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Autore: crystalemi    16/02/2009    5 recensioni
Quando giri per l'Europa per anni e anni, riesci a cogliere ogni sfumatura nelle sue tradizioni benché millenarie e varie.
Eppure, sempre quando pensi che nulla potrà mai stupirti più, ecco che ti ritrovi sperduto di notte in Irlanda.Pronto per accogliere quell'essere che non comprendi.
Classificata al primo posto nel contest "creature magiche oscure" indetto da hideyourface.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Original classificata al primo posto nel contest "concorso multifandom: creature magiche oscure" indetto da hideyourface.


Fear Sidhe





Quando giri per l'Europa per anni e anni, riesci a cogliere ogni sfumatura nelle sue tradizioni benché millenarie e varie.
Eppure, sempre quando pensi che nulla potrà mai stupirti più, ecco che ti ritrovi sperduto di notte in Irlanda.
Pronto per accogliere quell'essere che non comprendi. L'hai visto vagare per notti, ogni volta più disperato.
E ogni alba ti domandi quale sia il suo problema, la sua vera natura.
Perché, insomma, non può essere né umana né demoniaca quella creatura.
Ha la pelle candida e lucente, un corpo degno del titolo di opera d'arte, lunghi capelli d'argento che paiono una pioggia di stelle cadenti. E quel pettine d'oro che continua a passare dove tu vorresti tirare, strappare, sporcare.
Tanto candore t’innervosisce, ti offende.
Non hai mai avuto il buon gusto dei tuoi compagni di sventura, non sei mai stato nobile. Nemmeno quando lo eri davvero.
Affiorano sbiaditi i ricordi della vita a corte, i cani, i cavalli, i lunghi e noiosi banchetti. Scene che sembrano vecchie fotografie nella tua mente ormai troppo vecchia e stanca.
Ma poi, a distrarti, eccolo giungere.
E sorridi maligno alla figura eterea che cammina, avvolta in una tunica vermiglia che mette in risalto le iridi sanguigne.
Pochi passi, i perlacei piedi che non si sporcano mentre il fango scivola sotto di essi, impotente anch'esso di fronte a tale sublime bellezza.
Poi, a solo qualche attimo dalla tua sete ossessionata, eccolo piegarsi su se stesso: un urlo glaciale lascia la sua gola e dove, sul terreno bagnato, si posano le sue lacrime, piccoli cristalli preziosi si formano quasi a ricompensa di chi riuscirà a sostenere quel dolore ancestrale.
La collina sonnolenta si sveglia, ma, non per questo, altro suono si aggiunge a quel grido inumano.
Percepisci, e te ne cibi, il freddo terrore e la macabra tristezza di tutto ciò che ti circonda: dai ciottoli sparsi qua e là ai vecchi salici curvi sul torrente, dai fili d'erba appena sorti dopo il gelido inverno alla luna che, impietosa e tremenda, osserva ora timorosa.
Dopo secoli senti qualcosa muoversi nel tuo animo.
Un keening. Non avresti mai pensato di poterne ascoltare uno.
Lungo, desolato, lugubre lamento portatore di morte.
Ecco la spiegazione a tutto ciò che hai sentito in queste notti sui colli fatati d'Irlanda, dove credevi che, di celtico, nulla più fosse presente.
E invece, guardalo: la bocca appena socchiusa a liberare quel suo canto tremendo che tutto scuote e tutto ombreggia.
Comprendi, finalmente. Come potevi, tu, non essere attratto da coloro che annunciano la morte?
Da coloro che percepiscono la fine dei protetti?
Uno ne morrà, presto. Ti domandi come, perché. Chi.
Resti a lungo ad ascoltarlo, nel cuore il passato si agita e finalmente si riappacifica col futuro: non senti più quel fastidioso senso di inadeguatezza. Colpa.
Uccidere è sempre stato nella tua natura, anche dopo quella punizione esemplare. Non hai di che rimproverarti, perché mai, d’altronde?
Comunque, la Signora Morte avrebbe raggiunto chiunque delle tue vittime, alla fine. E ora accetti ciò che prima rigettavi sistematicamente, troppo spaventato da te stesso.
L'urlo si placa e già sai che altre due volte lo udirai questa notte.
Ora il Far Shee appare come una bambola rotta, distrutta dal calore della tua Dama.
Colei che tutti abbraccia, presto o tardi.
Ti avvicini, la tua bramosia placata, e lui sbatte lentamente le palpebre, cogliendo in te la verità.
Il futuro.
«Ti pari innanzi ai miei occhi, tenebra immortale, osi anche pregare per un mio gesto?» la voce, per nulla stanca, si leva idilliaca nella notte. Sei conscio che ciò che ha chiesto altro non è che ciò che brami ora. Il suo corpo: non per deturparlo, non per tradirlo; la sua Anima: per possederla nei secoli a venire, per provare la completezza che da sempre, inconsciamente, hai ricercato. Come umano e come demone.
