“Oh porca
puttana, due ore e mezza! Due fottute ore e mezza per pagare un cazzo
di bollettino!”. “Ehilà.
Come butta?”. “Uh? Tu chi
sei?”. “Un
passante”. “Un
passante? Alle poste?”. “Un
passante. Alle poste. Sono qui per ridere di voi poveri sfigati a cui
tocca perdere almeno mezza giornata in questi gironi
danteschi”. “...ringrazia
che non ho tempo da perdere”. “Oh,
ringrazio eccome. So bene che non puoi lasciare il tuo caldo posticino
di anima dannata, altrimenti almeno altri venti mentecatti ti
spediranno a calci nel sedere in fondo alla fila. E qui ti sei
già giocato abbastanza cellule cerebrali, no?”. “...”. “Suvvia,
quello sguardo da serial killer non si addice a qualcuno che si sta
volontariamente sottoponendo a una delle peggiori torture del mondo
moderno. Mi chiedo, perché non risolvere il problema alla
radice entrando in questo posto armato di lanciafiamme per bruciare
tutti coloro che ti stanno davanti? Rapido, comodo, indolore”. “...”. “Oppure puoi
uscire da questo posto di perdizione sbraitando bestemmie a tutte le
più alte sfere del Paradiso, usare il pezzetto di carta che
al momento tieni in mano come freccetta per abbattere qualche uccellino
innocente, sederti a meditare sull'asfalto, giungere all'illuminazione
come Siddharta sotto al suo albero, mollare questa vita di stenti e
andare in qualche monastero buddhista in Nepal o in
Kamchatka”. “...”. “Ebbene
sì, sono libero di sfotterti in lungo e in largo e tu sei
impotente. Hai mani, piedi, caviglie e tentacoli legati. A meno che non
voglia pagare lo sfregio ultimo”. “...”. “Quindi vedi
di star zitto e lasciami parlare. Vedi, tutto si riduce a...”. DRIIIIN. DRIIIIN. “Scusa, mi
reclamano”. CLICK. “Pronto? Ah,
ciao Diarrea. Come butta, vecchia merda scuoiata? Come dove sono? Sai
che giorno è oggi, no? Ecco, e sai cosa faccio tutti i
mercoledì. Vedi di far funzionare quella massa di letame del
tuo cervello se ci riesci. Oggi casca bene, la vittima del momento ha
la faccia di uno che, se solo potesse, mi servirebbe crudo senza
neanche un'ombra di decorazione nel piatto. No, neanche il Chianti. Che
schifo, già. Gente priva di buon gusto. E allora niente,
adesso vedo se riesco a portarlo al punto X. Sì, ci vediamo
stasera a casa di Colera per il solito porno settimanale. Rimming?
Occazzo, quella roba è pesante forte. E va beh, se s'ha da
fa… va bene, ci si becca poi rancidume. Au revoir”. “...”. “Chiedo
venia per l'interruzione, vecchi amici un po' ingenui che si
intromettono quando non dovrebbero. Dove eravamo rimasti? Giusto, al
tuo furiosissimo sdegno. Che immagino tu stia pensando di sfogare su di
me. Il che, a una superficiale analisi, potrebbe risultare lo scenario
più appagante. Ma a conti fatti risulta il più
stupido. In questo momento io non sono il tuo nemico, sono solo uno che
ti sta facendo presente quanto parossistica e grottesca sia la
tua attuale situazione. Perché non rivolgi la tua giusta ira
a chi ti sopravanza in questo crudele gioco per la
sopravvivenza?”. “...”. “Avanti, si
tratta solo di lasciarsi andare un po' e dare libero sfogo alla
rabbia”. “...”. “Io
aspetto”. “...GROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOAR!
VI AMMAZZO TUTTI, BASTARDI!”. “Adoro i
piani ben riusciti”.