceva il bucato sbagliava lavaggio ristringendo i vestiti o si dimenticava di separare bianchi e colorati; quando stirava non c'era volta che non bruciasse qualcosa; per non parlare della cucina, farla entrare in quel luogo significava dover chiamare i pompieri.
"Ti conviene lasciar perdere. Non ci riuscirai mai."
"E invece ci riuscirò, devo riuscirci."
"Capisco il tuo voler dimostrare di essere all'altezza della situazione, ma tu sei davvero un caso disperato. Non sarebbe meglio raccontare la verità a Neji? Tanto prima o poi lo scoprirà."
"Non ho intenzione di tirarmi indietro, Ino. Gliel'ho promesso."
Con un sospiro esasperato la ragazza bionda, fissò gli occhi verdi della sua migliore amica.
"Ten ten non la prenderà bene se darai fuoco all'intera casa, certo ti vuole bene, come te ne voglio io, ma c'è un limite a tutto. Potrebbe anche prenderti a pugni."
Ten Ten, l'inquilina del terzo piano, lavorava come fisioterapista nello stesso ospedale di Sakura e praticava kick boxing nel tempo libero, si conoscevano tutte e tre fin dall'asilo, ma la loro amicizia era fiorita davvero durante le superiori, tanto che avevano deciso di vivere tutte e tre nello stesso palazzo.
"Non ho paura di lei."
"E che ne dici di Tsunade? Il palazzo è suo."
Nel sentire il nome della sua mentore nonché padrona di casa, brividi di terrore scossero il corpo della ragazza, l'aveva vista arrabbiata in un paio di occasioni e non voleva certo ripetere l'esperienza.
Sconfortata, si stese sul pavimento della cucina, chiudendo gli occhi.
"Ma che fai? È tutto sporco!"
"Perché io non lo sono? Ma mi hai vista bene? Hai colpito anche me con quel dannato aggeggio, sono un disastro."
"Invece di lamentarti dovresti ringraziarmi."
"Lo so. Lo so. È solo che... ci tenevo tanto a preparare quella cena con le mie mani."
Vedendo la disperazione sul volto della sua migliore amica, Ino cominciò a cercare una soluzione al suo problema, lavorando in un'agenzia matrimoniale era abituata a districarsi tra problemi e crisi di ogni tipo, quindi riflettendoci bene avrebbe senz'altro trovato un modo per aiutare la sua migliore amica.
Un'improvvisa illuminazione la colpì.
"Mi è venuta un'idea, devo chiamare subito Shikamaru, Sakura."
"Cosa vuoi chiedere al tuo fidanzato? Mica può fare i miracoli" le rispose l'altra ancora stesa a terra come una vergine in attesa di essere sacrificata su un altare rituale.
Già immaginava un abbronzatissimo sacerdote Maya con in mano un grande coltello pronto ad affondarlo nel suo petto e tirarle fuori il cuore da offrire alle sue divinità.
"Aspetta e vedrai."
Con quelle parole criptiche la sua migliore amica lasciò la stanza.
Come potesse un pubblicitario aiutarla con i suoi problemi con la cucina era un mistero che solo Ino conosceva.

- - - ---- § ⏳ § ---- - - -

Martedì 25 ottobre, ore 21:00

Parcheggiando la sua Plymouth Fury rossa e bianca sul vialetto antistante la piccola villetta in stile coloniale, Sakura non poté fare a meno di pensare che sarebbe stato meglio avvertire del suo arrivo, ma Shikamaru le aveva detto esplicitamente di presentarsi direttamente a quell'ora perché il giovedì era giorno di chiusura del ristorante del suo amico, quindi lo avrebbe trovato di sicuro a casa.
Mentre scendeva e si dirigeva verso il portone, le risuonava nella mente la discussione avuta con Ino un paio d'ore prima.

"Non sai come ti invidio, Sasuke Uchiha è uno chef rinomato, non solo possiede un ristorante famosissimo all'ultimo piano della Star Tower, ma conduce persino uno show televisivo di alta cucina e, cosa non trascurabile, è un uomo talmente sexy che a volte immagino di allungare la mano e tirarlo fuori dal televisore per approfittare di lui."
"Ma che dici, Ino? Ti ricordo che sei fidanzata."
"Lo so benissimo, ma che male c'è a sognare? Dovresti lasciarti andare anche tu qualche volta e fantasticare."
"Dacci un taglio. Comunque è davvero così famoso questo tizio?"
"Lo conoscono tutti a Seattle. Mi correggo: tutti tranne te. Sei proprio fuori dal mondo. Comunque con un uomo del genere accanto non perderei tempo ai fornelli. Sarebbe lui la mia cena" aggiunse con espressione maliziosa.