Lui è la tua Divina creatura d’indubbia dolcezza.
«La pazzia ti rende forse cieco? E' solo odio ciò che da me caverai.» E il suo sussurro ti pare malinconico, distante. Infelice. Non crudele, come avrebbe voluto.
«Il mio nome è Delacour, vorrai vestirlo per me?» Chiedi, sorridendo. Forse è azzardato, forse sarà atipico.
Il Signore dei Demoni della Lussuria, dopo millenni, ecco che rivendica il suo sposo.
«Non è codesto ciò che vestirò. Ma ora va’, sarà il mio ultimo canto. Lei sarà qui a momenti.» E dalle sue labbra riprende il lamento disperato. Nessun cristallo però nasce ai suoi piedi. E sai che è merito tuo.
Non ti volti indietro. Verrà all'alba e come secoli prima si stenderà al tuo fianco, rinunciando nuovamente alla sua terra verde per seguire te negli inferi.
Com'è strano rincontrarsi, non l'avresti detto possibile.
Ti chiedi ancora come hai fatto a non rimembrarlo subito. Eri così ottenebrato dalla tua neonata umanità forzata?
Eppure già eri tornato ai ricordi del potente Demone, all’età di trent’anni umani della tua prigionia. Ti eri svegliato dal sonno dei sensi, avevi già sterminato tutti coloro che ti conoscevano come Jacques Delacour.
Lui era stato il tuo peccato e ora sarà la tua salvezza. Perché?
Sei Sire ma mai hai governato da quando ti sei risvegliato. Hai rifuggito gli inferi, i tuoi sottoposti, i tuoi superiori. Terrorizzato da quell’ancora di bontà che si celava nel tuo pensiero. Ma ora, sai, che tutto cambierà.
Il secondo lamento del tuo compagno si spegne quando sei ormai in prossimità del tuo rifugio, ai piedi del castello.
Una giovane dai morbidi capelli in rame esce dall'antico portone e tu, preso dalla sete, ti addentri silenzioso, sgusciando fra le ombre, tue cortigiane.
Vaghi, portando con te il vero terrore. Segui la scia della vita, il sangue ti guida nella stanza dove giace l’anima cupa e corrotta di quell'anziano malato, quasi morto.
Storci il naso, aristocratico e appena leggermente all'insù: non sarai tu a sporcarti i denti con il putridume.
Insoddisfatto prosegui per gli enormi corridoi di pietra, le mura coperte da Arazzi lavorati a mano.
Altra vita, altra morte, il lamento del tuo dio che si fa più forte, addolorato, disperato.
Sublime, lo percepisci, mentre dalle mani ti cola il sangue della donna, mentre ti cibi delle interiora dell'uomo.
Più quieto, impaurito, un pianto nasce da una culla accanto al letto.
Il neonato alla tua vista sussulta ma placa la paura.
In seguito, guardandolo demone, ti ricorderai di come il suo sorriso ti ha impedito di ucciderlo, questa notte.
E le lacrime del Far Shee sono ora sotto la tua pelle e l'ultimo sublime canto si spegne quando, uscendo dalla rocca, ti dirigi verso il tuo rifugio.
La felicità ti permea, riempie e inorgoglisce.
Malignamente, lasci scappare un breve riso alla vista del dio inginocchiato a terra.
Sorridi. Perfidia, finalmente, nei tuoi occhi.
E mentre guardi il pargolo sussurri un pacato «Visto? Anche il Demonio ama.»
Il tuo compagno ti fissa con odio appena celato.
Ognuno ama a modo proprio, sussurra il vento, portando poi con sé la maledizione che libera il Fear Sidhe.
Che il Re torni ora negli inferi e, accanto a lui, il suo consorte.




Note d'argomento: Far Shee (o Fear Sidhe in celtico) è la versione maschile, molto rara, della Banshee. Sono divinità del Piccolo Popolo nel Folklore celtico ma non sono considerati originalmente crudeli o oscuri. Con l'avvento della religione cristiana, la Banshee, ha, però, assunto una connotazione 'fatata' e maligna, mentre, a quanto ne so io, il Far Shee è scomparso del tutto. Io ho preso in considerazione solo la creatura pre-cristiana (ecco perché è chiamato 'dio'). In questo caso do un'introduzione alla creatura: vive sui colli irlandesi e protegge una famiglia particolare. Si dice che chi ne ode le urla è nobile d'animo. La Banshee può urlare per una notte intera o tre volte durante. Ora veniamo alla particolarità del loro grido: avvisa chi lo sente che un familiare morirà molto presto (di solito la notte seguente). Spero che ora sia un po' più comprensibile la storia.
Ps. Nessuno si sogna di definire le urla della Banshee 'canto', ma credo che un demone ce la possa fare xD.
Pps. I cristalli facevano scena, non c'entrano con la figura della Banshee.


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