Scuotendo la testa in gesto divertito per la sfrontatezza della sua migliore amica, Sakura allungò la mano e pigiò il pulsante del campanello, sentendolo chiaramente risuonare al di là dell'uscio.

- - - ---- § ⏳ § ---- - - -

Non appena Sasuke aprì e vide la ragazza bellissima che stava in piedi dinanzi alla soglia di casa sua, pensò che Naruto quella volta lo avesse davvero messo sotto scacco.
Erano settimane che il suo migliore amico, nonché apprendista, lo tormentava dicendogli che dato che lui si era felicemente fidanzato era ora che anche l'Uchiha, alla veneranda età di trentadue anni, si trovasse una brava ragazza per mettere su famiglia e Sasuke, esasperato, gli aveva risposto che lo avrebbe fatto solo se avesse incontrato una ragazza bella come uno dei fiori di ciliegio che stava usando in quel momento per decorare le torte che avevano appena ricoperto di fondente.
Lo sguardo dell'uomo passò dai lunghi capelli di un rosa incredibile, legati in una crocchia, alle sopracciglia sottili, sfiorò gli occhi verdi per poi scendere lungo il nasino un po' all'insù e fermarsi sulle labbra rosse. Non poté fare a meno di chiedersi se sapessero di ciliegia.

Cazzo! Naruto mi ha fregato.


Durante quell'esame Sakura era rimasta immobile osservandolo a sua volta.
Ino non aveva scherzato quando aveva detto che era avvenente: i capelli corvini gli sfioravano dolcemente il colletto della camicia scura e gli incorniciavano il volto candido dai lineamenti virili, ma quello che più colpiva di lui erano gli occhi, neri e magnetici.
Osservandolo non poté fare a meno di paragonarlo ad una tazza di espresso ricoperto di panna, le sembrava persino di sentire sulla lingua l'amaro del caffè e il tocco dolce della panna.

Che diavolo stai pensando, Sakura!? Sei fidanzata e sei qui per motivo importante non per sbavare sulla persona che dovrebbe aiutarti!

Redarguita dalla propria coscienza riuscì finalmente a distogliersi dalla contemplazione estatica dell'uomo e a parlare.
"Lei è Sasuke Uchiha?" gli domandò per sicurezza, scostandosi dal viso una ciocca di capelli sfuggita al fermaglio che li teneva in ordine.
"Il signor Sasuke Uchiha?" si corresse.
"In persona!" le rispose lui.
"Mi ha mandata da lei Shikamaru Nara."
Allora Naruto non c'entra niente!, pensò con un misto di sollievo e rimpianto. In un certo senso ne era quasi deluso. Dopotutto era proprio il suo tipo.
Aveva parlato col Nara proprio quella mattina, sapeva che prima o poi si sarebbe fatto vivo per riscuotere il suo debito, ma di certo non si era aspettato che gli avrebbe chiesto di dare una mano ad un'amica della sua fidanzata.
Lui l'aveva aiutato a liberarsi di Karin, una di quelle invasate che gironzolavano per gli studi televisivi dove registrava la sua trasmissione e che non gli davano tregua cercando invano di attirare la sua attenzione.
Non era una ragazza brutta, anzi, però a lui piacevano donne con un po'di sale in zucca e non le oche in cerca di notorietà e quella ragazza lo aveva perseguitato per mesi seguendolo persino a casa, finché Shikamaru, convinto da Sasuke, non era riuscito a trovarle un lavoro negli studi cinematografici di Los Angeles e lei, attratta dalla prospettiva di fare carriera si era trasferita lì, con gran sollievo dell' Uchiha, anche se ognittanto si faceva ancora sentire tramite telefonate,che lui rifiutava ed e-mail che lui puntualmente cestinava.
Accortosi di averla trattenuta troppo sulla soglia di casa, le fece cenno di entrare.
"Si accomodi. Non è il caso di restare sulla porta, sembra che stia per piovere."
Preso il cappotto della sua ospite, le fece strada fino al salotto, facendola accomodare su una poltroncina vicino al caminetto in pietra saponata.
"Desidera qualcosa da bere?"
"No, la ringrazio."
"Posso sapere il suo nome?" le chiese accomodandosi nella poltrona di fronte alla sua.
"Non mi sono ancora presentata? Mi scusi", lo guardò imbarazzata dalla sua gaffe,"sono Sakura Haruno."
"Sakura" ripeté lui, dandole l'impressione di assaporare le sillabe una ad una.
Trovava che fosse un nome perfetto per lei.
"Nara per telefono mi ha detto che lei ha bisogno di aiuto, ma non mi ha spiegato perché le servo proprio io."
Shikamaru le aveva raccomandato di essere molto diplomatica, di non dargli più informazioni del necessario e di tenersi per sé il fatto di non saper cucinare fino a quando lui non le avesse confermato di essere disposto ad aiutarla, quindi cercando di ignorare la soggezione che le metteva addosso quell'uomo così attraente, tirò fuori un ricettario dall'enorme borsa che si portava dietro e glielo porse.
Era consumato ed era evidente che fosse vecchio.
"Vorrei che mi aiutasse a realizzare le ricette contenute in questo volume."
Sasuke la guardò come se avesse tirato fuori uno scarafaggio gigante.
"Cosa?"
"Lei è un cuoco e quindi..."
"Io sono uno chef di alta cucina, non un cuoco da fast-food! E nessuno chef sarebbe disposto a seguire le ricette di qualcun'altro" la interruppe lui, irritato.
Accortasi di aver fatto una gaffe, la donna cercò di porvi rimedio.
"Mi scusi se l'ho fatta arrabbiare, ma ho davvero bisogno del suo aiuto. Queste ricette sono troppo complicate per me e vorrei servirle nella cena che darò tra un mese. Ci saranno persone molto importanti per me."
"Perché non si rivolge a un servizio di catering?"
"Perché voglio dimostrare di essere in grado di farlo."
"È così importante?"
"Sì, Shikamaru mi ha detto che lei gli deve un favore e che per ripagarlo mi aiuterà."
"Perché quella cena è così importante e ci tiene così tanto a cucinarla lei? Deve per forza usare quelle ricette che vanno oltre le sue capacità?"
"Potremmo discuterne un'altra volta? Domattina devo alzarmi presto e si sta facendo tardi" tergiversò lei.
"Che lavoro fa?" chiese l'uomo, incuriosito.
"Il medico. Sono un'immunologa."
Dopo quella risposta Sasuke la fissò per un attimo. Non solo era bella, ma anche intelligente. Doveva ripagare il favore che doveva al pubblicitario, lui detestava essere in debito con qualcuno, e se questo comportava passare del tempo con una bella donna, tanto meglio.
C'era qualcosa in lei che inspiegabilmente lo attraeva.
"Accetto di aiutarla. Potremmo vederci domani per discuterne per bene del menu" le propose.
Sentendo quelle parole, Sakura tirò un sospiro di sollievo.
"Sono libera domani sera. Devo venire sempre qui?"
"No, domani mi troverà al mio ristorante, si chiama Red Eye e si trova all'ultimo piano della Star Tower. C'è mai stata?"
"No, ma ne ho sentito parlare."
"Molto bene. Ci riincontreremo domani."
Detto questo, Sasuke si alzò e, restituitale la giacca, l'accompagnò fino alla macchina, attendendo poi che lei aprisse lo sportello e si sedesse al posto di guida.
"Non mi ha ancora detto perché questa cena è così importante" insistette lui, curioso del fatto che quella donna fosse così sfuggente.
Di solito era lui quello che doveva evitare le domande ed invece lei, nonostante avesse notato di non esserle indifferente - quando l'aveva aiutata ad indossare la giacca e le aveva sfiorato inavvertitamente il collo si era accorto del suo battito accelerato e del rossore che si era sparso sulle sue guance -, era stata diretta e professionale.
"Quella cena è importante perché in quell'occasione Neji chiederà la mia mano."
"Chi?" chiese lui sorpreso.
"Neji Hyuga. L'uomo che sposerò."
Dopo aver lanciato la bomba, Sakura mise in moto e, fattogli un cenno di saluto, lo lasciò lì, basito, sul marciapiede.
Quello scombinava parecchio i suoi piani.

ANGOLO DELL' AUTRICE

So bene che molti lettori attendono il 17mo capitolo di One Last Wish, ma la sua stesura sta andando per le lunghe, anche perché il pc ha esalato l'ultimo respiro e dal cellulare è complicato scrivere e pubblicare capitoli lunghi e complessi. Dato che ultimamente sentivo il bisogno di scrivere qualcosa di più leggero che non richiedesse ore di ricerche alla fine è venuta fuori questa minilong. Ringrazio moltissimo manga che in questi giorni mi ha sopportata. Il titolo che ho scelto per la fan lo ha proposto lei <3
Piccola curiosità: la Plymouth Fury rossa e bianca è l'auto protagonista del libro Christine di Stephen King.
L'appuntamento col secondo capitolo è fissato per lunedì mattina.

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